Per spezzare la meccanica ripetitività del quotidiano e vincere l'inerzia di un riposo inteso come mera fuga ed evasione dalla fatica del vivere, la cultura umana ha accumulato nei secoli parole preziose, essenziali, cariche di poesia e saggezza, in grado di creare o allargare spazi di intima riflessione.
È da questo tesoro di inestimabile valore che Gianfranco Ravasi attinge ancora una volta, proponendo, nello spirito del precedente Breviario laico, accolto con grande favore dal pubblico, una scelta di citazioni letterarie, poetiche e filosofiche da cui trae lo spunto per brevi e appassionati commenti.
William Shakespeare, Lev Tolstoj, Catullo, Simone Weil, Confucio, Albert Einstein, ma anche Woody Allen, "Che" Guevara, Giorgio Gaber: pensieri, intuizioni che illuminano interiormente, aiutando ciascuno di noi a coltivare, ogni giorno dell'anno, un'"oasi di silenzio " nel fragoroso deserto di apatia morale e superficialità che ci circonda. Solo la contemplazione, vera e propria "fonte d'energia", può infatti restituire vitalità alla nostra anima. In una società come quella attuale, ciecamente votata alla produttività e all'azione, è la diga che tiene alto il livello dell'acqua dissetante e purificatrice nel bacino della coscienza, afferma l'autore, facendo propria l'immagine di uno scrittore agnostico e "indifferente" come Alberto Moravia.
Ecco allora scorrere, pagina dopo pagina, giorno dopo giorno, un universo di parole che, come l'acqua, sono veicolo di vita, e ci invitano a confrontarci personalmente con i temi fondamentali dell'umanità e dell'esistenza, con i doveri di amore, verità e giustizia che ognuno ha nei confronti di se stesso, della propria storia, dei propri simili e della casa comune che è il mondo.
Innervate da quel "grande codice" di riferimento della civiltà occidentale che è il cristianesimo delle Sacre Scritture, le frasi sapientemente selezionate sono tuttavia pervase dall'intenzione "laica" di dare voce alle culture e religioni più diverse, in una molteplicità di esperienze e testimonianze che si rivolge non solo ai credenti ma anche a coloro che non varcheranno mai la soglia di una chiesa. Un mosaico dai mille colori, quindi, nel quale però si intravvede un profilo: "quello dell'uomo che pensa e che ama e che quindi vive in modo vero e autentico". Il suo nutrimento spirituale è il seme fecondo della parola da cui germogliano consapevolezza e rigenerazione. Una parola che non muore quando è detta ma che, come ricorda Emily Dickinson, una delle figure poetiche predilette da Ravasi, "proprio allora, proprio quel giorno, comincia a vivere".
Ogni calendario riflette la storia, le tradizioni, la religione di un popolo: sul filo dei giorni si snodano infatti miti e leggende, riti e usanze, spesso frutto di memorie antiche. In questo libro Alfredo Cattabiani ripercorre il nostro calendario per ricostruire l'origine, il significato e la funzione delle sue feste religiose e profane. Seguendo il ciclo del sole, dalla rinascita simbolica nel solstizio d'inverno fino al declinare nell'autunno, si attraversano tutte le grandi ricorrenze che segnano i diversi periodi dell'anno e le memorie di santi che hanno un'importante funzione calendariale, da san Nicola a santa Lucia e sant'Antonio abate, da sant'Anna a san Michele e san Martino. Quello proposto in queste pagine non è però solo un percorso storico-simbolico e folkloristico, ma anche un "viaggio celeste", perché alle radici del calendario vi è una visione astrologica basata sull'osservazione delle stelle e dei pianeti che segna anche le principali feste cristiane legate ai solstizi e agli equinozi.
Il libro si pone come obiettivo di mostrare tutte le opere importanti del movimento che rivoluzionò la pittura nella seconda metà dell'Ottocento. Riunisce 450 illustrazioni di dipinti: i capolavori di fama universale e i quelli di artisti minori, le opere esposte nelle otto mostre impressioniste a Parigi e quelle di derivazione impressionista in Italia, America, Germania, Russia, fino a includere artisti postimpressionisti come Van Gogh e Gauguin. Un percorso completo, arricchito da approfondimenti con letture d'opera, analisi di dettagli ingranditi dei dipinti e le biografie di tutti gli artisti.
Ne corso dell'Ottocento una nuova consapevolezza del proprio ruolo porta gli artisti a condividere le loro ricerche con altri formando dei gruppi: si riconoscono in un medesimo indirizzo estetico, adottano una tecnica specifica, elaborano un manifesto teorico, si riuniscono in un luogo o intorno a una rivista, sono rappresentati da un gallerista o un mercante; talvolta è la critica a identificare tendenze comuni a diversi artisti. Questo volume indaga la relazione tra linguaggio artistico, intento e azione collettiva attraverso i movimenti, i gruppi e le più recenti tendenze dell'arte dall'Impressionismo a oggi.
Da sempre i governi e gli stati coprono con altisonanti dichiarazioni i motivi spesso cinici che stanno alla base delle guerre da loro scatenate. Secondo Luciano Canfora, il proposito americano di esportare la libertà in Iraq è solo l'ultimo esempio di questo oliatissimo meccanismo propagandistico. Sparta combatté la guerra del Peloponneso sostenendo di voler liberare i Greci dall'oppressione ateniese; le guerre napoleoniche determinarono la trasformazione della Francia rivoluzionaria in impero bonapartista; i conflitti regionali della Guerra Fredda (Vietnam, Medio Oriente, Afghanistan), furono sempre inseriti nel contesto di una lotta per l'affermazione della democrazia nel mondo. Canfora dimostra in un'analisi acuta e spesso provocatoria che la politica internazionale si è sempre servita del richiamo all'ideale libertario per coprire le logiche di lotta per il dominio che inevitabilmente condizionano lo scenario internazionale. Un appassionato atto d'accusa contro le nefandezze compiute in nome di nobili principi e supremi ideali e allo stesso tempo un disincantato repertorio di casi storici recenti e remoti, accomunati da quella che Canfora definisce una emblematica "torsione morale, culturale e politica" che consente a uno stato di perseguire una cinica politica di egemonia, fregiandosi allo stesso tempo del titolo di difensore della libertà.
Il narratore e un amico, partiti a piedi da Roma e già in viaggio da quaranta giorni, vengono raggiunti in Svizzera da due compagni che cammineranno con loro per una settimana attraverso le Alpi. L'antico Ospitale fondato da San Bernardo sul Passo che oggi porta il suo nome rappresenta per loro la sommità di una salita lunga giorni e la porta d'italia. Ma quella che sembrava un'avventura on the road assume ben presto i toni di una fuga dalla figura sempre più ingombrante di un sedicente pellegrino, intenzionato ad aggregarsi a ogni costo ai protagonisti. Al salire della quota altimetrica sale anche la tensione degli eventi, fino alla misteriosa sparizione di una giovane scout, della quale ovviamente il pellegrino tatuato è il principale sospettato.
Roger Seagraves, agente della CIA, è un killer meticoloso e privo di scrupoli, che vende sottobanco preziose informazioni al miglior offerente. La seducente ed enigmatica Annabelle Conroy, truffatrice di professione, sta invece tentando di mettere insieme un pool di esperti del crimine per fare il colpo grosso ai danni di un magnate del Casinò di Atlantic City. Le loro strade si incroceranno con quelle del Camel Club, un gruppo di Washington, quattro amici che si incontrano una volta alla settimana per coltivare il loro hobby: discutere di complotti politici e teorie cospirative. L'improbabile gruppo si sta lambiccando sulla morte, avvenuta in circostanze misteriose, di Jonathan DeHaven, direttore della divisione Libri Rari della Biblioteca del Congresso, dove lavora uno dei membri del Camel Club. Nessuno di loro, però, può riuscire a immaginarsi che qui, in questo luogo a due passi dalla sede del potere a Washington, si stia dipanando una trama sempre più complessa nella quale interessi nazionali, malavita e corruzione politica sì sovrappongono fino all'imprevedibile finale, che appare non molto distante da una possibile realtà.
Questo libro è la biografia di un "sopravvissuto" un po' speciale: due guerre mondiali, sette papi, monarchia, fascismo, prima e seconda Repubblica, e ben sei processi per mafia. È la storia delle due vite (una precedente e una successiva ai clamorosi processi che lo hanno visto imputato per un decennio) di un ex potente, che solo a fatica può definirsi ex, dato che ancora oggi continua a far sentire la propria influenza in Italia. Ma, soprattutto, questo libro è la storia di un pezzo del nostro Novecento, visto attraverso le miserie e la nobiltà della classe dirigente cattolica: nel passaggio traumatico dalle cronache politiche a quelle giudiziarie, si coglie la perdita d'identità non solo di una nomenklatura, ma di un pezzo dell'Italia moderata.
La vita di ognuno - da bambino come da adulto - è un susseguirsi di momenti meravigliosi e sereni e di attimi di sconforto, di paura, di incertezza, di angoscia. E proprio quando si vorrebbe sostenere qualcuno che si trova in difficoltà, ci si rende conto di quanto sia terribilmente difficile trovare le parole e le modalità giuste. Questo libro, attraverso favole che attingono alla vita reale, vuole aiutare il lettore a riconoscere alcune situazioni difficili e a trovare modalità di aiuto efficaci, in grado di restituire serenità o perlomeno di lenire le ferite più laceranti. Alba Marcoli, forte di una profonda esperienza professionale, non avanza la miracolistica pretesa di offrire ricette preconfezionate, ma svela con pazienza e concretezza l'infinita e interminabile serie di traversie che il vivere quotidiano comporta.
Israele, guerra dei Sei Giorni. Avram, Orah e Ilan, sedicenni, sono ricoverati nel reparto di isolamento di un piccolo ospedale di Gerusalemme. Il conflitto infuria e nelle lunghe e buie ore del coprifuoco i tre ragazzi si uniscono in un'amicizia che si trasformerà, molto tempo dopo, nell'amore e nel matrimonio tra Orah e Ilan. A distanza di parecchi anni da quel primo incontro, Orah è una donna separata, madre di due figli, Adam e Ofer. Quest'ultimo, che sta svolgendo il servizio di leva, accetta di partecipare a un'incursione in Cisgiordania nonostante siano ormai i suoi ultimi giorni di ferma. Orah, che aveva progettato una gita con il figlio per festeggiare la fine del servizio militare, decide di partire lo stesso. Non riesce infatti a vincere un oscuro presentimento che si agita dentro di lei, e d'altra parte non resiste all'idea di trascorrere altro tempo con l'incubo di essere svegliata nel cuore della notte, come da protocollo dell'esercito israeliano, e ricevere la notizia di una disgrazia. Orah tuttavia non parte da sola. L'accompagnerà Avram, l'amico degli anni di gioventù, che reca nel corpo e nell'anima le cicatrici profonde dell'incessante conflitto che lacera Israele. Con lui Orah inizia un viaggio che diventerà via via occasione di riflessione, rimpianto, ma anche di gioia e di tenera rievocazione. Fino a che arriverà il momento di tornare a fare i conti con la vita e con il presente che, tutt'intorno, preme inesorabile. Illustrandoci il dramma di una madre e di una nazione, Grossman torna al suo pubblico con un romanzo mirabile che, pagina dopo pagina, si rivela una riflessione lucida e implacabile sul diaframma che divide vita e narrazione. Un testo in cui la forza della grande letteratura trova nuovo slancio nella verità del dramma personale di uno scrittore che, suo malgrado e per destino, è ormai un simbolo.