Il sorprendente romanzo inedito dell'autore di Cent'anni di solitudine e L'amore ai tempi del colera. Si sentì maliziosa, allegra, capace di tutto, e imbellita dalla mescolanza sacra della musica con il gin. Pensava che l'uomo del tavolo di fronte non l'avesse vista, però lo sorprese a osservarla quando lo guardò per la seconda volta. Lui arrossì. Lei sostenne il suo sguardo mentre lui controllava l'orologio da tasca con la catenina. Ogni anno, il 16 agosto, Ana Magdalena Bach - quasi cinquant'anni di età e una trentina scarsa di soddisfacente vita matrimoniale - raggiunge l'isola dei Caraibi dove è sepolta sua madre. Il traghetto, il taxi, un mazzo di gladioli e l'hotel: questo rituale esercita su di lei un irresistibile invito a trasformarsi - una volta all'anno - in un'altra donna, a esplorare la propria sensualità e a sondare la paura che silenziosa cova nel suo cuore. Lo stile inconfondibile di Márquez risplende in "Ci vediamo in agosto", romanzo musicalissimo di variazioni sul tema che è nello stesso tempo un inno alla libertà, un omaggio alla femminilità, una riflessione sul mistero dell'amore e dei rimpianti. Un'esplorazione del desiderio che non si affievolisce con l'età.
Mai era accaduto prima nella storia di Roma che due giovani dell'aristocrazia si amassero in modo così incondizionato. Dal momento in cui, giovanissimi, si riconosceranno come spiriti affini, Germanico e Agrippina non si separeranno più. Il vincolo che li unisce, del resto, è il coronamento di una grande passione, non certo un impegno formale determinato da convenienze politiche. Quando il giovane comandante è chiamato a guidare le otto legioni stanziate lungo il fiume Reno per riscattare il nome dell'Impero dopo la disfatta di Teutoburgo, Agrippina decide di seguirlo in Germania. Nonostante sia incinta, partecipa da protagonista alla vita dell'accampamento, rivelando presto un ascendente sui soldati superiore persino a quello del marito. Fieri, impavidi, volitivi, entrambi sembrano dei predestinati: se Germanico, figlio del valoroso comandante Druso, è l'uomo più indicato a succedere al vecchio imperatore Augusto, di cui è il pupillo, Agrippina, figlia di Marco Vipsanio Agrippa, l'eroe di Azio, ma soprattutto nipote di Augusto, rappresenta l'esempio più fulgido della matrona romana. Eppure, alla morte di Augusto per loro le cose si mettono male. Nel testamento l'imperatore ha designato il figliastro Tiberio come suo successore. Livia, sua madre - avversaria di Agrippina -, che ha sempre agito perché il marito favorisse il figlio Tiberio, detiene adesso un potere illimitato. Amati dalla gente e dai soldati così come temuti dal potere, Germanico e Agrippina accetteranno con spavalda consapevolezza il loro destino. Anni dopo la loro morte, sarà il centurione Quinto Sergio Sabino - un leale servitore dello Stato che ha avuto la ventura di essere testimone delle loro gesta - a raccontare nelle sue memorie chi furono l'imperatore mancato e la sua sposa guerriera, e in che modo Tiberio e Livia si accanirono su di loro. Con il rigore dello storico e la capacità affabulatoria del grande narratore, Valerio Massimo Manfredi fa ritorno ai luoghi di Teutoburgo , regalandoci il ritratto indimenticabile di due figure epiche, Germanico e Agrippina, e mettendo in scena la battaglia campale di Idistaviso, l'evento che segnerà il riscatto dell'esercito romano sui Germani, e che conferirà a Germanico la gloria immortale di cui gode presso la posterità.
"Questo libro raccoglie alcune cose che ho imparato in tanti anni di professione, di incontri, di esperienze, di libri letti e scritti, di speranze e delusioni..." Così Piero Angela riassume e spiega la sua ultima fatica, un testo scritto di getto e nato dall'urgenza del momento, e dalle enormi sfide che ci attendono. Un lascito morale, dopo una lunghissima carriera al servizio dell'informazione e della formazione di generazioni di italiani. "Com'è possibile" si chiede in queste pagine "che un paese come l'Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci?" La risposta è in dieci semplici capitoli, dieci aree critiche su cui occorre agire. Per oltre cinquant'anni Piero Angela si è occupato a tempo pieno di scienza, tecnologia, ambiente, informazione, energia, televisione, comportamenti, e ha scritto "Dieci cose che ho imparato" per condividere con i lettori alcune proposte, frutto della sua lunga esperienza sul campo. Con questo libro, a cui ha lavorato fino all'ultimo, colui che è stato per tutti il volto rassicurante della scienza ha voluto dirci come usarla per migliorare le cose. Per rilanciare l'Italia con una nuova visione.
"Questo è probabilmente l'ultimo libro che scrivo. Non pensavo di farlo, ma poi ho riflettuto che forse ne valeva la pena. Adesso vorrei dire anch'io quello che penso, le domande che mi pongo, le cose che ho compreso... È un libro che forse voglio scrivere anche per me stesso, oltre che per i lettori." Da tempo Piero Angela lavorava a queste pagine, frutto di un confronto - durato decenni - con il suo storico collaboratore Massimo Polidoro. Una conversazione, è il caso di dirlo, sui massimi sistemi: l'universo, la natura, l'uomo. Si parla di scienza insomma, che lo appassionava e che era tanto bravo a divulgare. "Pensa come uno scienziato", oltre a essere sempre stato il suo consiglio ai giovani, è anche la chiave di lettura e di comprensione del presente che viene loro offerta da questo libro. Ogni cosa della vita, ogni argomento può, anzi deve essere affrontato con la razionalità tipica del metodo scientifico. Ma allo stesso tempo non bisogna mai perdere la curiosità, l'umiltà e il senso di meraviglia. Solo così si capisce, e si cresce. "La meraviglia del tutto" è una lezione di vita che accompagna il lettore in un viaggio alle origini dell'uomo, questo "pezzetto di universo che ha acquisito la capacità di voltarsi indietro e di ricostruire la propria storia straordinaria". Ogni capitolo apre una porta che dà su porte successive, e la grande capacità narrativa di Angela cattura la curiosità del lettore e lo trascina nell'affascinante avventura della conoscenza. Questo libro non sarebbe stato possibile senza Massimo Polidoro, l'allievo che nel corso di trent'anni ha "interrogato" il maestro stimolandolo con le sue domande. Che sono poi le stesse che tutti noi ci facciamo. E a cui Piero Angela risponde con la chiarezza e l'onestà intellettuale che abbiamo sempre ammirato.
Due percorsi narrativi in versi, due vasti movimenti poetici che rivelano, nei termini di una insolita energia espressiva, il carattere di un autore che da sempre si è mosso con efficacia coinvolgente sul doppio registro della scrittura in versi e del romanzo. Daniele Mencarelli, con "Degli amanti non degli eroi", riesce qui a comporre un doppio quadro, con due poemetti complementari nella loro diversa fisionomia, nella linearità internamente turbata dell'ampio racconto d'amore fra due giovanissimi, in apertura, e nelle screziature interne, anche sul piano della pronuncia e della versificazione, di Lux Hotel , il testo successivo. Due impostazioni alternative, dalle aperture e dai turbamenti di "Storia d'amore", al complesso gioco metaforico del secondo poemetto, dove viene messo in risalto il tema dell'eroismo negativo nella sua connotazione guerresca, nella speranza, «meravigliosamente utopistica» come dichiara lo stesso autore in nota, «che si arrivi a un mondo dove a essere festeggiato è l'eroismo del perdono, della compassione, del coraggio che soccorre». Una straordinaria ricchezza di situazioni concrete, vissute e ritratte in vivi dettagli, nell'affiorare del «dolore che non s'affoga», caratterizza il primo capitolo, nel quale Mencarelli riprende, con sensibili, decisive modifiche, un testo apparso anni fa; mentre nel secondo, ambientato tra le luci e le ombre di un albergo di lusso, si muovono emblematici personaggi frutto di un'immaginazione quanto mai ricca e variegata. Ecco allora la figura del concierge, ecco l'ombra di un dittatore e i soldati Mercurio, Marte, Nettuno. Umani traffici e minuzie di orrori si manifestano con imprevedibili esiti nel gioco d'azzardo di Lux Hotel, realizzando un singolare e affascinante contrasto rispetto al racconto d'amore «nella sua dismisura» del primo poemetto, in un'opera poetica che conferma Mencarelli come una delle personalità di maggior spicco e solidità della nostra nuova ricerca letteraria.
«Ci sono un po' di cose in più che vorrei raccontarvi. Cose importanti, per me, che voglio che voi ascoltiate e che restino. Ci tengo molto.» Le cose importanti che Gianluca Vialli ha voluto dire durante la registrazione del docufilm La bella stagione sono racchiuse tutte in questo libro. E sono importanti perché sono proprio le sue e sprigionano la magica energia delle parole definitive. Dopo la clamorosa e vincente carriera da calciatore professionista, Gianluca Vialli si è reinventato molte volte: prima come commentatore televisivo, poi public speaker, quindi capodelegazione della Nazionale italiana di calcio, quella che sollevò il trofeo nel 2021. L'ultima reinvenzione è stata quella di condivisione pubblica della sua personalissima esperienza di resilienza di fronte alla malattia incurabile. In questo libro Vialli parla di sé, delle persone che ha incontrato, delle esperienze che lo hanno migliorato, dei valori che ha incarnato, della consapevolezza della propria fragilità, della forza delle relazioni vere, del rigore nel fare le cose ben fatte, della serietà e dell'impegno con cui ci si deve offrire al mondo. Un patrimonio di riflessioni che ora è stato raccolto e messo nero su bianco dai curatori Baccalario e Ponti, e che ora potrà essere letto e tramandato nei tempi a venire.
Federico Faggin, padre del microprocessore e non solo, stravolge ancora una volta il nostro modo di vedere i computer, la vita e noi stessi. Dopo anni di studi e ricerche avanzate ha concluso che c'è qualcosa di irriducibile nell'essere umano, qualcosa per cui nessuna macchina potrà mai sostituirci completamente. "Irriducibile" è un saggio entusiasmante, capace di tenere assieme rigore scientifico, visionarietà tecnologica e afflato spirituale, che suggerisce una irrinunciabile e inedita fisica del mondo interiore.
«Con l'attentato del 7 ottobre, Hamas ha voluto disumanizzare il nemico. Se decapiti i bambini, vuoi costringere Israele a una rappresaglia così dura da provocare la rivolta delle masse arabe.» È quanto ha detto Giorgia Meloni a Bruno Vespa in un lungo colloquio sull'Italia di oggi, «un'Italia nel mondo, perché ho scoperto che qualunque cosa accada in qualunque posto riguarda anche noi». Questo libro si apre con il racconto delle settimane immediatamente successive al massacro compiuto dai terroristi palestinesi in Israele, ai confini con la Striscia di Gaza, con atrocità persino più agghiaccianti delle orribili pagine dell'Olocausto. E spiega perché si è arrivati a un punto cieco, ripercorrendo settantacinque anni di occasioni perdute, dal 1948 a oggi. Se Hamas (e non è il solo) vuole cancellare Israele, Putin continua a voler cancellare l'Ucraina, con una guerra che ha fatto ormai centinaia di migliaia di morti e di cui non si vede la fine. I colloqui dell'autore con Volodymyr Zelenskyi e con gli ultimi due ambasciatori russi a Roma chiariscono i dettagli di posizioni inconciliabili. Vespa narra ottant'anni di storia italiana intrisi di odio e rancore. Nel nostro paese la guerra civile non finì il 25 aprile 1945 ma nel giugno 1949, perché per tre anni dopo il silenzio delle armi ci fu una spietata caccia al fascista, a quelli che si erano macchiati di sangue e a quelli che non c'entravano niente, fino alla pulizia etnica di Tito e alle tragiche vicende dell'esodo giuliano-dalmata. Ferite non rimarginate, se è ancora impossibile celebrare messe condivise e si premiano partigiani eroici in guerra ma colpevoli di stragi nefandissime, compiute per puro odio o sentimento di vendetta. Esemplare il racconto di Anna Vescovi, che ha voluto stringere la mano all'assassino di suo padre settantacinque anni dopo il delitto, e l'ha visto sparire alla pubblicazione del suo libro di memorie. La parte di attualità si apre con due capitoli dedicati a Silvio Berlusconi. Il primo ricostruisce un trentennio di vita italiana attraverso gli incontri dell'autore con il Cavaliere. Nel secondo parlano tutti insieme i suoi cinque figli e, per la prima volta, Marta Fascina, la compagna inseparabile degli ultimi anni. Seguono le conversazioni con tutti i leader politici. Giorgia Meloni e il suo tentativo di liberare una nazione bloccata da corporazioni e interessi particolari, e di giocare un ruolo centrale in Europa. Matteo Salvini, diviso tra grandi opere pubbliche e incessante lotta all'immigrazione clandestina. Antonio Tajani e il rilancio di Forza Italia nel solco e nel ricordo di Berlusconi. Giuseppe Conte e il suo gioco a sinistra in concorrenza con Elly Schlein, che descrive a Vespa la sua nuova idea di Partito democratico. Matteo Renzi e Carlo Calenda, ormai arrivati alla scissione definitiva. Storia e storie di ieri e di oggi, unite in un incalzante racconto in presa diretta.
"Domani mattina troverai un'auto sotto casa tua con un biglietto aereo per raggiungermi a Parigi. Non devi pensare a niente, ho già pensato a tutto io. Sarà un weekend indimenticabile." Luca è bravissimo nelle sorprese, ha il talento di rendere speciale ogni momento, anche le pause pranzo. È un uomo molto indipendente, però non gli piace stare da solo. Ha una storia importante alle spalle, finita non ha capito bene come ("quand'è che le cose belle poi diventano brutte?"). Esce con una ragazza che ha la metà dei suoi anni e un po' se ne vergogna, ma lei è come una boccata d'aria fresca. Sua madre invece dispone di lui come se non fosse mai diventato un adulto e non perde occasione per farlo sentire sbagliato, in debito. Un giorno, per caso, incontra Lucia, la sua fidanzata di quando aveva vent'anni. Il loro era stato un amore da film, assieme avevano vissuto tutte le prime volte. Adesso lei ha una figlia e si sta separando dal marito. E se provassero a tornare al punto dove si erano fermati, vedere cosa è rimasto di quei due? Il nuovo romanzo di Fabio Volo coinvolge ed emoziona pagina dopo pagina, con scene romantiche in cui pare di volare - tra calici di vino buono e croissant caldi -, dialoghi che sembrano rubati dalla nostra vita quotidiana e riflessioni in cui ritrovarsi quando ci sentiamo un po' persi. "Tutto è qui per te" è un libro sulla linea d'ombra che ciascuno di noi si trova a superare alle età più differenti e inaspettate. Sulla voglia di mettersi in gioco davvero, di predisporsi ad accogliere l'amore anziché rincorrerlo ovunque. Sul valore che può avere anche la solitudine. Sul desiderio, e la possibilità, di un nuovo inizio.
Gabriele Dell'Otto, illustratore italiano della Marvel, ha compiuto un'impresa epocale: illustrare integralmente le 3 cantiche della Divina Commedia nell'edizione a cura di Franco Nembrini con introduzione di Alessandro D'Avenia. Celebriamo la sua bravura in questo volume che raccoglie tutte le illustrazioni valorizzandole al massimo, accanto al testo della Commedia.