
Essere genitori competenti, capaci di «allenare» i nostri figli alla vita, non è facile. Soprattutto in questo inizio di terzo millennio, dominato dall'attrazione magnetica che il mondo online esercita su bambini e ragazzi. Da una parte, infatti, ci siamo noi adulti, con il nostro progetto educativo, desiderosi di fornire ai più giovani tutti gli strumenti di cui hanno bisogno per diventare grandi. Dall'altra c'è il marketing, che quando si rivolge ai nostri figli non ha alcuna attenzione per i loro bisogni di crescita. Anzi, strategicamente, identifica le loro fragilità e vulnerabilità per trasformarle in un'opportunità senza precedenti di profitto e manipolazione. Il risultato è che il cuore e la mente dei ragazzi vengono sempre più risucchiati dalle piattaforme online, un nuovo Paese dei Balocchi che possono frequentare senza limiti, nello spazio circoscritto delle loro stanze. Alberto Pellai e Barbara Tamborini, da anni impegnati sul fronte educativo, sollecitano i genitori, gli insegnanti e gli adulti in generale a riflettere e ad abbandonare la rotta percorsa finora, per imboccarne una completamente nuova. Tenendo come bussola il principio che sostenere la crescita delle giovani generazioni significa arginare la pervasività con cui il digitale e lo smartphone hanno aggredito la loro vita. Alla luce di questa convinzione analizzano due esperienze fondamentali dell'età evolutiva: il gioco e la socializzazione. Partendo da una critica tanto accurata quanto tagliente del modo in cui il mondo online le ha stravolte, Pellai e Tamborini offrono una serie di consigli concreti e validissimi per vincere la sfida oggi cruciale, ossia far uscire un figlio dalla propria stanza. Perché solo varcando la soglia di quello spazio angusto in cui - quasi senza accorgersene - si è recluso, potrà ritrovare la fatica, la bellezza e la libertà di diventare se stesso.
Il romanzo epico della costruzione di Stonehenge, ancora oggi uno dei più grandi misteri del mondo. Un cavatore di selce con un dono. Una sacerdotessa che crede nell'impossibile. Un monumento che definirà una civiltà. Seft, un giovane e abile cavatore di selce, attraversa la Grande Pianura sotto il sole cocente per assistere insieme al padre e ai due fratelli ai rituali che segnano l'inizio di un nuovo anno. Il ragazzo trasporta con fatica le pietre che verranno barattate alla Cerimonia di Mezza Estate, un appuntamento importante celebrato con canti e danze dalle sacerdotesse del luogo, cui partecipano tutte le tribù dei dintorni. Seft spera di incontrare Neen, la ragazza di cui è innamorato, e sogna di cambiare vita. La famiglia di lei vive in prosperità all'interno di una comunità di pastori, e gli offre una via di fuga dal padre violento e dai suoi spietati fratelli. Joia, la sorella di Neen, è una ragazza con grandi doti carismatiche. Da bambina, osservando affascinata la Cerimonia di Mezza Estate, sogna la realizzazione di un nuovo monumento miracoloso, un grande cerchio eretto con le pietre più grandi del mondo. Quando diventerà sacerdotessa avrà come principale alleato Seft che si dedicherà anima e corpo a questo progetto visionario e all'apparenza impossibile. Ma tra le colline e le foreste della Grande Pianura si preannunciano tempi difficili per tutti. Mentre la siccità devasta la terra, i pastori, i contadini e gli abitanti dei boschi sono sempre più sfiduciati, e un atto di violenza selvaggia porta a una guerra aperta... "Stonehenge è uno dei monumenti più iconici e riconoscibili al mondo, ma in realtà se ne sa molto poco. Come è stato costruito? Perché è stato costruito? Chi lo ha costruito? Ho raccontato in precedenza grandi conquiste umane e sono sempre stato attratto dalle storie di persone comuni che fanno cose apparentemente impossibili, e cosa c'è di più straordinario che la costruzione di questo monumento enorme? È un'impresa incredibile ed è uno dei più grandi misteri di tutti i tempi: un binomio fantastico per una storia." (Ken Follett)
Il Cantico di frate Sole è una perla della letteratura mistica universalmente conosciuta. Eppure, ha ancora molto da svelarci. In questo saggio, il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ne propone una lettura sorprendente e innovativa: partendo dalla fine. Sono le ultime strofe, infatti, a racchiudere il cuore nascosto di questo meraviglioso inno. Come in un «canone inverso», Sorrentino rovescia la lettura tradizionale e si sofferma subito sulle strofe finali, dedicate al perdono, al dolore e a «sora nostra Morte corporale». Qui, la melodia del Cantico arriva a toccare la condizione umana in tutta la sua fragilità. È un invito a guardarsi dentro, nel profondo dell'animo. Non a caso, ci svela l'autore, queste strofe «della soglia» furono composte nel vescovado di Assisi - a differenza delle prime, composte a San Damiano - e in un periodo particolarmente doloroso: lì, tra le spesse mura episcopali, san Francesco ha dovuto confrontarsi con la sofferenza fisica e la «grande notte dello spirito». Ma non se n'è lasciato travolgere, anzi, ha trovato la forza di aggiungere dei versi inaspettati, rendendo il messaggio del Cantico ancora più profondo e variegato. Una lode al creato che non si limita agli elementi cosmici, ma abbraccia il dramma dell'esistenza. Accanto a questa profonda meditazione, l'autore ci racconta il retroscena di alcuni eventi cruciali che hanno orientato la composizione del testo: dalla storica riconciliazione tra il vescovo Guido II e il podestà di Assisi, mediata da Francesco attraverso l'aggiunta della strofa del perdono, alla profonda meditazione sulla morte, accolta non come nemico ma come «sorella».
A Hebron, un gruppo di minorenni ebree innalza uno striscione contro i matrimoni misti. A Tulkarem, i ragazzini palestinesi appendono ai fucili le foto degli amici uccisi e si preparano a combattere i soldati israeliani. A Teheran, Abbas piange il cugino impiccato dal regime e prova un misto di terrore ed eccitazione per il grande attacco dello Stato ebraico alla Repubblica islamica. Il nuovo reportage di Cecilia Sala è un viaggio che guarda da vicino tre grandi storie intrecciate tra loro: la radicalizzazione di Israele, la distruzione della Palestina e il collasso dell’Asse della resistenza che ha la sua testa a Teheran. Con uno stile vivido e in presa diretta, Cecilia Sala ci fa attraversare i check-point e i raid, ci fa entrare nelle case delle vittime e dei carnefici, dei leader militari e dei sopravvissuti. Ci svela così lo scontro generazionale che attraversa ciascuno di questi paesi, divenuto una delle linee di faglia più rilevanti – e meno indagate – del nostro presente. Perché mentre i «pacifisti esausti» tra gli anziani israeliani assistono impotenti alla deriva del proprio paese, una generazione di coloni giovanissimi è la più feroce di sempre in Cisgiordania. Mentre in Palestina un padre come Firas crede ancora nella diplomazia e rimpiange i tempi degli accordi di Oslo, il figlio Samih vede nei suoi tre fucili d’assalto l’unica risposta all’occupazione. E mentre i vertici della Repubblica islamica dell’Iran tentano di nascondere la propria debolezza, le arrabbiate senza velo che sfidano le telecamere per il riconoscimento facciale sono diventate centinaia di migliaia. Il racconto sul campo si arricchisce di alcune interviste a figure chiave, come Hossein Kanaani, uno dei fondatori dei pasdaran, e Ronen Bergman, giornalista premio Pulitzer che spiega il fallimento di Israele nel difendersi dal suo nemico interno, l’estremismo armato. E ancora Imad Abu Awad, analista palestinese, che non crede esista più una soluzione diplomatica né una militare e per risolvere i problemi del suo popolo spera in una guerra civile interna a Israele. Da questo coro di voci, che Cecilia Sala orchestra con maestria, rigore giornalistico e una straordinaria capacità narrativa, nasce un libro essenziale per comprendere i conflitti che definiscono il nostro tempo.
Illetterato, sprovveduto, sognatore, Francesco d'Assisi è il «santo» per eccellenza. Ma è anche, nell'opinione comune, un personaggio fuori dalla storia, relegato nella sfera del misticismo e dell'utopia. Come mai, allora, la Chiesa decide di innalzarlo agli altari a soli due anni dalla morte, dopo un processo di canonizzazione tra i più brevi nella vicenda millenaria del cristianesimo? Francesco ribelle e antisistema o docile strumento nelle mani del potere ecclesiastico? Giulio Busi passa al vaglio le cronache dell'epoca, s'immerge nel mare sconfinato dell'agiografia, e poi dipinge un Francesco inedito, vigoroso, a tratti mite, più spesso provocatorio e intransigente. Quando è costretto, infatti, sa obbedire e accettare l'autorità. Ma è una scelta che gli costa, e da cui, ogni volta, riparte per inseguire la verità. Mentre attorno a lui la società scopre, e soffre, l'economia del mercato e del profitto, Francesco accoglie i lebbrosi, si unisce ai mendicanti, rivendica per sé un posto tra gli ultimi. Nei primi tempi, i benpensanti lo dileggiano, lo considerano un folle. Intanto, però, il suo carisma attrae sempre più seguaci. Nella primavera del 1212 Chiara d'Assisi, nobile per nascita, lascia i propri beni e la sontuosa casa paterna per seguire l'esempio di Francesco. È l'inizio di una consonanza spirituale che durerà tutta la vita. Ai «fratelli» che hanno cominciato a raccogliersi attorno al Poverello si aggiungono le «sorelle minori», ispirate da Chiara. Nel giro di pochi anni, il successo del movimento è travolgente. E i dubbi del fondatore diventano sempre più angosciosi. La Chiesa ha bisogno di un Ordine francescano forte, efficiente, solido. Ma lui riuscirà a difendere povertà e umiltà, a mantenere la semplicità delle origini? Al termine della sua esistenza, così breve e intensa, Francesco è malato, e deluso. Sembra sconfitto, ma nel momento più buio detta il Cantico di Frate Sole, splendido, gioioso inizio della letteratura italiana. Ringraziamento è l'esordio, inno la conclusione. Francesco lo sa, lo ha sempre saputo. La sorgente è una sola, un unico fine ha il creato. E ora il suo Cantico è libero di percorrere il vasto mondo. Che con lui se ne vada il dolore, assieme a lui si diffonda la lode.
"Questo libro è pieno di errori, mille per la precisione: refusi (ma non di punteggiatura o sintassi, non sono così cattivo), errori lessicali e grammaticali, vocaboli sbagliati, errori fattuali, omissioni. E non è colpa del povero correttore di bozze che ci ha lavorato. Gli errori li ho messi io, per giocare con voi come Niccolò Errante faceva con me. Errante era un grande scrittore misterioso, enigmatico, che non amava apparire: nessuno sa esattamente neanche quando o dove è nato. Avevo il privilegio di essere il correttore di bozze dei suoi romanzi e posso dire di essere stato anche un suo amico. E a un certo punto io e Niccolò abbiamo iniziato a fare un gioco. Mi inviava brevi racconti pieni di errori da scovare, e quegli errori componevano un messaggio segreto. Ci abbiamo giocato fino alla sua morte o, per meglio dire, fino al suo suicidio: il 3 giugno 2025, dopo una riunione con la casa editrice, il mio scrittore preferito e mio amico, infatti, completamente ubriaco si è buttato dal balcone di casa sua. Però io so che Errante non si è suicidato e ho nascosto la verità nei mille errori disseminati in questo libro. E solo i più scaltri tra voi che riusciranno a trovarli potranno ricomporre un messaggio segreto e risolvere il giallo della sua morte. Quanti di voi accetteranno la sfida?".
Arrivato di fronte alla madre, fu sul punto di piangere, ma l'avventura che stava per vivere non prevedeva incertezze, doveva riuscire a credere nel suo coraggio. Strinse la madre forte, la guardò a lungo per imprimere alla memoria quel viso, come se ce ne fosse bisogno. Torneremo tutti insieme, te lo prometto le disse. Poi salì su Santino, l'asino prese a muoversi lentamente. Non guardò più indietro, Adelmo, ma si obbligò a fissare la catena di montagne lontane all'orizzonte, il confine del regno, la fine del mondo che aveva conosciuto sino a quel momento della sua vita. Dall'acclamato autore di Tutto chiede salvezza, una storia senza tempo dal respiro dei grandi classici, capaci di raccontarci l'avventura che è diventare grandi. Età di lettura: da 10 anni.
Libro vincitore del Premio Viareggio Opera Prima 2025
Al suo esordio, Sofia Assante mette a punto una voce narrante ironica e irresistibilmente romantica, che omaggia esplicitamente alcuni grandi narratori americani, da Salinger a Fitzgerald a Dylan, ed è capace di far sorridere e al tempo stesso commuovere. E racconta una storia piena di segreti e sorprese narrative, attraversata da una domanda che tutti ci siamo fatti almeno una volta nella vita: possiamo davvero dire di conoscere le persone che abbiamo accanto?
Andrea sta camminando per le strade di New York, in piena notte, quando riceve una telefonata. Riconosce subito la voce di Elettra, anche se non la sente da dieci anni. È lei la ragione per cui è scappato da Roma, la sua città, ed è proprio lei, ora, a chiedergli di tornare... Andrea ed Elettra si sono conosciuti a dodici anni, il giorno in cui lei si è trasferita nel palazzo del centro di Roma in cui Andrea è cresciuto. A parte l'indirizzo di casa, non hanno nulla in comune. Lui è il figlio di un ristoratore schivo e taciturno e d'estate lavora nella trattoria di famiglia, Da Amilcare. Lei fa parte dell'aristocrazia romana e i suoi genitori, gli Alfieri della Scala, sono colti, eleganti e amorevoli. Entrambi appartengono a una Roma che sta tramontando: Elettra a quella della nobiltà che ancora si incontra nelle stanze di Palazzo Borghese; Andrea alla Roma delle taverne del centro, come quella fondata dal nonno, sui cui tavoli giocavano a scopone Fellini, Scola e Monicelli. Sono ancora bambini quando, convinti che nulla potrà dividerli, sognano di morire insieme come Filemone e Bauci, trasformati da Zeus in una quercia e in un tiglio, uniti per il tronco. Ma l'idillio si rompe all'improvviso durante una vacanza nella villa sul lago degli Alfieri: la madre di Elettra viene coinvolta in un incidente d'auto e i due ragazzi trovano per sbaglio una lettera che instilla in loro un dubbio insostenibile. Quel dubbio e il segreto a cui li costringerà li terranno lontani per anni. Fino a questa telefonata, che è destinata a riaprire tutto ciò che era stato bruscamente interrotto e, forse, a regalare una seconda possibilità a quel primo amore mancato.
Isolina ha salvato il suo matrimonio la notte in cui ha piantato una falce nel fianco di suo marito. Benedetta era la più bella della spiaggia, ma piuttosto che diventare Miss Cuore di Panna ha preferito darsi alle droghe pesanti. Con Gilda i funerali diventavano feste di compleanno. Azzurra a scuola aveva il Sostegno, ma era lei a non sostenere la banalità degli altri. Poi Irene, la migliore amica dei bambini piccoli e dei mostri giganti. E Violetta, troppo impetuosa per il suo fisico massiccio, che trasformava ogni abbraccio in una frattura. Anime intense e fiammeggianti, riunite in una sola, clamorosa famiglia. Non di quelle rigide, basate sul sangue, ma più libera e ariosa, tenuta insieme dalla colla calda dell'amore. Sono le zie e le nonne di Fabio, che questa settimana compie cinquant'anni, anche se nessuno ci crede e lui meno di tutti. Allora queste donne magnifiche vengono a trovarlo. Vengono nei suoi sogni, perché sono morte. Ma se c'è una cosa che gli hanno insegnato è che i sogni non sono la fine della realtà, come la morte non è la fine della vita. In realtà gli hanno insegnato molto altro, solo che Fabio era troppo piccolo per apprezzarlo. Tutto preso a seguire i suoi zii marinai e avventurieri, grandi maestri di vita "maschia" quando lui un maschio cercava di diventare. Adesso però è un tempo diverso, e tornano da lui le diverse lezioni delle zie. Silenziose e insieme così forti, sagge e folli, divampano nelle sue notti. Ognuna un sogno, un ricordo e una scoperta, una stella trascurata che torna a luccicare. Ma perché tornano tutte adesso, a una settimana da un compleanno che lo stranisce? Vogliono solo salutarlo, o c'è qualcosa di più importante che deve sapere, qualcosa che deve fare per conto dell'Aldilà? Con la sua voce unica e inconfondibile, Fabio Genovesi torna in Versilia per raccontarci delle sue maestre. Sua madre, sua nonna, le sue zie e le loro amiche, donne che non hanno scalato l'Everest o scoperto la penicillina, ma hanno saputo disegnare portenti che la Storia non ha registrato perché le manca la sensibilità. Donne che nelle loro vite ingarbugliate non hanno fatto grandi cose, ma hanno fatto cose grandi. E non smettono adesso che sono morte: eccole tornare nei sogni quando c'è bisogno di loro. Perché niente finisce morendo, niente sognando: tutto è sempre vero, e sempre vivo. Brucia e scintilla in queste magnifiche maestre, nelle lezioni che ci donano, e dentro di noi.