
«La vivacità dei fanatismi ci insegna che il fanatismo ha la sua logica; non quella di un eccesso di Dio ma la traccia della sua drammatica assenza» Adrien Candiard
«Integralisti», «fondamentalisti», «fanatici»… Tutti termini che associamo a coloro che, in nome di un islam violento, seminano morte in Europa e nel mondo. Ma questi vocaboli sono sinonimi? E, soprattutto, cosa si nasconde dietro il fanatismo?
Adrien Candiard, che della religione è un profondo conoscitore, e l’islam lo studia al Cairo, ne è convinto: «Il fanatismo è una messa al bando di Dio, quasi un ateismo di religiosi». I fanatici sono quanti ritengono, sia nell’islam sia nelle altre fedi, cristianesimo compreso, che in nessun modo si possa conoscere Dio, ma solo la sua volontà — quale abbiamo deciso di intenderla noi: «Il fanatismo non è la conseguenza di una presenza eccessiva di Dio bensì, al contrario, il segnale di una sua assenza».
Per curare ogni deriva fanatica Candiard consiglia tre antidoti: l’esercizio della teologia; il dialogo tra persone di fedi diverse; il silenzio della preghiera. Tre vie per non incorrere in quelle distorsioni di Dio che lo rendono causa di disumanizzazione.
«Quelli di Candiard sono libri che hanno il dono della chiarezza, nello stile e negli intenti» Tuttolibri – La Stampa
«Un saggio breve ma illuminante» Le Monde
«Beati i poveri», dice Gesù. Ma la Bibbia chiede anche giustizia per gli ultimi e riscatto per gli oppressi. Dunque, la povertà è faccenda benedetta o maledetta? I poveri li avremo sempre con noi, afferma il vangelo: ma è un destino ineluttabile per alcuni non raggiungere un decente livello di vita?
In queste pagine, ricche di riferimenti biblici e di sapienza umana, Erio Castellucci ci aiuta a distinguere tre povertà diverse: una da scegliere, e si chiama sobrietà; una da combattere, per ottenere equità; e una da riscattare, per raggiungere la fraternità. Anche la chiesa è chiamata in causa: le sue ricchezze possono esistere solo per costruire condivisione, non per affermare prestigio o potere.
Il rapporto tra fede e denaro deve svilupparsi dentro una prospettiva evangelica, alla scuola di maestri come Francesco d’Assisi. «Ricordarsi dei poveri» significa non attaccarsi ai beni materiali, alla «roba», individualmente e come comunità, ma aprirsi alla fraternità. In definitiva, vuol dire «andare incontro a quei poveri che ci salveranno, perché risveglieranno in noi le energie migliori».
«La conversione economica è una delle più faticose. Oggi la testimonianza dei cristiani si gioca in buona parte sul rapporto con i beni» Erio Castellucci
Il G8 del 2001 non va ricordato solo per le violenze a Genova. Durante quell’evento veniva lanciato il «Fondo Globale per la lotta all’aids, alla tubercolosi e alla malaria» voluto da Bill Gates. Una cosa buona, che però ha messo alle corde Oms e Unaids, le agenzie Onu sulla salute. Nel 1997 Ted Turner, il fondatore della Cnn, erogò la maggior donazione di sempre all’Onu. Nella corsa al vaccino anti-covid spicca la Bill & Melinda Gates Foundation. Solo un caso? Non proprio. Sono esempi dello svuotamento, operato da privati, delle più alte istanze internazionali pubbliche.
Questo libro mostra come le visioni «umanitarie» delle fondazioni dei ricchissimi e generosissimi, da John Rockefeller a Bill Clinton e Mark Zuckerberg, sono potenti strumenti di controllo planetario. A colpi di donazioni, con ovvi benefici, i filantrocapitalisti si assicurano che il turbocapitalismo non venga messo in discussione.
Primo obiettivo, la salute: «Bill Gates ha puntato a comprarsi un’intera agenzia Onu, l’Oms. La cosa gli sta riuscendo; è grave che la comunità internazionale glielo permetta». Altro campo di battaglia, l’agricoltura: la «Rivoluzione verde» in Africa funge da battistrada agli Ogm.
Dopotutto, una mano lava l’altra. La ricchezza delle aziende permette la filantropia, la filantropia apre nuovi mercati alle aziende. Il filantrocapitalismo non ci rimette mai. La democrazia, sì.
«Questo libro sarà una bussola importante per difendere le nostre libertà dalla ricolonizzazione del filantrocapitalismo» Vandana Shiva
«Il filantrocapitalismo olia le ruote delle imprese. Gli emarginati della Terra non vogliono carità, vogliono giustizia» Nicoletta Dentico
Agenda 2021 quotidiana con contenuti di carattere biblico e missionario. I commenti biblici sono di padre Giorgio Marengo, torinese, missionario della Consolata attivo da diversi anni in Mongolia, dall'aprile 2020 prefetto apostolico di Ulan Bator, autore di Sussurrare il Vangelo nella terra dell’eterno Cielo blu. Riflessioni missiologiche sull’evangelizzazione in Mongolia (Urbaniana University Press, 2018).
formato grande
brossura
copertina plastificata.
Agenda 2021 quotidiana con contenuti di carattere biblico e missionario. I commenti biblici sono di padre Giorgio Marengo, torinese, missionario della Consolata attivo da diversi anni in Mongolia, dall'aprile 2020 prefetto apostolico di Ulan Bator, autore di Sussurrare il Vangelo nella terra dell’eterno Cielo blu. Riflessioni missiologiche sull’evangelizzazione in Mongolia (Urbaniana University Press, 2018).
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formato settimanale
pratica, comoda, economica
brossura
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copertina cartonata
con elastico e segnacolo.
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Pregare e credere non sono mai una questione privata. Possiedono sempre un respiro che abbraccia l'altro. Perché nessun uomo è un'isola, come scrisse il poeta. Credere non è una scusa per chiudersi nel proprio io, anzi diventa il modo con cui ancora più fortemente spalancare il cuore al mondo. Il cardinale Zuppi ci accompagna nell'avventura più bella: scoprire che credere in Dio ci avvicina ancor di più all'umanità di cui facciamo parte, a partire dagli esclusi. In queste pagine risuonano parole semplici e antiche come «vita», «amore», «dono», «speranza». Nella penna di Zuppi diventano espressioni che sconfiggono le nostre paure, facendoci sentire accompagnati da un Dio vicino e che non ci abbandona.
Troppo spesso la fede cristiana viene vista come un elenco di proibizioni oppure come una lista di precetti da seguire pedissequamente. Niente di tutto ciò, sostiene Adrien Candiard. Facendo eco a Paul Claudel - «per fortuna Gesù ci ha liberato dalla morale!» -, queste pagine ci conducono nel cuore del cristianesimo: il primato della grazia e della coscienza rispetto alla legge. Il perché è presto detto: «Un colpo di fulmine amoroso ci trasforma più profondamente della lettura del Codice penale», argomenta l'autore. Il quale, spaziando da Bernanos ai padri del deserto e facendo eco alla sua esperienza di guida spirituale, ci conduce sul crinale arduo ma affascinante della libertà così come ce la presenta l'apostolo Paolo. Candiard è profondamente convinto di un fatto: «I conti del farmacista non hanno molto a che vedere con un grande amore». Per questo, che si tratti di sesso o di lavoro, di rapporto col denaro o col potere, «il vangelo è sempre una liberazione». Leggere questo libro, tanto breve quanto esplosivo, ne è una potente conferma.