
Il senso del religioso, cui si collega la ricerca di un principio divino, origine di tutto ciÃ^2 che esiste, al quale è ascrivibile l'esistenza e il fine di tutte le cose, appare precocemente nella vicenda della storia dell'umanità . Si tratta di un senso preriflessivo, una sintesi ontologico-religiosa originaria tipica della natura umana, che ha espresso nel corso della storia tutta la ricchezza delle religioni e del pensiero filosofico sull'esistenza di Dio e su quale debba essere la sua identità . Il libro propone un viaggio attraverso la ragione e la rivelazione, privilegiando la tradizione riflessiva filosofico-teologica occidentale. Lo fa vagliando le tappe storiche e speculative considerate piÃ^1 significative e con il continuo confronto con la contemporaneità . Il fine è quello di dare a pensare la verità di Dio e Dio come verità per la persona umana, aprendo orizzonti in vista di un infinito spazio riflessivo, un orizzonte senza confini qual è quello di Dio, in cui immergersi, coscienti che è un cammino misterioso quanto affascinante destinato a non concludersi mai.
Come noi, Maria ha affrontato il mistero della vita, la sofferenza, l'inevitabile avvicinarsi della morte. La sua fede si è consolidata nella prova. Nel suo dolore ai piedi della croce si riconosce e si allevia il dolore universale che appartiene all'essere umano. Maria è esempio della disponibilità verso un dono di Dio che ci viene incontro senza il nostro consenso e chiede di essere accolto. Può indicarci la via perché l'ha percorsa prima di noi. Le meditazioni qui raccolte indagano i titoli e i simboli attribuiti alla madre di Gesù nelle Scritture e nella tradizione, allo scopo di edificare e orientare l'esistenza cristiana. In Maria – scrive nella Prefazione Oreste Tolone – vediamo la possibilità concreta di un'umanità redenta. Una testimone a cui affidarci come a una madre che dice al figlio: non temere.
Oggi la religione è una realtà troppo complessa perché una sola disciplina, qualunque sia, possa esaurirla. Le scienze che se ne occupano costituiscono un campo conoscitivo in continua ridefinizione, aperto al confronto tra saperi diversi. Il panorama religioso è cambiato radicalmente, con l’affermazione del pluralismo e il ritorno delle religioni sulla scena pubblica. Le più recenti tecnologie digitali comportano un cambio di paradigma e i dibattiti sul metodo scientifico contribuiscono a mettere in luce il ruolo inevitabile della soggettività dello studioso, non semplice osservatore esterno, ma attore coinvolto nei processi di costruzione e interpretazione dell’oggetto di studio. In questa nuova edizione aggiornata e ampliata, il manuale affianca alle discipline tradizionali (sociologia, antropologia, psicologia) altre prospettive, come quelle proposte da teologia, filosofia, storia, neuroscienze, geografia, diritto comparato, educazione, semiotica, Digital Humanities. Far interagire strumenti, metodi e linguaggi è un requisito imprescindibile per costruire conoscenze adeguate a leggere e interpretare la pluralità dei fenomeni religiosi.
Nella vita l'essere umano è perennemente in cammino. Ha in sé una tensione verso ciò che non è ancora compiuto, verso il perfezionamento e la felicità. Perciò la speranza, inscritta nella sua natura, non è un atteggiamento o un sentimento, ma una virtù: la tendenza stabile a realizzare se stessi e il bene. Questo scritto di Pieper, il primo del Novecento filosofico e teologico a richiamare l'attenzione sul tema, indaga la speranza come virtù teologale, i suoi opposti, disperazione e presunzione, e i suoi rapporti con la fede, la magnanimità e l'umiltà. Anche a chi non se la sente di spingere lo sguardo alla vita oltre la morte, scrive nella Prefazione Andrea Aguti, la speranza insegna a volgersi da un passato che non è più a un futuro che non è ancora. È un elisir di giovinezza, di cui abbiamo bisogno, anche oggi, per non cedere alla rassegnazione.
Chi sono io? Chi siamo noi? Per rispondere a queste domande, il presente volume segue un itinerario speculativo che parte da un'indagine sulla nozione adeguata di persona, per mostrarla come un vivente corporeo-spirituale e dinamico, liberamente orientato a svolgere il compito di essere se stesso, costitutivamente relazionale, contraddistinto dalla cultura che egli stesso contribuisce a creare, proteso alla ricerca di senso e alla realizzazione di valori, pienamente inserito in un ambiente da modellare e custodire tramite il lavoro, contrassegnato dalla storicità e dalla spinta a trascendere il tempo. Viene offerto, quindi, un utile sussidio per lo studio e la riflessione sull'essere umano.
La logica dell'anima propone una filosofia mistica della conoscenza come via d'uscita dalle aporie dell'essere. Partendo dall'ipotesi euristica etsi Deus daretur, il testo esplora il rapporto tra Essere ed Esistente, mostrando come la logica classica sia insufficiente a comprendere questa relazione. L'autore introduce il concetto di "psiche-logia", una logica che integra la dimensione razionale con quella esperienziale e spirituale dell'esistenziale. Attraverso un dialogo critico con pensatori moderni e contemporanei, tra i quali Severino, Pareyson, Gadamer, Derrida e Deleuze, vengono delineati i limiti della logica formale e la necessità di un approccio che riconosca la priorità della relazione sull’identità. L'analisi dell'aporia parmenidea del non-essere e dei dialoghi aporetici platonici conferma questa esigenza. La proposta finale è una logica mistica relazionale che, superando il dualismo cartesiano, concepisce l'esistenziale come unità psico-fisica originaria, dove corpo e anima sono modalità complementari di manifestazione dell'Essere.
Noto per aver elaborato il famoso "paradosso di Böckenförde" uno Stato liberaldemocratico presuppone la scelta per la libertà dei suoi cittadini, è questo l'autore che ha fatto proprio il dilemma del rapporto della religione nello stato secolarizzato, esaminandone il legame essenziale, gli sviluppi teorici attorno a questo legame e le contraddizioni. Questi sono i saggi più significativi da lui elaborati sul rapporto tra cristianesimo, libertà e democrazia e che pongono le basi per le sue tesi più mature. Il volume, da un lato, permette di avere una visione più completa del pensiero teologico-politico di uno tra i più significativi intellettuali tedeschi contemporanei; dall'altro, ha la funzione civile di introdurre nel dibattito su religione e politica prospettive di pensiero di ampio respiro, fondate su di una profonda cultura giuridica e teologica nutrite da un'attenta analisi storica.
A che serve la sofferenza? Come ripartire? In un contesto sociale caratterizzato da instabilità sempre più invasive, il libro vuole approfondire due punti fermi per chiunque voglia cimentarsi nell'arte di ricominciare: 'Sofferenza' e 'Riparazione', intesi come i due movimenti entro cui comprendere ogni vita, ma anche come percorso: dalla Sofferenza alla Riparazione, dalle tracce e modalità del soffrire umano - specialmente legato ad eventi tragici - alla riparazione interiore, vista come giustizia riparativa e ricostruzione di legami e persone. Il cammino attraversa le profondità dell'essere per una possibile nuova nascita, senza illusioni ma con la forza della consapevolezza e del sostegno di Dio.
Com'è possibile avere una relazione con Dio che è il totalmente Altro, infinitamente distante e distinto da noi? Com'è possibile che l'umano e il divino si incontrino? Il libro sostiene che l'alterità con Dio non è molto dissimile dall'alterità con gli altri esseri umani. L'Altro può essere accolto, rifiutato o reso indifferente nello stesso modo sul piano umano così come su quello soprannaturale. Il punto è che l'alterità con le altre persone non diventa pienamente umana se non è aperta all'alterità con Dio. L'incontro fra l'umano e il divino si realizza nelle nostre relazioni di vita quotidiana quando Dio è presente come il Terzo fra noi e gli altri. Dio è in questa relazione, è il Terzo che media fra di noi. È lì dove troviamo il senso divino dell'umano, che consiste nel condividere la relazionalità trinitaria nell'agire con gli altri nel mondo. Si tratta di vedere la forza di questa relazione
Cosa significa pensare? In "Filosofia e memoria", Carlo Sini risponde a questa domanda essenziale con un'opera che è insieme meditazione e racconto. Il pensiero, ci dice Sini, non nasce dal nulla, non inizia da zero: è sempre una risposta a qualcosa che ci ha preceduti. Pensare è ricordare. È questo il nucleo attorno a cui si muove tutto il libro, che intreccia filosofia e memoria non come concetti astratti, ma come esperienze concrete e vissute. La memoria non è un semplice archivio del passato: è il modo in cui ci orientiamo nel mondo, in cui attribuiamo significato a ciò che ci accade. È l'ambiente in cui il pensiero si forma e prende corpo. Non esiste conoscenza senza una memoria condivisa, una lingua appresa, dei gesti ripetuti, una storia in cui siamo già immersi. Il sapere, allora, non è mai disincarnato: nasce dal tempo, dal corpo, dal linguaggio. La filosofia, in questo libro, non è esercizio tecnico o accademico. È una pratica, un'esperienza che riguarda tutti, perché tutti viviamo dentro la memoria. Le idee non vengono mai da fuori, non si impongono dall'alto: affiorano, si sedimentano, si trasmettono, si trasformano. In questo senso, Sini ci mostra come ogni pensiero sia una risposta che prende forma dentro una relazione: con i maestri, con la lingua, con ciò che ci ha toccati. E ricordare non è mai un atto neutro: è scegliere, ordinare, interrogare, dare forma al senso. "Filosofia e memoria" è un libro che descrive il pensiero come gesto vivente, che si compie ogni volta che proviamo a dire qualcosa che conta. È un invito a ripensare l'origine del sapere non come fondazione astratta, ma come sedimentazione di voci, gesti, affetti. Un testo limpido e profondo, che ci ricorda che il pensiero non nasce da un atto solitario, ma da una fedeltà: a ciò che ci ha preceduti, e che ancora oggi ci parla.
In una società pervasa da violenze di ogni tipo, abusi sessuali e di autorità, femminicidi e suicidi giovanili e dal dilagare della pornografia e pedopornografia, ritrovare il significato della sessualità appare come un urgente richiamo rivolto anzitutto agli adulti del nostro tempo. Occorre infatti, oggi più che mai, mettersi tutti all'opera per testimoniare e trasmettere alle nuove generazioni una visione della sessualità fondata sul rispetto della «ecologia» della persona e della corporeità, che rifiuti ogni forma di uso e manipolazione degli altri e che dia senso e calore al vivere per fare della propria esistenza un dono d'amore. È questo il messaggio che traspare dalle pagine di questo libro nato non solo dallo studio, ma anche dall'ascolto di coloro che hanno subito diverse forme di abuso sessuale. Sono proprio queste infatti che rivelano, attraverso la "frantumazione" che provocano dell'interiorità psichica, le profondità misteriose della sessualità e della sua funzione nell'integrazione identitaria della persona umana.