Il libro racconta in maniera avvincente l'incredibile ma anche criticato viaggio della Pietà di Michelangelo dalla Basilica di San Pietro a New York per l'Esposizione Universale del 1964. Tutto inizia il 4 aprile, il giorno in cui la scultura, per la prima e unica volta, esce dal Vaticano e viene caricata su un camion alla volta di Napoli, dove arriverà dopo circa dodici ore di viaggio a marce ridotte. Ad attendere il prezioso carico lungo la banchina del porto la Cristoforo Colombo, sul cui ponte la cassa con la Pietà sarà collocata a cielo aperto e fissata in maniera tale da poter sopportare qualsiasi sollecitazione e guardata a vista per tutta la traversata. Dopo circa otto giorni di navigazione l'arrivo a New York, dove la Pietà viene collocata nel Padiglione della Santa Sede dell'Esposizione Universale del 1964, che fino all'ottobre successivo sarà visitato da oltre 27 milioni di persone letteralmente affascinate dall'opera michelangiolesca. Attraverso le voci dei testimoni di ieri e di oggi, Orazio La Rocca ci fa rivivere, con una certa trepidazione, i preparativi del viaggio, l'ardita traversata transatlantica, il clamore mediatico suscitato dall'iniziativa, la nostalgia per l'assenza da San Pietro di quell'amata scultura e finalmente, dopo diciannove mesi, il suo felice rientro in Vaticano.
«Ho cominciato a andare in Russia nel 1991, più di trenta anni fa e, in questi anni, credo di essere stato a Pietroburgo una ventina di volte. In questi venti viaggi sono stato forse tre volte in quello che, in occidente, è il più celebre dei musei russi, l'Ermitage, e più di venti volte, ventitré, credo, al Museo Russo. Non che mi dispiaccia, l'Ermitage, solo che, all'Ermitage, c'è l'arte occidentale, al Museo Russo c'è la più grande collezione al mondo di arte russa. E, fin dalla prima volta, ad attraversare le sale del Museo Russo mi è sembrato di leggere un libro di storia. Quando mi chiedono cosa ci dicono i romanzi di Dostoevskij sulla vita in Russia nell'Ottocento, a me vien da pensare che è vero, ci dicono molto, della vita in Russia nell'Ottocento, ma molto di più, mi sembra, ci dicono di noi, della nostra vita di adesso, del nostro coraggio e della nostra paura.»
Canti, musiche e silenzi, nei giorni santi del Triduo pasquale sono una "presenza-assenza" determinante che complementano efficacemente la funzione mistagogica dei segni liturgici.
Non vi sono, infatti, all'interno del ciclo dell'anno liturgico, azioni rituali tanto suggestive e affascinanti come quelle del Triduo che, nell'evoluzione dei riti, contengono momenti di intensa e delicata eloquenza, anche nella loro genuina sobrietà.
Per riproporre questi aspetti (a volte trascurati) si pensato di dedicarvi alcune pagine con l'intento di offrire al lettore (dal liturgista al musicista, dal presidente celebrante al cantore, dai ministranti ai fedeli) uno strumento utile a comprendere "segni" del canto, della musica e del silenzio nel sacro Triduo per avvantaggiarsi della loro unica e ricca espressività.
Pertanto, immagini, schede di approfondimento, indicazioni bibliografiche, spartiti di nova composizione, contraddistinguono in maniera originale questo sussidio liturgico-musicale.
Nel mondo occidentale le immagini dipinte o scolpite sono state per lungo tempo considerate «incarnazioni» del Divino, e hanno trovato in questa loro natura duplice, celeste e terrena insieme, la propria giustificazione. Nel divenire uomo, Cristo stesso si è fatto «figura» fondando per i Padri della Chiesa la legittimità dell'immagine. Le immagini di culto hanno dunque potuto acquistare nei millenni dimensioni affettive e liturgiche: esse sostengono, accolgono, ravvivano il vincolo che tiene insieme una comunità, così nel cristianesimo occidentale sino alla Riforma e nel cristianesimo ortodosso. Questo libro indaga e interroga i teologi della prima età moderna - Erasmo o Calvino - ma anche scrittori e filosofi - Dostoevskij e Florenskij, Heidegger, Simone Weil, Pasolini - che hanno espresso un ragionato dissenso in rapporto alle avanguardie otto-novecentesche, rivendicando invece il fondamento metafisico o religioso dell'immagine.
Comprendere la storia culturale del gotico significa comprendere un fenomeno che ha segnato in profondità l'identità europea. Le cattedrali ne sono l'incarnazione più parlante. Il gotico ha sovvertito tutti i sistemi costruttivi che l'uomo fino ad allora aveva escogitato per innalzare edifici. Uno stile architettonico rivoluzionario, condannato come barbaro nel Rinascimento, riscoperto dal primo romanticismo e passato attraverso una lunga parabola di letture contrastanti: proprio per questo un segno veramente emblematico dell'identità europea e delle sue contraddizioni. L'itinerario si snoda tra le principali cattedrali gotiche dell'Europa medievale, seguendone gli sviluppi e raccontandone la storia. A cominciare dall'abbazia di Sainte Denis, il pantheon dei re di Francia, con Sens, Chartres e Notre Dame, per poi toccare Colonia, Strasburgo, Canterbury, Burgos, Leòn, fino a Praga e Milano.
Pablo Picasso (1881-1973) ha attraversato tutte le rivoluzioni del Novecento, esprimendole in migliaia di opere: le ricerche di nuovi linguaggi artistici, la psicanalisi, il femminismo, le guerre mondiali, i totalitarismi, la rivoluzione sessuale, la crisi dell’autorità, le metamorfosi dell’esperienza religiosa.
Quale incontro con Dio nell’arte di Picasso? Questo libro risponde a tale audace domanda attraverso due contributi: il primo si sofferma sul rapporto tra teologia e cubismo, in un dialogo serrato e profondo fra questi insoliti interlocutori; il secondo esplora la Crocifissione (1930) di Picasso, con uno sguardo ispirato a Romano Guardini che fa emergere l’estetica della religione propria dell’artista.
Personaggio controverso e geniale, guardato con sospetto e criticato dai cattolici, Picasso può offrire molte provocazioni per un ripensamento del rapporto tra cristianesimo ed estetica contemporanea e per imparare, sulla scorta della riflessione di Guardini, ad avere “occhi nuovi” sul mondo.
Quarta di copertina
La Crocifissione di Picasso, dipinta nel 1930 e considerata una dei capolavori dell’artista spagnolo, resta a quasi cent’anni dalla sua realizzazione segno e luogo di quella invocata redenzione che attraversa ogni esistenza e interpella ciascuno di noi. I due saggi che compongono questo volume ci aiutano a rileggerla con occhi nuovi.
Biografia degli autori
Yvonne Dohna Schlobitten è professoressa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e membro del Comitato di direzione dell’inserto «Donne Chiesa Mondo» dell’«Osservatore Romano». Tra le sue pubblicazioni, La Trasfigurazione di Raffaello. La Maddalena e la guarigione dello sguardo (2020) e Verso nuovi occhi. L’arte dello sguardo sul tutto (2023). Ha curato i volumi La lotta di Giacobbe, paradigma della creazione artistica (2020) e Pope Art (2022).
Luigi Missaglia, presbitero della diocesi di Padova e dottorando in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, è scomparso nel 2006, a 39 anni, per un arresto cardiaco. È autore del saggio su cubismo e teologia pubblicato in questo volume.
Giulio Osto, presbitero della diocesi di Padova, è docente presso la Facoltà teologica del Triveneto, l’Istituto superiore di scienze religiose e l’Istituto di liturgia pastorale S. Giustina di Padova. Tra le sue pubblicazioni, Un pentagramma teologico (2010), Diversamente credenti (2012), Gocce di benedizione (2015), Il labirinto della vita (2016), Come olio profumato (2018), La testimonianza del dialogo (2019), Camminare. Un kit teologico (2020), R. Guardini. Silenzio e verità (2022), Pietro Rossano (2023).
Un libro per riscoprire i grandi successi di un uomo di fede che, attraverso i suoi canti, annunciava la Buona Novella nelle piazze. Negli anni ‘50, in tonaca, chitarra in mano, padre Duval cominciò a cantare Cristo e il Vangelo ai suoi contemporanei. Non si è limitato alle chiese e alle cappelle, ma è apparso sui palcoscenici più grandi di Francia, Europa e America. Il suo primo disco, nel 1956, vendette 1 milione di copie.
«Il suo sguardo rivolto all’umanità, in particolare a quella che porta su di sé il male di vivere, le notti dell’anima, non è poi così diverso da quello di un altro maestro suo contemporaneo della canzone francese, Georges Brassens» (dalla prefazione di p. Claudio Zonta, scrittore della Civiltà Cattolica).
Il libro presenta i testi di Aimé Duval in francese, con traduzione a fronte.
Quarta di copertina
Un’antologia con testo originale a fronte
delle canzoni del gesuita Aimé Duval,
il “chitarrista di Dio” che negli anni ’50
rinnovò profondamente la canzone religiosa
Prefazione di Claudio Zonta
Biografia dell'autore
AIMÉ DUVAL (1918-1984), gesuita francese, negli anni ’50 e ’60 conosce notevole successo in Francia e in altri paesi come cantautore di una nuova canzone popolare di ispirazione religiosa: viene chiamato “il chitarrista di Dio”. All’inizio degli anni ’70 scompare dalla scena. Lo stress dovuto alla sua frenetica attività lo porta alla devastante esperienza dell’alcolismo; ne esce grazie al gruppo degli Alcolisti Anonimi. Raccoglie la sua esperienza in un libro che conquista i lettori per la sincerità e la profondità della testimonianza: Il bambino che giocava con la luna (1° ed. it.: Paoline, Milano 1985).
"Ascoltare Verdi" ci accompagna sapientemente nella conoscenza delle opere del grande compositore: dal "Nabucco" al "Falstaff", ogni capitolo del libro è dedicato a una fondamentale composizione di Giuseppe Verdi, della quale si raccontano la trama, la genesi e il contesto, ma soprattutto si approfondisce la sostanza musicale e drammatica. Il lettore, risalendo cronologicamente l'evoluzione del pensiero drammatico del compositore, lo sviluppo della sua poetica, la costante volontà di guardare il mondo attraverso le note, scopre la sua visione allo stesso tempo artistica, morale e politica - il modo in cui, secondo molti studiosi, Verdi ha contribuito a fare l'Italia e soprattutto a fare gli italiani.
Solenne partitura dedicata al mistero della Trinità. Il più elaborato della fede cristiana. Le parole, quando sono unite a note musicali ispirate e calde come quelle di quest'opera, il Dio lontano si fa vicino e nasce il desiderio di entrare a colloquio con Lui. Questo è il merito dei tre canti che l'autore dedica al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Ogni composizione è preceduta da una breve, ma intensa presentazione, conclusa con una frase del Vangelo.
Agli albori del XV secolo, in un'abbazia benedettina di Padova, fu rinvenuta una teca contenente i resti mortali dello storico romano Tito Livio. La scoperta fu accolta con lo stesso entusiasmo riservato alle reliquie di un santo cristiano e servì a stabilire una serie di modelli e pratiche rivelatisi durevoli. Il volume racconta le storie degli antiquari rinascimentali, i quali trasformarono i resti materiali del mondo antico in fonte d'ispirazione per studiosi e artisti, esempi per le decorazioni di palazzi e chiese, oggetti di culto e luoghi di pellegrinaggio. Gli autori accompagnano il lettore all'interno di scantinati, caverne e cisterne, spiegando come venivano intrapresi gli scavi e facendo luce sui metodi che gli antiquari - nonché gli alchimisti e gli artigiani da loro consultati - utilizzavano per interpretare le loro scoperte. Ne emerge non tanto una storia delle origini dell'archeologia moderna o della storia dell'arte, quanto un resoconto del modo in cui le abilità artigianali e le competenze tecniche dell'Età moderna furono utilizzate per creare nuove conoscenze sul passato e ispirare nuove forme di arte, erudizione e devozione nel presente.
Il manuale si rivolge a tutti coloro - studenti e studiosi - che portano avanti una ricerca accademico-scientifica nell'ambito delle discipline umanistiche. Le indicazioni sui metodi di ricerca e di citazione bibliografica ne fanno uno strumento particolarmente utile per poter scrivere una tesi di laurea. Come in un trittico, sono illustrati i momenti fondamentali per la realizzazione di un elaborato scritto: la scelta dell'argomento, il reperimento del materiale e la stesura dei capitoli. Una speciale attenzione è poi riservata alle più recenti risorse della videoscrittura e del Web. Il testo si chiude con cinque appendici: 1) prospetto sintetico del modello citazionale adottato; 2) abbreviazioni, sigle e termini di uso più comune in un elaborato scientifico; 3) principali strumenti bibliografici in Rete; 4) esercizi di base; 5) principali dubbi relativi all'ortografia e alle norme redazionali. Ogni capitolo prevede una specifica sezione bibliografica ed è corredato di numerose immagini commentate da apposite didascalie.