Un libro che condensa in un volume mille anni di storia: la verità assai più affascinante della leggenda, gli episodi rimossi o alterati, riportati nella loro giusta luce attraverso l'obiettività dell'analisi, i modi di vita, l'ambiente e le correnti culturali, tornano a occupare un ruolo centrale nella narrazione storica. Per merito delle fonti consultate, non solo austriache ma anche provenienti da tutti quei popoli che ebbero il non sempre felice privilegio di essere sudditi austriaci, la storia di questa grande nazione è vista attraverso i problemi politico-sociali ed economici, non più sacrificati a favore di una oleografica visione di una "Austria felix".
Questa raccolta dei testi di Epicuro, pubblicata da Usener verso la fine dell'Ottocento, costituisce l'edizione classica che ha rinnovato la conoscenza della filosofia del "Giardino". La prima parte del volume è costituita dalle tre lettere di Epicuro conservate da Diogene Laerzio. Seguono i numerosi frammenti delle opere perdute di Epicuro e delle lettere, suddivisi opera per opera, e il testamento di Epicuro; quindi vengono i frammenti provenienti da opere incerte, ripartiti per argomento in "Prolegomeni alla filosofia", "Canonica", "Fisica" ed "Etica", una raccolta di frammenti e testimonianze aggiunti dall'autore in un secondo tempo, la vita di Epicuro di Diogene Laerzio e quella della "Suda" e, infine, un utile sussidio esegetico.
Nell'ambito dell'etica, ancora oggi, è fondamentale la domanda: è possibile argomentare e concludere su principi, valori, norme morali universalmente condivisibili? Si può oggi superare il confine segnato dallo scientismo nichilistico che elimina alla radice il senso del discorso sulla morale? Il saggio di Wojtyla ci riporta a questa problematica, teoricamente ardua ma più che mai ineludibile, indicando vie metodologicamente nuove.
Il volume affronta il periodo più controverso della TV in Italia, quello che ha visto l'affermazione della televisione commerciale, la confusa sovrapposizione tra politica e televisione, la coabitazione Rai-Fininvest, l'arrivo della pay tv e del digitale. La vicenda complessiva della "neotelevisione" italiana è indagata nei suoi dati strutturali e nel rapporto con la società, il costume, il carattere degli italiani.
Isabella, una giovane ragazza abbandonata dal suo fidanzato, decide di partire per un viaggio. Arrivata in Marocco, Isabella si lascia poco a poco trascinare da un mondo che non conosce ma la affascina, fino a quando un giorno, sulla spiaggia, incontra un pittore marocchino. La ragazza gli chiede di farle un ritratto, e il pittore acconsente, a patto che Isabella non ponga limiti di tempo al completamento dell'opera. Nasce così un legame, un confronto fra due culture e due fedi, un'attrazione che è insieme spirituale e fisica, e il lungo dialogo fra i due si trasforma per Isabella in un percorso di rinascita.
È l'estate del 1997. Alec ritorna nella casa natale per prendersi cura della madre, gravemente ammalata. Suo fratello Larry, alle prese a San Francisco con una carriera televisiva in rapida caduta e con un matrimonio che va a pezzi, lo raggiunge poco dopo, mentre a Parigi Laszlo Lazar, esule ungherese, acclamato scrittore la cui opera è in corso di traduzione da parte di Alec, vive tragicamente il ricordo dell'invasione del 1956, e porta chiuso nel cuore un terribile rimorso.
Vittorio Sgarbi compie una incursione nei concetti del bene e della bellezza, traendo spunto dalla grande tradizione dell'Occidente cristiano in materia di sanità e malattia. La cristianità dell'assistenza nasce proprio dall'esigenza, dal dovere morale di curare il malato come farebbe Dio. Ma sembra talora che Dio non possa stendere la sua mano, ed è allora che l'assistenza interviene ricreando le condizioni di possibilità di quel miracolo che Dio non può fare. Per quanto riguarda l'architettura, l'autore afferma che l'idea dell'architetto è un'idea filosofica, al servizio di una funzione. L'architettura non può esistere se non in rapporto alle esigenze reali dell'esistenza umana.