In seno all'umanità sono sempre esistiti esseri che hanno testimoniato una verità da tutti intuita, ma per lo più negletta perché difficile da concepire con la logica della mente. Questi spiriti eletti parlano di una vita in armonia con l'universo, e le loro parole echeggiano di un'aspirazione comune al genere umano. Usano parabole, storielle, racconti per rompere un'apatia dello spirito e invitare a vedere il reale, liberi da filtri e da pregiudizi. In tale visione della realtà, essi dicono, dimora la realizzazione dell'uomo, il vero appagamento. Osho è uno di questi Maestri di realtà. In questo libro ha voluto rivisitare i racconti di alcune delle scuole di ricerca del Vero più significative della tradizione orientale - hindu, sufi, tao e zen, cui aggiunge storie di sua creazione -, per renderli accessibili all'uomo moderno, svelando significati di incredibile valore e di estrema attualità.
Il Dhammapada è il libro più noto del Canone buddhista, scritto intorno al III secolo a.C. Nei suoi 26 capitoli raccoglie in 423 strofe i detti del Buddha che ci appaiono, dopo più di duemila anni, di estrema modernità. Con le sue immagini pregnanti, il linguaggio poetico nella sua spoglia essenzialità, la profonda verità psicologica, il Dhammapada è insieme limpido e complesso, affilato e cangiante: un'opera che spinge alla continua rilettura e alla riflessione, che può essere vista come una raccolta di aforismi spirituali, un manuale sulla mente umana, un trattato morale. O molto altro ancora. Nella sua versione Fabrizio Rondolino offre un testo semplice, piacevole e non confessionale. La lettura ideale per avvicinare al buddhismo chi non lo conosce ancora.
Carlo Maria Martini, ex arcivescovo di Milano e studioso della Bibbia di fama mondiale, e Georg Sporschill, gesuita austriaco, che vive insieme ai bambini di strada in Romania e in Moldavia, si sono conosciuti durante un soggiorno a Gerusalemme e sono diventati amici. Ispirati da molti incontri con i giovani, si sono chiesti come concretamente gli uomini di fede possono rispondere alla crisi etica della contemporaneità: "Che cosa farebbe oggigiorno Gesù?", "A quale meta conduce il cammino delle religioni in una società sempre più disorientata e priva di Dio?". Nell'ultima stagione della sua vita, Carlo Maria Martini si offre al proprio interlocutore con franchezza e semplicità, senza reticenze, dando vita a quello che può essere interpretato come il suo testamento spirituale.
Nel 2006 la pubblicazione del cosiddetto 'Vangelo di Giuda' ha suscitato moltissima attenzione in tutto il mondo, non solo da parte degli specialisti, ma anche del grande pubblico. L'autore sconosciuto di questo vangelo, infatti, ribalta alcuni degli elementi basilari della storia di Gesù, affermando che Giuda, l'apostolo traditore, era un seguace fedele, addirittura il discepolo preferito di Cristo. Che significato può avere una versione della storia evangelica tanto lontana da quella ufficiale? Che concezione di Dio, di Gesù e della sua chiesa si trova alla base di questo testo? Quando è stato scritto, da chi e perché? Per comprendere i misteri del vangelo di Giuda è necessario inserirli nel quadro complesso delle vivaci dispute teologiche dei primi decenni del cristianesimo, riconducendo i temi e i motivi che compongono il testo alle loro origini: per fare questo, è necessaria una guida competente, che sia in grado di discutere in modo dettagliato la storia affascinante e finora mai raccontata dell'ultimo dei vangeli apocrifi.
Lui sta cercando se stesso, ma trova lei. La incontra su un tram, per caso come succedono certe cose. Lei scivola via alla fermata, ma lui sente che deve fare di tutto per ritrovarla. Allora si trasforma in un investigatore privatissimo e scopre che la sorgente della sua tempesta emotiva e ormonale è partita per New York. Non gli resta che salire su un aereo diretto alla Grande Mela e fare di tutto per incrociare di nuovo quello sguardo.
Il secondo volume su Bellow include le principali opere narrative pubblicate a partire dal 1960 fino alla sua morte: "Herzog" (1964), "Mr. Sammler's planet" (1970), "Humboldt's gift" (1975), la trilogia composta da "A theft" (1989), "The Bellarosa connection" (1989) e "Something to remember me by" (1991), nonché "Ravelstein" (2000), il suo "libro-testamento". Per tutti i romanzi presentati in questo volume si è fatto ricorso a traduzioni già esistenti.
Christian De Sica, con una manciata infinita di aneddoti, allegri e tristi, divertenti e amari, ha montato la propria autobiografia in cento sketch. Dal Neorealismo e i ladri di biciclette alla gloriosa serie dei film di Natale, alle piccolissime beghe della rottura dei rapporti con Massimo Boldi, De Sica racconta e tesse infinite trame e personaggi. Roberto Rossellini, grande amico di papà, brillantissimo e bugiardo, che lo fa debuttare a sedici anni al cinema. L'entusiasmo, l'eleganza, l'umiltà, la follia, la dolcezza, il genio di un padre amatissimo. La bellezza e lo spirito della madre spagnola, Maria Mercader. Gli incontri con Flaiano, Visconti, Fellini, Pasolini, Sordi, Risi. E poi ancora la sua vita di figlio di papà, che a ventitré anni deve fare i conti con la morte di un padre che non gli lascia nulla, perché si è giocato tutte le sue fortune ai tavoli verdi dei casinò di ogni parte del mondo. In prima liceo De Sica diventa compagno di scuola di Carlo Verdone. Le imitazioni e gli scherzi che i due fanno ai professori del Collegio Nazareno si trasformano nel loro percorso di formazione, un bizzarro Actor's Studio tutto romano. Amici per la pelle, diventano anche una famiglia quando De Sica sposa Silvia, la sorella di Carlo. Tra lo scetticismo di molti, la voglia di fare il cantante, il fallimento a Sanremo, nasce un attore, uno showman, un uomo, il De Sica di oggi: uno tra i più amati attori italiani.
Il protagonista ha una storia particolare alle spalle. "Figlio del peccato" di un missionario bianco e di una donna congolese, dopo una sofferta infanzia in Africa è stato cresciuto in Inghilterra, dove ha anche compiuto gli studi e incontrato sua moglie. A 29 anni è uno stimato e preziosissimo interprete di lingue africane e la sua rara esperienza è spesso di aiuto anche al governo britannico. È in occasione di un incontro tra alcuni misteriosi finanzieri, membri dei servizi segreti di Sua Maestà e Signori della Guerra del suo nativo Congo che la sua esistenza prenderà una drammatica piega. Si troverà infatti di fronte a una verità fatta di voraci multinazionali, governi collusi e sordide macchinazioni di potere. E per lui si tratterà di decidere tra la fedeltà assoluta alla Corona o alla propria coscienza.
Richard Dawkins è uno dei più famosi scienziati di oggi e uno dei più strenui difensori della teoria darwiniana della selezione naturale. La tesi di questo suo nuovo libro, che ha suscitato un enorme clamore nel mondo anglosassone e ha generato un dibattito accesissimo, è molto semplice: Dio non esiste e la fede in un essere superiore è illogica, sbagliata e potenzialmente mortale, come millenni di guerre di religione e la recente minaccia globale del terrorismo fondamentalista islamico dimostrano ampiamente. Agli occhi di Dawkins, ogni religione condivide lo stesso errore fondamentale, vale a dire l'illusoria credenza nell'esistenza di Dio, e, con essa, la pericolosa sicurezza di conoscere una verità indiscutibile perché sacra.
Figura satanica, compagno di lotta della Pulzella d'Orléans, serial killer: chi era veramente Gilles de Rais (1405-1440)? In questa biografia Cazacu racconta le molteplici vite del signore di Rais, ricostruendo la sua brillante carriera militare ma anche l'altro lato della medaglia: rovinato dalle sue folli spese militari e dalla vita lussuosa che amava condurre, Gilles soccombe ai propri demoni, rapisce, tortura, violenta, uccide bambini. Arrestato, fu infine condannato a morte e impiccato. Da quel momento è entrato nella leggenda, considerato come il primo serial killer della storia, e identificato con il terribile Barbablù delle fiabe, reso immortale da Perrault.