Il confronto che la Chiesa cattolica sta sostenendo con una serie di sfide, poste dalla modernità, rischia di trasformarsi in un vero e proprio conflitto. Contribuisce alla crisi l'ingerenza delle gerarchie ecclesiali in campi, dalla politica alla indagine scientifica, che la Costituzione italiana affida unicamente all'iniziativa statale o che la moderna ragione ha costruito in funzione del principio della libera ricerca. La radicalizzazione dello scontro, il crescere delle polemiche, l'inevitabile necessità di prendere posizione in un confronto che coinvolge tutti, non deve oscurare però la necessità di conoscere le posizioni degli avversari in campo.
Lo scopo principale di questo volume è la ricostruzione storica delle lente trasformazioni e dei bruschi mutamenti delle teorie e delle pratiche mediche nelle civiltà cosiddette occidentali, a partire dal V secolo avanti Cristo. La seconda metà del V secolo costituisce, infatti, una tappa decisiva nel pensiero medico dell'Occidente: data da questo momento quella che per molti è la nascita della letteratura medica e dell'arte della medicina. Si parla di nascita della letteratura medica nel senso che i primi scritti conservati dei medici greci che sono stati tramandati con il nome di Ippocrate, risalgono, se si considerano i più antichi di essi, a questo periodo. Ippocrate, infatti, viene considerato il Padre della medicina anche se appartiene a una lunga progenie di medici che si proclamano discendenti di Asclepio. È questo l'ambito cronologico del volume, che si spinge nella trattazione fino alla Peste Nera del Basso Medioevo, frontiera di un profondo rivolgimento del pensiero medico.
Il libro si presenta come una ricostruzione analitica degli editori italiani dall'Unità agli anni Sessanta, la loro trasformazione da tipografi a imprenditori, i loro programmi e le loro strategie politico-culturali, la produzione editoriale, le trasformazioni societarie. Introdotto da un saggio di ricostruzione storica complessiva, il volume è diviso in quattro parti che corrispondono alla cronologia della storia politica e sociale italiana: dall'Unità alla fine dell'Ottocento; dall'inizio del Novecento all'avvento del fascismo; il regime fascista; il secondo dopoguerra. Per ciascuno di questi periodi si seguono i tratti principali dell'attività degli editori, le trasformazioni societarie, la politica culturale, la produzione editoriale, i rapporti e gli intrecci tra gli autori, il collegamento con le istituzioni politiche. Il volume è completato da un ampio apparato bibliografico e da una cronologia relativa alla data di nascita delle singole case editrici.
Il 19 luglio 1943 Roma viene bombardata, risucchiata anch'essa come stazione altamente simbolica della via crucis della guerra. È la perdita dell'illusione e dell'innocenza. L'allarme era risuonato attorno alle 10 e le sirene si erano sovrapposte nella lacerante cacofonia dell'appello a cercare un rifugio. I romani si rintanano negli scantinati quando già l'eco sordo degli scoppi taglia l'aria, le strutture degli edifici non centrati dai proiettili sembrano scricchiolare per effetto dello spostamento d'aria, nel buio c'è chi prega per sperare, chi chiude gli occhi per non vedere, chi aspetta che la morte passi senza ghermire anche quel luogo, chi piange e chi soffoca ogni sentimento, ogni emozione. Quando il rumore delle ondate d'assalto si perde verso l'orizzonte, i quartieri bombardati sono avvolti da un fumo giallastro, il tanfo dell'esplosivo e delle case che bruciano rende l'aria secca, irrespirabile...
"Questo libro racconta di una battaglia che ha cambiato la storia del mondo ma non è famosa come Waterloo o Stalingrado: anzi, molti non l'hanno mai sentita nominare. Eppure secondo qualcuno segnò addirittura la fine dell'Antichità e l'inizio del Medioevo, perché mise in moto la catena di eventi che più di un secolo dopo avrebbe portato alla caduta dell'impero romano d'Occidente. Parleremo di Antichità e Medioevo, di Romani e barbari, di un mondo multietnico e di un impero in trasformazione e di molte altre cose ancora. Ma il cuore del nostro racconto sarà quel che accadde lì, ad Adrianopoli, nei Balcani, in un lungo pomeriggio d'estate."
Un volume sull'ideologia della guerra nella storia del cristianesimo. Dall'antichità cristiana ai maestri dei secoli XII-XIII, dalle Crociate alle guerre contro gli eretici, dalla giustificazione dei massacri dei popoli del nuovo mondo alle posizioni di Lutero e Calvino: per tutti la guerra è un momento in cui si realizza la giustizia di Dio.
Dalle cucine della corte dei califfi di Bagdad - dove i piaceri della buona tavola erano abbondantemente coltivati, e dove confluivano e si mescolavano le tradizioni alimentari di arabi, persiani e asiatici, oltre che di bizantini una ricca e raffinata civiltà gastronomica si irraggiò in tutto il mondo islamico, dal Vicino Oriente all'Egitto al Nordafrica, fino all'Andalusia. Una grande varietà di tipi di pasta, di piatti in agro-dolce, di salse, di cuscus, di dolci e persino di vino, affollano le ricette tramandate dai testi medievali. È tutta una festa di aromi, spezie, sapori e colori, che possono allietare tutte le tavole, come suggeriscono le 30 ricette adattate ai gusti di oggi che completano il volume.
Strattonati dal terrore e dal fondamentalismo, ci siamo abituati a pensare a un mondo lacerato da fedi e culture in conflitto, separate da abissi di incomprensione. Kwame Anthony Appiah lancia una sfida: gli intellettuali e i politici hanno esagerato sin troppo la rilevanza delle divisioni. Per abbattere il muro di diffidenza reciproca, bisogna tornare al concetto filosofico antico dell'uomo "cittadino del mondo", che non si identifica in una sola patria, non classifica il resto dell'umanità come "straniero". Quell'ideale cosmopolita, sottolinea Appiah, è stato alla base di alcune tra le conquiste principali dell'illuminismo, come la dichiarazione dei diritti dell'uomo e la proposta kantiana di una società delle nazioni. La filosofia moderna, che se ne è allontanata, ha seguito la società nei suoi conflitti e nelle sue paure. Traendo ispirazione dalle affinità del sentire umano che si esprime sotto tutte le latitudini, dalla storia, dalla letteratura, dall'arte e dalla filosofia, Appiah affronta questioni di spinosa attualità e tratteggia un cosmopolitismo contemporaneo, un approccio etico globale.
Ogni forma comunicativa, sia essa culturale o mass-mediatica, assimila e applica le caratteristiche della comunicazione interpersonale, la più ricca in termini di scambio informativo. L'incontro tra un 'io' e un 'tu', elemento alla base di questa forma comunicativa, comporta infatti un'ampia gamma di conseguenze sul piano dell'interazione, che vanno dall'amicizia all'amore, dall'ostilità alla competizione. La soggettività della comunicazione interpersonale produce una comunicazione immediata legata al corpo piuttosto che alla verbalità - la cosiddetta comunicazione non verbale -, responsabile di un trasferimento di informazioni qualitativamente e quantitativamente superiore rispetto a quanto avviene in qualunque altra forma di scambio. La prima parte del manuale analizza la comunicazione in presenza, come il faccia a faccia, nelle sue possibili modalità: cooperazione, incomprensione e conflitto. Nella seconda parte viene presa in esame la comunicazione interpersonale a distanza, mediata da mezzi tecnologici. Di ciascun mezzo e-mail, lettera, chat, forum, telefono, cellulare - l'autrice traccia le particolarità costitutive e le difficoltà comunicative che ne derivano.
Dal ragionamento deduttivo, tradizionale oggetto di studio della logica, a tipi di inferenza come il ragionamento induttivo, quello probabilistico e la fuzzy logic; dall'analisi degli errori di ragionamento individuati dagli psicologi ai modelli elaborati in intelligenza artificiale.