«Il carattere nazionale è stato un elemento centrale delle riflessioni di una parte importante del mondo intellettuale e politico dal Risorgimento alla Repubblica, e il discorso sui vizi degli italiani è stato anche parte integrante della lotta politica, nel senso che è stato regolarmente messo in campo e utilizzato come strumento nella battaglia per la definizione della nazione».
Dai patrioti risorgimentali che volevano che gli italiani prendessero in mano il loro destino, al fascismo che voleva trasformarli in una massa disciplinata e militarizzata, fino all’Italia postbellica, in ogni epoca il discorso sul carattere nazionale ha assunto toni e contenuti differenti. Nel corso del tempo le analisi dell’ ‘italianità’ hanno contribuito a richiamare l’attenzione sulla vita pubblica e la qualità della cittadinanza, ma sono anche state utilizzate dai nazionalisti per i loro scopi sciovinistici, oppure sono servite da alibi per nascondere responsabilità precise. Ricorrenti autostereotipi negativi hanno continuato a circolare anche quando si inventavano le narrazioni dei ‘primati’ o della ‘brava gente’. Ma può esserci davvero una speranza di cambiamento se il carattere di un popolo si percepisce in questo modo e se il passato ha lasciato su di esso un’impronta quasi ‘genetica’ ? Come ben ricostruisce Silvana Patriarca, «l’idea del carattere nazionale ha un fardello ideologico troppo pesante ed è troppo semplicistica per essere il veicolo di considerazioni critiche. In ogni comunità, e specialmente nelle nostre società sempre più globalizzate, il lavoro di autocritica e di esame di coscienza collettivo richiede un vocabolario diverso e più complesso. Le sfide dell’Italia multiculturale che viene emergendo richiedono nuove forme di discorso pubblico, meno autoreferenziali e più aperte al mondo esterno. La creazione di una società più inclusiva e più aperta non sarà possibile senza una riconsiderazione critica di vecchi miti nazionali e abitudini discorsive».
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Introduzione - Ringraziamenti - I Ozio e rigenerazione - II Formare cittadini di carattere - III Individualismo latino: il carattere nazionale nell’età dell’imperialismo - IV Tra «prove» e «rivelazioni»: virtù della guerra - V «Una sostanza difficile da modificare» - VI «Autobiografie» della nazione - VII «Brava gente»? - VIII «Gli italiani sono fatti così» - Conclusioni - Bibliografia - Indice dei nomi
«La storia – si dice – la scrivono i vincitori, ma il problema è capire chi sono i vincitori». Anche se questo è un campo che si presta ai paradossi, è ben vero che molto dipende dalla periodizzazione che si adotta: cioè dal senso che si attribuisce a determinati eventi, dalla lettura che se ne dà nonché dalla comparazione di differenti, possibili, analogie. L’analogia come strumento principe della conoscenza storica è al centro di questo libro, il cui tema dominante è come si pensano i fatti storici, ed il cui interlocutore costante è il revisionismo storiografico. Perciò il lettore si imbatte dal principio alla fine nei due eventi archetipici della nostra storia, la Rivoluzione francese e la Rivoluzione russa, posti sul banco di prova della comprensione analogica e degli andirivieni mentali del revisionismo.
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Prefazione Trent’anni dopo - Nota - I. L’analogia come forma della comprensione storica - II. Macroanalogia, microanalogia, narrazione «orientata» - III. Analogia e politica: l’analogia diagnostica - IV. «Pensare» la Rivoluzione francese: la tolleranza e la virtù - V. Tra i barbari e l’impero: analogia o cliofilia? - VI. Il filantropo e il politico - Appendice - Conclusione L’inquietante mestiere dello storico - Indice dei nomi
La Teogonia secondo le fonti dell’antichità classica, ebraica e cristiana del 1857 è l’ultima opera organica di critica della religione scritta da Ludwig Feuerbach, massimo esponente della sinistra hegeliana e fautore di un umanesimo antropologico e democratico. Quest’opera, che lo stesso autore considerò il suo lavoro più maturo, presenta una rigorosa indagine sulla coscienza religiosa condotta con gli strumenti della filologia, dell’antropologia e della critica filosofica. Attraverso l’analisi linguistica dell’epica antica e della Sacra Scrittura, la Teogonia riconduce la genesi dell’idea del dio all’inconsapevole proiezione dei desideri dell’uomo al di fuori di sé. Facendo luce sulla relazione eticamente problematica tra desiderio e realtà, tra volere e potere, tra inconscio e coscienza, Feuerbach preannuncia il compito di un’etica laica della consapevolezza di sé che accompagni l’individuo a riscoprire sulla terra le reali condizioni per la propria felicità. La traduzione, introdotta e curata da Andrea Cardillo, è stata realizzata sulla base dell’edizione critica dell’opera contenuta nel settimo volume dei GesammelteWerke di Ludwig Feuerbach.
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Introduzione di Andrea Cardillo - Cronologia della vita e delle opere - Nota al testo – TEOGONIA - 1. Ira di Achille e volontà di Zeus - 2. L’oggetto dell’Iliade - 3. L’esaudimento delle preghiere in Omero - 4. L’oggetto dell’Odissea - 5. Osservazioni linguistiche - 6. Il fenomeno originario della religione - 7. Il desiderio dell’inizio - 8. L’essenza della fede - 9. Il desiderio teogonico - 10. Esempi di desideri teogonici - 11. Desideri del bisogno e dell’amore - 12. Il desiderio di felicità - 13. Paura e speranza - 14. Arte e religione - 15. La maledizione - 16. Il giuramento - 17. La maledizione «provvidenziale» - 18. Il destino umano - 19. La coscienza morale e il diritto - 20. I castighi della divinità oltraggiata - 21. Il destino auspicato e maledetto - 22. Morte ed immortalità - 23. Il destino etico - 24. Il destino inumano - 25. Digressione - 26. Dio e uomo - 27. Il miracolo - 28. La divinità del sogno - 29. La teodicea - 30. La rivelazione 31. L’essenza del cristianesimo - 32. La creazione dal nulla - 33. Il primo capitolo del Pentateuco - 34. La scienza «cristiana» della natura - 35. Creazione e poesia - 36. Il fondamento teorico del teismo - 37. Teismo ed antropomorfismo - 38. Il culto - 39. Il simbolo - 40. La differenza degli dei - 41. La beatitudine - 42. L’amor di sé - Annotazioni - Indice dei luoghi biblici - Indice degli autori citati
Il nostro è il tempo della vita. Dalle bioscienze alla biopolitica, il problema che la nostra civiltà si ritrova ad affrontare giorno dopo giorno, con una sensazione di crescente spaesamento, è quello della gestione e prima ancora della definizione della vita stessa: l’ultimo dio della modernità. Tarizzo affronta un tema quanto mai attuale facendone vedere la terza dimensione, la profondità storica e teorica. Remo Bodei
In un orizzonte culturale spesso indeterminato nei suoi presupposti, Tarizzo individua con rara efficacia il punto enigmatico in cui metafisica, scienza e politica ingaggiano una battaglia dagli esiti tuttora incerti. Roberto Esposito
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Introduzione. L’ontologia selvaggia - 1. Modernità: la soglia dell’autonomia - 2. Vita: genesi di un paradigma metafisico - 3. Noi: sull’utilità e il danno della vita per la storia - Bibliografia - Indice dei nomi
Sono gli anni dei sogni di benessere e di evasione, della Fiat 500 e del primo consumismo, dei tanti nuovi oggetti che riempiono le case, delle speranze che modificano i bisogni e i desideri degli italiani. Sono gli anni della commedia all’italiana, del celebre Il sorpasso, della dolce vita, dei cantautori, di Lascia e raddoppia. Sono gli anni in cui cambiano stile di vita, composizione sociale ed equilibri politici: l’Italia, in parte provinciale e codina, in parte alla rincorsa di tutto ciò che sa di moderno, è in bilico fra il vecchio e il nuovo.
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I. Il volo del calabrone - II. Sulle ali del boom - III. Un capitalismo bicefalo - IV. Le luci della ribalta - V. Fra dilemmi e illusioni - Riferimenti bibliografici - Indice dei nomi
Lo stato di salute della cultura italiana non consente di prevedere facili guarigioni. «È mancata una politica pubblica per un’adeguata istruzione secondaria e universitaria, per un sistema di apprendimento durante tutta la vita, per biblioteche e promozione della lettura. Giorgio Napolitano ha detto di avere fiducia negli spiriti vitali degli italiani. Vorrei dargli ragione, a patto che tra gli spiriti vitali ci siano anche l’intelligenza per capire l’inadeguatezza cronica della politica e la capacità di selezionare ed esprimere una classe dirigente all’altezza dei nostri problemi». Tullio DeMauro ripercorre mezzo secolo di vita del nostro paese, ridefinisce il significato di cultura e descrive le trasformazioni della ricerca, dell’insegnamento, dell’informazione, dell’idea stessa di sapere.
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Prefazione alla presente edizione - Prefazione - 1. La cultura, le culture - 2. L’arretratezza - 3. Quando volevano radiarmi - 4. Il linguista - 5. La linguistica - 6. La «Storia linguistica», don Lorenzo e Saussure - 7. La scuola, «paganica barbarie» - 8. Politica ed editoria - 9. La riforma del centro-sinistra - 10. Il ministro - 11. I giornali - 12. L’Italia che verrà - 13. La cultura degli italiani, cinque anni dopo - Indice dei nomi
In breve
«Lo scrittore è l’arco, il libro è la freccia, il cliente è la mela, il libraio è quello che tiene in testa la mela.» Stefano Benni
«Ogni libraio, anche il meno colto, e perfino l’eventuale libraio non-lettore, è comunque un intellettuale (parente stretto del bravo bibliotecario), perché possiede un criterio, stabilisce nessi e parentele tra i libri, simpatizza o antipatizza per titoli dei quali sa oppure intuisce il valore e la funzione, suggerisce generi, instrada il lettore verso la pagina.» Michele Serra
«Questo è un libro importante, in cui Romano Montroni, che per quarant’anni ha cresciuto con intelligenza e passione i librai delle Librerie Feltrinelli, mostra come si organizza il lavoro in libreria, come si serve il cliente, quali sono le tecniche di gestione e soprattutto cosa si veicola con il libro, questo oggetto che molti danno in via di estinzione per il prevalere e il dominare, oggi, del mondo delle immagini sul mondo della scrittura e della lettura.» Umberto Galimberti
Un punto di riferimento imprescindibile per chiunque abbia già intrapreso la professione di libraio e per tutti coloro i quali possano eventualmente accarezzare l’idea di intraprenderla in futuro.
Giuseppe Culicchia
Romano Montroni guida il lettore con vivacità e passione nell’universo delle librerie, ne spiega i meccanismi organizzativi, le modalità di gestione, l’ideazione e la realizzazione dei servizi, la qualità delle relazioni con il pubblico, la capacità di proposta culturale: in breve quei ‘valori’ che dovrebbero diventare la parola d’ordine per la libreria del futuro. Questa edizione del volume è arricchita da una nuova Introduzione.
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Introduzione alla presente edizione - Prefazione. Imparare dal libraio di Umberto Eco – Nota dell’autore – Ringraziamenti – 1. Identità della libreria e atteggiamento di fronte al mercato – 2. Organizzazione del lavoro in libreria – 3. Il servizio al cliente – 4. Il personale di libreria: formazione e gestione – 5. Il direttore di libreria: aspetti fondamentali – 6. Tecniche di gestione della libreria – 7. Gestire vuol dire capire: alcune indicazioni – 8. «Ogni libreria ha un’identità da costruire» – RITRATTO DI LIBRAIO – Alcune riflessioni sull’antico mestiere di libraio di Stefano Benni – Libraia a Messina di Daniela Bonanzinga – Lettera a Romano Montroni di Roberto Calasso – Piccola filosofia dei librai e delle librerie di Francesco M. Cataluccio – La cultura del mestiere di Roberto Cerati – Il compito più arduo di Carlo Feltrinelli – Librai ed editori di Gian Arturo Ferrari – Il libraio come custode della diversità e della memoria di Ernesto Ferrero – La libreria di Ernesto Franco – Scegliere una vocazione di Pasquale Gagliardi – La funzione e il valore del mestiere di libraio di Umberto Galimberti – Siamo tutti librai di Stefano Mauri – L’identità della libreria di Alberto Ottieri – Il mestiere di libraio di Rocco Pinto – I libri si muovono di Alberto Rollo – Il libraio è un Autore di Michele Serra
In breve
Cosa distingue una società moderna? Come avviene il processo di modernizzazione? Esiste un solo modello o è possibile parlare di modernità multiple?
Il concetto di modernizzazione è tra i più usati nel linguaggio politico e giornalistico, tuttavia non è sempre approfonditamente chiarito nei suoi diversi significati. Attraverso la riflessione critica sulle teorie e sui problemi pratici dei paesi che ne sono coinvolti (come, ad esempio, la crescita urbana, lo sviluppo sostenibile, l’estensione del diritto di voto), Alberto Martinelli ha tracciato in questo volume una sintesi complessiva di cosa sia la ‘modernizzazione’. In questa nuova edizione, l’autore interroga anche il rapporto tra globalizzazione e modernità, a partire dalla tesi che esistano ‘modernità multiple’ all’interno di un processo oramai divenuto globale. Uno scenario in cui entrano di prepotenza nuovi protagonisti, a partire dai grandi paesi emergenti come Cina e India, e nuovi nodi da sciogliere, anche a causa della attuale crisi economica e finanziaria.
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Prefazione alla presente edizione – Premessa - Il concetto di modernizzazione; La teoria classica della modernizzazione: la modernizzazione delle società tradizionali del ‘Terzo mondo'; Le critiche alla teoria classica della modernizzazione e gli approcci alternativi; La modernità e i futuri possibili; Modernità e globalizzazione; Bibliografia; L'autore; Indice dei nomiS
In breve
La cittadinanza non definisce solo uno status giuridico o politico ma anche un progetto di convivenza civile. In Italia, come nel mondo, il sistema educativo riconosce, perciò, l’esigenza di creare una ‘scuola della cittadinanza’ in cui, oltre ad apprendere le norme del diritto e i principi di funzionamento dello Stato, imparare a vivere ed esercitare concretamente diritti e doveri. Il volume affronta il tema delle nuove competenze civiche e le proposte didattiche sui temi della cittadinanza – costruite sugli assi dell’identità e appartenenze, alterità, dignità e diritti, partecipazione – che consentono di attuare e innovare contenuti e pratiche di insegnamento-apprendimento in classe.
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Parte prima: I. La cittadinanza alla prova - II. La scuola dei cittadini - III. Una nuova cultura civica - IV. Competenze per la cittadinanza - Parte seconda: V. Identità-appartenenze - VI. Alterità-relazioni - VII. Diritti-dignità - VIII. Partecipazione - Riferimenti bibliografici
In breve
È lecito leggere Pinocchio come due romanzi in uno. Il Pinocchio I comprende i capitoli I-XV e vede la fulminea «corsa verso la morte» del burattino; il Pinocchio II si svolge dal capitolo I alla fine, ingloba in sé Pinocchio I come suo materiale e cellula primaria, e lo dilata trasformandone via via il senso. Questa duplicità dinamica dell’opera collodiana ne fa uno dei pochissimi casi di libri per l’infanzia in cui la finzione scopre e corrode la mistificazione.
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Prefazione di Giulio Ferroni - Introduzione quasi teorica – I. Come leggere Pinocchio: una breve premessa di metodo – II. Pinocchio primo e secondo – III. Nascita di un burattino - IV. La forma catastrofica di Pinocchio I – V. La transvalutazione di Pinocchio I in Pinocchio II – VI. Per chi è stato scritto Pinocchio? - Nota bibliografica - Postfazione. Pinocchio molteplice di Fabrizio Scrivan