Fuggiti da casa, scacciati dalle famiglie, nei loro pochi anni di vita i bambini di questo libro hanno già sperimentato disperazione e violenza lungo le pericolose strade delle città dello Zambia, prima di approdare nel porto tranquillo del Mthunzi Centre, la casa di padre Kizito, uno dei più noti missionari comboniani italiani, in Africa da molti anni con il sostegno della Ong Amani. Intorno a lui, una piccola comunità di africani e volontari italiani, impegnata a combattere il fenomeno sempre più allarmante dei bambini di strada. Queste storie - raccolte da Chiara Michelon - raccontano in prima persona percorsi tortuosi di sofferenza, ma non solo. Raccontano anche la capacità dell'infanzia di sorridere al mondo nonostante tutto.
Gli esseri umani sono unici nel loro genere, oppure sono essi stessi animali, solo in parte diversi dal resto dei viventi del regno naturale? Intervenendo su un tema antico e mai risolto dalla filosofia della scienza, John Dupré sviluppa una proposta assolutamente innovativa, distante tanto dalle visioni soprannaturalistiche oggi di nuovo molto in voga, quanto dallo scientismo di chi vorrebbe relegare alle scienze naturali l'intero ambito degli studi sulla natura umana. Dupré, sebbene consideri gli esseri umani come entità integralmente naturali, nega con decisione che la natura umana possa essere investigata a partire da un unico punto di vista: la scienza non è unitaria, né per contenuto né per metodo. Come argomenta il filosofo inglese, "la mia tesi è che l'unica speranza di trovare una risposta illuminata alle domande sulla complessità della vita è di tipo pluralistico, un approccio che attinga sia alla conoscenza empirica derivabile dalle (varie) scienze, sia alla saggezza e alla comprensione della natura umana che si possono derivare da studi più umanistici."
In questo volume l'autore delinea un modello normativo di democrazia che tiri le fila della rete di tesi assunte e dimostrate in sede teorica, in particolare riguardo il rapporto tra diritti e garanzie, la gerarchia di fonti e poteri, la validità degli atti precettivi, la legittimità delle norme, le loro condizioni di effettività, la distribuzione delle competenze e la separazione dei poteri, la struttura dei diritti fondamentali e il ruolo svolto dalla loro stipulazione costituzionale, le tecniche e le istituzioni di garanzia da esse richieste e le potenzialità espansive del paradigma costituzionale sul diritto sovranazionale e internazionale.
Ritorna in libreria un'opera capitale della filosofia italiana. Risultato di una disputa con Giovan Battista della Porta, "Del senso delle cose e della magia" è una sintesi straordinaria dell'enciclopedia cinquecentesca dei saperi, nella quale la visione del mondo come un'organismo vivente viene difesa intrecciando mirabilmente scienza e credenza, rigore argomentativo e forza retorica. Scritta in una prima versione in latino, ed inviata in questa forma al Sant'Uffizio, è l'opera che è costata le prime persecuzioni al suo autore. Ad esse Campanella controbatterà riscrivendo l'opera, per lui ormai perduta, in italiano. Di questa versione italiana si restituisce un'edizione moderna, curata da una delle maggiori esperte del pensiero di Campanella, Germana Ernst.
"Il dramma dell'architettura oggi è quello di vedersi obbligata a tornare pura architettura, istanza di forma priva di utopia, nei casi migliori, sublime inutilità. Ma ai mistificati tentativi di rivestire con panni ideologici l'architettura, preferiremo sempre la sincerità di chi ha il coraggio di parlare di quella silenziosa e inattuale purezza." Così scriveva Manfredo Tafuri nella premessa alla prima edizione del 1973 di un volume destinato a polarizzare il dibattito teorico e critico in architettura. Il suo libro, polemicamente "di rottura", rilegge la storia dell'architettura e dell'urbanistica moderna e formula un progetto per un radicale ripensamento del ruolo dell'architetto e, più in generale, dell'intellettuale. Riscontrato il fallimento dei grandi progetti ideali degli architetti novecenteschi, Le Corbusier in testa, Tafuri sostiene la necessità di abbandonare facili utopismi ideologici e si scaglia contro la pretesa che l'architetto contemporaneo possa, con la sua opera, risolvere le insolubili contraddizioni della società di oggi.
Un dizionario critico, articolato in voci brevi ma dense, uno strumento efficace per fornire ai lettori un panorama complessivo e sintetico di quasi un secolo e mezzo di storia italiana, oltre che un valido strumento di consultazione e di lavoro. In circa ottantatré lemmi vengono affrontate, in ottica storica, le dimensioni politica, sociale, economica e culturale italiane a partire dall'unificazione del paese. Le voci, curate dai maggiori storici dell'Italia contemporanea, hanno un andamento espositivo e forniscono un quadro preliminare dei diversi temi trattati, senza però rinunciare mai a un approccio critico, che tiene conto dei risultati del dibattito storiografico. Ogni definizione rinvia così, di volta in volta, a istituzioni, grandi avvenimenti, cesure storiche, soggetti politici e sociali, fenomeni culturali e a pochi grandi protagonisti ritenuti emblematici del loro tempo (da Cavour a Pio XII, a Moro). L'opera è corredata da una cronologia e da un'appendice statistica.
Cosa si sa oggi di quel complesso fenomeno storico conosciuto con il nome di Illuminismo? Come è possibile divulgare in forma appropriata, semplice e coerente i risultati di una ricca storiografia internazionale sull'argomento senza tradirne spirito, linguaggi, metodi d'analisi e prospettive di ricerca? Perché la storia dell'Illuminismo continua a suscitare ancora oggi tante domante e interesse? Questo volume cerca di rispondere ricorrendo alla formula del dizionario. Si tratta di un dizionario particolare, fatto di sole quarantadue voci di dimensioni ridotte che coprono il vasto e frammentato terreno della ricerca storica internazionale. Le singole voci, affidate ad alcuni tra i più riconosciuti specialisti, delineano, anche attraverso una fitta rete di rimandi interni, i confini di un mosaico teorico chiaro e autorevole.
È la storia di Gengis Khan: un nomade, un mongolo che seppe aggregare le tribù sparpagliate per le lande asiatiche, e tradurne in formidabile forza d'urto abitudini e abilità secolari. Trasformando pastori e cacciatori in un'orda di guerrieri invincibili, Gengis Khan fonderà un impero esteso in tre quarti di secolo dall'Oceano Pacifico fin quasi al Mediterraneo e dalla Siberia all'Himalaya. Forti di un esercito immenso, preceduti da una fama atroce e leggendaria, i Mongoli sconvolgeranno buona parte dell'Europa cristiana. Ma saranno anche capaci di insediare a Pechino una dinastia ammirata per il suo splendore e di imporre quella pax mongolica che schiuderà all'uomo medievale nuove opportunità di esperienze e relazioni.
Il brand è, nel bene o nel male, uno fra i principali protagonisti della scena culturale contemporanea. Trascesa la sfera dell'economia di mercato, la marca ha da tempo permeato l'intera cultura sociale. Pur continuando a farsi garante di prodotti e imprese, è diventata una forma discorsiva che, assorbendo discorsi altrui (politici, mediatici, sportivi, turistici), li ricarica di senso. Questo libro ricostruisce la progressiva affermazione del brand come attore sociale a tutti gli effetti, mostrando come esso sia un fenomeno di natura principalmente semiotica. Ricostruendo e reinterpretando il dibattito in corso, proponendo nuove e più precise griglie d'analisi, il volume si occupa del segno-marchio in rapporto alle strategie di comunicazione, alla produzione e ricezione dei discorsi sociali, alle condizioni culturali della circolazione dei testi, alle dinamiche dell'intersoggettività, alla genesi delle credenze e alla gestione della fiducia nelle persone e nelle istituzioni, alle trasformazioni dell'immaginario collettivo, alla costruzione e al riconoscimento dell'identità. L'analisi di Gianfranco Marrone dimostra come la semiotica contemporanea possa offrire allo studio del brand una grande quantità di modelli teorici, sia dal punto di vista dell'analisi a posteriori dei suoi discorsi, sia da quello della gestione in fieri del capitale simbolico della marca.
Barry Strauss è Professor of Humanity and Classics alla Cornell University, dove dirige il Peace Studies Program. Ha vissuto e studiato in Grecia, Germania e Israele e ha preso parte a molte spedizioni archeologiche. È autore, co-autore, curatore di numerose pubblicazioni e collaboratore di importanti testate giornalistiche. È Heinrich Schliemann Fellow all'American School of Classical Studies di Atene ed è stato insignito del Cornell's Clark Award per l'insegnamento. Questo libro sulla battaglia di Salamina è il primo tradotto in italiano.