Convivere con credi diversi: la lezione americana.
I padri fondatori degli Stati Uniti, in fuga dalle inquisizioni religiose in patria, vollero che non ci fosse più alcuna intolleranza nel nuovo mondo ed escogitarono un ordine costituzionale che garantisse la libertà religiosa, nel rifiuto di ogni religione dominante. Richiamandosi alla tradizione americana in tema di libertà di coscienza e di reciproco rispetto, Nussbaum ne individua due diversi nemici: da un lato la spinta verso una sorta di religione di stato che obbliga alla assimilazione le minoranze religiose; dall'altro una messe di movimenti antireligiosi che non accetta la manifestazione di credenze religiose in pubblico. In entrambi i casi vede compiersi una "violazione dell'anima", un crimine contro la coscienza intesa come facoltà dell'uomo di ricercare la base etica della vita e il suo significato ultimo.
Martha C. Nussbaum insegna Law and Ethics nell'Università di Chicago. Fra i suoi libri pubblicati dal Mulino ricordiamo: "Diventare persone" (2001), "Giustizia sociale e dignità umana" (2002), "La fragilità del bene" (II ed. 2004), "Le nuove frontiere della giustizia" (2007), "Giustizia e aiuto materiale" (2008), "L'intelligenza delle emozioni" (II ed. 2009), "Lo scontro dentro le civiltà" (2009).
Dopo la legittimazione politica della Democrazia cristiana, ottenuta con la vittoria nelle elezioni politiche del 18 aprile 1948, si apre per De Gasperi una fase del tutto nuova. Alle prese con le difficoltà legate alla ricostruzione materiale e morale del paese, lo statista si rende conto che non è più possibile governare con i metodi liberali dell'età pre-fascista e nemmeno con il metodo della collaborazione fra partiti eterogenei che aveva caratterizzato la tumultuosa fase dell'immediato dopoguerra. Così come si rende conto della necessità di riconquistare un prestigio internazionale che le vicende della dittatura e della guerra avevano minato. Se il problema interno è quello della stabilizzazione della democrazia, che De Gasperi non vede ancora del tutto salva, sul piano internazionale il problema sta nell'ancoraggio sempre più stretto dell'Italia al mondo occidentale (e quindi nell'entrata a pieno diritto nel Patto atlantico) e nella preservazione della pace in Europa attraverso una svolta europeista (Patto di difesa, preludio a una unione politica vera e propria): il tutto si concreta in fede attiva in un'Europa unita che De Gasperi contribuisce a fondare nei suoi ideali e a costruire nei suoi primi organismi. A Strasburgo nel dicembre 1951, l'europeismo di De Gasperi prende forma e riesce, grazie alla sua autorevolezza morale e politica, a diventare metodo e programma.
Un gruppo di dirigenti di alcune miniere sarde viene mandato nel 1956 a Cave del Predil (Udine), ai confini con l'Austria, per "salvare" la Raibl, una delle più importanti miniere di zinco e piombo d'Europa, ceduta dal "banchiere del Papa" Bernardino Nogara alla società mineraria Pertusola, appartenente al ramo francese dei Rothschild. I tentativi di imporre una nuova organizzazione del lavoro provocano una lunga e agguerrita resistenza dei minatori, che finirà per costringere il governo a non rinnovare la concessione mineraria alla Pertusola, la quale d'altra parte abbandonerà anche le miniere sarde quando i minatori otterranno i salari più alti già in vigore alla Raibl. Sulla base di una ricca documentazione, il volume tesse insieme le storie della Raibl, di Bernardino Nogara, delegato di Pio XI per l'Amministrazione Speciale della Santa Sede, del figlio Giovanni che dirige la miniera, di Guerrino Gabino che guida i minatori, dei dirigenti della Pertusola abituati in Sardegna a esercitare uno sfruttamento di tipo coloniale, e di Charles Algernon Moreing, un magnate del mondo minerario, che da Londra fornisce i capitali per avviare e sviluppare la Raibl. Fra ricerca e memoria, la dura storia di un'epica lotta sindacale.
Indice : Premessa. - I. Mamma miniera. - II. Nogara: diplomatico, banchiere e vecchio minatore. - III. Il padrone della miniera e l'arcivescovo. - IV. La Raibl, una proprietà inglese. - V. Lavoro e sicurezza in miniera. - VI. Cronache di uno sciopero. - VII. Epilogo. - Indice dei nomi.
Giordano Sivini insegna Sociologia politica nella Facoltà di Economia dell'Università della Calabria. Ha pubblicato di recente "La resistenza dei vinti. Percorsi nell'Africa contadina" (Feltrinelli, 2006) e, negli Stati Uniti, "Resistance to Modernization in Africa" (Transaction, 2007).
Il 16 giugno 1940, mentre la Francia stava per soccombere all'avanzata travolgente della Germania nazista, Jean Monnet ispirò a Churchill la straordinaria proposta di una "unione indissolubile" tra la Gran Bretagna e la Francia, con comuni organi legislativi, esecutivi e giudiziari. Nonostante le grandi difficoltà da superare in quella che, a ragione, si può definire oggi la prima azione sovrannazionale della storia contemporanea, in molti videro "il ponte verso un mondo nuovo, i primi rudimenti di una federazione europea o magari mondiale". Quando Churchill, non senza scetticismo, presentò al Gabinetto di guerra britannico il documento redatto da Monnet, rimase sorpreso dagli ampi consensi ricevuti: Attlee, Bevin e Sinclair si erano già dichiarati a favore di una federazione anglo-francese e altri membri del Gabinetto erano stati persuasi da Lothian, Curtis e Beveridge della necessità di realizzare una federazione delle democrazie nel corso della guerra. La conversione al federalismo europeo di una parte rilevante della cultura, della pubblica opinione, della Chiesa anglicana e del mondo politico britannico fu opera di Federal Union, il primo movimento federalista europeo organizzato su base popolare. Con Federal Union aveva preso l'avvio un nuovo comportamento politico, per cui il fine della lotta politica non era più la conquista del potere nazionale, ma la costruzione di un'istituzione sovrannazionale, la federazione europea.
Introdotto nel corso del XIX secolo il termine biblioteconomia indica l'insieme delle conoscenze che pongono al centro dei propri interessi la biblioteca. In modo chiaro ed informato questo volume offre al lettore gli strumenti per avvicinarsi alla disciplina biblioteconomica, partendo da una definizione dell'oggetto biblioteca, analizzandone gli aspetti storico-istituzionali per poi illustrarne funzionamento e problematiche organizzativo-gestionali.
Indice : Introduzione. - Parte prima: La biblioteca. - I. La biblioteca come istituzione. - II. Le funzioni della biblioteca e i suoi servizi. - III. La biblioteconomia. - Parte seconda: L'organizzazione della biblioteca: metodi e strumenti. - IV. La costruzione e la gestione delle raccolte. - V. La costruzione del catalogo. - VI. L'accesso alle risorse della biblioteca. - Nota bibliografica. - Indice analitico.
Giovanna Granata insegna Bibliografia e Biblioteconomia nella Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Cagliari.
L'eccezionale crisi che ha segnato l'intera economia mondiale negli ultimi anni ha rilanciato il ruolo delle politiche industriali. L'Unione europea ha da tempo sviluppato approcci innovativi in tale ambito. Questo manuale fornisce al lettore gli strumenti concettuali necessari per comprendere la natura e il ruolo delle nuove politiche industriali nel complesso scenario degli accordi di integrazione. Gli autori presentano l'analisi economica dell'integrazione, richiamano i momenti fondamentali della storia dell'integrazione europea, illustrando regole e istituzioni, e si concentrano poi sulle politiche industriali avviate dalla UE per realizzare il mercato unico, per fissare le regole del gioco e per rilanciare le politiche della concorrenza. Si soffermano inoltre sulle politiche strutturali destinate al sostegno dei soggetti economici più deboli, affinché essi possano partecipare effettivamente al gioco competitivo. Un insieme di azioni che diventano ora una via per ridisegnare politiche utili sia a livello territoriale che a livello di grandi regioni dell'economia globale.
Nella seconda metà del Novecento, tramontata l'egemonia idealistica, la filosofia italiana si è aperta a indirizzi di pensiero prima ignorati o poco conosciuti, importando nuove prospettive e cercando di adattarle all'ambiente culturale del nostro paese. Ciò è avvenuto per la fenomenologia e l'esistenzialismo, e più tardi anche per il marxismo, in misura minore per il neopositivismo e la filosofia della scienza. Il panorama filosofico italiano degli ultimi decenni appare così contraddistinto da una serie di "avventure" dagli esiti alterni, che l'autore ripercorre offrendo valutazioni severe e talvolta impietose. Nel corso del volume vengono così ripresi in esame il dibattito sullo storicismo, che segnò il distacco dalla concezione crociana della storia, la breve stagione del "nuovo illuminismo" che ebbe come protagonisti Abbagnano, Bobbio, Geymonat e Preti, e successivamente la deriva ideologica degli anni Sessanta e Settanta, infine le più significative espressioni del periodo postmoderno, che dall'avversione al sapere scientifico pervengono a un comune esito profetizzante.
Pietro Rossi è professore emerito dell'Università di Torino, dove ha insegnato dapprima Storia della filosofia e poi Filosofia della storia. E' socio dell'Accademia Europea, dell'Accademia Nazionale dei Lincei e dell'Accademia delle Scienze di Torino, che ha presieduto nel triennio 2003-2006. Ha diretto per un ventennio la "Rivista di filosofia". Ha anche condiretto, insieme a Carlo A. Viano, l'importante "Storia della filosofia" pubblicata da Laterza (1993-1999). Con il Mulino ha pubblicato di recente "L'identità dell'Europa" (2007).
Il sistema amministrativo italiano è una galassia popolata da oltre 10.000 istituzioni e tre milioni e mezzo di lavoratori. Un tempo al servizio innanzitutto del corpo politico, la burocrazia deve oggi ascoltare direttamente la società e il contesto in cui opera è divenuto un contesto globale. A 25 anni di distanza dall'ultimo studio organico in materia - curato per il Mulino da Sabino Cassese - il volume esamina ogni singolo elemento di questo articolato sistema: dalle basi costituzionali alla dimensione europea e globale, dai poteri regionali e locali agli strumenti di controllo, dall'organizzazione ai procedimenti, al personale e alla finanza, ai tentativi e progetti di riforma. Ricco di dati statistici, il testo offre un quadro informativo completo e aggiornato delle pubbliche amministrazioni in Italia anche in prospettiva comparata - e fornisce schemi interpretativi nuovi sulle tendenze in atto e sugli sviluppi possibili.
La separazione tra pubblico e privato tende ormai a scomparire. Le scelte relative alla vita e alla morte, come al corpo e alla sessualità, escono dalla sfera privata e sembrano richiedere una stipulazione pubblica, non solo in termini giuridici, ma anche etici. In tale contesto, le religioni si trovano oggi ad esercitare una forte leadership culturale, per la loro capacità di fornire risposte rassicuranti a domande diffuse che riguardano temi come verità, bene comune, identità individuale e collettiva. L'etica laica, che non fonda i suoi argomenti sulla tradizione o su una presunta legge di natura, e cerca principi pratici condivisi, è sfidata a dare a sua volta risposte, se non rassicuranti, ragionevoli e convincenti. Vincere questa sfida comporta ripensare la laicità andando oltre il quadro mentale del Novecento e l'esausto dibattito tra laici e cattolici. Al modello neutralista, quando non decisamente antireligioso, della laicità statale va preferito un modello di laicità inclusiva, aperta alle manifestazioni religiose, incentrata sull'eguale libertà degli individui, consapevole dell'ormai ineludibile pluralismo religioso ed etico delle nostre società. Una laicità che è soprattutto una virtù morale e politica dei cittadini, oltre che un principio costituzionale. Quella che va allora esplorata, secondo quanto ci propongono queste pagine, è la tradizione della tolleranza, intesa come rapporto di reciproco rispetto e eguale dignità.
Claudia Mancina insegna Etica nella Facoltà di Filosofia della Sapienza - Università di Roma. Tra le sue pubblicazioni: "Oltre il femminismo. Le donne nella società pluralista" (Il Mulino, 2002); "Laicità e politica", in "Laicità" (a cura di G. Boniolo, Einaudi, 2006); "Il bene", in "Donna m'apparve" (a cura di N. Vassallo, Codice Edizioni, 2009). E' membro del Comitato nazionale di Bioetica.
Obiettivo di fondo del "Nuovo corso di scienza politica" è quello di fornire allo studente le nozioni fondamentali della disciplina. A partire da una lunga esperienza di insegnamento, l'autore illustra le categorie di base della scienza politica e descrive le modalità con le quali funzionano e si trasformano i sistemi politici, con particolare attenzione alla dimensione comparativa. Il volume è animato dalla costante preoccupazione di offrire una visione non banalizzante dei fenomeni politici: pur nella loro complessità, essi sono sempre presentati con grande chiarezza, ricchezza di informazioni e meditate valutazioni critiche. Questa edizione, ampiamente rivista e aggiornata alla luce di eventi e dati politici recenti, siarricchisce di un capitolo sulle istituzioni dell'Unione Europea.