André Neher, ebraista, esegeta e filosofo, tra i principali pensatori ebrei del dopoguerra, propone una nuova lettura di "Qohelet" mettendone in evidenza la tragica ambiguità, la grande saggezza e l'impeto della sua forza vitale.
La nostra società accusa un drammatico deficit di speranza. Per tanta gente la vita è tutto un correre, competere, confliggere: e poi? L'uomo di oggi vive senza sapere più perché; è come un viandante che non sa più chi sia e dove stia andando. . . La speranza è tramontata nell'orizzonte dell'uomo postmoderno perché egli ha smarrito la memoria, e il futuro gli causa più paura che desiderio. Esercizi di speranza indica un metodo, destinato a essere sempre più importante nella vita della Chiesa: un metodo di lettura sapienziale della storia, capace di quel discernimento che fa tesoro della Sacra Scrittura, guardando al presente con occhio critico e insieme partecipe. Francesco Lambiasi ci propone un cammino "spirituale" sulla Prima Lettera di Pietro, cioè un itinerario, scandito attraverso nove tappe, ciascuna organizzata a partire da un brano della Traccia di preparazione al Convegno di Verona 2006 che fa da apertura a una riflessione dagli ampi orizzonti, per terminare con suggerimenti per l'esercitazione personale e per la preghiera: un significativo strumento per annunciare e condividere la fede in Gesù Cristo, crocifisso risorto, unica salvezza del mondo e di ogni uomo e donna.
Scrive l'autore: "Abbiamo tutti bisogno di una stella. Perché difficile è il cammino spirituale di ognuno di noi. Spinosi certi sentieri, nei quali è facile scivolare e cadere. Questo testo vuole essere una "stella" nel cielo delle nostre famiglie, perché mai manchino i punti di riferimento... In questo libro abbiamo scelto di guardare alle due grandi stelle che già hanno brillato nel cielo stesso di Gesù: Maria e Giuseppe. Da loro vogliamo imparare a camminare su strade giuste, a ritrovare i sentieri della pace". Il libro è completato da numerosi racconti di Bruno Ferrero.
In questo romanzo Jan Dobraczynski ci offre una narrazione dei fatti evangelici riflessa nella coscienza di un contemporaneo di Cristo, Nicodemo, citato solo tre volte nel Vangelo. Nella finzione letteraria, egli scrive lettere a un amico, Giusto, nelle quali alle vicende familiari - l'amore per la moglie Ruth, gravemente ammalata, destinata alla morte dopo una terribile agonia - si intreccia la storia dei suo incontro con Gesù. Nicodemo è l'espressione della nostra coscienza di moderni, ed in realtà il Cristo è presente e contemporaneo ad ogni generazione. Nostri si dimostrano i suoi dubbi, la sua simpatia per il Redentore frenata da riserve e da piccole viltà, il suo timore di un'adesione ai Maestro che metta in pericolo l'autonomia intellettuale. La parola conclusiva è all'amore del Redentore, veicolo di luce e di pace per l'anima di Nicodemo, indicazione ed esplicito invito al lettore.Il quadro di questa corrispondenza è storicamente e geograficamente attendibile. L'ambiente religioso e sociale, nelle discrete notazioni, è vivo e psicologicamente vero.
Il cammino della Chiesa italiana verso il Convegno di Verona (ottobre 2006), incentrato sul tema della speranza, è ritmato dalla Prima Lettera di Pietro. Essa guida i cristiani a vivere la fede con dignità, a rendere la speranza evidente consapevolezza, a guardare al fine ultimo della vita equipaggiati da una profonda conoscenza della verità che Gesù Cristo ha rivelato. L’autore, il cui testo trae origine da un corso di esercizi spirituali, rilegge la Lettera scegliendo in progressione alcune parole tematiche, che costituiscono altrettante pietre angolari dell’edificio cristiano. «Appare assai utile un sussidio come questo, sapientemente intessuto dalla competenza e dell’esperienza di mons. Carlo Mazza, congiungendo insieme sicuri riferimenti esegetici a sviluppi spirituali, a loro volta nutriti da richiami alla tradizione ecclesiale, al magistero ecclesiale contemporaneo, a sicuri autori di dottrina spirituale» (dalla Prefazione di mons. G. Betori).
Sommario
Prefazione (mons. G. Betori). Premessa. La fede. La salvezza. La santità. La Parola. La Chiesa. La libertà. Gesù. L’etica. Le relazioni. La speranza. La grazia. Il peccato. La responsabilità. La sofferenza. Il compito. La gloria.
Note sull'autore
Carlo Mazza (1942), sacerdote della diocesi di Bergamo dal 1968, dal 2007 è vescovo di Fidenza. Ha conseguito la laurea in teologia presso la Pontificia Università Lateranense dove ha insegnato teologia e spiritualità del pellegrinaggio. È stato direttore dell'Ufficio Nazionale della CEI per la pastorale del tempo libero, turismo e sport e cappellano della squadra italiana alle olimpiadi. Insegna all'università di Milano Bicocca nel corso di laurea di scienze del turismo e comunità locali. Presso le EDB ha pubblicato Il dono del pellegrinaggio (1999), Santa è la via (1999) e il manuale Turismo religioso (2007).
Con questo libro Bruce affrontava, verso la metà del secolo scorso, un argomento che è ancora oggi scottante: possiamo fidarci del Nuovo Testamento? Non è forse stato smentito? Gli studiosi non hanno forse dimostrato che fu redatto solo molto tardi? E' questo il genere di insinuazioni ripetuto spesso dai mass-media. Ma un accurato studio storico, del tipo in cui F.F. Bruce eccelleva, dà una risposta chiara, completa e minuziosa. Sì, possiamo fidarci del Nuovo Testamento. E ci sono prove migliori per il Nuovo Testamento che per qualsiasi libro antico.
Leggendo gli Atti degli Apostoli ogni cristiano è invitato a non vedersi isolato ma parte di una comunità che vuole camminare con Gesù. E a chiedersi: com'è la vita delle nostre comunità? La nostra predicazione attinge veramente alla solidità e alla testimonianza apostolica? Questo libro è una fresca e coinvolgente rilettura della storia della prima Chiesa: un invito e rimotivare la nostra fede.
La Prima Lettera dell'apostolo Giovanni è uno scritto straordinario, uno dei più ricchi dopo i Vangeli. Uno scritto che tocca sul vivo la nostra vita cristiana e fa "bruciare". Sant'Agostino diceva: «Non parla quasi d'altro che dell'amore. Chi ha nel suo intimo capacità di ascolto vi dovrà prestare orecchio con gioia». Le riflessioni di questo volume sono semplici e insieme profonde perché nate dalla preghiera e dalla convinzione che per comprendere a fondo lo scritto giovanneo non basta leggerlo: bisogna assimilarlo nella contemplazione.
Pensiamo che l'Apocalisse ci sia familiare. La fine del mondo è una realtà permanente che si rinnova continuamente nelle tragedie senza senso... Questo libro è un monito per tutti noi.
Il volume raccoglie cinque letture bibliche - seguendo le più intense pagine della Sacra Scrittura - sulla figura dello straniero. Gli interventi sono nati all'interno di un ciclo di incontri organizzato dalla Corsia dei Servi, centro culturale milanese, in collaborazione con: Duomo di Milano, Centro Culturale San Fedele, Fondazione Ambrosianeum e con varie parrocchie del centro storico, nella Quaresima 2006. In "Gesù e le donne straniere", E. Bianchi si sofferma soprattutto sull'esperienza paradigmatica della Samaritana, una donna straniera e segnata dal peccato, condizione in cui siamo tutti noi: stranieri verso Dio e cercatori della vera acqua che disseta per una novità di vita, per una vita autenticamente cristiana. R. Virgili, in "Rut la moabita", sottolinea come la terra sia di Dio: tutti vi passano, vi faticano, vi migrano, vi dimorano, vi mangiano, vi riposano, senza mai poter avere delle esclusive. Soprattutto senza mai poter pensare di viverci da soli. Prendendo lo spunto dal libro dell'Esodo, C. Di Sante, in "Lo straniero ospitato e lo straniero ospitante", mostra come per la Bibbia si è stranieri nel mondo in quanto ospiti, cioè ospitati e ospitanti. Noi siamo tutti stranieri, dunque, perché tutti ugualmente ospitati da Dio. E tutti siamo chiamati a co-ospitarci come Dio. In "Dio vicino e straniero. Prossimità ed estraneità: volti di Dio", E. Salmann aiuta a incontrare il Dio che si fa ospite per poi ospitare l'altro (Gen 18)...
Gli imperativi morali del Discorso della montagna
Il Ges√π di Matteo
Il racconto della confessione di Pietro e l'annuncio della passione
Vangelo del Discorso della montagna e dell'insegnamento di Gesù, il Vangelo di Matteo è particolarmente importante, in quanto fonde annuncio ed etica, fede e morale.
Il commentario di Hare evidenzia il significato e il fine del testo per l'autore e per la chiesa moderna: dimostrare la fede nel comportamento quotidiano.