
La fortuna di questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 1967, è dovuta ad almeno due motivi. Per un verso, coglie lucidamente la natura particolare dell'intreccio tra religione e politica negli Stati Uniti, legata certo al cristianesimo protestante e puritano dei padri fondatori, ma anche in grado - come dimostra l'analisi dei discorsi presidenziali - di trascendere il dato confessionale, rivelandosi un potente fattore inclusivo e di coesione morale. Per un altro verso, proprio questa peculiarità fa sorgere un problema più generale di confronto, per analogia ma anche per differenza, con la situazione europea. Il fatto che oggi si ritorni a parlare di "religione civile" a vari livelli - riguardo sia al generale processo di sacralizzazione della politica sia ai cambiamenti nel frattempo intervenuti negli Stati Uniti come in Europa - dimostra la classicità di queste pagine, che ci parlano ancora oggi e nel contempo riflettono problemi e situazioni profondamente diverse da quelle attuali.
Nel 1960, accompagnando l'ascesa alla Presidenza del primo cattolico, John Kennedy, sospetto in vasti settori dell'opinione pubblica protestante perché la Chiesa cattolica sembrava limitarne l'autonomia, il padre gesuita John Courtney Murray pubblicò We Hold These Truths - Catholic Reflections on the American Proposition, la raccolta dei propri scritti. In essa, a partire dal diritto costituzionale americano, proponeva di assumere pienamente la libertà religiosa come principio da valorizzare e non come male da tollerare. Kennedy si ispirò a Murray anche in un celebre discorso a Houston di quello stesso anno che ebbe particolare risonanza politica ed ecclesiale, anche ad anni di distanza. La prima apparizione italiana del testo (Morcelliana, 1965) intendeva accompagnare i lavori del Concilio Vaticano II ed in effetti ebbe un'influenza decisiva sulla Dichiarazione conciliare Dignitatis Humanae anche grazie ai rapporti di lunga data dell'autore con Paolo VI. Oggi, in concomitanza con l'ascesa alla Presidenza di Joe Biden, secondo cattolico dopo Kennedy, vede la luce questa nuova edizione, con una premessa e una nota biografica e bibliografica di Stefano Ceccanti, nella convinzione che alcune intuizioni di fondo del testo e della Dichiarazione possano avere ancora un significato.
Questo volume, già tradotto negli Stati Uniti, presenta una analisi del significato e delle possibili conseguenze dell'elezione di Biden per la storia del cattolicesimo e dal punto di vista dei rapporti tra la politica americana, il Vaticano e la Chiesa globale. Joe Biden è il secondo presidente cattolico, dopo John Fitzgerald Kennedy (1961- 1963), ed è stato il quarto a candidarsi (Al Smith nel 1928 e John Kerry nel 2004) per ricoprire quella carica politica, ma anche morale e in certo modo religiosa, che è la presidenza degli Stati Uniti. Biden rappresenta un Paese diviso al suo interno come non mai dai tempi della guerra civile, ma anche un mondo cattolico in crisi e polarizzato al suo interno su molti temi. Il nodo centrale resta la combattuta e controversa eredità del Concilio Vaticano II e le conseguenti scelte in merito alla giustizia sociale, ai modelli economici, all'ambiente, ai rapporti con culture e religioni diverse.
La prima guerra mondiale in Italia segna uno snodo della storia del progressivo inserimento dei cattolici nella vicenda umana, sociale e politica del paese. Incertezza, divisioni conflitti alla fine misero capo anche a nuovi equilibri e punti di convergenza diversi da prima della guerra, dalla quale il cattolicesimo italiano uscì profondamente modificato: se nel 1914 il movimento cattolico aborriva la stessa espressione "partito", nel 1919 nacque il Partito popolare italiano, di chiare ascendenze cristiane, che alle elezioni politiche divenne il secondo partito di massa del paese. Il libro identifica alcuni passaggi cruciali di questo mutamento, individuandone gli effetti nel breve periodo della drammatica crisi post bellica, ma anche le tracce di una influenza più lungamente distesa nella storia successiva.
Guido Formigoni insegna Storia contemporanea all'Università Iulm di Milano. Fa parte della redazione delle riviste "Ricerche di storia politica" e "Il Mulino". Coordina il Comitato scientifico per la pubblicazione delle "Opere del card. Carlo Maria Martini". Tra i suoi libri ricordiamo, editi da Il Mulino: Aldo Moro. Lo statista e il suo dramma (2016); Storia della politica internazionale nell'età contemporanea (2018).
Fin dall'antichità risuona il dilemma:perché Dio ci fa o ci lascia soffrire? Se il non credente attribuisce le ragioni della sua sofferenza all'essenza della condizione umana, alla responsabilità delle persone, all'incompiutezza del mondo; per colui che crede l'interrogativo diviene un quesito di difficile risoluzione. Il libro, partendo dalla tradizione cristiana, elabora una riflessione critica che esclude le più comuni risposte: Dio non ci punisce dalle colpe, non educa tramite la sofferenza, non rende partecipi della salvezza del mondo. Di fronte al male sono possibili atteggiamenti diversi: dalla negazione dell'esistenza di Dio, alla rivolta nei suoi confronti; la protesta e la resa; fino a quello più sapiente, l'accettazione del limite e l'affidamento al Mistero, che è la vera cifra della realtà di Dio.
Giacomo Canobbio è docente di Teologia sistematica presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. Tra le sue pubblicazioni per Morcelliana: Dio può soffrire? (2006); Chiesa, religioni, salvezza. Il Vaticano II e la sua ricezione (2007); Il destino dell'anima. Elementi per una teologia (2009); Laici o Cristiani? Elementi storico-sistematici per una descrizione del cristiano laico (2017); Fine dell'eccezione umana? La sfida delle scienze all'antropologia (2018); Quale riforma per la Chiesa? (2019).
Fin dal loro apparire, nel 1534, i Paradossi di Sebastian Franck suscitarono sconcerto per la loro radicalità: ad avere la forma del paradosso sono la teologia stessa e la Scrittura, un paradosso in conflitto con tutto ciò che il mondo crede. Di qui l'andamento dialettico dell'opera: il vero Cristo, il Cristo interiore, lo Spirito, non ha bisogno delle Chiese storiche, ovvero non ha bisogno di libri, cerimonie, culti. Il Nuovo Testamento stesso è pensato da Franck non come un libro, una legge, bensì come lo Spirito santo che parla all'uomo interiore, all'uomo completamente distaccato. Affermazioni che nella loro paradossalità, anche stilistica, riprendono temi della mistica speculativa di Meister Eckhart e inaugurano quella corrente della cultura europea che va sotto il nome di "pensiero religioso liberale". Non a caso Pietro Martinetti ebbe a scrivere: "Sebastian Franck è la più grande figura religiosa del cristianesimo moderno. Egli ha un intuito profondo della realtà: anche nella storia religiosa sa gettare uno sguardo penetrante, sicuro, sereno, obiettivo. Egli solo ha saputo sottrarsi, restando cristiano, alla schiavitù del biblicismo, che egli rimprovera anche agli anabattisti, e resistere al sogno di restaurare il cristianesimo apostolico [...] Non dobbiamo perciò meravigliarci se egli rimase solo.".
Il testo ha il compito di introdurre e presentare le coordinate fondamentali - l'abc - del discorso teologico cristiano cattolico, fornendo gli strumenti essenziali per riflettere criticamente sul messaggio del Vangelo, che trova in Gesù il compimento della rivelazione di Dio e dell'uomo. Da qui i quattro nuclei tematici: le radici della relazione tra l'uomo e Dio; la Bibbia e la teologia cristiana; la storia di Gesù di Nazareth; le grandi coordinate della relazione tra Dio e l'uomo alla luce della proposta di Gesù. Una guida al discorso teologico, pensata per coloro che vogliono avvicinarsi alla Parola della fede, attraversando la biblistica, la scienza delle religioni e la filosofia.
Chi sono il Veltro, il Messo, Matelda? Perché i Golosi sono bagnati dalla pioggia, gli alchimisti sono coperti di lebbra e i ladri si trasformano in serpenti? Che nesso lega ermetismo e filosofia, fede e astrologia nel Medioevo dantesco? Il filo che collega le parole enigmatiche della Commedia traccia anche un percorso del tutto nuovo attraverso la cultura dantesca. Questo Dizionarietto fornisce le chiavi interpretative di figure misteriose, parole e passi opachi o ambigui della Commedia, ricostruendo l'ambiente in cui l'opera maturò, i sistemi di pensiero che definivano i settori delle singole scienze in base a collegamenti e corrispondenze oggi del tutto impensabili e mettendo in luce un ambito di conoscenze e una concezione della realtà così intrinseca alla cultura di Dante che ignorarla significa precludere la comprensione del poema e dell'intera opera del poeta.
Alla luce dei contributi qui raccolti risulta evidente che nella riflessione e nell'azione pastorale di Montini - Paolo VI «il tema dell'educazione ha avuto un posto costante, se non centrale. Non si deve, tuttavia, pensare che egli coltivasse un vero e proprio sistema pedagogico, nel senso di una teoria scientifica dell'educazione. Nell'affrontare tali tematiche Montini dava, piuttosto, l'impressione di agire sulla spinta di un insieme di disposizioni proprie della sua indole - interesse per l'uomo e per le sue aspirazioni, vivissima coscienza ecclesiale, senso storico delle situazioni, profondo respiro culturale -, grazie alle quali egli doveva ben presto rendersi conto dell'importanza che aveva il momento formativo rispetto non solo alla crescita delle persone, ma anche alla promozione del vivere sociale e, naturalmente, alla edificazione della Chiesa. L'itinerario attraverso cui Montini venne elaborando le sue idee pedagogiche conobbe diverse tappe, corrispondenti ai vari impegni che le circostanze della vita lo condussero ad assumere, da quello di assistente generale della Federazione degli universitari cattolici (Fuci) all'impegno in Segreteria di Stato, dalla responsabilità di arcivescovo della diocesi ambrosiana a quella di pastore della Chiesa universale». (Luciano Pazzaglia).
«Il numero degli anziani è cresciuto. La loro età media si è innalzata. È la realizzazione di un sogno antico dell'umanità: vivere a lungo, allontanare le frontiere della morte il più in avanti possibile, una vera "benedizione". Ma non possiamo nasconderci un paradosso: tale benedizione è divenuta una "maledizione" in parecchi casi. Un dramma per tanti. È un problema sociale complessivo. La lettura della Bibbia aiuta a comprendere meglio il valore degli anziani: come facciano parte, in maniera rilevante, della storia umana e religiosa. Ecco il senso di questo libro, una riflessione sulle figure "anziane" della Bibbia - Noè, Abramo, Giobbe, Zaccaria, Simeone e Anna, Nicodemo... - nel loro rapporto con la vita e con i giovani, frutto di un'esperienza di amicizia pluridecennale con gli anziani da parte della Comunità di Sant'Egidio. Gli "anziani biblici", in modi diversi, hanno avuto un rilievo nella storia per la loro fede e la loro umanità. Forse abbiamo perso, in parte, il senso della "benedizione", ma la Bibbia ci aiuta a recuperarlo. Ed è un senso della vita che s'irradia e si allarga a tutte le stagioni dell'esistenza. Porre gli anziani nel cuore della famiglia, della comunità o della società, è l'inizio di un cambiamento umano radicale, che abbiamo chiamato "rivoluzione comunitaria". Gli anziani sono la "pietra d'angolo" da cui ricominciare la ricostruzione della società». Dalla Prefazione di Andrea Riccardi.