La decisione dell'Unione di dotarsi di una vera e propria costituzione evoca chiaramente il bisogno dell'Europa di pensarsi finalmente come una compiuta entità geopolitica, geoeconomica e geoculturale. Eppure fortemente diffusa è la sensazione che il progetto di Trattato costituzionale che la Convenzione di Bruxelles si accinge a licenziare sia assai debole quanto a contenuto politico, forza simbolica, legittimità democratica. Il processo costituzionale in corso appare inadeguato rispetto alle grandi sfide che l'Europa ha di fronte. La tesi di questo volume è che oggi, ancor più di ieri, l'ostacolo maggiore all'edificazione di un'Europa autorevole protagonista della scena internazionale sia l'Europa stessa.
In che modo una religione basata sull'amore per il prossimo ha integrato la guerra nella sua visione del mondo? Sin dalle sue origini la Chiesa cattolica ha risposto in maniera più o meno felice a questa difficile coesistenza. Privilegiando il combattimento spirituale e la la "pace di Dio", essa si è lasciata coinvolgere nell'avventura della guerra santa nel Medioevo e in seguito in quella della "guerra giusta" all'epoca delle monarchie e degli Stati nazionali. L'età atomica pone alla Chiesa una nuova sfida. La sua riflessione è tuttavia lungi dall'essere unanime: se Giovanni Paolo II ha proclamato che non vi possono essere guerre sante, il "Catechismo della Chiesa cattolica" riafferma il principio della guerra giusta.
Il Rapporto comprende una parte monografica e quattro rubriche. La monografia verte sul ruolo e le potenzialità dell'euro sul piano globale. Vengono presi in esame i rapporti della moneta europea con il dollaro, le possibilità d'ingresso nell'unione monetaria della Gran Bretagna, i risvolti dell'adozione dell'euro sull'occupazione e il suo intreccio con la strategia di Lisbona volta a fare dell'Unione europea la più avanzata economia basata sulla conoscenza. Viene inoltre affrontata la questione delle conseguenze dell'introduzione dell'euro nel nostro paese, con un esame approfondito della politica economica del governo Berlusconi.
Perrone evidenzia il ruolo positivo della DC per il nostro Paese, sostenendo che il partito, attraverso una politica di difesa degli interessi nazionali, ebbe la capacità di ritagliare all'Italia rilevanti margini di autonomia, nonostante la subordinazione agli Stati Uniti. Agendo in modo duttile e intelligente nella situazione che la realtà dava, la DC costruì l'ascesa dell'Italia a quinta potenza industriale del mondo.
Secondo un ricorrente adagio la storia è finita; chi propugna questa tesi vede nell'accelerarsi degli eventi, nel contrarsi delle epoche come spazi unitari di senso e nel prevalere della dimensione della simultaneità sulla sequenzialità, altrettanti argomenti a favore di essa. Alla fine del mondo storico si accompagna inesorabilmente la fine dell'uomo come centro di imputazione di scelte e come donatore di senso, le azioni dei singoli non veicolando più alcuna sintesi o incarnando alcun universale, ma riducendosi a puro medium di un operare sistematico anonimo e reticolare. Anche il fondamento della democrazia muta.
La storia dei bambini che attraversa nei secoli soprattutto la società occidentale e in particolare quella ispanica, ci obbliga a rivedere, assieme all'autore, la storia della cultura dal punto di vista dell'infanzia. Buenaventura Delgado basa la sua ricerca sull'esame della legislazione civile ed ecclesiastica, delle fonti mediche scientifiche e popolari, della tradizione letteraria orale e scritta, della documentazione iconografica e archeologica e di ogni sorta di materiale utile ad esplorare le rappresentazioni sociali dell'infanzia.
La formazione spontanea di comunità internazionali di esperti indipendenti produce quella che viene chiamata conoscenza "scientifica", ossia sistematica, teorica, verificata sperimentalmente, quantitativa. Ziman mostra che queste caratteristiche della conoscenza scientifica non possono essere separate dalle capacità cognitive e dalle relazioni sociali tipiche dei suoi produttori. La nuova cultura della ricerca "post-accademica", contraddistinta dal lavoro di gruppo mediato dalla diffusione di Internet, sta pesantemente intervenendo a modificare queste caratteristiche considerate eterne. Descrivendo in che modo gli scienziati compiono il processo di ricerca e comunicano le scoperte, Ziman chiarisce il legame tra filosofia, psicologia e sociologia della scienza.
La storia dello specchio è anche la storia dell'uomo con la propria immagine, con il proprio doppio, quindi. Nell'unire verità e apparenza, dimensione intima e collettiva, lo specchio assume su di sé passioni e proiezioni e diviene per alcuni riflesso del divino, per altri strumento di seduzione o simbolo di menzogna. L'autrice sonda in questo testo i molteplici aspetti di tale simbolo e ne sottolinea la stupefacente influenza sulla nostra sensibilità.
Un'opera pluridisciplinare che riprende il cammino evolutivo della storia e sottolinea, al contempo, la rilevanza di un rinnovamento in ambito storiografico. La storia dell'ambiente, o ecologia storica, non studia solo le azioni umane nel passato, né analizza unicamente le condizioni naturali e culturali che hanno influenzato l'uomo e che l'uomo ha, a sua volta, influenzato. Al contrario, uno dei suoi principali obiettivi è il divenire di tutti i fenomeni naturali. Questa "ecostoria" ambisce dunque a coordinare le conoscenze attuali per studiare l'ambiente nel passato e ad analizzare l'interazione del tempo della natura con quello della storia.