Qual è l'origine del grande successo di Sergio Marchionne? Com'è riuscito a risanare i bilanci del gruppo Fiat in così pochi anni, dopo la morte di Umberto Agnelli? Quali sfumature psicologiche caratterizzano la personalità di uno degli uomini oggi più corteggiati nel nostro paese? La storia di Marchionne è, in realtà, molto singolare: nato in Abruzzo e cresciuto in Canada, si è trasferito in Svizzera ed è quindi tornato in Italia - a sorpresa - alla guida del primo gruppo manifatturiero, sull'orlo del commissariamento di Stato. Grandissimo risanatore finanziario, ha messo in ordine i conti della Fiat, portandola nel giro di tre anni a chiudere il 2007 con l'utile record nella storia del gruppo torinese. A caratterizzare la sua attività è stata la decisa volontà di rinnovamento dei prodotti, di cui è simbolo la nuova Fiat 500, che ha ottenuto un incredibile successo di pubblico, non solo in Italia. Con andamento narrativo, Marco Ferrante racconta la biografia intellettuale di uno dei manager italiani più brillanti e l'epica del suo successo, e ci svela la psicologia di un uomo che, nonostante il trionfo professionale, continua a essere un mistero per la sua riservatezza e il suo rigore.
"Alla fine mi rialzo e mi preparo a uscire dal crepaccio. Ma abbandonare così un compagno mi fa sentire in colpa. Mi giro e provo l'impulso di parlargli. 'Karl, vieni, andiamo via' mormoro quasi senza volere. Mi trattengo ancora un istante, come se mi aspettassi un impossibile miracolo. No, bisogna guardare in faccia la realtà. Karl è morto, e niente potrà più cambiare questo fatto." Luglio 2008. A 6000 metri di altitudine tre alpinisti italiani stanno aprendo una nuova via per risalire la ripidissima schiena del Nanga Parbat, uno dei giganti dell'Himalaya. Si chiamano Karl Unterkircher, Walter Nones e Simon Kehrer. Dopo un complicato passaggio sotto un seracco, improvvisamente, senza dire una parola, Unterkircher scompare dentro un crepaccio nascosto dalla neve fresca. Un volo di quindici metriosilenzioso, mortale. Nones e Kehrer reagiscono nell'unico modo consentito a chi affronta i pericoli della montagna estrema: continuano la scalata dopo essersi calati nel crepaccio per un ultimo saluto all'amico Karl e aver piantato la piccozza di Unterkircher nel punto della tragedia, fiore d'acciaio a guardia della sua bara di ghiaccio. In "È la montagna die chiama" i due superstiti raccontano un'avventura epica e tragica, che ha come protagonisti il Re delle montagne (così chiamano il Nanga Parbat in lingua pashtun), tre uomini e la loro irrefrenabile voglia di alzare l'asticella dei limiti naturali.
Sean King e Michelle Maxwell non se la passano bene. Dai tempi della loro carriera nei servizi segreti, la loro attività si è trasformata in una dubbia carriera di investigatori privati dai pochi affari e dai troppi ricordi. Né aiuta il fatto che una sera l'esile Michelle decida di affrontare i propri nodi del passato facendo a botte con un bullo da bar, procurandosi varie ecchimosi e un periodo forzato in un'istituzione per persone a rischio di esaurimento nervoso. Gli affari stagnano e malvolentieri Sean accetta l'incarico di indagare sulla morte misteriosa di uno scienziato a Camp Peary, think tank governativo coperto dalla massima riservatezza. E mentre Michelle cerca di scoprire le origini dei suoi demoni, Sean scoprirà che la tragica fine dello scienziato ucciso è enigmaticamente intrecciata al destino di una bambina autistica dal prodigioso talento matematico, e a una serie di segreti che qualcuno - spie, fisici, misteriosi veterani di guerra - ha interesse a mantenere, anche al prezzo di nuove vite umane...
Dubhe è la ladra più giovane e abile di tutta la Terra del Sole quando la Gilda degli Assassini decide di farne una schiava pronta a uccidere a comando. Ma nonostante la maledizione che si porta addosso, lei non diventerà un'assassina, diventerà una guerriera. Perché sono tempi di guerra quelli che attraversa il Mondo Emerso, quarant'anni dopo la sconfitta di Aster il Tiranno. Da una parte Dohor, Cavaliere di Drago e re della Terra del Sole, conduce senza pietà la sua conquista di tutte le Terre Emerse. Dall'altra, la Gilda degli Assassini è decisa a riportare in vita Aster e il suo culto sanguinario. Mentre si profila una funesta alleanza tra loro, il Consiglio delle Acque è indebolito e impotente. Solo Dubhe sarà capace di prendere in mano il suo destino e quello dell'intero Mondo Emerso, e di lottare fino all'ultima battaglia per la pace di un nuovo regno.
Una delle domande di fondo poste dall'attuale dibattito sull'identità culturale dell'Europa è se il cristianesimo, storicamente radicato in un Occidente sempre più secolarizzato e sollecitato dal problematico incontro con altre fedi e civiltà, riuscirà a conservare la sua dimensione profetica, e se l'Occidente laico potrà ancora riconoscere nella parola di Gesù un punto di riferimento etico e spirituale privilegiato. Sul futuro della democrazia e sul ruolo del cristianesimo - e, in Italia, della Chiesa cattolica - due acuti osservatori del nostro tempo, lo storico Ernesto Galli della Loggia, di formazione laica, e il teologo Camillo Ruini, si confrontano in un serrato contraddittorio ricco di spunti di riflessione e acute intuizioni. Un sintetico excursus dall'illuminismo ai giorni nostri, necessario per individuare i momenti più significativi nell'evoluzione dei rapporti tra società civile e istituzione ecclesiastica, introduce all'analisi della situazione del nostro paese, dove il cattolicesimo ha trovato la sua massima espressione politica nei quarant'anni di governo della Democrazia cristiana e dove il Concordato rappresenta tuttora un motivo di scontro ideologico. Nella discussione entrano inevitabilmente questioni decisive per la nostra epoca, e spesso oggetto di roventi polemiche, come i limiti da porre alla scienza e alla tecnologia nella manipolazione della natura, o le istanze etiche che discendono da concezioni della vita e della morte agli antipodi.
Pubblicato nel 1840, "Un eroe del nostro tempo" è considerato una delle pietre miliari su cui si è fondata la grande costruzione del romanzo russo dell'Ottocento. Suddiviso in cinque storie, analizza con toni profondamente introspettivi la figura romantica e morbosa del giovane ufficiale Pecórin, personalità complessa nella quale si rispecchiano i tormenti esistenziali dell'autore, mirabile fusione di sangue caldo e mente fredda, tenerezza e brutalità, eleganza taciturna e spietata brama di dominio. Un eroe nel quale l'autore sostiene di aver racchiuso tutti i vizi della sua generazione, ma che è in realtà emblema della condizione eterna dell'uomo. E proprio in questo personaggio dai mille volti risiede il segreto del fascino di un romanzo dalla struttura straordinariamente innovativa, uno di quei libri da leggere e rileggere, che ha conquistato lettori di ogni nazione e secolo. Con uno scritto di Vladimir Nabokov.
"Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo..." Il caffè sospeso è un'usanza partenopea, ma anche una filosofia di vita. Questo libro raccoglie il meglio dei suoi articoli usciti su quotidiani e riviste dal 1977 al 2007 e mai pubblicati in libreria. Filosofia greca applicata alla vita quotidiana, aneddoti pieni di senso non comune, l'Italia passata sotto la lente dell'ironia: un pezzo dopo l'altro il libro compone una perfetta summa del pensiero di Luciano De Crescenzo.
"Pamela" uscì tra 1740 e 1741 e ottenne subito uno straordinario successo di pubblico in Inghilterra e nei paesi europei nei quali nel giro di un paio d'anni fu rapidamente tradotto: persino Goldoni ne trasse l'argomento per una fortunata commedia. Cuore del romanzo sono le vicende di una cameriera sedicenne, di grande bellezza e ancora più grande virtù, che resiste ai tentativi di seduzione del proprio padrone, del quale pure è sinceramente innamorata, fino a riuscire a condurlo al matrimonio. Una trama di sconvolgente novità per l'epoca, con una protagonista donna, di umile condizione sociale, e per di più impegnata in una battaglia per affermare la parità dei sessi in materia di etica sessuale. Un romanzo che appare ancora oggi di interesse per la narrazione avvincente e ricca di suspense, per la minuziosa descrizione della vita quotidiana settecentesca, ma soprattutto per la finezza dell'analisi psicologica. Richardson rappresenta infatti con vivacità e sottigliezza rare le emozioni della protagonista e trova nella nuova forma del romanzo epistolare il veicolo più adatto per l'espressione di quel "sentimento" che il Settecento, il Secolo dei Lumi, andava proprio allora scoprendo.
I Greci non ebbero un libro sacro. Espressero la loro visione della vita attraverso il libero gioco dei miti, che circolavano oralmente in un intreccio di versioni spesso contraddittorie: un sistema solo in apparenza caotico, ma in realtà coerente e animato da inesauribile energia fantastica. Di ciò da conto questa antologia in due volumi (il secondo sarà dedicato agli eroi): Guidorizzi ha infatti costruito un percorso strutturato attraverso i miti usando parole e racconti degli antichi. Ne risultano dei capitoli collegati tra loro che offrono una visione complessiva del mito e dei suoi valori culturali e religiosi. Il primo volume prende le mosse da teogonia e cosmogonia, per poi narrare nascite, matrimoni, sofferenze, punizioni e amori divini; degli dèi descrive il mondo (celeste, infero o marino) ed enumera poteri e prerogative. Si conclude catalogando, accanto alle divinità maggiori, esseri meravigliosi a metà tra l'umano e il divino, e mostri inquietanti e spaventosi.
Jill Bolte Taylor ha trentasette anni, una laurea ad Harvard e un lavoro come neuroscienziata e ricercatrice universitaria quando, una mattina, un capillare esplode improvvisamente nell'emisfero sinistro del suo cervello provocandole un danno cerebrale esteso e devastante. Il suo percorso verso la completa guarigione è durato otto lunghissimi anni, nel corso dei quali ha potuto sperimentare la duplice veste di medico e paziente. E da questo insolito doppio ruolo ha ricavato spunti, consigli e suggerimenti terapeutici utili a chiunque sia rimasto vittima di un ictus o di un trauma cerebrale e a coloro che li curano e li circondano. Ma "La scoperta del giardino della mente" non è soltanto la cronaca dettagliata e diretta di una straordinaria ripresa fisica, è soprattutto la testimonianza di un'esperienza umana unica. Jill, infatti, non è più stata la stessa di prima: l'ictus, mettendo temporaneamente fuori gioco il preponderante e razionale emisfero sinistro, ha dato spazio alla creatività e alle sensazioni, emozioni e intuizioni proprie dell'emisfero destro; e oggi, pur continuando a occuparsi di ricerca, la neuroscienziata scrive, canta e realizza sculture in vetro colorato, felice di vivere e forte di una nuova pace inferiore.