L'autore, profondamente e intimamente "esperto" di psicologia e di spiritualità, mostra il cammino di maturità che ognuno di noi (uomo o donna, laico o consacrato, giovane o vecchio) si trova a fare nel corso della vita. È una strada non sempre dritta e chiara; eppure, anche a ogni ansa del percorso, a ogni interruzione sofferta e imprevista, si può trovare un insegnamento di cui bisogna far tesoro. I temi toccati nel libro sono: l'identità personale, i valori sociali, la vita spirituale, l'autenticità individuale, la maschera in rapporto alla persona, la semplicità all'interno del caos, la sobrietà come virtù, la solitudine e il tempo, l'eros e i desideri, l'identità sessuale e psicosessuale, le paure epocali, la malattia e le psicosi, il lutto e la sua elaborazione, e molti altri ancora. Lucio Pinkus, figlio di ebrei tedeschi fuggiti dalla Germania nazista, nato nel 1942 e battezzato cattolico vicino al campo di concentramento calabrese dove i genitori erano stati internati, è frate nell'Ordine dei Servi di Maria. Laureato in psicologia si è specializzato in età evolutiva e in analisi junghiana per poi diventare professore all'Università "La Sapienza" di Roma.
Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, "ricco di misericordia" (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come "Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà" (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella "pienezza del tempo" (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio.
Per circa due secoli, un intero filone di ricerche intellettuali, sia sincere sia propagandistiche, ha cercato di convincerci degli errori, delle colpe e infine dell'insignificanza del cristianesimo. Oggi queste ricerche hanno esaurito la loro spinta iniziale: l'ateismo è morto di morte naturale. È morto perché non è riuscito, nonostante l'abbondante tempo a disposizione, a portare a compimento il programma di ricerca che si era assegnato. L'ateismo è morto, insomma, perché non ha saputo proporre una visione filosofica alternativa di un qualche valore e che offra un senso all'esistenza umana. È probabile che, nella sua caduta, l'ateismo trascinerà con sé anche il nichilismo, altro triste prodotto della cultura europea degli ultimi secoli. Nel silenzio dell'ateismo contemporaneo, la voce del cristianesimo torna a farsi sentire e diventa di nuovo la grande impresa intellettuale della nostra epoca.
Gesù «cresceva». Questa espressione, che il terzo evangelista ripete due volte (Lc 2,40.52), attira la nostra attenzione. Dietro l'annotazione biografica non si nasconde forse qualcosa di più profondo? Che cosa significa oggi per noi il fatto che Gesù è stato "adolescente"? Muovendo dai testi biblici, attraverso i commenti dei Padri della Chiesa, le opere dei teologi medievali e dei secoli seguenti, fino agli studiosi più recenti, il presente lavoro guida alla riscoperta del "mistero" dell'adolescenza di Gesù, modello di ogni adolescente.
La differenza tra l'uomo, maschio e padre, e la donna, femmina e madre, ritenuta un dato essenziale e imprescindibile della natura umana, è oggi posta in discussione dalla più recente cultura sessuale, che contesta la naturalità della differenza sessuale e rivendica il diritto di definire altrimenti il genere sessuale di appartenenza. Con l'intento di offrire gli elementi interpretativi e i criteri valutativi per orientarsi nel dibattito sulla cosiddetta questione del gender, il testo provvede, anzitutto, a delineare lo sviluppo delle teorie di genere e la loro incidenza sul piano politico-giuridico. Considerando poi la posizione della chiesa cattolica a livello di diplomazia, magistero e tendenze ecclesiali, opera una distinzione fra ideologia gender e prospettiva di genere, segnalando i limiti della prima e i pregi della seconda. Suggerisce, infine, alcune prospettive antropologiche e indica delle coordinate bibliche essenziali. L'idea sottesa alla riflessione proposta in queste pagine è che l'attuale questione gender non è certo priva di pericolose insidie per l'identità sessuata e le relazioni sessuali degli esseri umani. Tuttavia, costituisce anche una sfida antropologica che sollecita una nuova cultura delle relazioni tra uomo e donna, capace di scongiurare la prevaricazione dell'uno sull'altra e di valorizzare, anzi, la loro differente identità in vista del reciproco amore.
Lo studio esamina i catechismi del Continente Africano presenti nel Fondo della Biblioteca della Pontificia Università Urbaniana, istituzione della storica Propaganda Fide. L'ingente materiale rinvenuto copre i secoli XVII e XVIII e, con più ricca documentazione, i secoli XIX e XX. Per ogni catechismo sono identificate la circoscrizione e l'autorità ecclesiastica originarie; della maggior parte dei testi è data una descrizione completa della struttura, dei contenuti schematicamente presentati e, quando possibile, degli aspetti più salienti dell'inculturazione locale. In alcuni casi, data l'importanza o l'antichità del testo, ne è data anche una traduzione molto ampia. I testi, classificati inizialmente per autori, case editrici o tipografie, e lingue, sono poi ripartiti in base alle aree principali del Continente Africano e raggruppati specificamente per aree più circoscritte, facendo attenzione a situare le precedenti denominazioni geopolitiche ed ecclesiastiche in relazione a quelle degli attuali Stati Africani e delle Circoscrizioni ecclesiastiche di Propaganda Fide.
Il ciclo di incontri «Quale bellezza salverà il mondo?» (tra questi, il dialogo tra due grandi vecchi della cultura europea come Agnes Heller e Zygmunt Bauman, di prossima pubblicazione) ha richiamato grandi nomi e un pubblico appassionato.
Sul tema «Libertà, cultura della legalità e il Dio nascosto» si sono intrecciati i pensieri di un grande teologo-filosofo come Vito Mancuso e di un uomo di legge come Guido Rispoli, procuratore della Repubblica a Bolzano.
Kant sosteneva che il «legno storto» uomo ha dentro di sé un germe del bene attestante un’origine divina. L’esempio dei vigili del fuoco americani che nel momento dell’attentato alle Torri Gemelle si gettano dentro le torri avvolte dalle fiamme e dal fumo mi sembra illuminante in questo senso. Quei vigili del fuoco hanno sacrificato la propria vita per cercare di salvare quella degli altri (Guido Rispoli).
Ed è proprio quella estetica, se ci pensiamo, l’esperienza più generale, più coinvolgente delle altre dimensioni, come rivelatrice della trascendenza, come partecipazione a quella dimensione che noi chiamiamo Dio nascosto: quella dimensione di ulteriorità che è al di là del gene egoista […]. Simone Weil diceva: siamo qui su questa terra unicamente per una cosa, per fare esperienza di bellezza (Vito Mancuso).
"L'acqua cola e pervade tutte le pagine della Bibbia, insieme realtà concrete e simboli paradossali, creatura di JHWH che esprime la sua grandezza e la sua onnipotenza sull'umanità e sulla storia". La tematica dell'acqua, affascinante e centrale nella vita di fede, è affrontata e descritta sapientemente dall'Autrice attraverso l'esegesi delle pagine della Sacra Scrittura: dalla creazione al Giordano, dal Battesimo di Gesù a Cana, dalla Samaritana alla Piscina di Siloe, da Nicodemo alla tempesta sedata... Suor Cristiana, grande conoscitrice delle tradizioni ebraiche antiche e nuove, realizza proposte di meditazione sulla Parola come avventure d'amore capaci di trasfigurare il cuore e di dare forma all'esistenza.
In questo volume vengono presentati i risultati dei lavori della Commissione "Chiesa e Stato in Svizzera" istituita dalla Conferenza dei Vescovi Svizzeri nel dicembre 2008. Tutti i contributi si basano sulla convinzione che il sistema svizzero di corporazioni pubbliche è di notevole valore ma che può e deve essere oggetto di miglioramenti. Ciò vale non solo rispetto all'ecclesiologia del Concilio Vaticano II, ma anche e soprattutto alla luce dei nuovi sviluppi del diritto ecclesiastico. In realtà, si sta diffondendo un po' ovunque in Europa il cosiddetto "diritto delle regioni", ovvero un diritto pubblico o privato dello Stato che riguarda appunto le regioni e non solo le Chiese. Pertanto, il presente studio si dimostra di grande interesse non soltanto per la Svizzera, e di immediato riflesso per la Germania e l'Austria, ma anche per gli altri paesi europei, in vista di una maggiore conoscenza di tali problematiche e di un utile aggiornamento nel campo del diritto ecclesiastico.
Il volume, curato da Libero Gerosa, contiene i contributi di Hans Feichtinger, Philippe Gerdaz, Martin Grichting, Yvo Hangartner, Claudius Luterbacher-Maineri, Paul Weiber, Rudolf Wurmli, cui si aggiungono quelli dello stesso curatore.
Il vocabolo greco ethos possiede, fin dall'inizio, il duplice significato di "costume" e di "dimora". L'etica, che ha origine dalla loro confluenza, deve dunque misurarsi con il variare delle situazioni, ma deve anche radicarsi in valori irrinunciabili che fanno di essa una "casa sulla roccia". A tale visione si ispira questo volume, che, partendo dagli orizzonti biblico-teologici e dai presupposti filosofici della ricerca morale, giunge a delineare alcune attitudini virtuose e ad affrontare alcuni significativi nodo critici, coniugando radicalità evangelica e misericordia.
Il posto delle donne nella Chiesa: non è una questione nuova, e neanche semplice. Perché non si tratta solamente di aprire alle donne posti di potere e di prestigio finora negati, ma di andare dritti al cuore del cristianesimo stesso, a quel "maschio e femmina li creò" che ci restituisce l'immagine completa di Dio, a quell'audacia originaria dei Vangeli che raccontano i rapporti rivoluzionari di Gesù con le donne della Galilea patriarcale. Occorre insomma che il cristianesimo torni alla dirompente novità delle sue fondamenta e in un certo senso restituisca il dono ricevuto secoli fa. Solo in questa prospettiva, ricongiungendosi alle proprie radici, si può arrivare a una nuova concezione del ruolo femminile: interrogandosi, rileggendo con occhi nuovi la Bibbia, riscoprendo con rinnovata attenzione le vite e gli scritti delle donne che sono state protagoniste della storia millenaria della Chiesa. È questa la disposizione che anima gli autori degli interventi qui raccolti: donne e uomini che, accogliendo l'invito di Papa Francesco a impegnarsi in una "profonda teologia della donna", dialogano fra loro mettendo in luce prospettive, criticità, esempi e proposte di vita. La loro interazione, la loro disponibilità verso le specificità di ognuno e le somiglianze reciproche, diventa essa stessa modello della corretta ricerca di quella che Lucetta Scaraffia, curatrice del libro, chiama "complementarità diseguale", un dinamico alternarsi di ruoli all'interno della collaborazione...
Nel 2000 l'autrice ha pubblicato un piccolo volume il cui obiettivo era quello di trovare un solido fondamento metafisico alla differenza sessuale. Gli studi raccolti in questo volume si collegano, ognuno con una sua fisionomia, a quel testo e, ad eccezione del primo che è anteriore e che si propone come un iniziale svolgimento dei temi del libro, intendono sviluppare le linee tracciate nel 2000, muovendosi in diverse direzioni. Altro punto di contatto tra le due opere, pur così diverse, è il piano su cui esse si collocano. Un piano legato all’indagine filosofica, con intenzionali aperture alla prospettiva teologica, ritenuto di livello prioritario.