
Tra Sinottici è l'opera di Luca a dare maggiore rilievo alla questione samaritana. Quattro sono infatti gli episodi, propri dell'evangelista, inerenti ai samaritani (Lc 9,51 -56; 10,25-38; 17,11-19; At 8,4-25), per i quali la presente ricerca si è avvalsa di un approccio sincronico e semantico con aspetti rilevanti di tipo comunicativo e pragmatico. Inoltre dalle suddette pericopi emergono question significative di natura soteriologica, cristologica ed ecclesiologica.
Il progetto lucano concernente la salvezza viene illustrato lungo tutta l'opera con i caratteri dell'universalismo. Al suo interno, i samaritani, considerati dal Gesù lucano membri di Israele a tutti gli effetti nonostante il giudaismo coevo li ritenesse scismatici e assimilabili alle genti, rappresentano un ponte tra giudei gentili nell'ambito della storia della salvezza narrata.
L'aspetto cristologico verte sul rapporto intercorrente tra la profezia presente in Dt 18,15-18, la quale afferma che Dio susciterà di volta in volta un profeta all'interno del suo popolo pari a Mosè, e le caratteristiche profetiche di Gesù, fino ad identificarlo come il profeta escatologico atteso da tutto Israele, samaritani compresi.Nella dimensione ecclesiologica, infine, campeggia il motivo dei samaritani in relazione alla restaurazione escatologica dele dodici tribù di Israele quale preludio necessario all'evangelizzazione de gentili, cosi da costituire una chiesa composta da giudei, samaritani e e gentili.
L'autrice traccia una biografia del frate Giovanni M. Vannucci (1913-1984), inserendolo nel contesto dell'Ordine dei Servi di Maria e nel variegato panorama socio-ecclesiale del suo tempo e ponendolo in relazione con alcune personalità di frontiera. Abbozza poi una sintesi della sua proposta ecumenico-interreligiosa. L'intento è quello di farne conoscere maggiormente la figura e l'eredità spirituale e, a partire dalla sua esperienza e dal suo pensiero, offrire agli uomini e alle donne di oggi, assetati di silenzio e di autenticità, tracce e orientamenti per una vita pienamente umana e trasfigurata in Cristo, Parola eterna del Padre. Dall'indagine emerge che il principio di contemplazione è la chiave di lettura più appropriata per comprendere il percorso umano-spirituale di fr. Giovanni, il quale per i suoi contemporanei non fu "una pianta che svettò alta, per notorietà", ma piuttosto "l'humus silenzioso e nutriente dal quale assorbivano altri". Ed è proprio la via dell'interiorità che egli continua ad indicare anche oggi ai tanti Pellegrini dell'Assoluto in cerca di senso, di luce, di speranza, di Dio.
Emerge nella società attuale l'urgenza di avviare una riflessione in campo educativo. Educare significa consegnare ai figli un mondo di senso, rendere testimonianza di una esistenza promettente. E' di fondamentale importanza saper dire sì e no e saper esercitare sempre il discernimento nelle relazioni educative. Un disagio diffuso e conclamato cresce fra gli adulti ma soprattutto fra i giovani. Appare necessario, quanto mai oggi, avviare una ricerca delle ragioni del disagio giovanile proponendo, oltre a una critica dell'esistente, alcune prospettive educative alla luce di Viktor Emil Frankl e dell’antropologia rivelata
Le Omelie di un prete periferico raccolgono le conversazioni che don Roberto Sardelli tenne sul Vangelo di Marco dall'Ottobre 2010 al giugno 2011 presso la parrocchia di San Bernardino a Roma. Leggere il Vangelo per viverlo insieme è il compito che don Roberto e la comunità parrocchiale si propongono. Viene scelto il Vangelo di Marco perché fa comprendere meglio la realtà sociale e politica al tempo di Gesù. Don Roberto propone le sue riflessioni attingendo alla sua ampia e profonda cultura teologica, filosofica e scientifica e adotta un linguaggio "laico", essenziale, attuale, non moralistico che parla a tutti, credenti e non credenti, e consente di vivere il Vangelo nell'oggi. Il cardinale Matteo Zuppi, nella Prefazione, suggerisce di leggere le omelie con il Vangelo e il giornale in mano per cogliere nel messaggio evangelico la nostra umanità e l'umanità dell'altro e incontrare il Signore nell'esperienza di vita e nell’'ncontro con il prossimo a partire dalle periferie, dove troviamo l'umanità più vicina a Gesù.
Cos'è la fede? Qual è il suo oggetto formale? La conoscenza della verità prima può avvenire in modo naturale o dev'essere soprannaturale? C'è stato un tempo in cui la teologia, per rispondere a queste domande e argomentare sempre nuovi quesiti in grado di assecondare la vis theoretica della razionalità filosofica, seppe approntare un apposito trattato denominato de analysi fidei. Era il XVI secolo: albeggiava il sole barocco e infuriava la controversia apologetica nell'Europa lacerata dalla Riforma protestante, raggi e risvolti confessionali fecondarono la struttura del Tractatus che si accingeva a instradare la riflessione teologica secondo un metodo e una scansione tematica ben definiti. Ma, a oggi, cosa resta di questa mirabile architettura concettuale? Quale metabletica ha conosciuto l'analysis fidei nei secoli successivi? E' stato accertato un esito proficuo della metamorfosi che ha investito la teologia della fede? "Quanti arriveranno alla fine saranno ripagati non solo per aver appreso delle tesi, bensì per aver respirato lo spirito di un’epoca, che ha ancora tanto da dire alla nostra" (dalla Prefazione di Giuseppe Lorizio).
Con quali occhi guardiamo la realtà? Qual è la relazione tra vedere, conoscere e amare? Un cammino insieme ad alcuni maestri dello sguardo, per cambiare e maturare quella limpidezza che sa cogliere la verità del vivere, di Dio. Una esplorazione verso il non ancora conosciuto, verso uno sguardo triplice - conoscenza della teoria, esperienza, contemplazione - e transdisciplinare.
Sorridere è un'azione tanto elementare quanto complessa, tanto piccola quanto inesauribile. Il sorriso è cifra di ogni persona, dal suo abitare il mondo e la vita e del suo incontrare altri volti che sorridono.
Sorridere è trasformare una relazione, aprire, chiudere, spostare, trasgredire.
Esplorare il sorridere significa imbattersi nelle sfumature dell'empatia, del linguaggio, del paradosso e del mistero i Dio che intreccia anche il sorriso.
"E' bastata la scoperta di una segnalazione - unica nel suo genere - di P. Palazzini circa Cathechismus Catholicus del card. Pietro Gasparri a suscitare l'interesse di Giuseppe Sofrà di inoltrarsi In una ricerca che è risultata poi complessa e intrigante più di quanto si poteva immaginare. E' quanto si rileva in questo denso studio con la scoperta, per molti nuova, del card. Gasparri, fortemente interessato alla Catechesi non meno che alla sua più nota e riconosciuta opera del maestro giurista e canonista. Il corposo studio si colloca in posizione unica nel quadro degli altri sulla storia della Catechesi".
Francesco Milito, Vescovo
Partendo da ciò che Gesù fece «nella notte in cui fu tradito», seguendo i tornanti della riflessione cristiana nei secoli, il volume ci guida alla riscoperta del mistero eucaristico: la sua celebrazione, letta sullo sfondo della ritualità che accompagna l’universale esperienza religiosa; il suo «contenuto», cioè il gesto con cui Gesù Cristo consegna al Padre la propria vita perché il mondo abbia la vita; la sua finalità, cioè l’edificazione di un popolo che di Gesù Cristo condivida la dedizione. Fino alla morte, anzi fino alla risurrezione.
Due sposi possono dire qualcosa di nuovo sulle parabole delle nozze? Possono contribuire a una rilettura più sapienziale che faccia brillare il mister del Regno in chiave sponsale?
Rileggendo i testi delle due parabole materne dall'interno della propria collocazione esistenziale di coppia, i due autori mettono in luce diversi aspetti rimasti piuttosto in penombra nel corso dei secoli.
In un dialogo circolare tra bibbia e terapia familiare vengono posti in risalto gli elementi costitutivi dell'amore di Cristo-Sposo, mettendo a punto percorsi di riflessione sulla dimensione nuziale della relazione con Cristo, una dimensione propria di ogni cristiano che si rivela però in modo tutto particolare nell'amore degli sposi, illuminandone le profondità.