
Per molti cristiani, la Sindone è un’icona che raffigura la Passione di Cristo, il culmine del suo sacrificio d’amore per l’umanità. Le ferite visibili sul corpo dell’uomo della Sindone richiamano le sofferenze descritte nei Vangeli: la flagellazione, la coronazione di spine, la crocifissione, la trafittura del costato. In questo senso, la Sindone diventa un potente strumento di meditazione sulla Passione di Cristo, un invito a contemplare l’amore di Dio che si è fatto uomo e ha sofferto per noi. Tuttavia, la Sindone non è solo un’immagine di sofferenza ma si colloca al cuore del messaggio cristiano: la speranza nella Resurrezione. La Resurrezione di Cristo è la promessa che la morte non ha l’ultima parola, che la vita, alla fine, trionfa. San Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi, si chiede: «Dov’è, o morte, la tua vittoria?» (15,55). La Sindone, pur nel suo silenzio, in un mondo segnato dalla sofferenza, dalla malattia e dalla morte, sembra rispondere a questa domanda con un’eco di speranza.
Illustrare la storia del rapporto tra fede e ragione, insieme alle questioni storiche riguardanti la relazione tra teologia e filosofia, lungo l'intricato percorso della storia millenaria dell'apologetica cristiana, è l'obbiettivo principale di questo libro. Infatti, la storia del rapporto tra l'atto di fede e la facoltà della ragione trae la sua vitalità primaria e originaria dalla storia dell’apologetica cristiana. Entrambe rappresentano due aspetti dell'unica realtà. Una storia comune forgiata dagli sforzi ponderati, intelligenti, fiduciosi e responsabili di apologeti concreti che, nelle loro conquiste teologiche, hanno cercato di elaborare un'interpretazione che onori la fede cristiana e che sia in grado di discutere non solo sul come, ma anche sul perché delle cose.
Nella sua veste storica, l'apologetica cristiana rivela le linee maestre del cammino teologico proprio là dove homo est capax Dei, ratio est capax fidei, philosophia est capax theologiae, e viceversa. Si tratta delle linee maestre di una storia scandita da specifici paradigmi di pensiero che vengono accettati come evidenti durante i secoli, finché non si presenta la necessità del loro cambiamento. Ogni cambiamento paradigmatico nell'apologetica cristiana si spiega sulla base di un determinato contesto spirituale-intellettuale-culturale, che a sua volta è una delle chiavi di interpretazione del medesimo.
Papa Francesco, nel giro di due anni, si è riferito diverse volte all’eredità di Francesco di Sales, tra l’altro in Totum Amoris est (2022) e Dilexit Nos (2024), il che significa chiaramente che la proposta spirituale salesiana non è cosa del passato, ma ha an - cora oggi il suo significato. Quattro secoli dopo la sua morte, il santo savoiardo continua ad essere fonte di ispirazione. La sua eredità è capace di adattarsi alle esigenze del tempo e rimane dunque rilevante anche per il futuro. In occasione del 400° anniversario della morte di Francesco di Sales, nell’autunno del 2022, l’Università Pontificia Salesiana di Roma ha organizzato un convegno internazionale intitolato San Francesco di Sales: Posterità - Spiritualità - Pedagogia. L’evento, che si è svolto dal 18 al 20 novembre 2022, ha riunito studiosi e membri di diverse congregazioni ispirate al santo, con l’obiettivo di approfondire la sua vita, le sue opere e l’influenza del suo pensiero nella spiritualità e pedagogia cristiana. Il convegno ha analizzato l’eredità lasciata dal santo, evidenziando come i suoi insegnamenti continuino a ispirare numerose congregazioni e istituzioni religiose. I rappresentanti di queste famiglie religiose hanno condiviso come la spiritualità di San Francesco di Sales abbia influenzato i loro fondatori e continui a guidare le loro missioni. Inoltre, il convegno ha approfondito temi presenti negli scritti di San Francesco di Sales: la sua azione pedagogica, il contesto storico in cui ha operato e la sua visione teologica e spirituale. Un’importante occasione per riflettere sull’attualità del messaggio di San Francesco di Sales e sul suo contributo alla spiritualità e all’educazione contemporanea
I concetto di missione ha sempre messo a dura prova la teologia cristiana sia nella sua comprensione che nella prassi ecclesiale. Nonostante ciò, la Chiesa non esita a definirsi di natura missionaria e a indicare Dio come la Fonte principale della sua missione. In un mondo sempre più interconnesso e multiculturale, si sente la necessità di una rivisitazione teologica del concetto di missione e del missionario che, a causa delle vicissitudini storiche, non gode più deli stessi privilegi di una volta. Nella prospettiva di una Chiesa sinodale e e in Uscita, il presente volume indaga il senso della missione ecclesiale riflettendo tanto sui fondamenti teologici che sugli attuali contesti interculturali e interreligiosi che sfidano la Chiesa a un dialogo teologico aperto e e creativo. Samuel Komlanvi Amaglo, salesiano presbitero, è dottore in Missiologia e docente presso 'Università Pontificia Salesiana di Roma dov'è anche incaricato del corso di Formazione Permanente di Pastorale Missionaria. Dal 2019 è membro dell' Associazione Internazionale dei Missiologi Cattolici (IACM).
Il presente volume intende leggere con uno sguardo globale alcune realtà che potrebbero sembrare distanti tra di loro.
Dapprima giovani, alle prese con i cambiamenti culturali del tempo presente e con un futuro che si prospetta carico d'incertezze. Poi la catechesi, che a sessant'anni dal Concilio Vaticano I fatica a trovare una propria identità e e collocazine nell'insieme dell'azione evangelizzatrice della Chiesa.
Quest'ultima, infine, è chiamata ad esprimere la sua natura missionaria lungo i sentieri, inediti e tutti ancora da tracciare, della sinodalità, un processo ecclesiale riaperto da papa Francesco ed ancora in corso.
Il titolo del libro Giovani, catechesi e sinodalità missionaria.
Contesti, criteri, possibili percorsi riflette le considerazioni espresse, collocando all'interno dell'attuale processo sinodale la domanda su come immaginare, a partire dai giovani, dei nuovi percorsi di catechesi. A partire dai giovani: perché essi si mostrano più aperti alle novità, più sensibili al cambiamento, più disposti ad uscire dagli schemi precostituiti (dall'Introduzione).
Marcello Scarpa, salesiano presbitero, è dottore in Teologia con specializzazione in Catechetica. È professor straordinario presso l'Università Pontificia Salesiana dove insegna nel curriculum di Teologia pastorale. La sua area di ricerca è la Pastorale giovanile con particolare attenzione alla Catechesi dei giovani. Dal 2015 è membro del gruppo di redazione della Rivista Note di Pastorale Giovanile e socio dell'Aica (Associazione Italiana Catecheti).
La speranza conosce bene la nostra incompiutezzea e i nostri fallimenti; non li sottovaluta, ma non vi si arrende.
Andrea Bozzolo, salesiano sacerdote, è laureato in Lettere Classiche e dottore in Sacra Teologia. Ha partecipato come esperto alla XV e alla XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi.
Attualmente è professore ordinario di Teologia dogmatica presso Università Pontificia Salesiana di Roma, di cui nel 2021 è divenuto Rettore Magnifico. Gli ambiti delle sue ricerche sono la teologia sacramentaria, la teologia del matrimonio e la pastorale della famiglia, la spiritualità salesiana.
Per i cristiani credere vuol dire accogliere la relazione che il Crocifisso risorto ci offre mediante il suo Spirito. La testimonianza qualifica la vocazione missionaria che il Testimone fedele (cfr. Ap. 1,5) conferisce a quanti lo seguono, affinché in ogni tempo e di principio a tutti, venga data la possibilità di accedere a questa esperienza di salvezza. Le mediazioni che compongono la testimonianza non prendono il posto dell'evento che la fonda; nemmeno, però, gli rimangono strumentalmente esterne, perché l'evento non si dà al di fuori delle sue appropriazioni. L’indagine qui dedicata al dinamismo testimoniale è marcatamente riflessiva, come si addice all'accademia, senza però rifugiarsi nell'astrazione, perché nell'analisi della forma veritativa specifica della testimonianza, ne va della figura stessa della Chiesa e della intelligibilità del suo discorso pubblico. Dalla Prefazione di Massimo Epis
Stiamo assistendo a una messa in discussione sistematica e globale della proposta morale tradizionale; eppure, l'uomo di oggi non ha smesso di interrogarsi sul bene da fare e il male da evitare, in particolare non vole sapere cosa fare ma perché. Il Concilio Vaticano II aveva già dato un nome a questo perché proponendo la vita morale non come insieme di regole da osservare ma come Un fruttificare nella carità. Concretamente cosa significa? L'attenzione alla concretezza è uno dei tratti peculiari di Sant'Alfonso Maria de Liguori, questo studio ricostruisce il suo pensiero esplicitando in che senso per lui a vita del credente è portare frutti di carità.
Recentemente Papa Francesco, in più di un'occasione, ha espresso stima per la persona e il pensiero di sant'Alfonso. Ecco perché è interessante mettere in dialogo i punti centrali del pensiero alfonsiano con il magister morale di Papa Francesco, un santo partenopeo e un pontefice venuto "quasi dalla fine del mondo", avranno qualcosa in comune?
Il libro propone un'analisi teologico-spirituale della vita consacrata, contestualizzandola nell'attuale momento ecclesiale segnato dalla sinodalità. Composto da dieci studi di teologhe e teologi impegnati in un dialogo serio ed edificante, il volume si articola in due parti.
La prima parte esplora il legame tra ¡l mistero trinitario e la vita consacrata, avvalendosi di autori della teologia post-conciliare, per arricchire la comprensione dell'esperienza umana e spirituale dei consacrati nell'ambito sinodale. La seconda parte affronta criticamente alcune sfide attuali che interpellano la vita consacrata nel contesto ecclesiale contemporaneo, come la comprensione dei consigli evangelici e il rapporto tra gli stati di vita nella Chiesa.
Sessant'anni anni dopo la promulgazione del Decreto del Concilio Vaticano II sugli strumenti di comunicazione sociale Inter Mirifica, tre università pontificie decidono di approfondirne la storicità, la pastoralità e l'attualità. Da questa riflessione condivisa nasce la presente miscellanea, con contributi di vari professori correlati alle tre istituzioni accademiche coinvolte: la Facoltà di Comunicazione Istituzionale dell'Università della Santa Croce, l'Istituto Pastorale Redemptor Hominis dell'Università Lateranense e la Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Salesiana. Il volume intende proporsi come un'opportunità per approfondire un documento che ha segnato una svolta decisiva nella riflessione della Chiesa universale sulla comunicazione. Nello stesso tempo, rappresenta un valido strumento scientifico e bibliografico destinato a docenti, studenti, operatori dei media, per approfondire l’articolato legame tra realtà ecclesiali e società. Il libro è suddiviso in tre parti, ad ognuna delle quali corrisponde un focus specifico: la dimensione storico-istituzionale, la prospettiva socio-pastorale e le pratiche e i formati della cultura digitale.

