Da Giacomo a Crisostomo, da Bernardo a Dante, da Savonarola a Lutero, una grande tradizione di profeti ha contestato la ricchezza, gli sfarzi e le violenze della Chiesa. Accanto alle grandi tentazioni capaci di sconvolgere le impostazioni di fondo della coscienza ecclesiale - l'aspetto divino della comunità dei credenti, il potere, la santità - vi sono piccole tentazioni che si insinuano nella banalità delle cose quotidiane. Esse possono condurre al culto della personalità, agli eccessi nella venerazione per il papa, alla consegna indebita delle proprie decisioni di coscienza ai maestri spirituali, all'accettazione del clericalismo dei pastori. Quando la comunità cristiana non gode di "quella gioiosa libertà che viene dal distacco da cose e persone, dalle mète che ci si è proposti di raggiungere e ideali che si intendono realizzare, là si annida l'idolo, e l'adorazione del solo Dio resta oscurata", osserva l'autore.
Rivista mensile, n. 02/2015
Unde male faciamus? O meglio, unde malum? (donde viene il male?) Partendo da queste domande - domande classiche in forza dell'enigma in esse raccolto Ricoeur torna a riflettere sullo scandalo del male. In pagine intessute di finezza ermeneutica e rigore teoretico, Ricoeur disegna da un lato una fenomenologia del male: la sofferenza, la pena, il peccato, l'intreccio di male subìto e male commesso... D'altro lato ricostruisce il formarsi dell'onto-teologia e delle sue diverse teodicee, in quanto tentativo - da Agostino a Leibniz, da Kant a Hegel, fino alla paradossale dialettica spezzata di Barth - di coniugare realtà del male e credenza in un Dio onnipotente. Ma reggono queste soluzioni dinanzi alle forme estreme del male nel nostro secolo? Per Ricoeur, consumatosi il progetto stesso dell'onto-teologia, alla fine non resta che il riconoscimento dell'aporia di un male in sé ingiustificabile e di una fede che ripeta il gesto ultimo di Giobbe: credere in Dio per nulla. In margine al saggio di Ricoeur, De Benedetti, nella Postfazione, si sofferma sui riflessi teologici dell'enigma del male, dopo che la caligine di Auschwitz ha oscurato (fino a quando?) i segni di Dio.
Questo studio prende spunto dal XII volume dell'opera omnia di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, dedicato alla teologia del ministero ordinato. L'intento è portare un contributo che, a partire dagli insegnamenti di Benedetto XVI, vuole, dopo aver analizzato la dinamica trinitaria del ministero sacro del presbiterato che emerge dalla preghiera di ordinazione, dire la necessaria ermeneutica della riforma e del rinnovamento nella continuità di cui ha bisogno la Chiesa. Il tema è affrontato tracciando delle linee concrete e imprescindibili per un recupero dell'identità sacerdotale che porti il presbitero a vivere realmente la sua missione, nella dinamica dello stare con il Signore, per poter poi fruttuosamente andare agli uomini.
L'esperienza di due sorelle nello Spirito che hanno portato Dio come Padre alle persone più sfruttate e martoriate della società. Prefazione di p. Andrea D'Ascanio. Tre anni e mezzo nelle periferie degradate del Nord Italia, in mezzo a prostitute, travestiti e transessuali: questa la missione compiuta da Marta e Maria, due sorelle nello Spirito che hanno portato l'amore di Dio alle persone più sfruttate e martoriate della società, come rivelato da 'Il Padre parla ai suoi figli', l'unica rivelazione privata di Dio Padre riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa. Questo libro è il racconto della loro esperienza e di come tutti quelli che hanno accolto questa parola di salvezza, riconoscendosi figli bisognosi dell'amore del Padre, hanno imparato a chiamare Dio papà". "
"Mondanità spirituale" è l'espressione teologica e morale di un peccato che riguarda tutti ma in particolare gli uomini di Chiesa.
Lo ha descritto per primo dom Vonier, monaco benedettino nel libro Lo Spirito e la Sposa, che è alle origini del concetto.
La Libreria Editrice Fiorentina lo ha pubblicato la prima volta nel 1949 a cura di Renzo Poggi, uno dei più solidi amici di Giorgio La Pira.
Papa Francesco dalla sua prima omelia e poi ripetutamente ha parlato della mondanità spirituale per una riforma della Chiesa che parta da una conversione proprio di coloro che si sentono già convertiti.
Come cattolici cediamo alla mondanità spirituale tutte le volte che facciamo il bene, rifiutiamo la ricchezza, il lusso e la mondanità materiale, ma lo facciamo per umanitarismo, per moralismo, per una religione dell'uomo che sembra avere accenti nobili, ma che non è la fede in Gesù.
La Chiesa così, ha detto Papa Francesco, diventa "una ONG [organizzazione non governativa] assistenziale" dietro di cui, come insegna dom Vonier, può nascondersi il diavolo.
Un libro importante per capire e collaborare al messaggio di conversione di Papa Francesco, per questo la Libreria Editrice Fiorentina ripubblica il libro in copia anastatica 65 anni dopo la prima edizione.
L'Arcivescovo Crepaldi in questo libro difende la Dottrina dei principi non negoziabili, ne chiarisce il significato dell'espressione, mostra come tali principi siano indispensabili per la politica, perché la limitano e la orientano. Collega poi i principi non negoziabili con i temi della tutela del creato, della legge naturale, della coscienza e dell'obiezione di coscienza con i programmi politici e con l'operato del singolo politico.
Creazione ed evoluzione: due parole che destano immagini scientifiche e dibattiti ad ogni livello. C'è accordo o disaccordo, tra questi due concetti? Compatibilità o incompatibilità? Si può conciliare la fede in un Dio Creatore fuori del tempo e dello spazio e le nostre conoscenze attuali sul divenire cosmico? Si tratta di una questione che appassiona scienziati, filosofi e teologi, e che difficilmente troverà una soluzione condivisa e indiscutibile, ma che viene qui indagata a partire dalla vita e dal pensiero di tre personaggi che lo hanno affrontato da molto vicino: il padre della geologia, e cioè dello studio dell'evoluzione della Terra, Niccolò Stenone; il co-scopritore della selezione naturale in biologia, Sir Alfred Wallace; il padre della teoria del Big Bang, Georges Edouard Lemaître.
Nell'estate 2014 i teologi morali redentoristi, provenienti da tutto il mondo, si sono incontrati nel santuario di Aparecida in Brasile per una aperta riflessione sulle questioni morali più attuali e scottanti. Hanno parlato di povertà, di ingiustizia sociale nel continente africano, di infoetica, di salvaguardia della privacy, di approccio fenomenologico alla conoscenza della persona umana, di conflittualità della coppia e di famiglie ferite, di neuroscienze, di metodo pastorale alfonsiano? È stato l'VIII congresso internazionale di teologia morale della Congregazione del Ss. Redentore e questo volume ne raccoglie gli atti, confidando che possano costituire un valido contributo per il dibattito etico contemporaneo.
La cronica questione del rapporto tra "denaro" e "culto", non tramonta mai. Il tema è stato richiamato da papa Francesco nell'omelia del 21 novembre 2014 in cui ricorda "l'importanza della gratuità dei servizi liturgici, contro certi "listini dei prezzi" delle messe e dei sacramenti esposti in alcune parrocchie". Due studiosi, un docente di sociologia del consumo e un biblista e liturgista danno il loro contributo sul tema e provano a indicare una terza via tra denaro e sacro: ricuperare la componente relazionale del denaro, quel senso antropologico e simbolico che lo lega a un sano rapporto interpersonale, al dono e alla gratuità.
Credere significa trovare un senso alla vita, avere una meta davanti a sé, poter compiere le scelte importanti dell'esistenza usando punti di riferimento certi. Credere, insomma, aiuta a vivere. Eppure la fede è oggi una merce rara, molto più che in passato. La deriva nichilista di una parte della cultura contemporanea, lo scientismo esasperato, il culto di un'individualismo che si crede capace di tutto hanno svuotato le chiese e con esse il cuore delle persone, che si ritrovano sole, smarrite, senza speranza. Padre Zanotti-Sorkine ha colto questo malessere e si è messo in gioco per stabilire un canale di comunicazione con quanti sentono il bisogno di ritrovare una luce che illumini la strada. Ed è con semplicità e verità che in questo piccolo libro affronta una serie di grandi ed eterni interrogativi e ci offre risposte attuali e capaci di cogliere l'essenziale, aiutandoci a ritrovare la fede perduta o a rafforzare quella che, tra molte incertezze e difficoltà, siamo comunque riusciti a conservare. Con un testo di Marina Corradi.
L'autore, profondamente e intimamente "esperto" di psicologia e di spiritualità, mostra il cammino di maturità che ognuno di noi (uomo o donna, laico o consacrato, giovane o vecchio) si trova a fare nel corso della vita. È una strada non sempre dritta e chiara; eppure, anche a ogni ansa del percorso, a ogni interruzione sofferta e imprevista, si può trovare un insegnamento di cui bisogna far tesoro. I temi toccati nel libro sono: l'identità personale, i valori sociali, la vita spirituale, l'autenticità individuale, la maschera in rapporto alla persona, la semplicità all'interno del caos, la sobrietà come virtù, la solitudine e il tempo, l'eros e i desideri, l'identità sessuale e psicosessuale, le paure epocali, la malattia e le psicosi, il lutto e la sua elaborazione, e molti altri ancora. Lucio Pinkus, figlio di ebrei tedeschi fuggiti dalla Germania nazista, nato nel 1942 e battezzato cattolico vicino al campo di concentramento calabrese dove i genitori erano stati internati, è frate nell'Ordine dei Servi di Maria. Laureato in psicologia si è specializzato in età evolutiva e in analisi junghiana per poi diventare professore all'Università "La Sapienza" di Roma.