
I vangeli sono stati scritti per suscitare la fede in Gesù di Nazaret. Numerosi sono gli interrogativi o i problemi che la lettura di essi comporta; problemi che sorgono anche dall'uso di un linguaggio espressione di una cultura molto diversa dalla nostra. Qui, una serie di riflessioni rivolte ai "non credenti" che tentino un primo approccio ai vangeli e ai "credenti" che desiderino scoprire le ricchezze in essi nascoste.
L'autore presenta la risurrezione di Gesu' attraverso gli occhi dei quattro evangelisti, di cui vengono riportati i relativi racconti seguiti da commento. In modo umile e discreto, quasi invitandoci ad arrestarci alle soglie del mistero, i vangeli parlano della risurrezione di Gesu'. E ne parlano con la preoccupazione di collegare sempre passione e risurrezione, due facce del medesimo evento". Certo, nei racconti della risurrezione gli evangelisti sono piu' attenti agli aspetti teologici dell'evento, anche se ne affermano con energia la "storicita'", e quindi la realta' e la concretezza. Cio' spiega come le primitive comunita' hanno potuto comprendere Gesu' e se stesse partendo dalla fede nella risurrezione. Questa fede modella tutte le manifestazioni dell'esperienza cristiana: il culto, la vita comunitaria, le scelte morali. "
Un libro per una lettura profetica del tempo presente. Il commento di Maggioni - esegeticamente rigoroso e aggiornato, stilisticamente limpido e spigliato - rimuovendo diffidenze, pregiudizi e ostacoli nel lettore, lo mette in grado di recepire il messaggio dell'Apocalisse.
L'Autore punta il dito su Eb 13,13 quale vertice di tutta l'Epistola agli Ebrei, perché le sue sole undici parole ne riprendono in sintesi i temi, i movimenti ideali, e lo scopo. E' il versetto che invita a uscire dal chiuso e a muovere verso il Cristo, il quale patì fuori dalla porta della città. Poiché si deve uscire ''portando il suo obbrobrio'' e cioè la croce, l'uscita è in realtà una sequela, così che l'epistola ha come tema centrale non solo il sacerdozio secondo l'ordine di Melchisedek ma, ancor più, quello della sequela Christi. Giacomo Violi sacerdote dell'arcidiocesi di Modena-Nonantola, ha conseguito il Dottorato in Teologia biblica presso la Pontificia Università Urbaniana. E' professore di Esegesi del Nuovo Testamento e Teologia Biblica presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose Contardo Ferrini di Modena. E' vicedirettore dell'Ufficio Biblico Diocesano e Guida di Terra Santa.
Indice: Alle nozze di Cana, l'inizio dei segni; Le discepole: l'inizio di un ethos di reciprocità; La scoperta della stranierità; Una luce nuova su peccato e salvezza; Morte e vita si affrontano; L'unzione di Betania; Le donne nell'ora di Gesù: la fine e l'inizio. Lilia Sebastiani teologa e scrittrice.
Il presente studio di carattere biblico evidenzia come nella pericope di Giovanni 11 la risurrezione di Lazzaro sia un ''segno'' non solo per i testimoni oculari e per i lettori (o ascoltatori) del Vangelo, ma anche per Gesù. Compiendo questo ''segno'' egli stesso riceve una conferma circa la propria missione di dare in dono ai credenti la vita eterna con Dio. Dall'indice: - Prospettiva di lettura di Giovanni 11 - Un segno per credenti e per non credenti - Un segno per Gesù. Franco Manzi ha conseguito il dottorato in scienze bibliche e in teologia nelle Pontificie Facoltà di Roma e il titolo di élève titulaire all'École Biblique di Gerusalemme. È docente di Sacra Scrittura nella Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale.
L'intento di Murphy-O'Connor non è quello di offrire un lavoro scientifico, ma di presentare il quadro vivo di una delle prime comunità cristiane, con la sua vitalità e il suo entusiasmo, con le sue problematicità e le sue improvvise ricadute. Lo spiccato accento spirituale, il ricorso ad esempi tratti dalla realtà e dall'esperienza quotidiana attuale, lo stile brillante e coinvolgente non fanno che riflettere il tono vivace e concitato della Lettera di Paolo, col risultato di metterci quasi naturalmente in sintonia con l'animo e la passione dell'Apostolo''(dalla Prefazione di Luca Pedroli). Jerome Murphy-O'Connor è professore di Nuovo Testamento all'Ecole Biblique di Gerusalemme. Luca Pedroli ha conseguito il Dottorato in Teologia biblica presso la Pontificia Università Gregoriana. Per Cittadella Editrice ha pubblicato ''Dal fidanzamento alla nuzialità escatologica''.
Una lettura ermeneutica completa, l'approccio storico critico al Vangelo di Matteo.
Il quarto dei Vangeli canonici si presenta come un'opera estremamente complessa dal punto di vista letterario e contenutistico. Nella lettura e comprensione del testo, gli studiosi si sono soffermati, in particolare, sull'identificazione dell'Autore - è Giovanni, il figlio di Zebedeo e il fratello di Giacomo? -; sull'analisi dello stile (il frequente ricorso al simbolismo, l'attenzione conferita dal narratore alla parola, soprattutto a quella di Gesù, il carattere “intrusivo” del narratore con la funzione di orientare il lettore verso una migliore comprensione, ecc.); sulla relazione del Quarto vangelo con quelli sinottici e con l'Antico Testamento; sulla datazione del testo e suo scopo. Nell'affrontare tutti i più importanti interrogativi sul testo, oltre ad una lettura esegetica l'Autore propone una lettura teologica del Vangelo di Giovanni.
salmi scelti dal primo libro del Salterio
Intorno al 50 d.C. l'apostolo Paolo si reca per la prima volta a Corinto. La missione non sembra ottenere un grande successo, anzi, le continue situazioni di tensione nella comunità - la più turbolenta tra quelle alle quali ha annunciato il vangelo - e con lui, lo obbligano non soltanto a visitarla più volte ma anche a cercare di guidarla a distanza, con lettere, quando è impossibilitato a raggiungerla. Ha inizio così una frequente corrispondenza epistolare che non ha uguali con altre comunità con cui l'Apostolo era in contatto. In questo contesto si inserisce 2 Corinzi. È la più autobiografica delle lettere di Paolo. L'Autore difende il suo ministero dai diversi detrattori: riconciliato con Dio sulla strada di Damasco, è chiamato ora ad annunciare a chiunque il Vangelo. Nello scritto risalta l'io di Paolo con tutti suoi sentimenti e i modi di pensare. Una lettera che volutamente rifiuta lo stile retorico, per essere colloquiale e comunicare al lettore un messaggio di grande attualità: parlando di sé, Paolo delinea il modello da seguire nel ministero per chiunque e in qualsiasi comunità cristiana.