Carlo De Benedetti, “l’Ingegnere”, è uno dei maggiori protagonisti della recente storia italiana: industriale ed editore, ha combattuto una guerra di trent’anni contro il suo arcinemico Silvio Berlusconi, dalla Sme alla Mondadori, dall’industria alla politica. De Benedetti, con la potenza mediatica del suo gruppo Repubblica-L’Espresso, ha influito sugli equilibri del Paese in maniera speculare e opposta a Berlusconi, che detesta ma di cui riconosce – in questo libro – le capacità.
«Noi industriali, gente che ha costruito qualcosa nelle imprese e nella finanza, siamo tutti degli autocrati. Non siamo democratici: ed è per questo che nessuno di noi deve governare.» Carlo De Benedetti
Paolo Guzzanti è stato testimone diretto e parte in causa di questo conflitto trentennale. Membro fondatore di «Repubblica», intervista De Benedetti e racconta le sue esperienze con Eugenio Scalfari, Gianni Agnelli, Ezio Mauro e Paolo Mieli (comprese alcune telefonate notturne in cui, impersonando il presidente Sandro Pertini, costrinse i capipartito a presentarsi il giorno dopo al Quirinale).
«Francesco Cossiga mi disse: “Adesso ti spiego cos’è la pace sarda” e mi consegna un coltello a serramanico, che ho ancora, con scritto “fcacdb”: Francesco Cossiga a Carlo De Benedetti.» De Benedetti e Cossiga
In questo libro Carlo De Benedetti racconta la sua vita pubblica e privata, svela per la prima volta il retroscena sul cambio della direzione di «Repubblica» ed esprime un’opinione amarissima sulla classe politica italiana, non soltanto di destra ma anche su quella del Partito democratico, di cui prese la mitica tessera numero uno.
«Agnelli mi chiamò e mi disse: «Scusi un attimo, ma lei verrebbe a fare l’amministratore delegato della Fiat?» E io dissi: «Sì, immediatamente». Mi chiese: «Ma non pone condizioni?» E io: «Pongo un’unica condizione, che è di non trovarmi in conflitto di interessi, visto che la mia società Gilardini rifornisce, tra gli altri clienti, anche la Fiat». Gianni Agnelli: «Ma chi se ne frega». De Benedetti e Gianni Agnelli
Un serrato faccia a faccia fra due protagonisti, che affrontano il passato e il presente della politica e del giornalismo in un Paese perennemente tormentato dalla mancanza di regole e alla ricerca di un equilibrio tra informazione ed etica.
«Ma cazzo, Silvio! con il culo che m’hai fatto alla Sme prima, alla Mondadori dopo, vuoi anche che ti voglia bene? Ma che cosa pretendi?» Ecco, questo credo che sia stato l’ultimo nostro colloquio a quattr’occhi.» De Benedetti e Berlusconi
L’autore
Paolo Guzzanti (Roma, 1940) è giornalista professionista, scrittore, conduttore televisivo e senatore. È stato inviato dell’«Avanti!», redattore capo e inviato speciale di «Repubblica» e della «Stampa» negli Stati Uniti. Ha lavorato al «Giornale» ed è stato editorialista di «Panorama». Eletto al Senato, ha presieduto dal 2002 al 2006 la Commissione d’inchiesta sul dossier Mitrokhin. Da questa esperienza è nato il libro-denuncia Il mio agente Sasha, uscito per Aliberti nel maggio 2009. Tra le sue pubblicazioni, I presidenti della Repubblica da De Nicola a Cossiga (Laterza, 1992), L’Italia del 2000 (La Stampa, 1996), Ustica, verità svelata (Bietti, 1999), Abbasso la dieta mediterranea (Aliberti, 2009) e Guzzanti vs Berlusconi (Aliberti, 2009).
Perché è così difficile smettere di fumare? Com’è possibile che un placebo si riveli altrettanto efficace di un farmaco? Cosa intendiamo oggi per «comportamento normale»? Quali strategie utilizziamo per far fronte allo stress? Attraverso 50 brevi capitoli, Adrian Furnham guida il lettore alla scoperta dei concetti di base di una disciplina che si propone di indagare il comportamento e il pensiero umano, i sentimenti e le idee. Con uno stile brillante e discorsivo, applicato a contenuti rigorosi, l’autore ci illustra alcune delle più comuni psicopatologie, descrive i recenti sviluppi nel campo della psicoterapia, riassume alcune tappe storiche fondamentali, come la nascita del movimento antipsichiatrico che ha condotto alla chiusura dei manicomi. Ciascun capitolo è completato da interessanti inserti, aneddoti ed esempi concreti.
Un secolo di storia della sinistra americana, dagli inizi del Novecento fino alla presidenza Obama, raccontata attraverso le sue battaglie e i suoi principi. Le idee dei suoi pensatori e dei suoi attivisti, ma anche le esperienze concrete di chi ha governato con valori progressisti la più grande potenza mondiale. Una storia di passioni per una famiglia politica che, da Roosevelt a Clinton e Obama, non ha mai cessato di essere un punto di riferimento nel mondo.
DESCRIZIONE: Matteucci muove da due assunti principali: il primo è che il costituzionalismo è antico ma, dopo una grande manifestazione di vitalità nel Medio Evo e in età moderna, è ancora attuale nel mondo contemporaneo; infatti, anche se ci sono stati un tempo regimi costituzionali non democratici non esistono regimi democratici che non siano costituzionali. Il secondo è che il costituzionalismo è prima di tutto limitazione del potere politico. Proporre alla cultura e alla politica italiana il costituzionalismo, inteso come in questo denso ed efficace saggio del 1964 quale insieme di valori e di tecniche per la difesa istituzionale delle libertà individuali, sociali, civili e politiche, è una presa di posizione chiara. Il costituzionalismo a cui fa riferimento Matteucci non si esaurisce nella separazione dei poteri o nello Stato misto, ma prevede una costituzione antecedente al potere del governo e del parlamento, che li limita secondo la legge.
(Carlo Galli)
COMMENTO: La prima edizione di un piccolo classico che spiega che cosa è il costituzionalismo nelle sue origini storiche e nella sua attualità (dalla Magna Charta alle Rivoluzioni americana e francese, fino ai giorni nostri), da parte di uno dei massimi storici del costituzionalismo liberale del Novecento.
NICOLA MATTEUCCI (1926–2006) politologo italiano, fondatore della rivista «il Mulino» e della stessa casa editrice, è uno dei maggiori teorici del costituzionalismo liberale del Novecento.
Che cos’è Donguan? Una città, verrebbe da rispondere, se il termine non si applicasse solo per difetto a un enorme agglomerato di fabbriche, collegate da una rete di tangenziali che non contemplano il passaggio, o anche solo la presenza, di pedoni. Ma perché a Donguan arrivano ogni giorno, dalle sterminate campagne di tutto il paese, migliaia di ragazze? Qui la risposta è più semplice: intanto perché le braccia delle giovani donne sono le più ambite, nel mercato del lavoro cinese, e poi perché una ragazza, in un posto come Donguan, può realizzare il suo sogno, l’unico apparentemente concesso, in Cina, oggi: fare carriera. Certo le condizioni di partenza sono durissime: turni massacranti, paghe minime, il tempo che avanza al lavoro reinvestito nell’apprendimento coattivo di quei rudimenti di inglese senza il quale una carriera non può avere inizio. E come alternativa, una bella serata fra colleghe al karaoke aziendale. Ma le ragazze di Donguan – e in particolare le quattro che Leslie T. Chang, in questo suo magnifico e appassionante reportage, ha seguito per anni, un giorno dopo l’altro – sono disposte ad accettare tutto: un nomadismo incessante (per una fabbrica in cui si trova posto ce n’è sempre un’altra che offre condizioni migliori, e in cui bisogna trasferirsi il prima possibile); relazioni personali fuggevoli, ma irrinunciabili, non fosse altro che per le informazioni che ne possono derivare; e una vita interamente costruita intorno al possesso di un unico bene primario, il cellulare (perderlo, in un posto come Donguan, significa conoscere all’istante una solitudine quasi metafisica). Sembra l’anticipazione di un incubo futuribile, ed è invece solo una scheggia di un presente parallelo al nostro, e molto più vicino di quanto vorremmo sperare.
Prosecco contro Champagne: una sfida possibile? È quello che si chiede questo libro-intervista che prende spunto da una curiosa scritta tracciata da un misterioso writer sul muro di una strada vicino a Valdobbiadene in Veneto: "Viva il Prosecco, Abbasso lo Champagne". Solo una provocazione campanilistica o l'inizio di una vera sfida al re delle bollicine da parte di un vino per molti anni considerato troppo popolare? Un botta e risposta, senza peli sulla lingua, con uno dei più noti produttori di Prosecco, Gianluca Bisol, che di questo possibile confronto ha fatto una filosofia. Un tour alla scoperta di un interessante imprenditore e di una splendida tradizione italiana.
«Questo libro è un atto di resistenza. Di fronte alle offese e alle umiliazioni che subiscono oggi le donne in Italia, in quanto filosofa, ho sentito il dovere di abbandonare la torre d'avorio in cui si trincerano spesso gli intellettuali per spiegare le dinamiche di oppressione che imprigionano la donna italiana. Lo scopo è semplice: si tratta di dare a tutte coloro che lo desiderano gli strumenti critici necessari per rifiutare la sudditanza al potere maschile.
Perché le donne continuano a cedere alla tentazione dei sensi di colpa e, per paura di essere considerate "madri indegne", abbandonano ogni aspirazione professionale? Perché tante donne vengono giudicate "fallite" o "incomplete" quando non hanno figli? Perché molte adolescenti pensano che l'unico modo per avere successo nella vita sia "essere belle e tacere"? Perché il corpo della donna continua a essere mercificato? Perché stiamo assistendo al ritorno di un¿ideologia retrograda che vorrebbe spostare l'orologio indietro e rimettere in discussione le conquiste femminili degli anni Sessanta e Settanta?
La filosofia è un'arma efficace e potente, l'unico strumento capace di aiutare le donne a riappropriarsi della propria vita e non permettere più a nessuno di umiliarle o azzittirle.»
Michela Marzano
I due autori, Pia De Silvestris e Adamo Vergine, propongono qui una sintesi della loro lunga esperienza di psicoanalisti, facendo una vasta riflessione sul pensiero e le sue modalità di costruirsi in forme diverse. Il percorso nasce da un interrogativo sul pensiero religioso che gli autori considerano, alla stregua di qualsiasi pensiero, una funzione particolare della mente umana. Una funzione che si sviluppa senza necessariamente nasca il bisogno di doversi interrogare sulla metafisica dell'esistenza di Dio. Gli autori, infatti, sono portati a riflettere sulla molteplicità enorme dei modi di pensare - dal delirio alla ragione - utilizzando la teoria darwiniana dell'evoluzione che secondo loro è la più appropriata per gli studi psicologici, specialmente per quelli non sperimentali, per non cadere nella rete del trascendente e allo stesso tempo cercare forme di derivati oggettivi dall'esperienza soggettiva così complessa come quella della psicoanalisi.
L'evoluzione dell'Unione europea, insieme alla produzione di un'ampia letteratura sull'integrazione dal punto di vista giuridico, economico, politico, sociale, ha anche favorito analisi e dibattiti sui fondamenti culturali di tale unificazione. Esiste un'"identità dell'Europa", un "noi" europeo costituito da sentimenti comuni di appartenenza e da valori condivisi? Religione, vita quotidiana, lavoro, istituzioni: passando in rassegna gli orientamenti valoriali dei cittadini europei, il volume, sulla base dei dati scaturiti da alcune grandi indagini campionarie, delinea i sistemi di valori sui quali di volta in volta convergono o si divaricano i diversi paesi.
Olivier Galland è direttore di ricerca al Centre National de la Recherche Scientifique (Cnrs). Con Alessandro Cavalli ha curato "Senza fretta di crescere. L'ingresso difficile nella vita adulta" (Liguori, 2001). Yannick Lemel è dirigente all'Institut National de la Statistique et des Études Économiques (Insee). Tra le sue pubblicazioni "Les classes sociales" (Puf, 2004).
L'edizione 2010 dell'annale curato dall'Istituto Affari Internazionali (Iai) e dall'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi), si presenta rinnovato: ridotta nel numero complessivo di pagine, è interamente incentrata sulla politica estera del nostro paese e sul ruolo giocato dall'Italia nella politica internazionale nell'anno che si è appena concluso, del quale vengono passati in rassegna gli avvenimenti fondamentali - sia sul piano strettamente nazionale sia sul piano europeo e mondiale. A un Rapporto introduttivo che analizza il ruolo del nostro paese nello scenario internazionale segue una seconda parte nella quale sono prese in esame le politiche italiane rispetto a problemi-chiave quali la crisi economica e finanziaria, le organizzazioni multilaterali e la governance globale, la sicurezza e la difesa, l'Unione Europea, i rapporti transatlantici, l'Est Europa, il Mediterraneo, il Medio Oriente e il Golfo, La politica energetica e l'ambiente, le migrazioni, la politica estera delle regioni. Chiude il volume una sezione di documentazione che consta fra l'altro di una cronologia della politica estera italiana e di una cronologia dei principali eventi europei e internazionali per l'anno 2009.
Per l'Europa il 2009 è stato per tanti versi un anno chiave, soprattutto perché ha portato a conclusione il processo di ratifica e di prima attuazione del Trattato di Lisbona. Dopo le tensioni per le resistenze ceche e polacche alla firma del Trattato e l'incognita del secondo referendum irlandese per l'adesione di quel paese, proprio in chiusura d'anno si è avuto il varo delle due attese novità ai vertici della Ue: il presidente stabile e l'Alto Rappresentante per la politica estera. Non è stata quella che si dice una festa: le nomine sono apparse alla quasi totalità dell'opinione pubblica europea deboli, soprattutto nel quadro di una sensibile flessione della partecipazione dei cittadini dell'Europa a 27 alle elezioni per il rinnovo del Parlamento di Bruxelles-Strasburgo in giugno. Come ogni anno il volume del "Centro Studi per il Progetto Europeo" di Bologna, che cura il sito www.europressresearch.eu, fa una accurata analisi delle tendenze della grande stampa di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Austria, Belgio e Russia, ripercorrendo i dibattiti e le polemiche che hanno percorso quelle opinioni pubbliche in un periodo denso di tensioni (si pensi anche solo alla grande crisi economico-finanziaria della prima metà dell'anno). Accompagna queste analisi la mappatura di alcune grandi questioni che hanno occupato il centro della scena: dalla politica estera (è stato l'anno di Obama) al dibattito sulle questioni climatiche, dall'esito delle elezioni europee ai nuovi equilibri al vertice dell'Unione.
Paolo Pombeni, insegna Storia dei sistemi politici europei e Storia dell'ordine internazionale nella Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna ed è direttore dell'Istituto di Studi avanzati di quell'Ateneo. E' editorialista del quotidiano "Il Messaggero" e membro della direzione di "Ricerche di Storia Politica" e dell'editorial board del "Journal of Political Ideologies". Con Il Mulino ha pubblicato, tra l'altro, "Il primo De Gasperi. La formazione di un leader politico" (2007) e "La ragione e la passione. Le forme della politica nell'Europa contemporanea" (2010) e ha diretto l'edizione critica degli "Scritti e discorsi politici" di Alcide De Gasperi (2005-2009). Ha curato, con G. Consorte, "Democrazia sociale. Il riformismo europeo e l'anomalia del caso italiano" (Cedam 2010).