«Siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4,25). Dalle community alle comunità. Il tema sottolinea l’importanza di restituire alla comunicazione una prospettiva ampia, fondata sulla persona, e pone l’accento sul valore dell’interazione intesa sempre come dialogo e come opportunità di incontro con l’altro. Si sollecita così una riflessione sullo stato attuale e sulla natura delle relazioni in Internet per ripartire dall’idea di comunità come rete fra le persone nella loro interezza. Alcune delle tendenze prevalenti nel cosiddetto social web ci pongono infatti di fronte a una domanda fondamentale: fino a che punto si può parlare di vera comunità di fronte alle logiche che caratterizzano alcune community nei social network? La metafora della rete come comunità solidale implica la costruzione di un “noi”, fondato sull’ascolto dell’altro, sul dialogo e conseguentemente sull’uso responsabile del linguaggio. Già nel suo primo Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, nel 2014, Il Santo Padre aveva fatto un appello affinché Internet sia “un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane”. La scelta del tema del Messaggio del 2019 conferma l’attenzione di Papa Francesco per i nuovi ambienti comunicativi e, in particolare, per le Reti Sociali dove il Pontefice è presente in prima persona con l’account @Pontifex su Twitter e il profilo @Franciscus su Instagram.
«Queste lettere e le riflessioni che le accompagnano sono rilevanti per capire come lo stesso Bergoglio senta di dover agire come successore di Pietro, cioè come Francesco. Sono parole che egli dice oggi alla Chiesa, ripetendole innanzitutto a se stesso. E soprattutto sono parole che il Pontefice considera fondamentali oggi perché la Chiesa sia in grado di affrontare tempi di desolazione, di turbamento, di polemiche pretestuose e antievangeliche. 'Lettere della tribolazione' rappresenta un volume epistolare che si è formato nel tempo, generato nel confronto con situazioni difficili. Esso rivela molto di Francesco e del suo modo di affrontare il tempo della desolazione.» (p. Antonio Spadaro)
Contenuto
Via crucis con le parole di papa Francesco. In questa Via crucis alcune stazioni “tradizionali” sono sostituite con stazioni di stampo più biblico. Si segue in questo modo, con uno sguardo mistico, Gesù che percorre il suo cammino fino al Calvario per compiere il mistero della Pasqua. La parole di papa Francesco, tratte dall’enciclica Evangelii gaudium, dall’esortazione Gaudete et exsultate, da omelie e dalle parole pronunciate in occasione della Via crucis al Colosseo aiutano la meditazione e la preghiera.
Destinatari
Comunità e singoli fedeli
Autore
Giancarlo PARIS, originario di Telgate (Bg), è un frate minore conventuale della provincia religiosa di Padova. Guardiano presso il convento S. Francesco di Brescia e per diversi anni rettore dei postulanti. Collabora con il Settimanale «La voce del popolo» di Brescia. Per le Edizioni Messaggero Padova ha già pubblicato: Rosario. Meditazioni dalla Gaudete et exsultate di papa Francesco (2018) e Carlo Acutis. Il discepolo prediletto (2018).
Il testo è frutto di un’ampia meditazione di papa Francesco a partire dalla sacra Scrittura. Non si tratta di una riflessione sviluppata organicamente, ma di frammenti tratti da vari suoi interventi, nati in varie occasioni e qui disposti seguendo il succedersi del Vangelo di Luca.
La buona politica è al servizio della pace.
Messaggio di Papa Francesco per la cinquantaduesima giornata mondiale della pace 2019.
"Ciascuna famiglia cristiana – come fecero Maria e Giuseppe – può anzitutto accogliere Gesù, ascoltarlo, parlare con Lui, custodirlo, proteggerlo, crescere con Lui; e così migliorare il mondo. Facciamo spazio nel nostro cuore e nelle nostre giornate al Signore. Così fecero anche Maria e Giuseppe, e non fu facile: quante difficoltà dovettero superare! Non era una famiglia finta, non era una famiglia irreale. La famiglia di Nazaret ci impegna a riscoprire la vocazione e la missione della famiglia, di ogni famiglia". Papa Francesco
Il tema del cammino è fondamentale nel percorso e nel pensiero di papa Bergoglio: la sua Chiesa è, innanzitutto, in cammino; semper reformanda, come dicevano i Padri, ma anche sempre spinta dallo Spirito a una sorta di esilio da se stessa, di diaspora necessaria. La “Chiesa in uscita” di cui il pontefice parla continuamente è dinamica, incapace di sostare su se stessa – pena la propria fine – e, soprattutto, in movimento verso le periferie delle città, della storia, dell’esistenza: quelle periferie esistenziali che attendono una parola che liberi e che non può essere altro che quella evangelica. Periferie che sono in “ricerca”: altro termine che in questo volumetto il lettore troverà quale filo rosso per l’approfondimento di un pensiero – quello di papa Francesco – che a sua volta è in divenire, nella costante e necessaria volontà di dialogo tra una fede che non perde identità e una domanda continuamente rinnovata dal e nel mondo.
«Penso a quei preti, a quelle suore, a quei fratelli che lavorano nelle periferie o nel centro delle città. A quelle persone consacrate che non hanno pretese, che non fanno rumore, ma che lavorano senza preoccuparsi. A coloro che fanno la teologia della vita consacrata vivendola, pregandola. Sono persone che hanno un'umiltà essenziale: sono lavoratori e prendono molto seriamente la loro vita di consacrazione nell'insegnamento, nelle parrocchie, negli ospedali, nelle missioni o ovunque si trovino lavorando al servizio degli altri. Sono davvero persone che danno tutto a piene mani».
Una riflessione inedita sulla preghiera che Gesù ha donato ai suoi discepoli.