Lo stile di vita degli italiani e i diversi ambiti della società hanno iniziato a separarsi da qualsiasi riferimento al trascendente ben prima dell'affermarsi dei consumi e dell'invasione televisiva. Quando la modernizzazione della produzione ha reso più sicura una vita prima minacciata dalla precarietà e dalla marginalità, l'esistenza è diventata molto meno problematica: anche da questo emergono l'indebolirsi delle credenze, l'assottigliarsi dei praticanti e il declino della sensibilità religiosa. Il libro si propone di spiegare in questo contesto l'affermazione e l'estesa persistenza dell'iniziativa educativa di don Giussani (1922-2005), fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, tra le realtà ecclesiali più rilevanti della seconda metà del Novecento. Il contesto sul quale indagare, dati ISTAT alla mano ma anche letteratura, film e canzoni, sono le prospettive di vita che riempiono e animano la società italiana a partire dagli anni Cinquanta fino ai nostri giorni.
Perché studiare latino? Molti interventi di questi ultimi decenni hanno insistito sul "piacere del latino". Le ragioni del latino si domanda, più radicalmente, se lo studio di questa lingua possa nuovamente svolgere un ruolo nella formazione. La proposta personale è quella di considerare la totalità della storia del latino, cioè più di due millenni di storia culturale europea, senza limitarsi a quel paio di secoli che viene definito "classico". Il volume si presenta come un invito a ripensare, anche operativamente, la lingua della cultura europea. Gli argomenti trattati spaziano dalla considerazione del ruolo linguistico del latino nella costruzione delle lingue moderne, alla costante presenza del latino nella storia della musica, al rapporto costitutivo tra latino e cristianesimo, alle indicazioni sul successo didattico del latino a livello europeo. Tutti i capitoli sono accompagnati da numerose illustrazioni ed esempi, con una essenziale bibliografia di riferimento, in modo da rendere la lettura agevole e permettere a chi intende documentarsi in modo completo di disporre della strumentazione necessaria.
Un confronto sul destino del cristianesimo, sui rapporti tra religione e libertà, tra morale e scienza, tra diritti e doveri. In gioco è cosa si intende per liberalismo, se la democrazia liberale abbia un fondamento relativistico e pluralistico (Antiseri) o presupponga un'etica comune con valori assoluti della tradizione cristiana (Pera). Questioni che nella contemporaneità segnata dalla secolarizzazione, con la religione relegata per lo più a fenomeno privato ed estraneo al dibattito pubblico e soccombente al dominio della scienza, assumono particolare importanza. Il vecchio continente sta affrontando un complesso processo di integrazione economica e normativa, ma sembra dimenticare le sue radici cristiane, fondamentali - lo ricorda Agostino nella Città di Dio - per costruire le basi stesse di una convivenza sociale. Ma può esistere un'Europa senza cristianesimo?
In questo dizionarietto, dalla particolare struttura tematica, la filosofia si confronta con i saperi e con le pratiche educative. Le quaranta voci sono raccolte in tre parti. La prima seleziona alcune linee del dibattito recente sull'educazione, individuando dieci approcci pedagogici (da quelli basati su capacità, complessità, dialogo alla prospettiva fenomenologica, della liberazione, pragmatista...) definiti "sistemi di cattura", perché intendono fare presa su soggetti, nella consapevolezza che qualcosa sfugga sempre, resti inafferrabile. La seconda parte ("Le maglie della rete") presenta una serie di coppie di termini - da "Affezione/Azione" a "Violenza/Potere" - per mettere in evidenza il particolare tipo di rapporto che li lega e la tensione che nasce dal loro accostamento. L'ultima parte ("Quel che non si lascia acchiappare") è dedicata a parole che indicano questioni fondamentali nel dibattito educativo - da "Alterità" a "Scarto". Termini aperti, che ci restituiscono il senso dell'azione educativa, costretta ad occuparsi di quello che non si lascia definire, ridurre, uniformare.
Discorrendo con il figlio sedicenne Adeodato, Agostino s'interroga sul ruolo del linguaggio nella relazione educativa, a partire dal rapporto tra le parole e le cose. Il dialogo, qui proposto con testo latino a fronte e note di commento, inaugura la riflessione occidentale sul ruolo del maestro e sul significato dell'insegnamento. Una delle prime, spiazzanti conclusioni è che le parole non insegnano e i maestri non hanno alcun ruolo nella formazione dei discenti. Si tratta, però, di un risultato non definitivo, in un confronto aperto che non intende offrire risposte risolutive, ma affrontare dialetticamente il problema filosofico dell'educazione. Le domande ancora attuali che il dialogo pone costringono a ridefinire il compito del maestro e riportano al centro la necessità di avvicinare il discente al sapere aiutandolo a rintracciare la motivazione nella propria interiorità.
Un libro che per la prima volta ricostruisce le figure di Gerusalemme e Gaza nella Bibbia e nelle tradizioni rabbinica e islamica, per capire le radici culturali del conflitto israeliano-palestinese. Uno sguardo che si sofferma sui simboli e le credenze religiose - a partire dal concetto di Terra Santa - che agiscono sotto le decisioni politiche e gli eventi che lacerano la terra di Abramo: Israele e Palestina. Con l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 è messa in gioco l'esistenza stessa dello Stato di Israele da parte del fondamentalismo islamico e la convivenza tra i due popoli. Un testo per capire le ragioni religiose della più lunga guerra contemporanea, delineando le condizioni culturali - e teologiche - di possibili percorsi di pace e mutuo riconoscimento.
Letto e studiato da generazioni di maestri e maestre, Giuseppe Lombardo-Radice (1879-1938) è tra i pedagogisti che hanno influenzato più profondamente l'educazione e l'istruzione degli italiani per gran parte del Novecento. Figura centrale nel dibattito pedagogico del secolo scorso, la sua convinta adesione alle ragioni del neoidealismo gentiliano non gli impedì di seguire con attenzione e curiosità il fiorire delle "scuole nuove" e il fenomeno dell'attivismo pedagogico, né lo portò a liquidare con sufficienza l'apporto della psicologia a una più equilibrata riflessione sull'arte di educare. Questa antologia essenziale del pensiero di Lombardo-Radice recupera soprattutto alcuni dei suoi testi meno noti, ma che contribuiscono a restituirci di lui l'immagine di un uomo libero, di un intellettuale onesto, di un autentico educatore, di un autore imprescindibile nella storia della pedagogia.
Filosofia e bambini è un binomio che si ritrova sempre più spesso nelle pratiche educative, soprattutto dagli anni Settanta quando Matthew Lipman ideò il metodo della Philosophy for children, in contrapposizione a un'istruzione basata solo sull'accumulo di conoscenze, per sviluppare innanzitutto a scuola, la capacità di ragionare, di immaginare e di stupirsi. A questo metodo o modo di pensare l'educazione al pensiero, che gode oggi di grande diffusione, è dedicata la prima parte del manuale. La seconda invece si sofferma su altre modalità di fare filosofia con bambini, ragazzi, ma anche adulti. La terza parte raccoglie infine contributi sul valore pedagogico del pensare insieme e dell'essere in tal modo comunità: al centro di ogni pratica filosofica emerge la costruzione di relazioni intersoggettive, di spazi di incontro e confronto, di co-costruzione di interrogativi e significati. La filosofia viene intesa come forma di vita e pratica di comunità. Educare a essa significa valorizzare l'altro, il suo pensiero e il suo sentire: un antidoto per un tempo segnato da individualismi e incompetenze relazionali.
Nelle "Confessioni" Jean-Jacques Rousseau scrisse che la stesura dell'Emilio gli era costata "vent'anni di meditazione e tre anni di lavoro". Si tratta, in effetti, di un'opera suddivisa in cinque libri nei quali l'autore presenta un'ampia varietà di argomenti, dalla teoria della conoscenza all'etica, dalla politica all'esistenza di Dio, all'interno di una cornice principalmente educativa, ricorrendo a diversi registri stilistici e forme letterarie tra le quali, nel quinto libro, tende a prevalere la storia d'amore tra Émile e Sophie. Una tale presentazione sarebbe però lacunosa se non si aggiungesse che, come Rousseau sottolineò successivamente, la filosofia dell'educazione dipendeva dall'assunto antropologico dichiarato nel celebre esordio dell'opera: "Tutto è bene quando esce dalle mani del creatore delle cose: tutto degenera nelle mani dell'uomo". A partire da questa affermazione si snoda l'opera che inaugurò la pedagogia moderna.
Nell'Ottocento e nel primo Novecento in Italia la produzione letteraria femminile ha conosciuto una grande vivacità, confrontandosi con la totalità dei generi: la narrativa, le scritture personali (lettere e diari), la saggistica, la poesia, le narrazioni di viaggio, il teatro, le biografie, il giornalismo. Questa raccolta propone, per la prima volta nell'editoria italiana, testi di quasi cento autrici, alcune più note, altre sconosciute. Ci sono le donne del Risorgimento, come Cristina Trivulzio di Belgiojoso, che hanno colto le opportunità offerte da una vita di trasferimenti e sradicamenti come ispirazione per la loro scrittura e quelle della generazione successiva, dell'Italia unita, pronte a dare un respiro universale a realtà locali (la Napoli di Matilde Serao, la Sardegna di Grazia Deledda...) descritte con uno sguardo che abbina indagine esistenziale e interpretazione sociale e storica. Le scrittrici del primo Novecento, poi, vivono spesso il peso di forti condizionamenti in una società in mutamento: Sibilla Aleramo ce ne offre un esempio nella dimensione asfissiante del piccolo paese che mortifica l'esistenza della protagonista di Una donna. La prima parte del volume ospita due saggi: il primo, di Silvia Tatti, affronta le costanti, le specificità e le sfasature della scrittura delle donne nel lungo arco cronologico preso in considerazione; il secondo, di Chiara Licameli, ricostruisce il lavoro d'archivio e documentazione necessario per restituire la memoria dell'importante produzione del periodo. La ricca raccolta di brani presenta, per ognuno, una breve presentazione biografica dell'autrice e un'analisi critica del testo, per consentire al lettore di coglierne gli aspetti più significativi.