
La diffusione delle tecnologie legate all'utilizzo dell'intelligenza artificiale (IA) contribuisce a sollevare nuove questioni, come quella del suo rapporto con l’intelligenza umana. Tale tema tocca molti settori: i rapporti interpersonali, l'educazione, il lavoro, l'arte, la sanità, il diritto, la guerra e le relazioni internazionali. In questa nota, impreziosita dal commento di Vincenzo Paglia, "si considera la prospettiva cristiana sull'intelligenza umana, offrendo un quadro generale di riflessione fondato sulla tradizione filosofica e teologica della Chiesa"; inoltre "si propongono alcune linee guida, allo scopo di assicurare che lo sviluppo e l'uso dell'IA rispettino la dignità umana e promuovano lo sviluppo integrale della persona e della società".
L'opera esplora la complessa storia dei simboli di Nicea e di Costantinopoli a 1700 anni dalla celebrazione del primo concilio ecumenico, del quale il Credo niceno attraverso quello di Costantinopoli, rappresenta l'eredità di più lunga durata, rimanendo sempre un punto di riferimento per le chiese. I contributi seguono lo sviluppo di questa formula a partire dal IV secolo, cioè dalla prima redazione del Simbolo nel 325, fino all'età contemporanea, attraverso le diverse tradizioni delle chiese, la trasmissione liturgica, letteraria, canonica, e missionaria, prestando attenzione agli aspetti filologici, paleografici, musicali e materiali. Il volume abbraccia così l'intera parabola del Simbolo niceno e niceno-costantinopolitano dalla tarda antichità, attraversando l'età medievale e poi moderna fino ai più recenti sviluppi del dibattito teologico. Alla ricostruzione storico-critica di questo percorso fanno da complemento una serie di exempla che nella loro particolarità restituiscono la trasversalità della storia di un testo e di una professione di fede trasmessi attraverso una molteplicità di lingue e tradizioni per approdare in contesti culturali, religiosi e sociali diversi, fino a innestarsi nella vita della maggioranza delle chiese.
La follia per Cristo è una scelta di vita che sovverte le logiche mondane, rinunciando a convenzioni sociali, status e sicurezze per seguire un ideale evangelico di totale donazione. È una forma di testimonianza spirituale in cui il credente accetta volontariamente di sembrare paradossale, pur di rimanere fedele al vangelo. In Catherine de Hueck Doherty la follia si traduce in un appello all'impegno sociale e spirituale che sfida le convenzioni, sposando i valori di giustizia, accoglienza dell'altro e condivisione. In occasione del quarantesimo anniversario dalla scomparsa dell'autrice, viene pubblicato questo testo dai chiari echi autobiografici in cui lei stessa veste i panni della folle per Cristo.
Nel Vangelo secondo Giovanni la glorificazione di Gesù avviene nella sua passione e morte, e nella sua risurrezione trova ulteriore esplicitazione. Infatti, ponendosi in completo ascolto del Padre, nell'obbedienza completa fino alla morte, Gesù compie il primo imperativo religioso dell'ebraismo: l'ascolto, lo Shema'. Questa particolare prospettiva è elaborata da Giovanni tenendo conto dei racconti sinottici (Matteo, Marco, Luca). Il messaggio teologico dei brani che qui vengono studiati trova conclusione nella sintesi, che vorrebbe aiutare a cogliere il significato dello Shema'per il lettore del quarto vangelo.
A 750 anni dalla morte di Tommaso d'Aquino vengono riproposti gli studi di Carlo Lupi sulla sua proposta politica. L'attualità del suo pensiero risiede nella centralità del concetto di persona, attorno al quale viene a realizzarsi la comunità politica. Le istanze del personalismo cristiano vengono così a dare spunto efficace per i problemi che toccano la politica odierna, specialmente dal punto di vista dei valori di riferimento.
Alla fine del 1949 Luigi Santucci si rivolse all'amico don Primo per coinvolgerlo nel progetto di presentare la figura di Gesù tenendo conto delle esigenze del pubblico colto coevo. Mazzolari accettò, ma consegnò uno scritto allora ritenuto non soddisfacente. Il testo fu sepolto nei cassetti, finché fu pubblicato postumo nel 1969. Il libro merita oggi di essere ripreso, per i tanti spunti, originali e tipicamente mazzolariani, che contiene nella rilettura di alcuni dei più famosi miracoli compiuti dal Figlio di Dio.
L'emergere dell'Intelligenza Artificiale (AI) e la sua progressiva integrazione con le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (ICT) costituiscono un punto di svolta storico, assimilabile all'invenzione della stampa o alla rivoluzione industriale. Le ripercussioni di questa evoluzione tecnologica sono significative e pervasive, interessando ogni aspetto dell'esistenza umana e modificando le modalità di lavoro, comunicazione, apprendimento e interazione con l'ambiente circostante. In questo libro si esamina il fenomeno dell'AI e delle ICT attraverso una prospettiva multidisciplinare, approfondendone le implicazioni tecniche, etiche, teologiche, psicologiche, sociologiche, pedagogiche e didattiche.
Per la prima volta in traduzione italiana il testo che ha fatto conoscere Ghislain Lafont al mondo accademico. L'autore ripercorre la formazione del pensiero trinitario occidentale: vi si può intuire il ponte tra l'esperienza del divino avuta in Gesù di Nazaret e le formulazioni dei primi concili, in particolare quelle che evolvono nel dogma della Trinità. Facendo riferimento agli autori che scrivono dopo Nicea, Lafont mostra il pericolo che la teoria teologica dimentichi troppo in fretta l'esperienza storica di Gesù e ne spiritualizzi la la vicenda. Nel mistero pasquale egli rintraccia la possibilità di un evento che nello stesso tempo proclama la salvezza nella storia e costringe a cambiare le categorie con le quali si si pensa il divino.