Nel corso dei secoli numerosi scrittori e letterati hanno dedicato fiumi di inchiostro al tema del Natale, chi in modo altisonante, chi in modo umile e commosso, chi disorientato, ma mai nessuno indifferente di fronte al mistero di Dio che si fa bambino tra le braccia della Madre. In questo volume Padre Ferdinando Castelli ha raccolto le meditazioni di alcuni tra i più illustri letterati degli ultimi due secoli, offrendo la loro testimonianza sul significato del Natale e su come viverlo intensamente. Tra le personalità citate si annoverano John H. Newman, Dostoevskij, Pasternak, Curzio Malaparte, Edith Stain, Paolo VI, Giacomo Leopardi, Kierkegaard, Dietrich Bonhoffer, Heinrch Heine, Jean Paul Sartre, Henri-Marie de Lubac e Karl Rahner.
Questo saggio propone uno studio storico, letterario e religioso su quindici scrittori di fama internazionale, scelti per la profonda umanità con cui cercano di rispondere alle domande che fin dai tempi più remoti l'uomo si pone: il senso della vita, e il valore della stessa in relazione all'esistenza di Dio. Tra gli scrittori presi in esame dall'autore (padre gesuita e docente di Letteratura e Cristianesimo presso l'Istituto di Scienze Religiose della Pontificia Università Gregoriana) si annoverano tre premi Nobel (Saul Bellow, Elias Canetti e Kenzaburo Oe) e altri autori internazionali quali Calderon de la Barca (da un'opera del quale il volume prende il titolo), Edgar Allan Poe, Ennio Flaiano, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. L'intento di Padre Castelli è stato dunque quello di offrire una rilettura di tali scrittori e delle loro opere fornendo una mera analisi critica, senza alcuna forzatura né modernizzazione
Le panoramiche offerte in questo volume intendono presentare sia il buio del tunnel in cui molti homines viatores vengono a trovarsi sia la luce che, all'uscita da esso, può rischiarare la vita e darle senso e valore. Le panoramiche religiose dell'odierna letteratura vengono analizzate in questo saggio critico, particolarmente attento a cogliere l'anima profonda degli scrittori contemporanei e il loro senso religioso, talvolta nascosto in pagine inquietanti e dissacranti.
Il secondo volume completa l’analisi di firme illustri del teatro, della narrativa, della poesia tra fine Ottocento e pieno Novecento per mettere in luce che la tensione verso un Assoluto in cui credere, e dal quale la nostra esistenza tragga senso, costituisce il “motore” di ogni attività letteraria.
Il libro raccoglie saggi su Henrik Ibsen, Johan August Strindberg, Vladimir Solov’ëv, Maksim Gor’kij, Gilbert Keith Chesterton, André Gide e François Mauriac, Raïssa Maritain, Julien Green, Jacques Maritain, John Ronald Reuel Tolkien, Isaak B. Singer, Dino Buzzati, Carlo Bo, Giorgio Caproni, tutti autori che si sforzano di penetrare il mistero dell’anima umana e di ghermirne i fremiti e i segreti, ricorrendo anche al sentimento e all’immaginazione.
Ferdinando Castelli S.J. Già docente di letteratura e cristianesimo presso l’Istituto di scienze religiose della Pontificia Università Gregoriana, Ferdinando Castelli, gesuita, è stato redattore de «La Civiltà Cattolica» per il settore letterario. La preparazione umanistica, filosofica e teologica lo annovera fra i critici più attenti che militino in campo cattolico. Nei suoi saggi critici egli è particolarmente attento a cogliere l’anima profonda degli scrittori e il loro senso religioso, nascosto in pagine inquietanti e dissacranti. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Letteratura dell’inquietudine (1963), Sei profeti per il nostro tempo (1972), I cavalieri del nulla (1977), Volti della contestazione. Strindberg, Péguy, Papini, Camus, Mishima, Kerouac, Böll (1978), In nome dell’uomo (1980) e Carlo Bo. Una vita per la letteratura (1996). Citazione a sé meritano i tre volumi dal titolo Volti di Gesù nella letteratura moderna (1987, 1990, 1995), nei quali padre Castelli è impegnato a “leggere” il volto di Gesù negli scritti, a volte limpidi a volte tortuosi, degli scrittori più rappresentativi del nostro tempo. Nel grembo dell’ignoto. La letteratura moderna come ricerca dell’As soluto (2001) è un’indagine sulla ricerca di Dio da parte di alcuni noti autori contemporanei.
Da nove secoli Francesco d'Assisi non cessa di interessare e affascinare artisti e letterati. Perché? La risposta è semplice: in lui si riflette lo splendore del Verbo di Dio incarnato. Pura espressione dell'amore, della libertà, della gioia, della ricerca e dell'incontro con l'Assoluto, il santo di Assisi non può non interessare e affascinare, soprattutto poeti, artisti, letterati. Il presente volume offre, attraverso il racconto di ventitre incontri con Francesco, una carrellata, rapida e affascinante, sulla presenza del Poverello nella letteratura del Novecento. In quale luce l'hanno visto gli scrittori e i poeti? Quale messaggio hanno colto? Quale particolare aspetto li ha interessati? Che cosa dice il santo agli uomini del nostro tempo? Un libro che risponde a queste domande e vivifica l'amore per Francesco.
Destinatari
Chiunque sai interessato a cogliere negli scrittori del Novecento il senso del religioso e il loro intimo rapporto con il Santo di Assisi.
Autore
FERDINANDO CASTELLI, gesuita, è stato docente di letteratura e cristianesimo presso l'Istituto di Scienze religiose della Pontificia Università Gregoriana. Attualmente è redattore di 'La Civiltà Cattolica' per il settore letterario. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo i tre volumi dal titolo Volti di Gesù nella letteratura moderna (1987, 1990, 1995) e i due volumi: Nel grembo dell'Ignoto. La letteratura moderna come ricerca dell'assoluto (2001 e 2006).
Poesia e prosa letteraria
Undici splendidi ritratti di firme illustri della narrativa, del teatro, della poesia tra fine Ottocento e pieno Novecento arricchiti di citazioni, di note e di saggi. Cominciando con la figura di Paul Verlaine, i cui vagabondaggi esistenziali e artistici altro non furono che una confusa, quanto appassionata, ricerca d’amore; di Joris-Karl Huysmans, convertitosi, cinquantenne, al cattolicesimo; di san Juan de la Cruz e di Ernest Hemingway, ambedue cantori della morte; di Eduardo De Filippo, di Antoine de Saint-Exupéry, Vasilij Semënovic Grossman, Eugène Ionesco, Friedrich Dürrenmatt, Stefano Jacomuzzi e Flannery O’Connor, ambedue tesi al «punto Omega» della loro realtà di credenti e di scrittori in modo inedito e sorprendente.
Già docente di letteratura e cristianesimo presso l’Istituto di scienze religiose della Pontificia Università Gregoriana, Ferdinando Castelli, gesuita, è redattore de «La Civiltà Cattolica» per il settore letterario. La vasta preparazione umanistica, filosofica e teologica lo annovera fra i critici più attenti che militino in campo cattolico. Oltre agli studi su Umberto Eco, Elsa Morante, Vasilij Grossman, Antoine de Saint-Exupéry, Michel Tournier, Flannery O’Connor, Eugène Ionesco, tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: Letteratura dell’inquietudine (1963), Sei profeti per il nostro tempo (1972), I cavalieri del nulla (1977), Volti della contestazione. Strindberg, Péguy, Papini, Camus, Mishima, Kerouac, Böll (1978), In nome dell’uomo (1980), Carlo Bo. Una vita per la letteratura (1996). Citazione a sé meritano i tre volumi de I volti di Gesù nella letteratura moderna (1987, 1990, 1995), che furono il coronamento di un progetto accarezzato a lungo da padre Castelli: “leggere” il volto di Gesù negli scritti, a volte limpidi, a volte tortuosi, degli autori più rappresentativi della nostra epoca.