Questa edizione delle "Opere" segue l'ordine che diede loro Immanuel Bekker nella sua edizione per l'Accademia di Berlino. I testi sono corredati di una nota introduttiva sugli scritti aristotelici, di una cronologia della vita di Aristotele e di un indice dei nomi. I volumi che compongono l'opera raccolgono quasi tutta la produzione dello Stagirita: non solo le opere di fisica, metafisica, estetica, politica, ma anche gli scritti più importanti di storia e scienze naturali. Ne restano escluse soltanto alcune operette minori e altre di dubbia attribuzione o certamente non autentiche, mentre sono stati inclusi i frammenti delle opere giovanili e una scelta dei frammenti di quelle perdute.
«Sostanza nel senso più fondamentale, proprio e principale del termine, è quella che né si dice di qualche soggetto né è in qualche soggetto: per esempio, un determinato uomo o un determinato cavallo. Sostanze seconde si chiamano invece le specie in cui sussistono quelle che si dicono sostanze prime, ed oltre alle specie i generi di queste: per esempio, un uomo determinato sussiste nella specie uomo ed il genere di questa specie è animale. Queste, dunque, - come uomo e animale - si chiamano sostanze seconde». «Senza dubbio è difficile fare affermazioni decise per queste cose, senza avervi a più riprese portato sopra l'attenzione. Ma certamente non è inutile l'aver sollevato varie questioni su ciascuno di questi punti». «Le categorie possono essere viste come l'inventario della ricchezza raggiunta dallo spirito umano in un certo stadio della sua storia. Oggi, l'etnolinguistica ha rilanciato in mano ai filosofi il problema delle categorie. Ed è secondo questo spirito che io credo si debbano rileggere le Categorie di Aristotele. Spesso in filosofia ci si diletta nel celebrare le funzioni dei defunti, senza nemmeno sospettare quali grossi problemi teorici si nascondano, al di là delle pur rilevanti questioni storico-filologiche, in un trattatello come le Categorie di Aristotele. Pertanto, se si ritorna a leggere le Categorie, lo si fa perché è un problema teorico che ci sta a cuore, e non una cerimonia.» (Dario Antiseri)