
In questo libro le "vite" di Michele Magone, Francesco Besucco e Domenico Savio (tre fra i primi ragazzi dell'Oratorio del "Santo dei giovani"), scritte a suo tempo da Don Bosco stesso, rivivono in una nuova trascrizione in un linguaggio più adatto ai ragazzi d'oggi, e con brevi riflessioni al termine di ogni capitolo. Da allora è cambiato il modo di vivere, ma queste storie sono attuali perché parlano al cuore dei ragazzi e dei giovani. Di ieri come di oggi. Di questo sussidio è disponibile la guida didattica online su mondoerre.it.
Autorevoli maestri introducono e commentano il "Credo del popolo di Dio": la più significativa, recente e sintetica presentazione della fede cattolica. Contiene la versione integrale della preghiera proclamata da Paolo VI come atto conclusivo dell'Anno della Fede. Il 30 giugno 1968 - al termine dell'Anno della Fede, indetto per il XIX centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo - Paolo VI proclamò una solenne professione di fede, chiamata sin da allora "Credo del popolo di Dio". In occasione del nuovo Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI per il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II, si ripropone questa splendida professione di fede con alcune note di lettura affidate ad autorevoli teologi e interpreti della odierna vita ecclesiale.
Il 30 giugno 1968 – al termine dell’Anno della Fede, indetto per il XIX centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo – Paolo VI proclamò una solenne professione di fede, chiamata sin da allora Credo del popolo di Dio.
Il Successore di Pietro ritenne utile, per confermare la fede dei propri fratelli, ricordare loro la ricchezza e la profondità delle verità rivelate e invitarli ad aderire col pensiero e col cuore a Cristo, Maestro e Salvatore.
In occasione del nuovo Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI per il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II, si ripropone questa splendida professione di fede con alcune note di lettura affidate a d autorevoli teologi e interpreti della odierna vita ecclesiale.
Resta infatti attuale la domanda posta da Paolo VI il 30 ottobre 1968: “Che sarà di noi? Saremo tra i fortunati che avranno il dono della fede? Si, rispondiamo; ma è dono che bisogna avere prezioso, bisogna custodirlo, bisogna goderlo, bisogna viverlo”.
"In due opere semplici e acute, sant'Alfonso tratta argomenti delicatissimi, che la vita frenetica di ogni giorno tenta di soffocare. Il Santo si rivela teologo profondo, direttore spirituale affabile, simpatico, prudente e rispettoso. Coglie, con garbo e delicatezza, la profondità dei turbamenti del cuore, e quando tutto sembra oscurità, riaccende la luce della fede, della speranza, dell'ottimismo. Attualissime queste opere perché capaci di portare sollievo e di frantumare le barriere della solitudine e dell'aridità. Come soddisfare la fame di spiritualità dell'uomo."
Questa rilettura della mistica di Francesco ha la finalità pratica di rilanciare a tutti ifedeli l'itinerario mistico da lui proposto a tutti i credenti del suo tempo. L'esperienza mistica è percepire la presenza di Dio in noi. La vita mistica è sentire che Dio, costantemente, dimora in noi. Tutto questo fu esperienza anche di Francesco d'Assisi. Basti pensare alle sue parole: e sempre costruiamo in noi una dimora permanente a Lui, che è Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo" (Rnb XXII FF.61). Conoscendo l'itinerario mistico del Santo di Assisi, siamo invitati a prendere sempre maggiore consapevolezza di questa presenza di Dio nell'intimo del cuore. "
San Leonardo, dapprima monaco, poi eremita, è un santo particolare a motivo della testimonianza eroica della carità e per questo molto venerato. Visse tra la fine del V secolo e la metà del VI, ma è sempre vivo nella memoria e nella devozione dei fedeli, poiché le sue virtù risplendono ancora oggi e la sua intercessione presso Dio continua ad essere efficace.
"La chiave ermeneutica per comprendere appieno la figura di Angelo Giuseppe Roncalli è quella della spiritualità da lui assorbita durante l'adolescenza e poi rigenerata nella quotidianità di ogni esperienza, primariamente come fiducia in Dio e nell'uomo sua immagine. È un elemento che abbiamo tenuto ben presente nella nostra biografia, quasi un filo che lega decisioni e scritti, anche negli esercizi più alti del governo della Chiesa, quando il potere spirituale può essere scalfito da preoccupazioni di ruolo o d'immagine, stretto da steccati di ordine politico o di opportunità. E chi insegue questo filo scopre via via quanto tale spiritualità sia stata vissuta nel tenersi "sempre con Dio e con le cose di Dio", e nella consapevolezza di una fraternità universale che preferisce innalzare ponti piuttosto che barriere. Vi è dunque anche l'adesione completa alla Parola, sorgente di pensiero e di azione, tra le cifre che segnano questa vita. Ma l'adesione a questo nucleo si carica pure di valenze creative perché sostenuta dalla continua attenzione alla Storia dove il Vangelo deve essere calato. Per questo, quasi a sigillo del suo percorso esistenziale, resta l'attualità del messaggio lasciatoci dal pontefice sul letto di morte: 'Ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo intesi a servire l'uomo in quanto tale e non solo i cattolici; a difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della Chiesa cattolica.'" (Dall'introduzione)
La fede non può mai essere data per scontata. In ogni tempo occorre dunque riprenderla e “verificarla”, affinché, possa rendere autentica la nostra esistenza. Solo attraverso di essa, infatti, abbiamo accesso a Cristo, che ci chiama a seguirlo con tutta la nostra vita. Da tutto questo si capisce l’attualità dell’esperienza di san Francesco d’Assisi, che nella propria avventura cristiana ha scoperto la fede come dono prezioso da far crescere ogni giorno.
Certamente i nostri tempi, per molti aspetti, sono assai diversi da quelli del Poverello, anche se non mancano analogie tra la sua epoca e la nostra. Per questo è necessario rendersi conto delle riduzioni nelle quali la vita della fede è stata posta e sottoposta negli ultimi secoli e pertanto capire quale sia l’attuale contesto del nostro credere.
Francesco ci propone un itinerario concreto verso la verità amorevole di Dio, che non smette di offrirsi all’uomo bisognoso di senso e di amore autentico. Che cosa è infatti il desiderio ultimo di ognuno se non quello di essere amato per sempre, in modo incondizionato, e così a propria volta poter amare davvero?
Paolo Martinelli, Frate cappuccino, è docente di teologia degli stati di vita all’Istituto francescano di spiritualità – di cui è preside – presso la Pontificia Università Antonianum di Roma. È anche professore invitato alla Pontificia Università Gregoriana.
Autore di vari studi nel’ambito della Teologia fondamentale e della teologia della vocazione. Dal 2006 è consultore della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Con le Edizioni Porziuncola ha pubblicato: Riconoscere l’amore. San Francesco e la fede (2006); L’umiltà di Dio. Eucaristia: mistero di una presenza (2011).
La storia di un uomo che desiderava conoscere la Verità e si mise alla ricerca di Dio. Dopo un cammino fatto di dubbi, domande, slanci e incertezze trovò Dio in un posto molto speciale: il suo cuore. Età di lettura: da 5 anni.
San Giuda Taddeo, della stirpe regale di Davide e dunque consanguineo di Gesù, fu uno dei primi a ricevere la chiamata ad essere Apostolo. Dio gli ha concesso poteri straordinari ed è specialmente in casi impossibili che viene sperimentato il suo mirabile aiuto. Migliaia di persone invocano il suo intervento e molte loro preghiere sono state esaudite in modo miracoloso.
Marcello Stanzione, sacerdote e autore di numerosi libri, ritrae in queste pagine la sua figura e riporta inoltre una ricca Appendice con le preghiere di invocazione a san Giuda Taddeo.