
Le riflessioni di Carlo Carretto hanno accompagnato il cammino spirituale di intere generazioni. Io, Francesco, opera della maturità, occupa un posto particolarmente rilevante. Alla scuola di Francesco d’Assisi, Carretto ci conduce attraverso una narrazione intensa e autentica oltre l’esteriorità delle gesta eroiche, verso l’esperienza più profonda che anima la vita cristiana: l’incontro con Gesù e la scoperta della vita povera. Il libro diventa così un invito radicale alla sobrietà e all’essenzialità, capace di orientare lo sguardo alla fraternità universale, alla cura del creato e all’amore autentico per il prossimo. In un’epoca di incertezza e omologazione, il messaggio di Francesco risuona più attuale che mai. Quest’opera è un viaggio dentro la verità cristiana, una guida per chi prova a vivere pienamente tutte le dimensioni della vita, un dono che può ispirare e orientare il cammino di chi cerca.
Queste pagine si propongono di favorire una nuova lettura della storia e del volto di San Francesco d'Assisi, per scoprire il senso profondo del suo messaggio. Una straordinaria avventura di fede che da otto secoli non cessa di interrogare, provocare e ispirare.
San Francesco d’Assisi è icona, trasparenza del volto di Cristo. In lui vediamo un uomo che ha veramente i sentimenti di Cristo. Eppure Francesco è un uomo del suo tempo, inserito in una cultura, in un contesto lontano oltre mille anni e migliaia di chilometri da quello della Palestina di Gesù. Cristo è in noi alla maniera della luce, che non rivendica spazio per sé ma al contrario rivela gli altri. Francesco ci accompagna così, a partire dal suo cammino personale che ripercorriamo insieme, per trovare il nostro modo, oggi, di aderire a Cristo e di amare i fratelli e le sorelle che la vita ci pone accanto.
Un viaggio alle radici della fede e della preghiera francescana, che svela la teologia liturgica di San Francesco dalla Porziuncola.
Lex orandi, lex credendi: un antico adagio che da secoli insegna come quello che si prega sia l’oggetto della nostra fede. Ne deriva da ciò che il modo in cui celebriamo la liturgia dice ciò che crediamo. Il presente studio si propone, infatti, di risalire alle radici della preghiera liturgica delle prime comunità francescane, ancora vivente san Francesco, per poi definire i fondamenti dottrinali e teologici, che sono alla base dell’edificio liturgico-spirituale dell’Ordine dei Frati, Figli di San Francesco. Attraverso lo studio dettagliato degli Scritti del Santo di Assisi, si è potuta delineare con tratti più chiari, quella che si può considerare la Teologia liturgica francescana, le cui radici e il cui sviluppo hanno avuto origine nel grembo e per i meriti della Beata Vergine Maria, alla Porziuncola.
Suor Maria Cecilia Pia Manelli, Francescana dell’Immacolata, nel 2015 ha conseguito la Licenza in Teologia liturgica presso la Pontificia Università della Santa Croce in Roma. Il 25 maggio 2020 ha conseguito il Dottorato in Teologia con specializzazione in Teologia Liturgica presso la medesima Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Si è laureata col massimo dei voti in pianoforte e organo e composizione organistica presso il Conservatorio di Musica di Frosinone e in composizione principale presso il Conservatorio di Musica di Benevento. Nel 2011 consegue il Dottorato in Canto gregoriano. Oltre all’attività di musicista (concerti in Italia e all’estero, pubblicazione di cd con il coro delle Suore), collabora – con studi e articoli – con varie riviste, sia a carattere musicale (Studi gregoriani, Vox antiqua) che teologico (Immaculata Mediatrix, Annales Franciscani, Maria Corredentrice).
Chi è stato davvero il santo più amato e patrono d'Italia, divenuto per tutto il mondo - grazie al suo nome per la prima volta scelto da un papa una guida esistenziale nei difficili tempi del presente? A ottocento anni dalla morte, Francesco d'Assisi ancora ci affascina con il suo mistero. La sua vita, nei secoli, è stata di volta in volta incasellata negli episodi esemplari delle biografie ufficiali, magnificata nel capolavoro degli affreschi giotteschi o cantata da Dante. Ora Vittori- no Andreoli psichiatra, narratore e profondo conoscitore dell'animo umano, scavando nella storia del Basso Medioevo e attingendo a piene mani alla cultura e alle condizioni dell'epoca, ne tratteggia un ritratto vivido, capace di parlarci con forza e attualità. Quello di un giovane inquieto, ribelle, assetato di senso; un uomo brutto, scomodo, fragilissimo, ma con una forza interiore che porta i segni dell'estasi e perciò in grado di avvicinarci a Dio. In queste pagine, costellate da una serie di acute digressioni che arrivano fino a noi, assistiamo al viaggio straordinario con cui Francesco ha cambiato per sempre il volto della spiritualità. Dalla conversione con l'abbandono degli ideali cavallereschi dell'adolescenza alla spoliazione, dall'incontro quasi amoroso con Chiara fino al sigillo delle stimmate, l'autore ricostruisce la figura di un folle radicalmente lucido nel seguire la propria verità. E se Francesco decise di spogliarsi di tutto per vestirsi solo di amore e libertà, in sintonia con la natura a cui apparteniamo, il suo messaggio fa da tramite tra la missione di Gesù di duemila anni fa e ciò che avviene sul nostro pianeta oggi. Età di lettura: da 11 anni.
Il libro riporta un colloquio fraterno e intimo avvenuto negli ultimi mesi del 2024 tra il card. Marcello Semeraro e papa Francesco. Bergoglio per la prima volta svela in profondità il suo personale rapporto con san Francesco d'Assisi, il santo di cui porta il nome e al quale ha ispirato molta parte del suo magistero sulla custodia del creato, la pace, la fraternità universale e non solo.Il papa racconta anche, confrontandosi con l'esperienza del Santo di Assisi, come si rapporta con la «sporcizia» che c'è nella chiesa, che cosa è per lui la preghiera, cosa intende quando parla di poveri e povertà, quale il suo rapporto con la famiglia, con il dolore, con la morte.
Francesco e Chiara d'Assisi rappresentano due figure decisive nella storia della Chiesa. La loro vicenda personale mescolata con l'avventura del Vangelo ha lasciato una traccia indelebile nel vissuto di tanti cristiani.Chiave di lettura del racconto della storia di Francesco e Chiara, è la loro umanità e quell'apparente normalità dentro cui è accaduta la straordinarietà della loro storia: Francesco con la trasformazione in gratitudine della sua vita e Chiara con la rivoluzionaria esperienza di una donna nel cuore del Medioevo.Epicoco ci consegna il suo sguardo esistenziale e contemporaneo su Francesco e Chiara, due modelli di libertà interiore anche per le inquietudini dell'uomo moderno.In un piacevolissimo dialogo l'autore riflette su come sia possibile oggi vivere una fede autentica, gratuita e rivoluzionaria.In queste pagine sono raccolte due conferenze di Luigi Maria Epicoco tenute nella Basilica di Sant'Antonio a Padova nel 2023 e 2024.
Il Cantico di frate Sole è una perla della letteratura mistica universalmente conosciuta. Eppure, ha ancora molto da svelarci. In questo saggio, il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ne propone una lettura sorprendente e innovativa: partendo dalla fine. Sono le ultime strofe, infatti, a racchiudere il cuore nascosto di questo meraviglioso inno. Come in un «canone inverso», Sorrentino rovescia la lettura tradizionale e si sofferma subito sulle strofe finali, dedicate al perdono, al dolore e a «sora nostra Morte corporale». Qui, la melodia del Cantico arriva a toccare la condizione umana in tutta la sua fragilità. È un invito a guardarsi dentro, nel profondo dell'animo. Non a caso, ci svela l'autore, queste strofe «della soglia» furono composte nel vescovado di Assisi - a differenza delle prime, composte a San Damiano - e in un periodo particolarmente doloroso: lì, tra le spesse mura episcopali, san Francesco ha dovuto confrontarsi con la sofferenza fisica e la «grande notte dello spirito». Ma non se n'è lasciato travolgere, anzi, ha trovato la forza di aggiungere dei versi inaspettati, rendendo il messaggio del Cantico ancora più profondo e variegato. Una lode al creato che non si limita agli elementi cosmici, ma abbraccia il dramma dell'esistenza. Accanto a questa profonda meditazione, l'autore ci racconta il retroscena di alcuni eventi cruciali che hanno orientato la composizione del testo: dalla storica riconciliazione tra il vescovo Guido II e il podestà di Assisi, mediata da Francesco attraverso l'aggiunta della strofa del perdono, alla profonda meditazione sulla morte, accolta non come nemico ma come «sorella».
Nel 2026 saranno 800 anni dalla morte di san Francesco, uno dei più popolari fra i santi della Chiesa cattolica. Tutti crediamo di conoscerlo, ma niente è mai come ci immaginiamo. Le più antiche biografie di Francesco furono scritte da frati che l'avevano conosciuto da vicino. Perciò potremmo credere, ingenuamente, che le informazioni di cui disponiamo su di lui siano non solo molto numerose ma sicure. Non è così. I testimoni si contraddicono continuamente: chi li ascoltava non amava ricordare che Francesco era stato un uomo pieno di durezze e di contraddizioni, che aveva sperimentato la delusione e la sconfitta. Volevano ricordare un santo perfetto in tutto, privo di dubbi e di amarezze e, in definitiva, simile a Cristo. Era tale il contrasto tra le versioni di san Francesco proposte dai suoi biografi che, quarant'anni dopo la sua morte, l'Ordine prese una decisione senza precedenti: far distruggere tutte le biografie esistenti e sostituirle con una nuova e definitiva, la Legenda maior scritta dal generale dell'Ordine, Bonaventura. I codici contenenti le vite del santo scritte da chi lo aveva conosciuto vennero cercati nelle biblioteche e fatti sparire. Solo dopo secoli hanno cominciato a riemergere dall'oblio grazie a fortunati ritrovamenti, rivelandoci un Francesco molto diverso. Non il santo sempre lieto che parlava agli uccellini, raffigurato negli affreschi di Giotto ad Assisi, il santo che ammansiva i lupi, precursore dell'ecologismo moderno, che discuteva amichevolmente con i musulmani, precursore del pacifismo e dell'ecumenismo. Non è questo il Francesco che i suoi discepoli ci hanno raccontato. Il Francesco che emerge dai loro ricordi è un uomo tormentato, duro, capace di gesti dolcissimi e di asprezze inaspettate. Ma soprattutto non raccontano un solo Francesco perché ognuno lo ricordava a suo modo. E dunque? Chi è stato davvero quest'uomo straordinario?
Dopo aver raccontato alla perfezione l'impero romano e l'antico testamento, in occasione degli 800 anni dalla morte, Aldo Cazzullo ci conduce a conoscere a fondo l'uomo più straordinario del secondo millennio dopo Cristo, capace col suo esempio di ispirare e illuminare anche i tempi di crisi che stiamo vivendo: Francesco d'Assisi. "Di uomini così, ne nasce uno ogni mille anni. Duemila anni fa abbiamo avuto Gesù. Nel millennio precedente avevamo avuto Buddha. Nel millennio successivo abbiamo avuto san Francesco. Vedremo cosa ci attende ora, in questo millennio appena cominciato. Che, se non daremo retta a san Francesco, per l'umanità potrebbe essere l'ultimo." Comincia così il nuovo libro di Aldo Cazzullo: "Francesco. Il più italiano dei santi". Dopo lo straordinario successo del libro sulla Bibbia, l'autore affronta un altro tema religioso, inquadrandolo nella contemporaneità. Francesco è il più italiano dei santi - frase attribuita al Duce, che in realtà è di Gioberti - perchè è fondamentale nel costruire l'identità italiana. Perchè scrive la prima, splendida poesia in italiano: il Cantico delle Creature. Perchè percorre l'Italia, dalle grandi città alla campagna, e inventa il presepe. E perchè esprime il meglio - l'amore per il prossimo, il rispetto per tutte le creature, la cortesia, il buon umore - dell'animo degli italiani. Cazzullo racconta la vita straordinaria di Francesco, la giovinezza piena di ideali cavallereschi, la rottura con il padre, la spoliazione, l'incontro con il Papa, fino al grande mistero: le stimmate. Miracolo che fa di lui il nuovo Gesù? O un modo inventato dalla Chiesa per relegarlo nel cielo e allontanarlo dalla terra? Lavorando direttamente sulle fonti medievali - a cominciare dalla prima biografia del santo, quella di Tommaso da Celano, condannata al rogo - e sugli studi più recenti di Jacques Le Goff e Chiara Frugoni, l'autore traccia anche la storia del francescanesimo attraverso i personaggi ispirati dal santo - sant'Antonio, Giotto, Dante, Cristoforo Colombo, padre Pio - fino al primo Papa chiamato Francesco.
Non è semplice parlare di perdono e di pace. Facilmente si viene accusati di fuggire dalla realtà per nascondersi in un buonismo disincarnato incapace di risolvere le tensioni che attraversano la vita dell'uomo.Gesù di Nazaret e Francesco di Assisi, due "buonisti impenitenti", ci ricordano invece il valore irrinunciabile del per-dono quale unica possibilità, in certi momenti, per poter ritrovare la via alla pace. Le loro parole costituiscono un aiuto importante per smascherare quel meccanismo spietato che, per il desiderio di potere e dominio, toglie dignità alla vita umana privandola del cuore.Non è un caso che nel Cantico di frate sole il "perdono" sia posto dal santo di Assisi come l'elemento costitutivo della bellezza che deve risplendere sul volto dell'uomo, affinché anch'egli, insieme alle altre creature, sia motivo di lode a Dio. Ed è proprio questa bellezza, risplendente nel volto di Gesù e ammirata da Francesco, che il presente volume vuole raccontare al lettore.