
San Vincenzo era un mistico che sapeva contemplare il Cristo crocifisso e vedere il lui il senso della propria esistenza. Lo sapeva vedere negli avvenimenti della sua vita, nei poveri e nella prossimità cn essi. (dalla Prefazione di P. Tomaz Mavric)
Nel cuore del Libano, la tradizione maronita ha dato vita a figure di straordinaria santità che, con la loro vita, hanno testimoniato una fede incrollabile e una spiritualità profonda. Questo libro racconta la vita e i miracoli di cinque tra i più amati santi e beati del Libano maronita: san Charbel, il monaco eremita che visse una vita di penitenza e solitudine, diventato simbolo di miracoli e di intercessione; santa Rafqa, che attraverso la sua sofferenza e il suo amore per Dio è stata fonte di speranza e guarigione; san Nimatullha, il sacerdote che dedicò la sua vita alla preghiera e al servizio della comunità; e i beati Douayhy e Nehmé, che hanno speso la loro esistenza nell'annuncio del Vangelo e nella cura spirituale dei fedeli. Scopriamo il legame profondo tra queste figure e il popolo libanese, la loro fede in Dio e i segni straordinari che continuano a ispirare milioni di devoti. Ogni capitolo non è solo una biografia, ma una testimonianza vivente di come la santità possa trasformare le vite, portando luce e speranza nei momenti più oscuri. Il racconto dei loro miracoli, dei loro sogni e delle loro lotte spirituali ci invita a riflettere sul significato della fede e sulla potenza della preghiera, offrendo un viaggio straordinario nella spiritualità maronita. Le storie di Charbel, Rafqa, Nimatullha, Douayhy e Nehmé ci ricordano che la santità non è solo un ideale lontano, ma una realtà che si fa presente anche nel nostro quotidiano.
L'11 febbraio 1858, in una piccola cittadina francese ai piedi dei Pirenei, alla quattordicenne Bernadette Soubirous apparve una signora bellissima, vestita di bianco, con una cintura azzurra in vita. L'apparizione si ripeté nei giorni seguenti, finché la Signora rivelò il suo nome: "Io sono l'Immacolata Concezione", un dogma dichiarato solo pochi anni prima da papa Pio IX e del quale la povera e semianalfabeta Bernadette non poteva essere a conoscenza. Nel tempo Lourdes è diventata meta di pellegrinaggi, un luogo di fede in cui innumerevoli guarigioni miracolose continuano a testimoniare la forza del messaggio cristiano. Scopriamo in questa inchiesta uno degli eventi spirituali più potenti mai avvenuti in Europa.
Il testo che giunge alle mani del lettore in questo anno giubilare 2025 è assai prezioso. Esso offre al lettore una degustazione qualificata delle "più belle" lettere di don Bosco, perché si possa toccare con mano lo stile concreto e coinvolgente, la passione educativa e pastorale, l'intelligenza vivace e pratica, il cuore innamorato di Dio e della Chiesa del padre e maestro dei giovani. Duecentocinquanta sono le lettere che l'autore ha selezionato per questa raccolta. Una reale possibilità di apprezzare pienamente l'ampiezza di una missione universale accolta dalle mani di Dio e sviluppata con ardore e intraprendenza da colui che l'ha ricevuta con fede.
Questo libro presenta la vita di Don Bosco in una trentina di brevi episodi: Giovannino saltimbanco, migrante in cerca di lavoro per mantenersi gli studi, l'incontro con don Calosso, gli studi a Chieri, la «Società dell'allegria», l'ordinazione sacerdotale, la nascita dell'Oratorio, la tutela dei diritti dei giovani lavoratori, i Salesiani, i primi ragazzi accolti a Valdocco, l'apertura dei laboratori, le Suore salesiane, i missionari per l'America, la costruzione della Basilica di Maria Ausiliatrice, ecc. Ogni episodio si conclude con una parola chiave da scoprire attraverso un originale gioco linguistico.
Francesco Forgione, che diventerà famoso in tutto il mondo con il nome di Padre Pio, nacque a Pietrelcina (Benevento) nel 1887. Entrato nel noviziato cappuccino nel 1903, divenne sacerdote nel 1910. L'8 settembre di quell'anno ebbe per la prima volta le stimmate invisibili, che il 20 settembre 1918 si trasformarono in piaghe visibili alle mani, ai piedi e al costato. Dal 1916 risiedette nel convento di San Giovanni Rotondo (Foggia), dove morì il 23 settembre 1968. Dopo un intervento personale di Papa Giovanni Paolo II, nel 1983 si poté aprire il processo canonico sulla vita, le virtù e i miracoli di padre Pio, che ha condotto alla sua beatificazione, il 2 maggio 1999, e canonizzazione, il 16 giugno 2002.
Questa è la storia di una vite e del suo agricoltore. Si tratta di una di quelle qualità di vitigni che sembrano rare, ma che a volte risultano molto più diffuse di quanto non ci si aspetti; delicate forse, ma capaci di stupire in tutto il ciclo di vita che le caratterizza. In fin dei conti, ogni buon bicchiere di vino si porta dietro un gusto e una fragranza che sono fatti di un lungo processo: dalla terra nella quale quel vitigno ha affondato le radici, al sudore di chi l'ha pazientemente portato a maturazione, per finire alla docilità del grappolo che si è lasciato spremere rivelando il prezioso succo. La nostra vite ha un nome: don Giovanni Merlini della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, proclamato beato il 12 gennaio 2025 nella Basilica Cattedrale di San Giovanni in Laterano.
La polvere del mantello di san Martino, il dentino da latte di Gesù Bambino, migliaia e migliaia di frammenti della Vera Croce recuperata da sant'Elena: se scorriamo l'elenco delle innumerevoli reliquie conservate nei nostri santuari e nelle nostre chiese, non possiamo trattenere lo stupore e l'ironia per una 'tipica' testimonianza della superstizione e dell'oscurantismo medievale. Ma se quello delle reliquie può apparire un mondo esclusivamente connesso con l'aspetto devozionale, con la fede e con l'esaltazione del sacro, esplorare le storie a loro legate ci conduce in un inedito mondo fatto di viaggi avventurosi, raggiri, contese teologiche, battaglie campali e rapporti di potere secolari. Basta ricordare l'importanza che hanno per Venezia e Bari le reliquie di san Marco e san Nicola, rispettivamente trafugate da Alessandria d'Egitto e da Myra. Sono storie che vedono protagonisti non solo santi e uomini di Chiesa, ma anche sovrani, condottieri, donne straordinarie, nobili e personaggi minori come pirati, ladri, abili millantatori e tanta povera gente in buona fede. Inseguendo queste storie il lettore sarà trasportato dal palazzo imperiale di Costantinopoli a ciò che resta del Calvario presso Gerusalemme, dal cuore dell'Arabia alla brumosa Britannia, dalle abbazie ai palazzi reali, dalle piccole pievi rurali fino alle cattedrali delle più grandi città d'Europa.
Può un ragazzo quindicenne insegnare a degli educatori? Non solo può, ma deve. Carlo Acutis ci provoca con la sua normalità e, al tempo stesso, con la sua straordinaria originalità. Ci invita a guardare il Cielo, sapendo che ogni ragazzo della sua età nasconde un desiderio di infinito. Un agile strumento per la preghiera e la meditazione degli educatori che hanno soprattutto a che fare con i preadolescenti e gli adolescenti. Dieci appuntamenti ispirati alla spiritualità del santo adolescente: per accompagnare gli educatori a riflettere sul proprio servizio; per lasciarsi provocare dalla sua testimonianza di vita; per affrontare domande reali, quelle che educatori e ragazzi si pongono ogni giorno, forse senza troppe differenze fra loro; per assumere impegni concreti alla scuola di Carlo Acutis: "non io ma Dio".
Utilizzando l'enneagramma come metodo di esplorazione della personalità, don Marcello Stanzione traccia un interessantissimo e originale profilo psicologico e ascetico di san Francesco di Sales, modello di santità vissuta nell'umiltà e nella mansuetudine.
L'apparizione di Cristo in croce e l'incontro con il Crocifisso a San Damiano sono due tra gli episodi evidenziati da Bonaventura da Bagnoregio come tappe visionarie che conducono Francesco d'Assisi all'esperienza delle stigmate alla Verna. Insieme a quest'ultima, sono i momenti peculiari in cui il santo ci viene presentato di fronte al Crocifisso: un faccia a faccia intensissimo, raccontato in modo tale che è difficile scindere la visione cristica dall'oggetto croce.
In che modo questi passaggi cruciali sono presentati, o meglio raccontati, dalle miniature di alcuni manoscritti illustrati della Legenda maior bonaventuriana? L'indagine conduce fra immagini cronologicamente prossime, che pure rivolgono agli episodi narrati uno sguardo per nulla omogeneo. Si aprono così scorci sulla dinamica narrativa medievale delle immagini, non mero corredo al testo, ma voce autonoma e peculiare nella tessitura del racconto.
ADELAIDE RICCI, medievista, insegna presso il Dipartimento di Musicologia e Beni culturali dell'Università di Pavia (sede di Cremona). Ha pubblicato studi su pauperes ed enti assistenziali nel medioevo, su temi di storia urbana di toponomastica.
Indaga la tradizione agiografica e il "meraviglioso medievale", con attenzione particolare a immagini e immaginario. Nella sua ultima monografia (Apparuit effigies. Dentro il racconto delle stigmate, Milano 2021) ha proposto una nuova lettura delle fonti francescane, testuali e figurative, che trasmettono il racconto della stigmatizzazione di Francesco d'Assisi.