
L’agiografia rappresenta un punto di osservazione privilegiato per comprendere la società e le trasformazioni della cultura occidentale, poiché ha contribuito a plasmarne l’immaginario collettivo, lasciando un’impronta indelebile nell’arte, nella letteratura e nelle tradizioni popolari. Con questo libro l’autore riflette sul valore di questa disciplina, ne ricostruisce l’evoluzione e le trasformazioni che hanno segnato la narrazione della santità nel corso dei secoli. Dopo aver introdotto il lettore alle origini della materia, alle sue principali fonti e al metodo di indagine, il volume si sofferma ad approfondire il rapporto tra l’eroe classico e il santo cristiano, entrambi presentati come exempla ad imitandum, che sembrano svolgere la medesima funzione all’interno della società: l’eroe, simbolo della cultura classica, sarebbe stato sostituito dal santo, nuovo eroe del cristianesimo. Evidenziate le differenze tra le due figure, l’autore analizza quali elementi e schemi narrativi della tradizione classica siano stati ripresi e rielaborati dai primi autori agiografici.
Il volume si apre quindi all’analisi e al commento di alcune tra le opere più significative delle letteratura agiografica. L’itinerario proposto accompagna il lettore attraverso gli atti e le passioni dei martiri, le biografie antiche e medievali, le narrazioni di traslazioni di reliquie. Questo approccio consente di immergersi nel contenuto delle fonti e addentrarsi nei contesti storici in cui hanno preso forma. Un’attenzione particolare è riservata al calendario liturgico e all’evoluzione del processo di canonizzazione, elementi chiave nella costruzione della memoria agiografica. Conclude il percorso il commento alla pièce Assassinio nella cattedrale di T.S. Eliot, incentrata sul martirio di Thomas Becket, opera che getta luce sul complesso rapporto tra verità storica e narrazione agiografica. Il libro introduce così il lettore allo studio dell’agiografia e diventa un percorso che attraversa i secoli, in cui la parola agiografica diventa spazio di confronto tra devozione, politica e cultura, e in cui la lotta tra morte e vita, evocata nel titolo, si rinnova in ogni pagina.
Questo volume indaga, con sapiente equilibrio tra erudizione e profondità spirituale, il mistero dei sacramenti di guarigione: la Penitenza e l’Unzione degli infermi.
L’opera traccia un percorso storico che parte dalle prime testimonianze nel Nuovo Testamento, attraversando tutte le epoche della cristianità. Dai padri della Chiesa alle pratiche medievali, dalla riforma tridentina fino ai rinnovamenti conciliari, l’autore ci guida in un viaggio illuminante che rivela come questi sacramenti si siano evoluti in risposta alle mutevoli sensibilità spirituali e pastorali. Con meticolosa attenzione e linguaggio accessibile, l’autore analizza i riti attuali della Penitenza e dell’Unzione secondo il Rituale Romano vigente, portando alla luce le profonde radici teologiche che ne alimentano il significato. In tal modo l’esperienza liturgica viene arricchita dall’intelligenza teologica, mostrando come si tratti di una vera e propria teologia incarnata.
Per ritus et preces ogni elemento celebrativo acquisisce nuova luce e vitalità, offrendo ai lettori – siano essi studiosi, ministri o fedeli – una comprensione rinnovata di questi potenti strumenti di riconciliazione, conforto e guarigione spirituale. Un’opera particolarmente importante per chi desidera approfondire non solo la pratica, ma anche l’anima di sacramenti che continuano a toccare l’esperienza umana nelle sue dimensioni più vulnerabili e autentiche.
Antonio Miralles, nato ad Alicante (Spagna) nel 1941, è stato ordinato Presbitero nel 1965, incardinato nella Prelatura della Santa Croce e Opus Dei. Già Direttore dell’Istituto di Liturgia della Pontificia Università della Santa Croce (Roma), è Professore emerito di Teologia dei sacramenti della medesima Università. È stato Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazione per il Clero. È autore di decine di articoli e contributi, e di diversi volumi.
L’epoca attuale è contrassegnata dalle rivendicazioni della libertà in tanti ambiti e ciò ha forgiato la nostra mentalità, sicché molti dei nostri modi di esperire, pensare e comportarci dipendono da una particolare concezione della libertà e dal senso che le attribuiamo nella vita quotidiana. Malgrado le conquiste della modernità, occorre però discernere quei tratti involutivi che possono destabilizzare o erodere il terreno su cui si fonda la libertà stessa. Il libro esamina con una prospettiva interdisciplinare gli interrogativi che oggi sono posti dal determinismo scientifico, dall’ipertrofia dell’affettività, dal multiculturalismo, dal relativismo morale e gnoseologico, dalle teorie socio-politiche, dall’ecologia e dalla psicologia. Vi sono contenuti saggi di L. Allodi, I. Kajon, A. Lavazza, A. Malo, P. Ricci Sindoni, A. Rodríguez Luño, F. Russo, L. Valera e W. Vial.
Francesco Russo è Professore Ordinario di Antropologia della cultura e della società nella Facoltà di Filosofia della Pontificia Università della Santa Croce. Direttore della rivista internazionale «Acta Philosophica», è il coordinatore dell’Interdisciplinary Forum on Anthropology (Ifa).
Una via di uscita dalla palude dello sconforto. Questo è l’obiettivo indicato dagli autori del presente libro, come spiega bene Andrea Lavazza nella sua Presentazione. Le “passioni tristi”, diagnosticate da M. Benasayag, sono qui analizzate nella loro forma di crisi nella trasmissione generazionale, di antiautoritarismo istintivo, di eccessive pretese funzionalistiche dinanzi a un futuro percepito come minaccioso e di commercializzazione della cultura. Gli autori, però, puntano soprattutto al superamento di tale situazione e si avvalgono delle proprie competenze di psicologia, etica, antropologia e sociologia: prospettano, quindi, le pratiche gioiose che, in una visione antropologica integrale, possono condurre oltre la delusione e l’abbandono. Vi sono contenuti saggi di A. Lavazza, G. Curcio, G. D'Aurizio, P. Ricci Sindoni, F. Russo, M.T. Russo e P. Terenzi.
Francesco Russo è Professore Ordinario di Antropologia della cultura e della società nella Facoltà di Filosofia della Pontificia Università della Santa Croce. È il coordinatore dell’Interdisciplinary Forum on Anthropology (Ifa).
Viviamo sulla terra con un senso di precarietà, acuito dalle emergenze ambientali con cui ci confrontiamo. Desideriamo custodire il nostro mondo, ma nel contempo vagheggiamo gli altri mondi offertici dalla tecnologia, nei quali siamo spesso meri utenti o consumatori, asserviti allo sviluppo delle reti sociali e dei loro profitti.
In questo libro a più voci siamo invitati a riflettere sulle opportunità e i limiti dei social network in riferimento all’aspirazione verso una vita pienamente felice e umana (Juan Narbona); sul contrasto tra la cultura dell’illimitato e il senso del limite che contrassegna l’odierno contesto sociale (Donatella Pacelli); sul modo in cui sta cambiando il nostro rapporto con le cose, con la terra, con il tempo e con la verità (Francesco Russo); sull’interazione tra la persona, il suo corpo e gli ambienti virtuali (Luca Valera).
Il presente volume raccoglie gli atti del 28º Convegno di studi della Facoltà di Diritto Canonico, sul tema La giustizia penale nella Chiesa: tutela della vittima e garanzie dell'imputato, tenutosi i giorni 10 e 11 aprile del 2024. Le relazioni, comunicazioni e gli interventi alla tavola rotonda hanno affrontato temi nodali, quali la presunzione d'innocenza, lo statuto della vittima nel processo penale canonico e il concetto di due process of law applicato all'ambito canonico. Sono stati oggetto di studio anche temi solo apparentemente "periferici", quali la capacità dell'imputato, i bias cognitivi, l'effetto delle pronunce penali statuali nell'ordinamento canonico, i provvedimenti cautelari, la certezza morale nei casi di teste unico e il rapporto tra riservatezza e trasparenza nella giustizia penale. Davide Cito, Massimo del Pozzo e Marc Teixidor, curatori del presente volume e membri del Comitato organizzatore del convegno, sono professori della Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università della Santa Croce.
La Collectio Missarum de beata Maria Virgine è il completamento di una trilogia mariana iniziata con il cap. VIII della Lumen Gentium, e sviluppata in particolare nella Marialis Cultus. In questa raccolta di formulari di messe incontriamo la sintesi - unitamente alle ricchezze già presenti nel Missale, nel Lectionarium e nel Breviarium Romanum - circa la presenza e il ruolo della Vergine Maria nella storia della salvezza, insieme ad un attento sviluppo di contenuti mariani, che continua nel tempo ad alimentare la fede e la devozione del popolo cristiano. Immergersi nella Collectio costituisce l'occasione per percorrere l'itinerario proposto dall'anno liturgico verso una conformazione sempre più piena al mistero di Cristo, in comunione con la Vergine Maria. In questa linea, la disposizione dei 46 formulari è tale da aiutare a vivere l'itinerario annuale secondo i tempi liturgici, e insieme offrire l'occasione per alimentare la fede e incrementare la devozione. L'opera è introdotta da un ampio percorso che permette al lettore di conoscere l'origine, le fonti, i criteri e gli obiettivi che hanno permesso di raggiungere un simile traguardo. Inoltre, mentre nella prima parte è riprodotto il testo latino della Collectio, nella seconda - attraverso la Concordanza verbale - il lettore può cogliere il valore dei testi eucologici attraverso un'analisi terminologica e sintagmatica dell'eucologia. La terza parte presenta un commento ai singoli formulari nell'ottica della teologia biblico-liturgica; in tal modo è possibile cogliere il valore racchiuso nei testi che si muovono sempre nell'intreccio tra i temi biblici e la risposta orante della Chiesa. Sono pagine che offrono una strumentazione preziosa per conoscere la Collectio: attraverso l'esame della terminologia originaria è possibile cogliere i concetti teologici affidati al linguaggio racchiuso nei singoli formulari. La Collectio offre anche il segreto per una spiritualità mariana ecclesiale: i testi ivi racchiusi, dal momento che affondano in un humus profondamente biblico e illuminato dalla ricchezza eucologica proveniente dalla tradizione delle Chiese e di Istituzioni religiose, richiedono attenta meditazione. Nel soffermarsi sulle singole espressioni è dato di cogliere la profondità del rapporto tra Maria e il mistero del Figlio e quindi della Chiesa. È questa la ricchezza che è offerta soprattutto dal testo delle collette e dei prefazi, mentre le orazioni sulle offerte e quelle dopo la comunione aiutano a contemplare lo stretto rapporto con la celebrazione dell'eucaristia.
San Giovanni Paolo II, affermava che il Codice dei canoni delle Chiese orientali è «parte integrante dell'unico "Corpus iuris canonici"» e «dinanzi a questo "Corpus" viene spontaneo il suggerimento che nelle Facoltà di Diritto Canonico si promuova un appropriato studio comparativo di entrambi i Codici anche se esse, a seconda dei loro statuti, hanno per loro principale oggetto lo studio di uno o l'altro di essi». L'insegnamento del Diritto canonico orientale in una Facoltà latina richiede una totale apertura verso l'intero orizzonte canonico, che consenta di offrire un approccio comparato su ciascuna materia del diritto. Non è una mera conoscenza dell'"altro", perché l'unicità dell'ordinamento canonico implica la necessità di costruire e di insegnare un Diritto canonico unitario, che tenga conto di entrambe le discipline: orientale e latina. La ricostruzione degli istituti canonistici comuni deve essere realizzata armonizzando l'insieme dei dati, degli elementi e dei risvolti derivanti dall'intero ordine normativo. Nel nostro studio non abbiamo voluto tralasciare neanche la disciplina delle Chiese ortodosse, nella misura in cui essa appartiene al retaggio canonico della Chiesa di Cristo.
L'anniversario dei 50 anni dalla morte di J.R.R Tolkien è stata l'occasione per portare all'attenzione del mondo accademico l'opera di uno dei più grandi autori del XX secolo con il desiderio di esplorare le ragioni che rendono il mito della Terra di Mezzo così attuale. Il volume, che raccoglie i principali contenuti dell'VIII Convegno internazionale di Poetica & Cristianesimo sul tema Tolkien: l'attualità del mito, propone quindi un approfondimento a più voci sulla sub-creazione tolkieniana per scoprire in essa una via privilegiata di accesso alla realtà. Poetica & Cristianesimo è una comunità accademica che promuove nella sua ricerca e attività lo studio e gli sviluppi dell'interazione tra la fede cristiana e la cultura artistica, con speciale riferimento alla narrazione e alle arti drammatiche. Essa vuole costituire un luogo di incontro tra accademici di differenti prospettive disciplinari (comunicazione, filosofia, teologia, letteratura, arte) e artisti che provengono da diversi campi e approcci di lavoro. Contributi di Federica Bergamino, Daniela Canfarotta, Marco Valerio Fabbri, Enrique Fuster, Juan José García-Noblejas, Lorenzo Lozzi Gallo, Giulio Maspero, Jaime Moya, Juan Narbona, Paolo Nardi, Oriana Palusci, Giuseppe Pezzini, Maria Laura Piro, Paolo Prosperi, Ivano Sassanelli, Eduardo Segura, Cássio Selaimen Dalpiaz, Cristina Sendra Ramos, Susana Sendra Ramos, Guglielmo Spirito, Sebastiano Tassinari, Claudio Testi, John Wauck.