
Da quando Jorge Mario Bergoglio è divenuto Papa e ha deciso di farsi chiamare Francesco, non ha mai smesso di far riferimento al Santo di cui porta il nome. Non solo a parole.
«Non dimenticarti dei poveri!», disse in Conclave il card. Hummes a Bergoglio a un passo dalla nomina. E il Papa, per spiegare come mai abbia scelto questo nome, ricordando quel momento aggiunge: «Quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi».
Questo libro raccoglie per la prima volta, spiegate e approfondite, le parole del Papa che raccontano del Poverello di Assisi, che viene così presentato come modello integrale e moderno di vita cristiana per ogni uomo. A patto però che san Francesco sia accolto nella sua totalità: «La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san Francesco non esiste! La pace di san Francesco è quella di Cristo».
La vita di Papa Roncalli è stata caratterizzata da un’adesione completa alla Parola, sorgente di pensiero e di azione. La sua spiritualità è stata vissuta nel tenersi “sempre con Dio e con le cose di Dio”, e nella consapevolezza di una fraternità universale che preferisce innalzare ponti piuttosto che barriere. Ma l’adesione a questo nucleo si carica anche di valenze creative perché sostenuta dalla continua attenzione alla Storia, dove il Vangelo deve essere calato. Per questo, quasi a sigillo del suo percorso, resta l’attualità del messaggio lasciatoci dal pontefice sul letto di morte: «Ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo intesi a servire l’uomo in quanto tale e non solo i cattolici; a difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della Chiesa cattolica”.
Verso la fine del mese di febbraio 1431, nella gelida cappella del castello-fortezza di Rouen, Giovanna d'Arco compare per la prima volta davanti ai suoi giudici. Si tratta ufficialmente di un processo di "inquisizione in materia di fede" che vede una inerme ragazza di diciannove anni, reduce da una folgorante campagna di guerra, sottoposta al giudizio di autorevoli uomini di Chiesa legati al potere inglese; in realtà - e questo non sfugge a nessuno, nemmeno a Giovanna - il processo è politico. Al presidente del tribunale Cauchon e agli altri giudici gli inglesi avevano lasciato il compito di dare a questo processo tutte le apparenze della legalità. Ma di fronte a loro sta una vera forza della natura, un'adolescente che un anno di terribile prigionia non ha né domato né piegato. Alle domande Giovanna risponde con intelligenza e precisione, con foga e insolenza; si infervora nel rievocare la sua vita di soldato, racconta con grazia distaccata episodi della sua infanzia a Domrémy, risponde con testarda fierezza alle questioni riguardanti le sue Voci, diventa sbrigativa e insofferente quando le si rimprovera l'abito maschile o la non sottomissione alla Chiesa militante. Il contrasto violento tra le limpide convinzioni di Giovanna e, dall'altra parte, la forza pressoché inattaccabile delle istituzioni e dei loro provati meccanismi costituisce per chi legge oggi i documenti di questo processo un elemento di struggente drammaticità.
Teresa Martin, a molti nota come santa Teresa di Gesù Bambino, sembra emergere in tutta la sua tenerissima bellezza in questo libro, divenendo lei stessa narratrice sapiente della sua vita, in una sorta di dialogo con chi ha deciso di incontrarla e fare insieme un pezzo di strada.
San Lodovio Pavoni
Lodovico Pavoni (Brescia, 1784-1849) vive gli anni travagliati della Rivoluzione francese e della Restaurazione. Dedica la vita all’educazione professionale e cristiana dei ragazzi e adolescenti più poveri, sviluppando un metodo educativo originale e innovativo. Per continuare la sua opera fonda la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata (Pavoniani). È proclamato santo il 16 ottobre 2016 da papa Francesco.
«Riconoscasi una particolare provvidenza
di Dio sopra i giovani abbandonati e,
concependone le più belle speranze, si
metterà ogni studio di condurli al compimento
dei divini disegni.»
San Lodovico Pavoni
Storia di un'amicizia spirituale tra mons. Helder Camara e papa Paolo VI. Paolo VI, persona di profonda sensibilità umana e di intensa vita evangelica, percepiva che mons. Helder gli rivelava alcuni tratti di Gesù Cristo. Per lui, Helder era un dono per la chiesa e per il Brasile, uno dei grandi volti dell'umanità al pari di Gandhi e di Martin Luther King. Un libro che commenta e approfondisce alcuni aspetti di questa amicizia che maturò, crebbe fino a trasformarsi in profonda stima e ammirazione. Tante volte, sapendo che l'amico Helder si trovava a Roma, il futuro papa faceva di tutto per incontrarlo e concelebrare con lui la Messa. E durante il concilio Vaticano II non passò inosservata l'influenza di mons. Helder sul papa.
Il card. Angelo Comastri attraverso la storia di Santa Maria Goretti invita i giovani, ma anche gli adulti, a fermarsi un attimo e riflette sulla vita che si sta vivendo.
Nella prefazione scrive: […] “È una conferma di ciò che Maria Goretti ha gridato con la forza del suo sangue: sangue versato per non perdere la perla preziosa della purezza. Ti prego di leggere queste pagine con il cuore aperto alla luce: solo così ti faranno bene e ti indicheranno la direzione giusta della felicità che sogni.”
Per la prima volta un'Agenda quotidiana tutta francescana. I giorni e i mesi sono scanditi da pensieri francescani, aforismi e detti vicini al mondo di Francesco e dei frati sparsi in tutto il mondo, con una particolare attenzione alla Terra Santa. Ogni giorno: i santi indicati dal Santorale francescano; la Cronologia della vita di Francesco e Chiara; letture bibliche del calendario liturgico; aneddoti e storie francescane; il ciclo del Sole e della Luna.
Convertitosi al cattolicesimo nel 1922, Chesterton pubblicò questo "bozzetto" su san Francesco nel 1923, come se dalla conversione del Santo di Assisi traesse uno spirituale alimento per la propria. Per Chesterton san Francesco era soprattutto un uomo innamorato di Dio e della Creazione, un poeta che si sentiva piccolo e cantava la gloria delle piccole cose, dei piccoli esseri viventi, della vita ordinaria di coloro che aiutava nella lotta contro la miseria. Dai folli gesti di carità compiuti quando era ancora il figlio di un mercante al rifiuto del mondo e alla creazione di un Ordine e di una regola che davvero imitavano la vita di Cristo, alle stigmate ricevute sul monte della Verna, e fino alla morte, ogni passo del suo cammino su questa terra era rivolto al cielo. Un amore così grande e appassionato, una mistica così semplice e assoluta appaiono "scandalose" alla mentalità moderna. Ma è proprio essa che Chesterton vuole scuotere in queste pagine, cercando di aiutarla, con la consueta ironia, a compiere il movimento di rivoluzione interiore che fece del piccolo Francesco Bernardone il grande san Francesco. Prefazione di Giulio Meotti.
"Leggendo gli scritti di Francesco, ad ogni pagina ci imbattiamo nell'onnipresenza di Dio... Dio è la realtà centrale, da cui tutto trae origine e verso cui tutto si orienta. Non si tratta però di una divinità astratta o indifferenziata: Dio è sempre colto e proclamato in una prospettiva trinitaria". A partire da questa constatazione Carlo Paolazzi accompagna per mano il lettore, con la sua impareggiabile competenza, a riconoscere e approfondire l'immagine di Dio che emerge dall'esperienza e dagli scritti di san Francesco d'Assisi. La conoscenza del volto di Dio diventa così la base per una vita cristiana intesa come cammino di comunione trinitaria, che nasce dal dono dello Spirito santo, cresce nel "seguire le orme" del Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, e giungerà alla perfezione nella gloria futura, nel regno a cui il Padre ci invita.
"Francesco d'Assisi non ha scritto trattati filosofici, ma quando ha voluto trasmetterci la sua visione delle cose, da buon fratello dei trovatori, si è messo a cantare: ha cantato tutte le creature. E in questo canto ci ha consegnato le profondità della sua anima e il segreto della sua nuova nascita. Il suo Cantico è la confessione di un uomo nel quale le forze archetipe della vita hanno ritrovato la trasparenza delle sorgenti e lo splendore del sole". In questo breve studio sul Cantico delle creature É. Leclerc oltrepassa la dimensione poetica del testo e il suo slancio religioso per proporre un'analisi della vita interiore di Francesco. Arriva così a scoprire un uomo capace di vedere la creazione nella sua limpida bellezza originaria, come è stata pensata da Dio e offerta all'uomo perché da essa potesse imparare che il senso della vita si nasconde nell'umiltà e nel servizio. In questo modo risuona nuovamente per noi con tutta la sua forza il sorprendente messaggio di una fraternità universale che ci lega non solo agli esseri umani, ma anche all'intera creazione.
Éloi Leclerc (1921-2016) è stato un frate minore francese. La sua lunga vita è stata come spezzata in due parti ben distinte: una prima, quella della giovinezza e della formazione francescana, culminata nell'esperienza del dolore e della crudeltà, con l'internamento nei lager tedeschi sino alla fine della guerra; la seconda totalmente consacrata alla testimonianza di un mondo diverso, che nasce dal riconoscere la bontà originaria della creazione di Dio: un riconoscimento che diventa chiamata per l'uomo ad accogliere la fraternità che gli è donata e che chiede di essere accolta con gratitudine. È l'utopia di Francesco d'Assisi, di cui frate Éloi si è fatto cantore sino agli ultimi giorni della sua vita. In questo libro vengono presentate, in forma di intervista, le ultime riflessioni di Leclerc, profonde ed essenziali come tutti i suoi scritti, e un'antologia dei suoi testi più significativi. Per tutti coloro che hanno amato le pagine di É. Leclerc è l'occasione di ritrovare l'inconfondibile fascino del suo canto e della sua scrittura.

