
Insieme nella messa è un sussidio semplice e immediato per seguire le letture e le preghiere della Celebrazione Eucaristica. È pensato sia per chi partecipa quotidianamente alla Santa Messa sia per coloro i quali, non potendovi partecipare ferialmente, desiderano, tuttavia, accostarsi alla Parola di Dio proclamata in quel giorno nelle assemblee liturgiche.
La condizione umana è sempre in bilico tra un desiderio di infinito e un quotidiano di limitatezza; tra la voglia di una ricchezza che consolidi i nostri desideri e una croce che non smettiamo mai di portare. Come uscire da questo passaggio stretto? La scoperta del cristianesimo è l'unica risposta possibile: la vicenda di Cristo è infatti la garanzia di un'esistenza che sceglie l'amore per rispondere al dolore. Le pagine della passione di Gesù ci invitano a guardare alla nostra sofferenza sapendo che non siamo soli nel viverla. A chi si domanda cosa scegliere tra la ricchezza e la croce, Dio risponde in Cristo che la ricchezza è la croce.
Non c'è mai stata un'epoca in cui, di fronte allo sconforto delle esistenze, sia stato sentito tanto necessario l'annuncio della risurrezione. Mentre camminiamo fra disillusioni e speranze che sembrano svanite per sempre, mentre non ci attendiamo più nulla dal futuro, ecco che la parola della risurrezione, di fronte a tutto questo dolore, è una promessa che non resta disattesa: la promessa che nulla di ciò che viviamo finisce nelle tenebre, se manteniamo aperti gli occhi sul mattino di Pasqua. Quando ci sembra che scenda la notte non dobbiamo smettere di ripetere: "Resta con noi, Signore", poiché tu sei il Dio della vita, di quella vita che sembra sfuggirci di fra le mani, e che invece ci riconsegni per sempre.
Secondo il cardinale Martini ci sono domande che non possiamo smettere di porci nella nostra vita: riguardano il senso stesso della nostra esistenza, del nostro pellegrinare in questo mondo e in questo tempo. Tra queste domande, alcune mettono a tema propriamente il rapporto con Dio, di cui la preghiera è l'espressione più diretta e oggi forse meno compresa. In questo libro, la sapienza del biblista si unisce a quella del pastore, e Martini ci conduce alla comprensione che, se le domande che possiamo porre sono di assoluto valore, la risposta non si può cercare in solitudine, ma in relazione: con Dio e con gli altri, con uno sguardo verticale e uno orizzontale; con gli occhi rivolti al cielo, ma con le mani ben sprofondate nella terra del nostro quotidiano.
Spesso quando sentiamo la parola "vulnerabilità" pensiamo a debolezza o fragilità, a qualcosa che vogliamo evitare o nascondere agli altri, e magari anche a noi stessi. Molti cercano di non rivelare le loro emozioni o la loro ipersensibilità, magari attraverso l'arroganza e l'aggressività. "Pugni stretti e testa alta. Non piangere. Non esporti; ti attaccheranno ancora di più. Forte, devi essere forte e coraggioso". Già. Ma se si sapesse che la capacità di riconoscersi vulnerabili è in realtà una forma di coraggio e se si ascoltasse la propria vulnerabilità ci si renderebbe conto di come essa vada di pari passo con audacia, coraggio, autostima, amore, successo. È vero che essere vulnerabili significa essere maggiormente feribili e ogni volta che ci mettiamo in gioco o ci esponiamo per chi siamo davvero diveniamo più attaccabili. Ma vivere ammettendo la propria vulnerabilità è vivere in maniera autentica, senza finzioni, in linea con il nostro sé. In questa maniera realizziamo noi stessi in modo pieno. L'obiettivo di questo testo è quello di avviarci a conoscere il potere della vulnerabilità per imparare a riconoscerla, accettarla e gestirla al fine di trasformarla in un nostro punto di forza.
Cosa fare se ci si trova dentro un matrimonio segnato da sofferenze, zone grigie, conflitti? Meglio separarsi oppure tentare la strada, forse più ardua, del restare insieme nonostante tutto, e nonostante le reciproche diversità? Se provate stanchezza e disillusione rispetto al vostro matrimonio, ma al tempo stesso il pensiero di separarvi vi atterrisce per le sue difficoltà pratiche ed emotive, questo libro è per voi. E vuole suggerirvi una serie di passi per accettare, ma anche migliorare, la vostra imperfetta e un po' sbilenca relazione: archiviare il mito dell'amore romantico-fusionale con il suo carico di errate aspettative; accettare senza spaventarsi i normali sentimenti di ambivalenza (e persino odio) verso l'altro; essere consapevoli che nel matrimonio si può avvertire una grande solitudine e imparare a superarla facendo cose belle e buone fuori; riflettere sul fatto che, purtroppo, la separazione potrebbe portare una vita ben peggiore; capire, infine, che fare un passo indietro può essere una strategia vincente, perché la famiglia è un ecosistema complesso che va preservato. E lo stare insieme negli anni è un lavoro veramente difficile, faticoso, mai scontato, diversissimo da quello che ci raccontano i media: ma che, forse, può valere la pena intraprendere. Per i figli, certo, ma anche per sé stessi e insieme per quella coppia che, tanti anni fa, guardava al futuro con speranza.
Come sottolinea nella sua acuta Prefazione il prof. Giuseppe Crea, «se uno si sposa e non sa stare a distanza dalla moglie, l'evento-matrimonio sarà scisso dai vissuti di solitudine. Allo stesso modo, se uno entra in seminario e non sa stare a distanza dalla pastorale e dalla voglia di salvare il mondo, l'entrata in seminario sarà semplicemente una pia illusione o ancora, una fuga... Nel presente lavoro l'Autore ha affrontato alcune sostanziali domande in merito, come per esempio: Cosa vuole dire "solitudine"?, Che rapporto c'è tra solitudine e maturità emotiva?, Quanto tutto ciò influenza la vita del presbitero e il suo ministero sacerdotale?». A partire da queste domande l'Autore giunge ad analizzare i progetti formativi dei seminari d'Italia, in vista dell'elaborazione di un orizzonte di prevenzione: formare i futuri presbiteri affinché raggiungano una quanto più giusta e alta maturità psico-emotiva. Quello di Nicosia è uno studio di peculiare importanza e oggi particolarmente necessario, che apre nuove prospettive sia per gli educatori nei seminari (ma anche in altri ambiti di formazione consacrata), sia per coloro che vogliono capire le dinamiche complesse che il ministero, talvolta, fa emergere in chi a esso dedica la propria vita.
Questo libro raccoglie gli ultimi scritti di monsignor Aldo Del Monte, già vescovo di Novara dal 1972 al 1990, per molti semplicemente padre Aldo. In questi fogli egli ci consegna la parabola dei suoi anni sereni trascorsi nel ritiro ospitale di San Salvatore a Massino Visconti (NO), luogo straordinario per clima salubre, bellezza paesaggistica e storia, generosamente accolto dalla famiglia Enoc. Si tratta, come lui stesso scrive, di un inno di ringraziamento al Signore e alle persone che con squisita carità hanno desiderato accompagnarlo fino a che, indossati i colori dell'aurora, il Signore fosse giunto a visitare la sua sera. È una grazia potersi affacciare, attraverso le pagine scritte da monsignor Del Monte, a questo stupendo riepilogo delle opere e dei giorni del suo lungo viaggio esistenziale, «illuminato dal fuoco del roveto ardente, e attratto dalla nostalgia di tutta la verità». Le sue parole mostrano in concreto che la gloria di Dio è l'uomo vivente, e che la visio Dei è proprio la vita dell'uomo al quale è dato fin d'ora di immergersi nel fulgore di Dio e trasmetterne il gusto e la bellezza ai fratelli in umanità.
Questo contributo è una guida pratica, davvero pratica, pensata per lettori, accoliti e catechisti, dedicata a chi desidera servire la comunità con amore. Lo scopo è offrire indicazioni chiare e suggerimenti concreti per svolgere i propri incarichi con cura, spirito di servizio e rispetto per la liturgia e la catechesi. Un'indicazione fondamentale di metodo che, senza cadere nel rubricismo, vuole aiutare i ministri nei compiti affidati loro dalla Chiesa.