
Tutti i testi disponibili in lingua italiana utili per conoscere la figura di santa Chiara di Assisi in un unico volume. Le opere provengono da codici datati fine XII - XVI sec.: gli scritti di santa Chiara, i primi documenti ufficiali, le "Legende" minori (latine, in volgare, in tedesco e olandese), le testimonianze sulla santa, la corrispondenza con Chiara e alcuni documenti curiali, i testi liturgici latini e quelli poetici in italiano, sermoni per i fedeli. L'oggetto principale di queste fonti è dunque la persona di Chiara d'Assisi e al tempo stesso l'immagine che su di lei si è andata costruendo nei secoli, un'immagine di santità a cui si sono ispirate, e ancora oggi si ispirano, centinaia di donne inventando e riproponendo, di epoca in epoca, il loro modo di vivere. Le fonti rivelano la figura umana e religiosa di Chiara, una donna volitiva, dotata di intensa affettività e dal carattere deciso che impara a servire con affetto materno e ama le sorelle come fossero delle figlie. Un dono per i vicini e i lontani, non solo nel suo tempo, ma anche ai giorni nostri.
I processi canonici che li riguardano hanno loro riconosciuto l’essenziale: che hanno vissuto la loro fede eroicamente, cioè con una generosità sempre più profonda e totale, che può essere indicativa per molti cristiani. Dopo la scoperta, in anni giovanili, della propria “vocazione alla verginità”, coltivarono nel sacramento del matrimonio la loro “verginità” in relazione ai figli, luogo della felicità e del dolore, riconosciuti nella loro ultima appartenenza a Dio Padre, e amati per il loro definitivo destino.
"Il testo si pone come risposta a una precisa domanda che si aggira negli ambienti della fede e dell'educazione: padri e madri in spirito e verità, è possibile oggi? Sì, siamo convinti che sia possibile e addirittura doveroso anche ai nostri giorni. Per arrivare a tanto, offriamo un piccolo aiuto con una guida alla lettura della "Filotea", il testo più famoso di san Francesco di Sales. Attraversiamo i suoi racconti, simboli e rappresentazioni, per giungere a far crescere la qualità della relazione educativa. E scopriremo che i primi a beneficiarne, in questo viaggio, sono proprio gli educatori. Divenendo sempre più fecondi spiritualmente nei confronti di coloro che sono loro affidati." (L'autore)
Su Simone "lo Zelota", uno dei Dodici, i testi sacri tramandano un assoluto silenzio. La tradizione più accreditata riferisce che Simone annunciò il Vangelo in Persia e in Armenia (insieme a Giuda Taddeo, un altro apostolo), dove subì il martirio. Partendo da questi pochi dati, il libretto offre un racconto che si incastona armonicamente nella narrazione evangelica.
L'8 dicembre 1965, a conclusione del concilio Vaticano II, Paolo VI aveva donato a tutti i partecipanti una pregiata edizione della Divina Commedia. E il giorno precedente aveva firmato una lettera apostolica - Il signore dell'altissimo canto - per il VII centenario della nascita di Dante Alighieri, definito "l'astro più fulgido" della letteratura italiana. "L'armoniosa lira di Dante - scriveva il papa - risuona di mirabili tocchi, sovrana per la grandezza dei temi trattati, per la purezza dell'ispirazione, per il vigore congiunto e squisita eleganza". La lettera di papa Montini si inseriva nel solco tracciato da Benedetto XV con l'enciclica "In Preclara Summorum", promulgata nel 1921 in occasione del VI centenario della morte di Dante, "il cantore e l'araldo più eloquente del pensiero cristiano".
I Fioretti di san Francesco sono probabilmente il testo medievale più conosciuto e diffuso anche ai nostri giorni. Ma che rapporto hanno i Fioretti con la vita di san Francesco? A questa domanda risponde il libro, attraverso un'analisi di alcune delle pagine più conosciute di questo capolavoro.
Questo saggio cerca di vedere sant'Alfonso com'era, e non come alcuni vorrebbero che fosse. Percorrendo la "strada degli eccessi", di voci negative o di esaltazioni indebite, De Spirito evidenzia la disinformazione di quelle e la inconsistenza di queste. Confrontando il suo profilo interno e l'ambiente intorno con uomini e idee, etiche e ascetiche, a lui precedenti o coevi, l'Autore rivela l'infondatezza di primati attribuiti al Santo nell'attività missionaria, di vagheggiate propensioni a una "Chiesa nazionale" nel servizio episcopale, e di una supposta "rivoluzione copernicana" nella storia della teologia morale. Dallo studio, invece, della sua vita, che si svolse nel secolo dei Lumi, e dall'esame delle opere, che nel passato ebbero una diffusione mondiale, appaiono l'umanità di un simpatico santo napoletano, l'abilità del "migliore artista" della devozione popolare e la genialità di un grande maestro di vita cristiana.
La presente raccolta di saggi di monsignor Giuseppe Colombo (1923-2005) si propone di porre l'accento sull'ultima fase della sua produzione teologica, più precisamente sui due luoghi da lui indagati con il rigore e la competenza di sempre, unitamente a una partecipazione e a un coinvolgimento esistenziale, per certi aspetti "inusuali" rispetto alla sua immagine di studioso rigoroso e per nulla "militante": da un lato, la ricostruzione della figura di papa Paolo VI e l'impatto del suo magistero sulla teologia e, dall'altro, una rilettura dell'influsso del Concilio Vaticano II sulla stagione teologica successiva. La scelta del sottotitolo di rilegare i 15 saggi raccolti nelle due sezioni rappresentate dalla figura e dal ministero di Paolo VI e, rispettivamente, dall'evento del Concilio Vaticano II - Per un incontro fra teologia e pastorale - vuol essere un omaggio al percorso intellettuale di don Pino che, riflettendo sulla determinazione storica della Chiesa, si ritrovò a cogliere il legame fra il dato dogmatico e le forme storico-concrete del messaggio cristiano, così da reclamare l'urgenza di mettere fine all'"annoso divorzio tra teologia e pastorale".
Come Peter Pan, molti sognano di rimanere perennemente adolescenti, vivendo senza alcuna responsabilità e fatica, con l'illusione di poter ottenere tutto, subito, senza alcun sforzo. Ovviamente dimenticandosi degli altri. È forse questa la via della felicità? Macché. Fatti i conti, quello che resta è solo una grande tristezza. Per fortuna la "sindrome di Peter Pan" non è irreversibile. Anzi: la sfida è proprio quella di costruire, giorno dopo giorno, una vita diversa, più piena, più matura. In queste pagine l'autore, attraverso la lettura approfondita di alcuni testi francescani, ci aiuta a scoprire la "ricetta" che il Santo d'Assisi prescrive per combattere un virus così pericoloso. Un percorso di libertà in cui tutti - giovani e adulti, coniugati e consacrati - potranno riconoscersi.
Nel corso dei secoli a Roma sono vissuti molti santi che hanno incarnato il Vangelo della misericordia. Di questo passaggio o della venerazione nei loro confronti restano tracce in chiese, tombe, musei, stanze da scoprire o riscoprire. Il volume suggerisce percorsi alternativi ai pellegrini nella Città eterna e dintorni, arricchiti da foto e spunti di meditazione sulla spiritualità di san Francesco d'Assisi e sant'Ignazio di Loyola, santa Faustina Kowalska e la venerabile Antonietta Meo, san Filippo Neri e san Camillo de Lellis, san Giuseppe santa Brigida, sant'Agostino e sant'Alfonso Maria de' Liguori, i martiri Lorenzo, Agnese, Cecilia, Cristina e molti altri... I diritti d'autore di Laura Badaracchi saranno devoluti alle case alloggio per migranti della Caritas di Roma, al Centro Astalli (Servizio dei gesuiti per i rifugiati), al Progetto Ripa e alle missioni di san Camillo De Lellis.
Biografia documentata che tratta dell'uomo, del frate e del sacerdote Pio nella sua realtà terrena, visto e studiato "dentro" e "fuori", prima come uomo e religioso poi come santo. Vi sono poi, oltre agli aspetti prodigiosi, carichi di simbolismi anche questioni particolari mai prese in considerazione prima, come la dimensione affettiva e il voto di castità, il passaparola sulla dispensa dal voto di povertà nell'ambito dell'artificiosa sistemazione giuridica dell'ospedale e altro ancora, il tutto in convivenza con il suo essere frate cappuccino a tutto campo nella semplicità della vita fraterna dove lo straordinario si sminuzzava nell'ordinario.
Sapientiam dedit illi è il titolo di uno dei più noti canti dedicati a don Bosco e l’incipit dell’antifona d’ingresso della Messa in onore del santo: “Il Signore gli ha donato sapienza e prudenza e un cuore grande come la sabbia che è sulla spiaggia del mare”. Don Bosco non si è “procurato” da solo la sapienza della vita, anche se si è industriato in ogni modo per mettere a frutto i suoi talenti. La sapienza che ha irradiato intorno a sé, di cui il Sistema Preventivo è l’espressione più eloquente, gli è stata donata da Dio. Essa porta dunque in sé una qualità teologale, che è importante accogliere come un dono e approfondire come originale espressione del Logos cristiano. In occasione del Bicentenario della nascita i docenti della Sezione di Torino della Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana, familiarmente nota come “la Crocetta”, hanno voluto onorare il Padre e Fondatore con una serie di saggi che, attraverso gli strumenti della teologia, contribuisse a onorare tale compito. Ora li presentano ai confratelli, alle sorelle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai membri della Famiglia Salesiana e a tutti coloro che guardano a don Bosco, desiderosi di lasciarsi guidare nella vita dalla sua saggezza di padre e di educatore.

