Nella preghiera del Rosario vi sono molte analogie tra l'orante e la Vergine Maria. Entrambi sono uniti da un filo rosso e dal gomitolo che viene mano a mano srotolato ad ogni Ave Maria, collaborando così attivamente all'azione vivificante del Signore volta a «rivestire l'uomo nuovo creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità» (Ef 4,24). La preghiera mette in sintonia con l'azione del Creatore e offre la capacità di accogliere doni ogni volta nuovi e sempre più efficaci.
Cinque sono i quaderni giunti fino a noi del filosofo, matematico e presbitero russo Pavel A. Florenskij. Di questi taccuini, nei quali lo studioso ha riportato note e appunti, è stato sinora pubblicato il secondo, qui in traduzione, risalente al biennio 1904-1905. Quelli sono gli anni in cui in lui avviene il passaggio dagli studi matematici a quelli teologici, studi che in questo quaderno si contaminano a vicenda. L'irruzione dell'irrazionale nel razionale, questa sembra essere una delle linee di ricerca che serpeggiano nel Taccuino. E questa è probabilmente anche una delle ragioni che hanno fatto scegliere al matematico la via della teologia.
Durante l'ultimo sinodo europeo, nel 1999, Carlo M. Martini, troppo saggio per parlare di concilio in modo esplicito, si augurava «per il nuovo secolo un'esperienza di confronto universale tra i vescovi» per trovare risposte a questioni aperte: carenza di ministri ordinati, ruolo della donna nella società e nella chiesa, partecipazione dei laici, sessualità, disciplina del matrimonio, ecumenismo... Oggi vi si aggiungono la crisi degli abusi, il sentimento di scoraggiamento e la frammentazione del cattolicesimo. Lanciando la dinamica sinodale, papa Francesco sta forse proponendo, a modo suo, una sorta di concilio, allargato all'insieme del popolo di Dio? Questa voce di pacificazione e creatività è essenziale per affrontare le difficoltà attuali. Secondo Theobald, la sinodalità è una dimensione costitutiva della chiesa che si attua con nuovi processi appoggiandosi soprattutto su una conversione personale e istituzionale. Nonostante prevedibili resistenze, il popolo messianico ha la possibilità di entrare in una fase determinante della sua storia spirituale. Dopo la prima sessione del sinodo sulla sinodalità, tenutasi nell'autunno 2023, questo libro ne fa da sunto e, nello stesso tempo, apre una pista per un confronto approfondito sulle tematiche più attuali.
Luigi Padovese nella sua docenza universitaria e nel suo ministero pastorale ha speso molte energie per il dialogo tra cristianesimo e islam. In queste pagine cerca di capire come concertare il proprium della fede cristiana con il pluralismo religioso e come annunciare il vangelo nel labirinto di offerte di senso e di salvezza, in modo simile a quanto avvenuto prima dell'epoca costantiniana. Ne nasce la domanda centrale: "Ha ancora senso una teologia della missione nel contesto del pluralismo religioso?". Egli risponde ripercorrendo lo sviluppo dell’annuncio cristiano dai primi passi della sua storia, nell'incrocio con le diverse culture, fra tensioni, sintesi e trasformazioni, passando dalla sua prima inculturazione nel mondo greco-romano, fino alle questioni proprie dell’epoca moderna.
Va presa sul serio l'attribuzione, da parte della tradizione ebraica, del libro di Qoèlet al re Salomone. Eppure, a prima vista nulla sembra più lontano dal messaggio del Qoèlet "Vanità delle vanità, tutto è vanità" del re di Israele più grande di sempre, sapiente oltre ogni misura, fortunato in amore e straordinariamente dotato di ricchezze. Cosa si nasconde, dunque, dietro tale misteriosa assegnazione? Quale enigma si cela fra le ruvide riflessioni di un saggio ebreo che non cita la Torah, non fa menzione di Gerusalemme e sembra ben poco attratto dalla prospettiva di un aldilà? Seguendo il filone della teologia narrativa, il libro reinventa, sulla scorta del midrash ebraico primo livello di lettura, la storia di re Salomone a partire dagli anni belli della giovinezza e della costruzione del tempio a Gerusalemme; lo seguiamo, poi, nella sua progressiva crisi e maturazione quale futuro autore del Qoèlet. Nel secondo livello di lettura il libro biblico è situato nel contesto della nostra cultura post-moderna, in cui sta riemergendo dal passato, in maniera sotterranea ma evidente, un'istanza sapienziale che può rispecchiare i propri dubbi, le proprie faticose speranze e le proprie perplessità in personaggi biblici sui generis come lo stesso Qoèlet.
Durante il pontificato di papa Francesco la legislazione canonica è stata sottoposta a molte sollecitazioni. Sono state prodotte nuove norme e aperte nuove strade. Il commento a questo cammino permette di rendersi ulteriormente conto del processo di riforma avviato in questi anni. Un aggiornamento essenziale che arricchisce un commento classico, già miniera di informazioni indispensabili per studenti, docenti e canonisti.
Sinodalità è un termine troppo difficile perché possa diventare di moda. Eppure, nonostante questi tempi di «terza guerra mondiale a pezzi» e di «crisi della democrazia», forse possiamo riconoscere che la sinodalità è un contributo decisivo alla riconciliazione dei popoli e alla ricostruzione di un tessuto democratico che li aiuti a convivere. Il testo vuole essere un invito alla riflessione sul processo sinodale in corso. Viene ricostruito il pensiero «poliedrico» sviluppato da papa Francesco sul tema dello stile e delle strutture sinodali, restituendone in tal modo una visione tendenzialmente imparziale e mettendone in luce aspetti poco conosciuti ma significativi (legati ai temi della bellezza, del desiderio e della democrazia). Viene inoltre analizzata l'altalenante ricezione della sinodalità da parte della chiesa dove agiscono contrapposizioni non ancora risolte.
Rudolf Bultmann pubblicò il suo programma di demitizzazione nel 1941 al culmine della presa di potere da parte del nazismo. Faceva parte di un fermento che toccava tutto il protestantesimo tedesco, alla ricerca di una nuova interpretazione della Bibbia che andasse oltre il pensiero mitico. È un programma che rimane attuale anche oggi. Le narrazioni del Nuovo Testamento, infatti, mostrano una doppia trascendenza che punta oltre il testo stesso: kerygmaticamente rimandano a Dio, poeticamente all'essere umano. In questa doppia direzione, gli articoli della professione di fede possono essere riletti come pista di ricerca di quella verità verso la quale siamo tutti incamminati.
Il tema della preghiera tocca tutte le tradizioni religiose, e in questo mostra una comune caratteristica dell'esistenza umana, che deve trascendersi per poter arrivare alla propria compiutezza. La tradizione cristiana, che ha sviluppato varie forme e momenti di preghiera, aggiunge dalla propria prospettiva una sensibilità mistica, legandola alla prospettiva dell'esperienza dell'amore del Padre, attraverso il Figlio, nello Spirito Santo, rendendola sempre un incontro di confidenza e libertà filiale. In questo snodo teologico, l'annuncio della gratuita figliolanza divina permette di ripensare la distanza tra il creato e il Creatore. A partire da questa trama di fondo, il testo - divenuto un classico - presenta uno studio accurato sulla relazione tra preghiera vocale e preghiera mentale, sul rapporto tra meditazione e vita, sul progresso spirituale fino ad arrivare alla contemplazione; vengono anche indicati alcuni strumenti e metodi per prepararsi e strutturare i propri momenti di preghiera. La riflessione sistematica viene completata da continui e ricchi riferimenti alla tradizione spirituale cristiana.
Il cammino della comunità credente è inserito nel cammino del mondo: la sua vocazione è quella di essere un forziere di speranza. Nei suoi interventi il cardinale Matteo M. Zuppi apre gli occhi e il cuore sulle tensioni che la nostra contemporaneità vive, leggendovi i segni e le testimonianze di speranza che emergono dalle macerie delle guerre, dalle violenze della storia e dalle ferite delle relazioni. Individua inoltre nella nostra volontà di dialogo e compassione lo strumento adatto per costruire strade di comunione e rispondere alle sfide che la società di oggi pone per il futuro del nostro vivere insieme.