Già in vista del terzo Festival Francescano (2011) ecco apparire gli Atti del secondo (2010): sarebbe davvero un peccato perdere tanta ricchezza, limitandone la gioiosa fruizione a soli tre giorni. Come nel Testamento di san Francesco, il ricordo non ha semplice scopo storico e archivistico, ma diventa stimolo e riproposizione per un cammino che si è avviato e che pare voglia continuare negli anni - anzi, proprio ogni anno - migliorando progressivamente: ad ogni Festival corrisponderà un libro che farà da scalino su cui poggiare per quello successivo. Questo secondo volume porta il titolo del secondo Festival: "Fratelli è possibile?"
Il giusto giudizio richiede l’assimilazione al Dio kenotico. Ciò che permette l’assimilazione è il rapporto. Il termine medio del rapporto henologico Dio/uomo è Gesù Cristo, bilancia che commensura grandezze eterogenee. Cristo è il Mediatore (Metaxy). Poichè la giustizia è il rapporto henologico, Cristo è la ragione della giustizia. L’uomo giusto, alter Christus, diventa bilancia del mondo, “misura d’ogni cosa”. Spoglio delle passioni, passato per la Passione di Cristo, è puro e perciò capace di contemplazione. Cristo è l’intermezzo della vita cosmica, il punto d’equilibrio delle opposte forze, Logos alogos. È il fulcro tra le braccia della bilancia, ove si dà sospensione della gravità. L’uomo giusto è colui nella cui anima l’operazione della forza è bilanciata da quella della grazia.
Le nostri seti, le nostre sorgenti, sillaba l'alfabeto, elementare e complesso, delle nostre seti, passioni e desideri, del nostro essere di bisogno e di eccedenza. Il nostro corpo è un'orografia di seti molteplici, da quella fisiologica, più immediata e imperiosa, a quelle comunicative e culturali, affettive e cognitive, estetiche e politiche, religiose e tecnologiche... fino a quella più sottile e inogettivabile, dell'amore, che tutte le pervade, e le anima segretamente. Il flusso di discorsi che compongono questo libro nomina alcune di queste sorgive e di queste seti, intrecciando il lieto annuncio del vangelo con gli aneliti dei nostri corpi e del corpo del mondo.
Un mio amico prete operaio mi raccontava il sentimento di vicinanza avuto col padre quando questi è morto. Al momento del trapasso ha abbracciato suo padre, e ha continuato a tenerlo stretto; a qualcuno che gli chiedeva di dargli l'estrema unzione lui ha risposto "gli do l'estrema unione". Quando un malato avverte di essere amato, questo fa sì che la sua vita sia ancora pienamente umana.
Nelle città c'è tutto uno spazio di vita che racchiude, quasi come un luogo di sintesi, la complessità e le contraddizioni, ma anche la ricchezza e la speranza degli uomini e delle donne del nostro tempo. Prima ancora di impegnarsi a moltiplicare le strategie operative o le iniziative nuove che mirino a strappare i cristiani dal rischio dell'emarginazione, occorre interrogarsi sulla realtà della città e sull'incisività della comunità cristiana rispetto all'ambiente in cui vive, e chiedersi quale qualità di vita questa comunità sia chiamata a lasciar trasparire.
Ho ritenuto per molto tempo che fosse cosa assolutamente invereconda divulgare queste pagine di diaro, trattandosi, come ognuno potrà vedere, di fatti privati, anzi privatissimi. [...] Tuttavia non mi sono decisa a pubblicare oggi queste pagine in polemica con alcuni; e nemmeno per esibire un'esperienza che altri potrebbero giudicare singolare. Al contrario: è solo per comunicare a quanti non lo sospettassero che un'esperienza come la mia può capitare a chiunque.
Famiglie, scuole, istituzioni e chiese pongono sempre più al centro della loro attenzione la formazione e l’educazione delle nuove generazioni. Come trasmettere valori e ideali condivisi in una società dai cambiamenti rapidi e sconvolgenti dove i legami con la tradizione si sono infranti e l’ipertrofia dell’io minaccia la compagine sociale e la solidarietà che, della compagine sociale, è il fondamento? L’autore di queste pagine si confronta con la crisi educativa in atto attingendo al patrimonio biblico e individuando un nuovo paradigma fondato sulla relazione d’amore gratuita.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di ripensare l'incontro con l'altro, con il diverso. Il pensiero e la pratica dialogica deve fare i conti con la paura e il rifiuto che vediamo così diffusi nelle nostre città. C'è, cioè, un'emergenza sociale e insieme culturale che va servita, capita, interpretata. Ma, in linea con la vocazione del gruppo che ha proposto tale tema, c'è un'emergenza ecclesiale. Le chiese sono ancora timide quando non chiuse su questi temi. Che pure sono temi "costitutivi" per le comunità ecclesiali: "mai senza l'altro" dice la Bibbia.
Il testo propone di entrare in un mondo non diverso da quello del lettore, quanto, piuttosto, complementare. In questo sta l'inizio e il successo del dialogo interculturale e interreligioso, al quale il volume vuole contribuire. Si tratta, quindi, di essere aperti alle condizioni essenziali per un dialogo fruttuoso: accoglienza dell'altro, disponibilità al confronto, capacità di adattamento, apertura mentale e interesse perciò che non è mio. Entrare nel mondo giapponese e porsi in dialogo con esso è una cammino che esige una notevole libertà interiore.