La chiave di lettura del volumetto è il passo della lettera di san Paolo apostolo agli Efesini ove Cristo è identificato come nostra pace sulla croce (2,11-19). La logica della inimicizia è stata svuotata di senso, in modo da dischiudere l'orizzonte di un'umanità nuova, di cui è erede la Chiesa per la sua missione nel mondo. L'evangelico amore ai nemici è portato alle conseguenze estreme, persino ardite: sul proprio corpo Gesù Cristo elimina il veleno mortifero della mentalità violenta che scova nemici dappertutto, fin dentro la diversità delle culture e delle religioni, e nello stesso tempo rende visibile un cambiamento profondo nelle relazioni tra le persone. Qui s'inseriscono le varie sfumature della pace/shalom delle Scritture ebraiche che, nell'attrazione verso una pace perpetua, si muovono tra un benessere soddisfacente nella concordia e la salvezza dalla disgregazione.
La luce, nella sua duplice accezione di matrice generatrice dello spazio e dei suoi luoghi, ma anche di metafora della divina Presenza, si offre quale simbolo privilegiato per un dialogo fecondo tra architettura e teologia. Entrare in una chiesa vuol dire lasciarsi sorprendere da una luce altra: una luce che, "guidata" dall'architettura e dalle arti sacre, rischiara il buio originario degli spazi interni, facendo sperimentare una luce che è trionfo sull'oscurità.
Il primo ingresso delle monache nel Monastero di Santa Chiara di Verucchio avvenne nel 1636. Un testimone oculare, il notaio Girolamo Celli, scrisse una "Memoria" dell'evento assai particolareggiata e suggestiva. Il manoscritto originale è perduto ma ci è pervenuta la trascrizione di Ariodante Marianni nel 1875. Il linguaggio è elaborato e solenne: il notaio è consapevole di presentare un episodio fondamentale della storia di Verucchio.
"Le 'Armi' sono un opera singolare da considerarsi insieme diario, confessione, autobiografia e trattato. A ogni pagina traspare la partecipazione intensa dell'autrice che unisce saldamente la teoria con l'esperienza del cammino di fede. Il punto di partenza non è Caterina stessa ma è Dio, che già si è fatto vicino, Amico, Compagno della sua vita. Le tappe più significative nello sviluppo del trattato sono: prologo, presentazioni delle Armi principali; le tentazioni diaboliche nelle quali fu invischiata per cinque anni. Nel corpo centrale dell'opera si evince la dottrina cateriniana della perfezione; la via dell'obbedienza, la via della croce e la via della santa religione; le visioni e i doni straordinari che Caterina descrive con sapienti riflessioni per l'ammaestramento e il cammino del lettore." (Sorelle Clarisse del Corpus Domini di Bologna)
Giunto al suo XII numero l'Annale dell'ISSR di Rimini, "Parola e Tempo", si propone come di consueto nella sua raffinata veste editoriale, con un'accurata scelta di materiali (operata dal direttore N. Valentini, insieme alla redazione). Pensato originariamente come strumento di formazione e confronto culturale, ma anche di elaborazione e ricerca nelle Scienze Religiose, il volume pubblicato dall'Editore Pazzini, raccoglie materiali di particolare rilevanza teoretica e spirituale, quasi interamente frutto di esperienze concrete di formazione e ricerca promosse nel corso dell'ultimo Anno Accademico.
E' questo il tempo in cui le religioni sono chiamate ad un'altra narrazione su Dio capace di dire il mistero nella solidarietà degli esseri umani tra loro e con l'intero universo, come ci insegnano le esperienze religiose del sud del mondo. Epoca post-secolare perché in ascolto delle grammatiche religiose ed epoca post-metafisica perchè oltre le certezze definitive.
Forse è giunto il momento di aprire una riflessione sulla nuova figura di padre che va emergendo in questo nostro tempo d'esodo. Queste pagine provano a tratteggiare la ricerca e l'attesa di paternità delle figlie e dei figli. E mostrano come l'assumere la paternità apra agli uomini un cammino di umanizzazione particolare. Nella nostra convivenza i padri si fanno testimoni, nella loro fragilità, quando si fanno iniziatori e, insieme, capaci di consegna.
A riportare al centro del dibattito politico, filosofico e giuridico il tema della laicità ha fortemente contribuito l'irrompere di un inedito pluralismo religioso all'interno delle società democratiche occidentali. Il fatto ha rimesso in discussione l'opinione consolidata e diffusa secondo cui l'età moderna avrebbe determinato il declino progressivo e irreversibile della religione nella sfera pubblica e nella coscienza delle persone. Un'opinione alimentata da storici e da analisti sociali che hanno fatto propria "la teoria della secolarizzazione": il "disincanto del mondo" (Weber) è stato inestricabilmente connesso allo sviluppo di scienza e tecnica e della modernità in generale.
Turoldo e Balducci sono stati amici in vita e, per così dire, anche in morte (a poco più di due mesi di distanza l'uno dall'altro). Perciò è giusto e bello ricordarli assieme, narrando la loro vita, la loro attività, le loro pubblicazioni. È' quanto hanno fatto, brevemente ma intensamente, i due narratori di questo libretto, discepoli e anch'essi amici, dei due testimoni e maestri.
Il quarto Festival Francescano, il primo di Rimini, è un Festival al femminile: prendendo spunto dall'VIII centenario della consacrazione di Chiara d'Assisi si è parlato di donne e soprattutto hanno parlato le donne. Un Festival plurale: l'icona potrebbe essere costituita dalla tavola rotonda che vedeva per la prima volta sedute l'una accanto all'altra - e non, come sempre, l'una di fronte all'altra - Elsa Fornero e Susanna Camusso; oppure da un'altra tavola rotonda dove tre donne, una ebrea, una cristiana e una musulmana - le abbiamo chiamate Sara, Maria e Fatima - hanno parlato del loro Dio.