
Cirenaica 1939. L'atmosfera alla vigilia della Prima guerra mondiale fa da sfondo al movimento dei personaggi del romanzo. Ufficiali oscillanti tra la disciplina militare e improvvise passioni, intense e sferzanti. Donne bellissime, incompiute o rassegnate alla propria sorte. Intellettuali segnati dal tormento della ricerca e dell'arte. Anime ferite, identità lacerate, ritratte mentre rincorrono uno sfuggente e segreto destino. L'Africa ammaliante incornicia il crogiolo delle storie e il loro teatrale intreccio. Un'Africa terra di colonia e di frontiera, imperscrutabile al rovescio delle fortune, al fondersi di dedizione e colpa. Un'altra tessera del ciclo africano di Spina iniziato nel 1967 con "Storie di ufficiali".
Le ragazze di Aboke è la storia vera di 139 ragazze rapite dal Collegio St. Mary's di Aboke nel nord Uganda, gestito dalle Suore missionarie Comboniane. Con coraggio suor Rachele Fassera, la vice preside italiana, inseguì i rapitori del Lord's Resistance Army (Lra), uno dei più crudeli gruppi di guerriglieri del mondo, guidato dal fanatico religioso Joseph Kony. La suora ottenne il rilascio della maggior parte delle sue studentesse, ma ne dovette lasciare 30 al loro destino.La giornalista belga Els De Temmerman ricostruisce il viaggio di due delle ragazze di Aboke che riuscirono a fuggire dal Lra. Racconta anche la storia di uno dei rapitori, un bambino-soldato di 14 anni, che faceva parte delle truppe scelte di Kony. Descrive inoltre l'opera instancabile di suor Rachele alla ricerca delle sue allieve, che l'ha portata a incontrare le più alte autorità politiche e reli-giose, compresi il Papa e Kofi Hannan.Le ragazze di Aboke è una fiera protesta contro l'uso dei bambini nei conflitti armati. A questo sco-po il libro si avvale nell'edizione italiana dei prestigiosi contributi della Superiora delle Comboniane, madre Adele Brambilla; dell'attore Massimo Ghini; del missionario Elio Croce; dell'arcivescovo di Gulu, mons. G. B. Odama e di padre Piero Gheddo del Pime che ha firmato l'autorevole saggio-postfazione «Africa: educare alla fraternità » (pp. 240).
In uno slancio d'amore il fedelissimo Fedro, figlio di un bracco e di una spinona maremmana, va alla ricerca del suo padrone Paride, dizionarista erudito e ottimo giocatore di biliardo. Non siamo più sulla terra, ma nel Mondo Prossimo e Fedro, in compagnia della dalmata Urania, si avventura in un viaggio che, tra mille difficoltà , diventa strada di conoscenza e itinerario di autocoscienza. Ne risulta un percorso di lettura incalzante e che coinvolge: un tragitto che, attraverso l'efficacia delle parabole e il linguaggio dei sentimenti, affronta, con quelle degli animali (che naturalmente parlano, come si conviene nelle favole), le nostre verità (pp. 208).
Gesto e parola, canto e musica, spazio e tempo, luce e colore, abito e suppellettile, movimento e quiete, tutti i codici della comunicazione umana concorrono a dire il mistero dell'incontro di Dio con l'uomo nel gioco della liturgia e, come tali, necessitano di essere appresi in un lento ma costan-te corpo a corpo con i testi, i riti e le norme delle varie celebrazioni. Allo scopo vengono incontro queste pagine, frutto della paziente e intelligente mistagogia esercitata da mons. Alessandro Gandini, parroco della basilica di San Babila in Milano. Con un linguaggio volutamente semplice, dal quale però traspare la grande competenza maturata nello studio, nell'insegnamento e nel lungo ser-vizio diocesano, l'autore prende per mano il lettore e lo porta a famigliarizzare con l'azione liturgi-ca e con i suoi presupposti di natura di volta in volta teologica, antropologica, storica e spirituale (pp. 224).
Che cos'è la bellezza? Ne esiste una sola forma? E' possibile definire la bellezza naturale e la bellezza artistica? Perché la filosofia dovrebbe farne oggetto di ricerca? Sono queste alcune delle domande affrontate in questo libro, scritto da Ignacio Yarza, professore di Estetica e di Storia della filosofia antica presso la Pontificia Università della Santa Croce.L'Autore riesce a disegnare un lungo itinerario storico-filosofico, da Platone fino a Heidegger, offrendo un accessibile testo introduttivo, nel quale Yarza non sacrifica però il suo interesse teoretico: si propone, infatti, di mostrare come la domanda «che cos'è la bellezza» implichi un continuo riferimento alla definizione dell'essere. L'estetica è, allora, una disciplina filosofica particolare, che non può essere separata dalla metafisica. Servendosi dei cardini speculativi di san Tommaso, l'Autore afferma il legame indissolubile tra essere, bene e bellezza, concetti che si richiamano e che contribuiscono alla definizione compiuta della realtà (pp. 240).
Dopo Tre donne (sempre per la collana «Narratori») e Alla ricerca di Joyce (collana «Ossidiana», Ida Boni avvince il lettore con questo romanzo di stati d'animo, di solitudini, di bellezza. Un taglio di luce, un'increspatura marina, il colore di un cielo sono vissuti con l'intensità degli affetti, resti-tuendo alla letteratura il suo ruolo esclusivo: dire ciò che né le immagini né i suoni possono espri-mere (pp. 304).
II secolo d.C. La grandezza di Roma è all'apice e l'astro del momento è Settimio Severo, «divino Imperatore». Nessuno lo conosce meglio di Claudio Galeno: è il suo medico personale, colui che con la salute del Sovrano può «determinare» la salute stessa di Roma. Ma il Potere, si sa, suscita invidie e il protagonista si trova invischiato in un gioco spietato di intrighi di Palazzo e di repentini colpi di scena, che si scioglieranno solo nelle ultime pagine. Un magma dove Bene e Male comunque si distinguono e si affrontano dando corpo a indimenticabili personificazioni. Come quella del «detective» Epafrodito, capo dei vigili di Ostia, che oppone al genio sinistro e perverso del principe Caracalla, delfino dell'Imperatore, l'intelligenza paziente e razionale di chi sa stare al proprio posto, a remare per la causa ritenuta giusta (pp. 240).
Dallo squillo della sveglia sino alle telefonate che ormai ci inseguono sino in camera da letto, le nostre giornate sono dominate dallo stress. Nelle relazioni quotidiane interagiamo a passo di corsa. Il lavoro è un tunnel che sfianca. La vacanza non distende più. Rilassarsi equivale a tentare un'impresa chimerica. Miguel-Ángel Martí Garcí a, docente universitario di Filosofia, offre una semplice ed efficace ricetta per ritrovare la pace perduta. Per ritrovare sé stessi rivalutando e riscoprendo il proprio mondo interiore. La propria intimità. La propria autenticità (pp. 144).
Il culto della Madonna è stato uno dei pilastri della pastorale e dell'educazione alla pietà di Ildefonso Schuster, il cardinale arcivescovo di Milano, beatificato da Giovanni Paolo II il 12 maggio 1996. Scritti nel 1953, a due anni dalla morte, questi Pensieri mariani sulle Litanie lauretane costituiscono la perfetta sintesi della sua pratica mariana in cui si intrecciano da un lato il dogma, che fonda la pietà verso la Vergine nel mistero cristiano come illustrato nelle fonti patristico-liturgiche, e dall'altro l'affetto popolare, che proprio nelle Litanie lauretane si rispecchia, in quanto queste sono sgorgate, come egli osserva, non «dal cuore del semplice popolo italiano», attraversate come sono da una vena di poesia che «piace e affascina per la sua fervente spontaneità ». Presentazione e curatela dell'opera di mons. Inos Biffi.