
Sposa e mamma novella? Casalinga disperata? O manager frustrata? E' questo il libro che cercavi.
Se hai perso la bussola e rimbalzi stressata tra casa e ufficio, scopri i segreti per una vita serena e di successo.
Vuoi imparare a fare la spesa in modo intelligente, a trovare la colf ideale, a farti aiutare da marito e figli? Vuoi coniugare le riunioni a scuola dei gemelli, con il consiglio di amministrazione dell'azienda? Ecco i consigli che fanno al caso tuo: le strategie per organizzare con efficacia la casa e avere molto più tempo per te.
Ogni fatto ed episodio qui narrati non sono frutto di fantasia, ma vita vera (e sudata) di ogni giorno e trasmettono fedelmente il percorso interiore compiuto dall'autrice che, chiudendo queste pagine, non si sente moglie, amante, madre, amica e professionista perfetta, ma semplicemente donna più consapevole e felice.
Fra i dubbi e i problemi posti dal quotidiano, inequivocabile, emerge una certezza: la realizzazione femminile sul lavoro e in società si fonda sul cuore e sulla responsabilità che solo una donna sa mettere e prendersi nella sfera domestica (pp. 184).
Elisabetta Tumbiolo Stefanini ha 37 anni. Vive a Roma ma è di origini siciliane. Sposata, ha quattro figli. Ha collaborato con diverse redazioni giornalistiche e ha ricoperto più volte i ruoli di addetto stampa e capo ufficio stampa. Da alcuni anni si dedica ad approfondire tematiche che riguardano la donna e la famiglia passando con regolare frequenza dalla scrivania all'asse da stiro.
Queste pagine, di densa spiritualità, innervate nei messaggi della Regina della Pace di Medjugorje, svelano con estrema chiarezza il ruolo d'intercessione e mediazione che Maria svolge nella Chiesa: «L'autore», annota nella Prefazione padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, «mostra come la Madonna che si manifesta nei messaggi di Medjugorje sia esattamente quella che conosciamo attraverso la Sacra Scrittura, il Magistero della Chiesa e la Liturgia. E', in ultima istanza, la Madre di Dio e la Madre della Chiesa che, in un passaggio decisivo della storia umana, come più volte ha richiamato Giovanni Paolo II, viene in soccorso dei suoi figli e dell'umanità intera» (pp. 288).
Francesco Rizzi, francescano dei frati minori, nato a Roma, vive a Medjugorje da diversi anni e accoglie i pellegrini e i sacerdoti italiani. Laureato in Economia e Commercio, ha la licenza teologica in Dottrina sociale della Chiesa; è sacerdote dal 1999 e professo solenne dal 1997. Su Medjugorje, ha già pubblicato il volume "Madre di Misericordia" (2006).
Alessandro Manzoni, quello tramandato dai rituali della cultura letteraria, ha un sosia, rimasto finora sconosciuto. Il Manzoni ufficiale, quello che da sempre conosciamo, è una controfigura deputata a nascondere il Manzoni vero, il quale ha sotterrato nei Promessi sposi, sotto le apparenze di un cattolicissimo romanzo, una vicenda tutta diversa, che - come aveva subito sospettato il mondo cattolico dell'800 - è pervasa da un micidiale nichilismo anticristiano. Un criptoromanzo al quale spetta il titolo di massimo capolavoro della nostra letteratura.
In questo libro Aldo Spranzi toglie la maschera al Manzoni, e fa emergere il romanzo nascosto, con la sua grandezza. Ci fa conoscere «l'altro Manzoni», autentico superuomo protagonista di un'appassionante, incredibile avventura esistenziale, oltre che genio artistico.
Liberato dal sarcofago nel quale, dopo averlo imbalsamato e divulgato, la cultura accademica l'ha per quasi due secoli rinchiuso, Manzoni e il suo capolavoro rinascono e rivelano una sconvolgente attualità . L'incontro con il vero Manzoni e con il romanzo nascosto è per l'uomo moderno, e in particolare per i giovani che popolano le nostre scuole, portatore di una sfida conturbante e affascinante (pp. 344).
Aldo Spranzi è professore ordinario di Economia dell'arte nella Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Milano.
Via Sandro Sandri si snoda in uno dei quartieri meno belli di Roma, che è quello di Casal Bruciato. Niente che varrebbe la pena di venir raccontato se non dalle cronache della illegalità marginale, se non fosse che là c'è qualcosa di davvero speciale, e lo si respira in queste storie di vita vissuta dal fronte dell'apprendimento, dove l'aula non è l'unico luogo di trasmissione del sapere, ma anche la strada assume una dimensione formativa di assoluta eccellenza. I ragazzi di via Sandri sono i volti e le storie di quell'«isola anomala» che è il centro Elis (Elis vuol dire Educazione Lavoro Istruzione Sport e fu inaugurato nel novembre del 1965 da papa Paolo VI alla presenza di san Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei) e Pierluigi Bartolomei (direttore della Scuola di Formazione, che ospita circa cinquecento ragazzi) la «voce narrante» di una passione educativa che sa essere all'altezza di ogni «storia», sempre appassionata e talvolta persino un po' «complice». Nascono così gli incontri narrati in questo libro: storie davvero memorabili, perché parlano di una grande sfida vinta. Entrano ragazzi, a volte carichi di problemi enormi; poi, in quest'«isola anomala», imparano a essere ordinati, pieni di rispetto per sé stessi, per i muri della loro scuola, per gli strumenti del loro lavoro, per gli insegnanti; fanno gli orefici, gli elettricisti, usano i computer, aggiustano sofisticati treni, orologi impossibili... Escono che sono uomini responsabili, futuri professionisti, bravi padri di famiglia; nei loro occhi possiamo leggere, insieme con Andrea Pamparana e Giuseppe Cossiga, che hanno firmato due calorose prefazioni al volume, il nostro futuro migliore (pp. 128).
Pierluigi Bartolomei, 46 anni, laurea in Economia e commercio, cinque figli, un passato da aspirante attore cinematografico e una forte passione per il teatro, specialmente per il cabaret, è direttore della Scuola di Formazione Elis e docente di Comunicazione efficace e public speaking. Durante l'università ha coltivato un altro grande amore, quello per il canto, partecipando a numerose feste di piazza con un complesso musicale noto soprattutto nel centro Italia; nel 1983 è riuscito a cantare davanti a Giovanni Paolo II, durante una delle consuete udienze. «Romano de Roma», figlio di un poliziotto, Gregorio, e della sora Margherita, ai quali dedica questo libro, scopre ben presto un'altra vocazione, quella di educatore, che realizza pienamente con i suoi ragazzi del Centro Elis nei quali si rivede così com'era alla loro età .
Dopo il volume 18 aprile 1948. L’«anomalia» italiana (Edizioni Ares, 2007), l’Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale (Isiin) continua nella sua opera di rivisitazione della storia dell’Italia moderna e contemporanea con questo Dal «centrismo» al Sessantotto, che affronta il ventennio successivo alla svolta del 18 aprile 1948, tanto importante quanto dimenticata, quei vent’anni che precedono e preparano la rivoluzione culturale del Sessantotto.
È il periodo dei governi centristi, della «legge truffa», delle «missioni» popolari dell’Azione Cattolica, del boom economico e della «dolce vita», della «Lambretta» e della Seicento, della comparsa della Tv; ma sono anche gli anni che preparano il Sessantotto con la violenza della «piazza rossa» a Genova, nel luglio 1960, con l’omicidio politico e morale del governo Tambroni e del suo Presidente, con i primi governi di centro-sinistra, con la penetrazione della mentalità laicista nella cultura e nel costume; infine, è il tempo in cui si verifica l’avvenimento più importante nella vita della cristianità del XX secolo, il Concilio ecumenico Vaticano II, con la sua duplice e contrastante interpretazione.
Il volume affronta tutti questi temi e molti altri e permette di cogliere quanto radicale sia stato lo scontro culturale nel periodo ’48/’68 e quanto profonda sia stata la scristianizzazione della vita pubblica del nostro Paese.
Quando il Sessantotto esploderà, per comprenderne le origini e la portata, sarà necessario tornare indietro nel tempo, e soffermarsi a riflettere su questo ventennio della storia italiana.
Perché tanti fidanzamenti finiscono, spesso dopo molti anni, e all'apparenza inspiegabilmente? Perché molti matrimoni, anche nati da un sentimento sincero e intensamente voluti, dopo un iniziale periodo di entusiasmo si spengono, si inaridiscono e poi naufragano senza rimedio?
Con la sua nuova opera Ugo Borghello cerca di dare una ragionata risposta a tali quesiti, continuando la riflessione sull'etica prematrimoniale e sponsale, un argomento che si innesta sulla pluriennale prassi pastorale dell'autore. Con un linguaggio semplice, franco e diretto, il libro affronta, secondo un taglio rigoroso, ma insieme umanamente partecipe, i grandi problemi che l'amore umano, e, in particolar modo, l'amore tra i giovani, si trova a dover risolvere in una società sempre più diversificata e complessa, ricca di voci discordi e seducenti, ma spesso travianti.
Il testo analizza l'amore nella prospettiva del fidanzamento, visto come periodo di grazia, ma anche come opportunità conoscitiva da impostarsi su basi moralmente corrette per costruire un matrimonio cristiano e realizzare il sogno dell'«amore per sempre» (pp. 376).
Ugo Borghello (Novi Ligure 1936) dopo aver conseguito il dottorato in Diritto canonico all'Angelicum di Roma (1958) si è laureato in Scienza dell'informazione all'Università di Navarra (Pamplona 1961), poco prima della sua ordinazione sacerdotale. I suoi scritti per giornali e riviste vertono sui temi della Risurrezione, della festa, della famiglia, sul fenomeno intellettuale della gnosi, sui problemi giovanili. Nel 1983 ha pubblicato il volume Ernst Bloch, ateismo nel cristianesimo. Con le Edizioni Ares ha pubblicato Liberare l'amore. La comune idolatria, l'angoscia in agguato, la salvezza cristiana (20003, con prefazione di Bruno Forte), Le crisi dell'amore. Prevenire & curare i disagi familiari (20003) e La sfida dell'amore. Perché essere cattolici fin da giovani (2000, con presentazione del card. Giacomo Biffi).
L'umanesimo del tempo moderno, radicato nel relativismo etico da cui mette in guardia papa Benedetto XVI, si connatura di un carattere anticristiano che, in definitiva, risulta inumano, in quanto non corrispondente al desiderio di compimento e di senso che abita il cuore dell'uomo.
La proposta cristiana rappresenta oggi più che mai una visione alternativa, aliena da ogni prospettiva ideologica, capace di riconoscere gli errori antropologici, le false idee di progresso, la cultura di morte insiti nelle più affermate teorie della modernità , alle quali contrappone la centralità della persona la cui dignità è prioritaria rispetto a qualunque concezione di popolo, società , StatoLa Chiesa si fa portatrice di questa proposta che le è propria attraverso il suo Magistero sociale che, come questo libro efficacemente dimostra, non è dottrina astratta, slegata dalla realtà .
«La dottrina sociale», infatti, come scrive l'autore, che in queste pagine ne ripropone anche una lettura storica, mentre evidenzia e affronta le sfide che le competono nella contemporaneità , «porta la fede a misurarsi con l'uomo concreto, con i suoi problemi vitali. Essa illumina tali problemi a partire dalla fede, individuandone le soluzioni dentro quell'orizzonte nuovo di coscienza e di azione che la fede stessa fa accadere nel mondo». Il Magistero della Chiesa, allora, nasce dall'incontro della fede con l'uomo, con le sue problematiche reali, personali e sociali e tutto questo aiuta più compiutamente a comprendere come la fede stessa, nella prospettiva cattolica, non sia da intendere come un'appendice preziosa e inutile della vita, ma come criterio di lettura dell'intera esistenza (pp. 296).
Luigi Negri è vescovo di San Marino e Montefeltro; già docente di Introduzione alla Teologia e di Storia della filosofia nell'Università Cattolica; partecipa fin dagli anni del liceo al Movimento di Comunione e liberazione, di cui è stato fino all'ordinazione episcopale uno dei massimi responsabili. Fra le sue opere ricordiamo: Il Magistero sociale della Chiesa; False accuse alla Chiesa; Controstoria; Ripensare la Modernità . Con le Edizioni Ares ha già pubblicato: Pio IX. Attualità & Profezia (due edizioni) e Vivere il matrimonio.
Si assiste oggi a una onnipresenza dell'etica nei media, nelle istituzioni, nelle aziende, nelle professioni più disparate: ciò che Cicerone affermava di Socrate, ossia che questi aveva fatto scendere la filosofia dal cielo per introdurla nelle case degli uomini, sembra essere diventato realtà. E tuttavia i cultori di etica, i moralisti, per la natura esclusivamente formale dei loro consigli e pareri non sono in grado di incidere sulle coscienze. Emerge pertanto sempre più il sospetto che la causa di questa scarsa influenza dell'etica sulle coscienze e sui mondi della vita sia dovuta all'oblio del punto di partenza antropologico della riflessione etica. L'etica appare schiacciata tra lo sviluppo della scienza e il progresso tecnologico, rimuovendo le domande etico-antropologiche per eccellenza: «Chi sono io?», «a chi appartengo?», «quale persona voglio essere?», «quale modo di vivere è migliore e degno dell'uomo?». Dalle risposte date a tali interrogativi dipende la comprensione piena dell'uomo in quanto soggetto morale. Lungo un itinerario che dalla grecità giunge ai nostri giorni l'Autore indaga e spiega – con particolare richiamo al mondo dell'università e delle professioni – le condizioni (fondamentale l'acquisizione delle virtù) perché la vita umana, nella densità di tutte le sue espressioni pubbliche e private, possa essere una vita riuscita, una vita felice. Non è infatti il vivere da tenere nel più alto conto, bensଠil vivere bere (pp. 304).
Michelangelo Peláez (Zamora, Spagna, 1930), laureato in Giurisprudenza (Salamanca 1953) e in Diritto canonico (Università Pontificia S. Tommaso 1955), è stato ordinato sacerdote alla fine del 1955 e da allora risiede in Italia dove ha svolto in varie città il suo ministero sacerdotale e contemporaneamente coltivato i suoi studi etico-giuridici. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi articoli in riviste italiane e straniere, si segnalano: Introduzione allo studio della criminologia, Etica, professioni e virtù, entrambe tradotte in varie lingue. Dal 1994 è docente di Etica all'Università Campus Biomedico di Roma.
Sono passati già diversi anni dall'11 settembre 2001, dagli attentati di New York e di Washington. Da quel giorno, che bruciò le speranze di una lunga età di pace presagite a inizio millennio, numerose altre città in Europa e nel mondo hanno subito attacchi terroristici e località sconosciute - come Fallujah, Nassiriya, Gardez o Helmand - sono diventate teatro di sanguinose battaglie. Toponimi che, emersi a notorietà per qualche fatto di particolare ferocia, rapidamente svaniscono dalle prime pagine degli organi di informazione sommersi da una continua chiacchiera che oscura la percezione degli avvenimenti. Con richiamo a diffuse correnti della storiografia anglosassone Alberto Leoni legge la lotta al terrorismo internazionale come quarta guerra mondiale (la terza definisce il semisecolare confronto a freddo tra Occidente e Urss, conclusosi con la caduta del muro di Berlino e la fine del Patto di Varsavia), di cui l'autore spiega le origini politico-ideologiche, delinea gli schieramenti in campo, fornisce la mappa delle organizzazioni terroristiche e dei suoi capi, individua le aree nevralgiche nei diversi continenti, descrive le operazioni militari illustrando tattiche e strategie, denuncia alcuni errori di Bush e la presunzione dei suoi consiglieri, come pure le ambiguità e la tiepidezza degli alleati europei. Ma lo sguardo di Leoni è volto soprattutto ai protagonisti veri di questo conflitto dalla incerta durata, alle persone che vivono nella carne la guerra combattendo sui vari fronti o ne soffrono gli effetti devastanti. Molti loro nomi e molte loro gesta sono ricordati in queste pagine - uomini e donne, cristiani e islamici, laici e religiosi - per aiutarci a fronteggiare le sfide mortali alle nostre libertà , reimparando l'etica del sacrificio disinvoltamente rimossa dalle narcisistiche società occidentali (pp. 272).
Alberto Leoni (1957) vive a Desio. Ha tradotto la storia del Risorgimento dell'irlandese Patrick Keyes O'Clery, pubblicata con il titolo La Rivoluzione italiana (Ares, 2000). E' autore di: Novecento in celluloide (Cesed, 1998); La croce e la mezzaluna (Ares, 2002), Premio Capri 2003, sezione «Attualità»; Storia militare del cristianesimo (Piemme, 2005).