
Una raccolta di scritti che ripercorre il percorso di S.E. Card. José Saraiva Martins in qualità di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. La concezione di Santità nel corso della storia bi-millenaria della Chiesa Cattolica, partendo dalle citazioni dell'Antico Testamento fino al Magistero dei Pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Sono presi come esempio di vita spirituale e santità alcuni tra i più significativi personaggi della Chiesa: il Santo Curato d'Ars, Santa Bernadette di Lourdes, S. Gemma Galgani, Padre Pio, Madre Teresa. Un volume rivolto a tutti i fedeli.
Per descrivere frate Francesco, l'Autore si è fatto guidare dalle fonti del primo secolo in cui è stata fissata la memoria agiografica" del santo. " Molto si è scritto e si continua a scrivere attorno a San Francesco, perchè la memoria di lui ha avuto ed ha tuttora un carattere agiografico. Ricostruire i suoi viaggi e segnalare tempi e modalità di sosta è arduo e non è questo il compito prefissatosi dall'Autore. Il volume è dedicato ad un ambito geograficamente circoscritto: Assisi, La Valle Reatina, La Verna.
Una guida ai luoghi francescani della città di Milano. Con Cartina. Guida a luoghi tuttora esistenti e insediamenti non più esistenti ma di cui resta memoria. Il volume è corredato da alcuni apparati: una breve sezione che comprende luoghi non fondati da francescani ma con una storia divenuta in seguito francescana, o luoghi con dedizione francescana ma senza la presenza dell'Ordine; una proposta di itinerario alla scoperta delle più significative opere di iconografia francescana nei musei cittadini; una breve passeggiata toponomastica"; glossario storico delle famiglie francescane. "
Descrizione dell'opera
«San Francesco non era un sacerdote, ma possedeva in pienezza lo spirito sacerdotale, di dire qualcosa di vitale importanza a tutti i sacerdoti della Chiesa di Dio» (dalla Prefazione).
Il volume si propone di recuperare le linee essenziali dell'autentica spiritualità francescana di cui i sacerdoti del primo ordine sono invitati a nutrire la vita e l'esercizio del ministero. Dopo che, a partire dal concilio Vaticano II, le tre famiglie francescane si sono impegnate a sviluppare la dimensione laicale della loro vocazione, si apre la domanda se si sia fatto abbastanza per illuminare l'altra dimensione, quella sacerdotale.
L'autore offre quindi un contributo di riflessione perché i sacerdoti francescani di oggi e quelli di domani vivano ed esercitino il loro ministero presbiterale nutriti da una spiritualità che appartiene alla propria tradizione carismatica.
Sommario
Prefazione (mons. B.L. Papa). 1. Una vocazione da illuminare: due dimensioni dell'unica fraternità francescana. 2. «Miei signori, figli e fratelli»: Francesco d'Assisi e i sacerdoti. 3. Da francescani sacerdoti a sacerdoti francescani: i secoli della clericalizzazione. 4. Il Vaticano II e la sua ricezione: alla ricerca della grazia delle origini. 5. Ministri di Cristo fratello e servo: per un sacerdozio nutrito di francescanesimo. Bibliografia.
Note sull'autore
Francesco Neri (1959) è frate minore cappuccino nella Provincia di Puglia, ove ora è ministro provinciale, e docente stabile di teologia sistematica presso la sede di Bari della Facoltà Teologica Pugliese.
"San Francesco - nel suo Cantico di frate sole - intuisce che il segreto della vita si nasconde in Dio; e anche nello stupore, nell'accoglienza, nel servizio vicendevole".
"La devozione di san Francesco nei confronti dell'Eucaristia e dei sacerdoti è narrata in una delle sue Lettere più belle. In quel testo, qui riproposto e commentato, il Santo di Assisi fa emergere tutto il suo amore per il Corpo e il Sangue del Signore e per coloro che, con le loro mani, lo consacrano e lo donano agli altri".
«I metodi pastorali del Santo Curato d’Ars potrebbero apparire poco adatti alle attuali condizioni sociali e culturali. Come potrebbe infatti imitarlo un sacerdote oggi, in un mondo tanto cambiato? Se è vero che mutano i tempi e molti carismi sono tipici della persona, quindi irripetibili, c’è però uno stile di vita e un anelito di fondo che tutti siamo chiamati a coltivare. Lungi allora dal ridurre la figura del Santo curato d’Ars a un esempio, sia pure ammirevole, della spiritualità devozionale ottocentesca, è necessario al contrario cogliere la forza profetica che contrassegna la sua personalità umana e sacerdotale di “altissima attualità”» (Benedetto XVI).
Si tratta della traduzione in lingua corrente della «Vita» di santa Umiltà da Faenza, scritta in volgare da Silvestro Ardenti nel 1345. Perché questo profilo – vivacissimo e interessante – potesse risultare comprensibile ai lettori di oggi, l’autrice ha elaborato il racconto, inserendolo all’interno di una cornice: il dialogo tra due personaggi: l’agiografo Ardenti e la monaca Margherita, una delle prime figlie spirituali della santa. Emerge come santa Umiltà non sia stata solo una taumaturga, ma anche una donna vera, sposa e madre, un’asceta convinta, una mistica, una fondatrice.
Punti forti
La pubblicazione commemora il VII centenario della morte della Santa, avvenuta il 22 maggio 1310.
Destinatari
Largo pubblico di ogni età.
Autrice
Lea Montefuschi, monaca presso il Monastero di Santa Umiltà di Faenza.
A Chieri Giovanni Bosco visse una duplice esperienza: il periodo della scuola pubblica e quello degli studi seminaristici. Il primo è contrassegnato da un’attività disarticolata e febbrile al di sopra delle righe, in cui investe tutte le risorse di cui dispone. Il secondo è, invece, segnato dalla regolarità e dall’ascesi, in cui si obbliga al rigore comportamentale. Molto sciolto in città, forse più legato in seminario. Del resto, l’indole va governata e le doti disciplinate. Due tappe opposte e necessarie alla sua formazione, poiché grazie ad esse si affina il leader poliedrico, che non si arrende di fronte alle circostanze contrarie, e s’imposta il chierico devoto, che deve acquisire il sensus Ecclesiae nello spirito obbedienziale. Costante rimane l’ardore apostolico e la dimensione orante.
È arrivato a Chieri a sedici anni carico di essenzialità (diciamo pure in condizione di povertà!), con il bagaglio della esperienza di chi vive in campagna, con la buona volontà di chi desidera qualcosa di importante e di nuovo. È ripartito da Chieri per Torino giovane prete ventiseienne, con una spiritualità ben fondata, una cultura notevole, arricchito di ulteriori esperienze di vita umanamente profonde, con la prospettiva di fronte a sé della disponibilità generosa di rendersi aperto alle vicende e alle persone del ministero pastorale, particolarmente a favore dei giovani.
Il volume illustra e documenta il periodo della frequenza di Giovanni Bosco alle scuole pubbliche (1831-1835) e quella al seminario (1835-1841) in Chieri. Gli episodi della sua vita sono tratti dalla narrazione fatta da don G.B. Lemoyne nel primo volume delle Memorie Biografiche e da don Bosco stesso nelle Memorie dell’Oratorio. La documentazione è tratta dal Libro di Secondo Caselle, Giovanni Bosco studente. Chieri 1831-41: dieci anni che valgono una vita.
Redatte sotto forma di racconto autobiografico, le Memorie dell’Oratorio di S. Francesco di Sales dal 1815 al 1855 sono considerate uno dei testi più importanti scritti da san Giovanni Bosco.
Curandone la forma letteraria, don Bosco volle che i suoi figli vi trovassero ameno trattenimento. Nello stesso tempo le Memorie dell’Oratorio dovevano servire loro da norme per superare le difficoltà future prendendo lezione dal passato. Inoltre, volle dare loro un esempio di come Dio guida ogni cosa in ogni tempo.
L’intento narrativo risulta finalizzato alla preoccupazione di definire il senso di una esperienza educativa globale e alla formulazione di un programma di azione.
Santa Gemma Galgani morì a soli 25 anni l’11 aprile 1903. Beatificata nel 1933 e canonizzata da Pio XII nel 1940, la sua memoria liturgica ricorre il 16 maggio.
Queste meditazioni – pratiche, accessibili a tutti, essenziali, per l’interiorità di ognuno – sono tratte dagli scritti, dalle lettere ed estasi di una delle mistiche piuù affascinanti del Ventesimo secolo.
Il culto di santa Gemma ha dato vita alla Congregazione Missionaria delle Sorelle di Santa Gemma, inserito nell’ordine Passionista