
Una problematica di fondamentale interesse storico-religioso è quella dei processi di trasformazione che, in una dialettica complessa di sostituzione e di utilizzazione di elementi, risemantizzati in un nuovo contesto religioso, segnano la fase decisiva della storia culturale del mondo tardo antico, in cui si compie il confronto fra le tradizioni religiose del mondo mediterraneo a struttura politeistica e il nuovo messaggio cristiano.
La questione è assai complessa e non può essere posta in maniera semplicistica in termini di «derivazione» e di «influssi», neppure in quei casi – come quello dei culti terapeutici tradizionali da una parte, e dall’altra le varie forme di pratiche di guarigione e miracoli connessi al culto di martiri e santi – in cui le analogie nelle modalità rituali e negli effetti pratici appaiono assai forti. Si pensi all’utilizzazione sempre più ampia della pratica dell’incubazione nei martyria e nelle chiese dedicate ai vari santi-medici, di cui è indubbia l’origine «pagana» – nei culti di Asclepio in particolare, ma anche in numerosi altri affini – e all’uso di sostanze varie per ottenere la guarigione.
All’indagine di questo quadro storico, in cui continuità e discontinuità coesistono e le diverse identità religiose e culturali, nella persistenza degli elementi peculiari di ciascuna, si modellano e si trasformano nel contatto e nel confronto reciproco in processi di lunga durata, è stato finalizzato il progetto del Convegno Internazionale su «Asclepio e Cristo. Culti terapeutici e taumaturgia nel mondo mediterraneo antico: fra pagani e cristiani», svoltosi ad Agrigento il 20-21 novembre del 2006, nell’ambito delle attività scientifiche dell’Accademia di Studi Mediterranei, di cui si pubblicano gli Atti.
I responsabili del VIS hanno organizzato per i primi giorni di gennaio 2009 un Congresso Internazionale sul tema "sistema preventivo & diritti umani", suscitando un grande interesse per le prospettive che tale tema fanno intuire.
La via dei diritti umani, infatti, appare come una reale possibilità di "globalizzare l’impegno educativo" e di accrescere le opportunità di collaborazione con tutti "i benefattori dell’umanità" disposti a condividere l’impegno educativo.
Considerando attentamente queste opportunità, si è pensato di offrire un vero e proprio strumento di riflessione per aiutare a comprendere la fecondità di questa via educativa.
Se i salesiani scelgono di entrare decisamente in questa nuova prospettiva di attuazione della loro missione, devono essere convinti di diventare protagonisti di un percorso che li obbligherà a confrontarsi con la realtà attuale nei suoi limiti e nei suoi traguardi di umanizzazione. Questo confronto farà apparire tante volte insufficiente un adeguamento all’esistente e richiederà esigenze di superamento, di trascendimento del dato per ulteriori traguardi (sia nella definizione dei diritti che nei percorsi di umanizzazione) a cui solo per pigrizia si potrebbe rinunciare. Entrare in questo nuovo percorso è segno di speranza, di futuro, di coraggio profetico.
Che cosa è il noviziato e come può essere presentato alle nuove generazioni che si affacciano alla vita religiosa? È un tempo di ‘prova’ o di messa alla prova? È un tempo ‘iniziatico’, dunque ‘misterioso’ e ‘sacro’ che toglie alle persone la possibilità del contatto con la vita e il mondo per una esperienza di full immersion nella vita consacrata alla sola presenza di Dio? Ha ancora senso riproporre oggi tale esperienza che, agli occhi di una cultura laica e laicista, è vista come una sorta di mistica trasformazione delle personalità plasmate in modo da perdere ogni colore identitario? Cosa può significare realmente l’iniziazione alla quale il noviziato intende accompagnare la persona perché scelga in maniera decisiva di seguire Gesù nella professione dei consigli evangelici?
È attorno a questi interrogativi che è stato progettato un percorso di formazione per maestre di noviziato delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nell’intento di ripensare la formazione e di ri-progettare, a partire dai nuovi e variegati contesti culturali, dei percorsi formativi ‘inculturati’.
Il focus di tutti i diversi contributi presenti nel volume è sul noviziato e sui modelli di formazione che lo strutturano come tappa di un processo formativo più ampio e come ‘luogo-spazio-temporale’ che consente l’attivazione di processi di crescita vocazionale.
Sullo sfondo l’istanza prioritaria di una responsabilità condivisa, l’urgenza di uscire da una privatizzazione o individualizzazione eccessiva della formazione che rischia di scadere in un protagonismo autoreferenziale.
La formazione è una questione profondamente relazionale e comunitaria: ben venga allora la tipica e carismatica pedagogia d’ambiente che ha caratterizzato le comunità formative delle origini.
L’indicazione conciliare dell’Optatam totius prospetta una nuova figura di teologia morale, il cui tema generatore è appunto l’altezza della vocazione dei fedeli in Cristo. Questo incremento ermeneutico, insieme ad altri, sotto più di un risvolto, interessa l’insieme delle articolazioni, formali e materiali, di quell’unica scienza che è la teologia. Il nuovo rapporto tra due di queste, cioè tra la teologia morale e spirituale, è nel presente volume esplicitamente a tema, seguito e rivisitato in alcuni ambiti specifici, quali la riflessione sullo Spirito Santo, la rilevanza etico-spirituale del metodo teologico, l’esperienza della lectio divina. L’abbandono di una prevalente figura minimale ed amartiocentrica dell’etica cristiana e la contestuale prospettazione della sua eccellente altezza interpellano nuovamente il consolidato rapporto tra le due discipline, così invitate ad un certo ripensamento epistemologico, per sovvenire ad una situazione, percepita con crescente disagio.
Nel 25° anniversario della promulgazione del Codice di Diritto Canonico da parte di Giovanni Paolo II (25 gennaio 1983) la Facoltà di Diritto Canonico dell’Università Pontificia Salesiana ha organizzato un convegno di studio per approfondire l’incidenza del nuovo Codice sulla vita e sulla missione della Chiesa, come avevano auspicato i Padri del Concilio Vaticano II.
Mons. Francesco Coccopalmerio ha descritto il senso ed il ruolo del diritto canonico per il Popolo di Dio. Il Card. Zenon Grocholewski, partendo dalle norme emanate dopo il 1917 riguardo all’insegnamento del diritto canonico, ha tracciato la storia di tale insegnamento nelle sue diverse tappe e ha descritto le recenti norme per il suo studio nelle Università e Facoltà ecclesiastiche promulgate in occasione della recente riforma degli studi. Il Card. Walter Kasper si è posto la domanda se il Codice abbia recepito l’impegno della Chiesa a ricomporre l’unità dei cristiani, uno dei principi guida del Concilio, e ha espresso la convinzione che le norme del Codice e la successiva legislazione, non solo hanno contribuito alla promozione dell’impegno ecumenico tra i fedeli, ma hanno anche contribuito a che l’ecumenismo sia diventato un cammino irreversibile della Chiesa. Il Card. Tarcisio Bertone ha descritto il rapporto tra il primato del Papa e la collegialità dei Vescovi, sottolineando l’unità dell’episcopato e il carattere episcopale del primato stesso. Mons. Giorgio Corbellini ha ricordato la figura e il ruolo del Card. Rosalio José Castillo Lara nella stesura del nuovo Codice, delineando in questo modo l’iter della riforma del Codice.
Il volume, che raccoglie gli studi presentati nel convegno, si conclude con un ricordo del Cardinale Alfons Maria Stickler, illustre storico del diritto canonico impegnato nella revisione del Codice.
La XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008 sul tema La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, ha messo in moto le forze vive della Chiesa nell’approfondire i loro legami con la Parola di Dio che è viva ed efficace (cf. Eb 4,12) e che «nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici» (Sal 118,130). Un esempio di tale azione ammirevole è la presente opera che riflette sulla legislazione ecclesiastica alla luce della Parola di Dio.
Parola di Dio e legislazione ecclesiastica è un apprezzabile sforzo su questa scia affinché la Parola di Dio cresca e diventi «regola suprema della fede e potenza di vita» attraverso «la riflessione e lo studio dei credenti», che mette in evidenza «diversi rapporti con la Parola di Dio» della legislazione della Chiesa. I professori della Facoltà di Diritto Canonico dell’Università Pontificia Salesiana hanno cercato di cogliere attraverso vari studi presentati in questo libro il rapporto insostituibile tra la Parola di Dio e la legislazione ecclesiastica. I primi tre contributi esaminano la Parola di Dio in rapporto con le fonti legislative della Chiesa, il diritto divino e i diritti dei singoli fedeli. Gli altri quattro articoli analizzano dal punto di vista della Parola di Dio la legislazione sulla liturgia delle ore, sulla preparazione dei nubendi, sul privilegio paolino e sull’amministrazione della giustizia nella Chiesa.
Questa lodevole opera s’inserisce senza dubbio nell’«impegno di un grande numero di esegeti e teologi che studiano e spiegano le Scritture "secondo il senso della Chiesa", interpretando e proponendo la Parola scritta della Bibbia nel contesto della viva Tradizione, valorizzando in ciò l’eredità dei Padri, confrontandosi con le indicazioni del Magistero (cf. DV 12) e aiutando con dedizione il servizio dei Pastori, meritando così una parola di ringraziamento e di incoraggiamento» (Instrumentum Laboris 40).
Destinatari di questo Corso di storia dell’educazione, della scuola e della pedagogia sono gli Studenti di Scienze dell’educazione e della formazione, senza escludere chiunque voglia utilizzarlo per una conoscenza più approfondita dei problemi educativi e pedagogici lungo la storia. Destinatari privilegiati sono anche i Professori,che hanno il compito di essere guide esperte per indicare la strada da seguire per giungere alla meta.
L’opera è articolata in due volumi: 1. Dall’educazione antica al secolo del metodo, 2. Dall’Illuminismo all’era della globalizzazione. Ognuno di essi è diviso in ampie unità tematiche, che si riferiscono a momenti o tappe fondamentali della storia dell’educazione. All’interno di ciascuna unità tematica vengono proposti problemi, esperienze educative, teorie e autori il cui studio è finalizzato a comprendere la dinamicità intrinseca alla storia e la complessità degli eventi umani. Lo scopo dei numerosi testi inseriti è quello di accostare il lettore ai documenti (fonti) con gradualità e mentalità critica, così da capire il testo in un’ottica giusta e secondo un’interpretazione la più oggettiva possibile.
Nella trattazione si dà rilievo, senza forzature o enfatizzazioni indebite, ad alcuni temi privilegiati che non sempre hanno avuto la giusta attenzione: la formazione professionale, l’educazione della donna, le esperienze di pedagogia cristiana nella storia. Inoltre, si è cercato di mettere in risalto elementi caratteristici dello specifico della cultura europea colta alle radici e lungo il suo evolversi.
Nella attuale temperie di «emergenza educativa», il Corso aiuterà a comprendere che l’arte dell’educazione è sempre stata e rimarrà un’arte difficile, ma di eccezionale importanza, poiché «di fronte alle molteplici sfide del futuro, l’educazione appare come una carta vincente indispensabile per permettere all’umanità di progredire verso gli ideali della pace, della libertà e della giustizia sociale» (Comm. Internaz. dell’Unesco sull’educazione per il XXI secolo).
Destinatari di questo Corso di storia dell’educazione, della scuola e della pedagogia sono gli Studenti di Scienze dell’educazione e della formazione, senza escludere chiunque voglia utilizzarlo per una conoscenza più approfondita dei problemi educativi e pedagogici lungo la storia. Destinatari privilegiati sono anche i Professori,che hanno il compito di essere guide esperte per indicare la strada da seguire per giungere alla meta.
L’opera è articolata in due volumi: 1. Dall’educazione antica al secolo del metodo, 2. Dall’Illuminismo all’era della globalizzazione. Ognuno di essi è diviso in ampie unità tematiche, che si riferiscono a momenti o tappe fondamentali della storia dell’educazione. All’interno di ciascuna unità tematica vengono proposti problemi, esperienze educative, teorie e autori il cui studio è finalizzato a comprendere la dinamicità intrinseca alla storia e la complessità degli eventi umani. Lo scopo dei numerosi testi inseriti è quello di accostare il lettore ai documenti (fonti) con gradualità e mentalità critica, così da capire il testo in un’ottica giusta e secondo un’interpretazione la più oggettiva possibile.
Nella trattazione si dà rilievo, senza forzature o enfatizzazioni indebite, ad alcuni temi privilegiati che non sempre hanno avuto la giusta attenzione: la formazione professionale, l’educazione della donna, le esperienze di pedagogia cristiana nella storia. Inoltre, si è cercato di mettere in risalto elementi caratteristici dello specifico della cultura europea colta alle radici e lungo il suo evolversi.
Nella attuale temperie di «emergenza educativa», il Corso aiuterà a comprendere che l’arte dell’educazione è sempre stata e rimarrà un’arte difficile, ma di eccezionale importanza, poiché «di fronte alle molteplici sfide del futuro, l’educazione appare come una carta vincente indispensabile per permettere all’umanità di progredire verso gli ideali della pace, della libertà e della giustizia sociale» (Comm. Internaz. dell’Unesco sull’educazione per il XXI secolo).
L’essere del bene comune è sempre meno percepibile e sperimentabile in una società e in una cultura in cui l’agire retto ed il bene umano sono ritenute nozioni prive di fondamento etico oggettivo e di senso per la collettività. Crediamo che riflettere sul bene comune, allora, sia divenuta una urgenza. E questo volume vuole proprio rispondervi articolando una riflessione su due livelli: teoretico e pedagogico.
Si dovrà far fronte con ottimismo, con rinnovato interesse e con passione educativa ad alcune sfide: riconoscere il valore supremo della dignità umana, illuminata dalla fede, e lottare per farla divenire meta di ogni azione riflessiva ed educativa. Credere profondamente nell’essere umano, nelle sue capacità e risorse. Credervi anche quando la fragilità, l’imperfezione e la miseria umana sembrano aver preso il sopravvento e offuscato la sua dignità. Educare a vere relazioni interpersonali. Creare spazi (soprattutto in famiglia) in cui intessere trame di rapporti "nutrienti" ove si impari l’alfabeto dell’essere e del bene. Costruire una cultura della responsabilità, della fraternità e della solidarietà, dando valore al volontariato, al gratuito e al servizio. Educare alla diversità, alla tolleranza, alla convivenza pacifica, all’integrazione. Educare all’ecologia attraverso una riduzione dei consumi, la condivisione delle risorse, uno stile sobrio, la difesa dell’ambiente.
Ci auguriamo che questa pubblicazione stimoli buoni pensieri e muova azioni che promuovano il bene comune, aiutando a costruire quella speranza di cui, ripetutamente ci ha parlato Benedetto XVI e secondo il quale, realizzare il bene comune è speranza in atto.
Quella della comunicazione sociale costituisce oggi una delle professioni più significative e ambite della nostra società. La preparazione all’esercizio di questa professione, soprattutto per quanto riguarda i livelli più alti e di maggiore responsabilità, richiede una adeguata competenza.
Inoltre, l’influsso che la comunicazione sociale può esercitare sul vissuto dei fruitori e sulla società stessa nel suo insieme esige che questa formazione comprenda anche una trattazione dei problemi e della responsabilità di natura morale che sono legate a questa cruciale forma di professione.
Questo saggio di etica professionale è nato come risposta a questi bisogni.

