
Obiettivo di questa ricerca è quello di verificare la presenza del riferimento biblico negli scritti di Don Bosco e disegnare una mappa, il più possibile completa e ordinata, delle citazioni reperibili nei suoi scritti. È un lavoro di analisi, che ha il carattere di censimento, di raccolta dati. Globalmente gli scritti di Don Bosco presi in esame sono 240. Il numero di citazioni bibliche risultato da questa analisi ammonta a 6.929: 4.662 citazioni del Nuovo Testamento e 2.267 dell’Antico Testamento.
L’impianto della ricerca comprende tre parti. La prima presenta in forma sintetica la mappa delle citazioni bibliche negli scritti di Don Bosco: computo generale delle citazioni; loro distribuzione libro per libro; annotazioni critiche sul modo di citare di Don Bosco. La seconda parte presenta in forma analitica la mappa delle citazioni rilevate, testo per testo. La terza parte, intitolata: Don Bosco e la Bibbia, mira a mettere in rilievo l’importanza che la Bibbia ha avuto, innanzitutto nella formazione di Don Bosco; in secondo luogo nella sua azione pedagogica ed infine in alcuni suoi scritti di carattere educativo: le Vite di Luigi Comollo, di Domenico Savio, di Michele Magone e di Francesco Besucco; il Giovane provveduto; la lettera da Roma alla comunità di Valdocco; il Sistema preventivo nella educazione della gioventù; la circolare sui castighi da infliggere nelle case salesiane.
Nell’opuscolo Il cristiano guidato alla virtù e alla civiltà secondo lo spirito di San Vincenzo de’ Paoli Don Bosco, parlando di San Vincenzo, rivela uno dei segreti della propria esistenza e di tutta la sua azione educativa: «La dottrina del Vangelo era l’unica regola della sua vita» (OE XXVIII, 113); «Un disegno autorizzato da ragioni di una saggia politica non era di suo gradimento se non autorizzato dalla massime del Vangelo» (OE XXVIII, 109); «egli si era proposto Gesù Cristo a modello; attingeva nel Vangelo tutta la sua morale, tutta la sua civiltà, tutta la sua politica» (OE III, 235-236).
Ricordate quei grandi insegnanti che vi hanno stimolato ed entusiasmato con il loro insegnamento? Ricordate come vi sentivate nella loro classe e come essi rendevano la classe viva? Che cosa li fece insegnanti speciali? Quali abilità e qualità possedevano per incoraggiare gli studenti a imparare? Come questi insegnanti aiutarono i loro studenti a riuscire con successo?
Questo libro mostra agli educatori come ricreare nelle loro classi lo stesso spirito e lo stesso entusiasmo descrivendo le caratteristiche e le abilità degli insegnanti efficaci. L’autore sintetizza le ricerche per identificare i comportamenti specifici dell’insegnante che contribuisce al successo degli studenti. Egli enfatizza in modo specifico i fattori che sono sotto il controllo degli insegnanti: la loro preparazione, la personalità e le prassi.
J.H. Stronge insegna come gli insegnanti efficaci si preparano ad essere educatori efficienti; come stabiliscono, gestiscono e mantengono un ambiente di classe concentrato sull’apprendimento; come organizzano il tempo, come comunicano alte aspettative e come pianificano l’istruzione; come presentano il curricolo in modo che sostenga un apprendimento attivo e impegnato; come monitorano il progresso degli studenti, identificano il loro potenziale e rispondono alle necessità speciali di ogni studente, compresi gli studenti a rischio e quelli maggiormente dotati.
Gli insegnanti, i formatori degli insegnati, gli insegnanti leader, i supervisori e coloro che conducono i tirocini possono utilizzare questo libro per la preparazione di insegnanti migliori e per migliorare la qualità dell’apprendimento per tutti gli studenti.
In tempi più o meno recenti l’epoca medievale è stata oggetto di una serie di ricerche che hanno significativamente rivisitato le valutazioni negative risalenti agli scritti di molti umanisti del ’400. Questi sostanzialmente affermavano che detto periodo era da intendere come una lunga parentesi storica, caratterizzata da un immobilismo culturale che si poneva tra la grandezza dell’età classica e la rinascita umanistico-rinascimentale della civiltà che ad essa si ispira.
Alla luce degli attuali contributi si può affermare che la realtà è molto più articolata. Il Medioevo è in gran parte riuscito nell’impresa di fondere il mondo latino-romano con quello germanico creando per la prima volta uno spirito propriamente europeo accomunato dalla stessa religione. In realtà non sarà solo questo l’unico traguardo.
L’Autore, presentando la storia della Chiesa medievale (dalle invasioni barbariche al Rinascimento) mostra, ad esempio, che le radici della scienza moderna affondano in una certa misura nel terreno del mondo medievale, prima della cosiddetta rivoluzione scientifica; anche la stessa vita ecclesiale ha ricevuto degli altissimi apporti sul piano spirituale e religioso-culturale, con delle figure universali come Francesco d’Assisi o Tommaso d’Aquino.
In quest’ultima affermazione si trova – in definitiva – l’ottica dalla quale l’Autore osserva la dinamica di una Christianitas profondamente segnata da una reale capacità d’iniziativa e di apertura a nuove esperienze. Ne deriva una considerazione: nel volume del prof. Guiducci viene delineato un insieme di momenti tra loro interagenti che aprono alla visione non statica di popoli, di comunità, di istituzioni, di vocazioni, di missioni, di espressioni di fede, di opere di carità ...
Per questo motivo l’opera è particolarmente valida nel suo disegno complessivo e negli approcci con specifiche realtà storiche. Senza tacere l’esistenza di ombre e di contro-testimonianze, il testo sa considerare i processi storici con una misurata pacatezza che riesce a non restare succube né di un revisionismo acritico, né di un apologeticismo immotivato.
Il volume contiene le ricerche realizzate per il 5° Convegno internazionale di storia dell’Opera salesiana, dedicato a don Michele Rua (1837-1910), uno dei più importanti protagonisti dello sviluppo degli istituti religiosi fondati da san Giovanni Bosco, Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice.
Il materiale documentario, quasi tutto inedito, concerne in massima parte l’attività di don Rua come primo successore del fondatore, quindi gli anni del suo rettorato: 1888-1910. Si è privilegiata pertanto la qualità della sua animazione e la valenza delle relazioni di carattere personale e istituzionale, rivolte all'attività apostolica ed educativa degli Istituti salesiani presenti in tutti i continenti.
Dalla presentazione di don Rua in relazione con le realtà salesiane di un paese o di una regione, risulta un superiore dotato di una insolita capacità di seguire le vicende locali, di indicare con coraggio soluzioni o suggerimenti, pieno di rispetto e, nello stesso tempo, determinato, dopo aver esaminato con cura le situazioni. Dietro quest’interesse si intravede un Padre, Maestro, Amico preoccupato del bene massimo, cioè della fedeltà al carisma donato tramite don Bosco alla chiesa e alla società per favorire la maturazione dei giovani come “buoni cristiani e onesti cittadini”.
(Dalla Premessa di G. Loparco - S. Zimniak)
Volume 7, the last in this series, surveys Don Bosco’s life and activity in the late seventies and eighties, roughly his last dozen years. These are his mature, reflective years; they are also the years of his quasi-retirement, gradually giving way to his sunset years. With regard to content, the nine chapters of this survey may be grouped under four headings.
(1) Chapters 1-3 deal with the Society’s internal organization and the regulations developed for that purpose. They cover such topics as the Society’s division into “inspectorates” (provinces), Don Bosco’s report of 1879 to the Holy See, general conferences and General Chapters.
(2) Chapters 4-6 speak of a founder’s concerns over the qualities of candidates seeking admission into the Society, and over the salesian religious spirit of the confreres. They express Don Bosco’s severe judgments of discipline in the Oratory communities. Also Don Bosco’s reflective and educational writings of the period.
(3) Chapters 7 and 8 tell the story, on the basis of archival sources and eyewitness testimonies, of Don Bosco’s progressive physical decline over the years 1884-1887—years plagued by worsening illness and yet marked with indomitable resolve to undertake fatiguing journeys to visit and encourage confreres, cooperators and benefactors.
(4) Chapter 9 describes the difficult and protracted itinerary of the processes of Don Bosco’s beatification and canonization.
The series Don Bosco, History and Spirit consists of seven volumes. The first three volumes survey the life and times of John Melchior Bosco (“Don Bosco,” 1815-1888) up to 1864, with particular attention to nineteenth-century political, social and religious history. This survey looks at Don Bosco’s own education, at his spiritual and theological formation. It examines the growth of the work, and the founding and initial development of the Society of St. Francis de Sales.
The next four volumes describes Don Bosco’s life and work in the period following the unification of Italy. In this setting Don Bosco, History and Spirit discusses the institutional developments and organization of the Salesian Society. It examines the development of permanent structures to guarantee the continuance of the Salesian work, and discusses some of the founder’s insights and ideas.
A Chieri Giovanni Bosco visse una duplice esperienza: il periodo della scuola pubblica e quello degli studi seminaristici. Il primo è contrassegnato da un’attività disarticolata e febbrile al di sopra delle righe, in cui investe tutte le risorse di cui dispone. Il secondo è, invece, segnato dalla regolarità e dall’ascesi, in cui si obbliga al rigore comportamentale. Molto sciolto in città, forse più legato in seminario. Del resto, l’indole va governata e le doti disciplinate. Due tappe opposte e necessarie alla sua formazione, poiché grazie ad esse si affina il leader poliedrico, che non si arrende di fronte alle circostanze contrarie, e s’imposta il chierico devoto, che deve acquisire il sensus Ecclesiae nello spirito obbedienziale. Costante rimane l’ardore apostolico e la dimensione orante.
È arrivato a Chieri a sedici anni carico di essenzialità (diciamo pure in condizione di povertà!), con il bagaglio della esperienza di chi vive in campagna, con la buona volontà di chi desidera qualcosa di importante e di nuovo. È ripartito da Chieri per Torino giovane prete ventiseienne, con una spiritualità ben fondata, una cultura notevole, arricchito di ulteriori esperienze di vita umanamente profonde, con la prospettiva di fronte a sé della disponibilità generosa di rendersi aperto alle vicende e alle persone del ministero pastorale, particolarmente a favore dei giovani.
Il volume illustra e documenta il periodo della frequenza di Giovanni Bosco alle scuole pubbliche (1831-1835) e quella al seminario (1835-1841) in Chieri. Gli episodi della sua vita sono tratti dalla narrazione fatta da don G.B. Lemoyne nel primo volume delle Memorie Biografiche e da don Bosco stesso nelle Memorie dell’Oratorio. La documentazione è tratta dal Libro di Secondo Caselle, Giovanni Bosco studente. Chieri 1831-41: dieci anni che valgono una vita.
Le scuole come possono sviluppare una visione condivisa che abbracci le aspirazioni di tutti i membri della comunità scolastica? I membri di una comunità di apprendimento come possono lavorare insieme per costruire le conoscenze e i processi necessari per la riuscita degli studenti?
Questo libro descrive un modello di sviluppo professionale che sostenga gli educatori e le famiglie nell’apprendere e crescere insieme. Esso offre un quadro teorico e una guida pratica per rinnovare la capacità delle scuole di ottenere risultati positivi per tutti gli studenti.
La prima parte presenta i concetti, le assunzioni e le qualità che sono funzionali per costruire comunità professionali fondate su scuole che apprendono: presenta un modello teorico per il cambiamento nell’educazione, basato sulle scuole come comunità collaborative; discute il ruolo dell’apprendimento collegiale come forza di rinnovamento delle scuole; si focalizza sulle qualità di leadership che sostengono la costruzione di comunità professionali che apprendono all’interno delle scuole: la visione, i valori, il servizio, la capacità di costruire, lo sviluppo delle relazioni.
La parte seconda offre una guida pratica e strumenti per sviluppare comunità professionali che apprendono: presenta le ragioni e le strategie per esplorare le varie dimensioni dell’identità di una comunità scolastica; offre un orientamento su come scegliere gli argomenti di studio e formare i gruppi di apprendimento collaborativo; mette in luce l’aspetto interpersonale dell’apprendimento collaborativo; discute i tipi di comportamento di gruppo che aiutano a costruire un legame di fiducia, di appartenenza e di scopo; si focalizza sugli strumenti e le tecniche che sostengono i membri del gruppo nel comunicare e lavorare efficacemente insieme.
La parte terza presenta dieci strumenti che sono coerenti con la costruzione di comunità professionali che apprendono. Molti sono strumenti utili per finalità diverse e sono adattabili dagli educatori ai bisogni del gruppo. La descrizione di ciascuno strumento include la sua finalità, le fasi e i suggerimenti per la revisione e l’adattamento del processo.
Il volume offre una panoramica delle scelte operate dall’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, a livello del governo centrale, nel campo dell’animazione della Pastorale giovanile, intesa come il servizio che la comunità ecclesiale realizza sotto la guida dello Spirito di Gesù, per dare pienezza di vita e di speranza alle nuove generazioni e per aiutarle nelle loro concrete situazioni esistenziali a incontrare Cristo e a rispondere al dono gratuito della salvezza.
Nell’attuale contesto attraversato dalla ricerca di significato, da nuovi orizzonti antropologici, invocante giustizia ed equità nelle relazioni tra i popoli, la scommessa sul futuro si radica nella riscoperta continua del passato perché la proposta educativa del carisma salesiano possa esprimersi in tutta la sua ricchezza.
La ricerca condotta da Mara Borsi per l’Ambito per la Pastorale giovanile si rivolge alle/agli operatori di pastorale e a quanti hanno a cuore la loro formazione.
La Pastorale giovanile delle Figlie di Maria Ausiliatrice si presenta come realizzazione concreta della missione educativa che, radicata nel dono carismatico, trova in Cristo Signore, e in Maria sua Madre, i riferimenti fondamentali per la maturazione della personalità, la scoperta del progetto di vita e la costruzione di un mondo più umano, solidale e rispettoso del creato. Una pastorale fortemente radicata nell’esperienza ecclesiale, in cui si riconosce il primato dell’evangelizzazione che impegna a favorire l’incontro esplicito e cosciente delle/dei giovani con Cristo. Il rinnovato riconoscimento dell’importanza dell’educazione ribadisce l’originalità della Pastorale giovanile salesiana chiamata oggi, in un clima di crisi di significato e di speranza, a costruire reti educative, valorizzando una pluralità di figure e di istituzioni.