
Il Venerabile don Giuseppe Quadrio cercò di educare i suoi giovani
studenti che si preparavano al sacerdozio ad ascoltare il grido di
tanti uomini e donne, soprattutto di giovani, che chiedono, come fece
un gruppo di greci all’apostolo Filippo: «Vogliamo vedere Gesù!» (Gv
12,21). Egli commentò spesso questa pericope evangelica: «Sembra
che tutti, sotto la crosta degli interessi, abbiano una grande sete di
Gesù, e stiano sempre aspettando qualcuno che glielo faccia vedere:
Volumus Iesum videre» (n. 22). «Gli uomini che vi avvicinano o che vi
fuggono, sono tutti indistintamente affamati di bontà, di comprensione,
di solidarietà, di amore: muoiono del bisogno di Cristo, senza saperlo.
A ciascuno di voi essi rivolgono una preghiera disperata: Volumus Iesum
videre!» (n. 26).
In occasione della proclamazione dell’anno sacerdotale di papa Benedetto
XVI, il volume compie un’ampia scelta tra le varie pubblicazioni di
don Quadrio (Lettere, Conversazioni, Risposte su “Meridiano 12” e su
altre riviste, Omelie, Testimonianze di colleghi e allievi) inseguendo la tematica
del sacerdozio. Si tratta di testi brevi ma preziosi, che riflettono
la straordinaria personalità di un pastore-sacerdote, teologo e santo,
testi teologicamente profondi e nello stesso tempo originali.
Le Memorie dell’Oratorio sono, tra le opere di san Giovanni Bosco (1815-1888), una delle più personali, forse il libro più ricco di contenuti e di orientamenti preventivi che egli abbia scritto. Composte tra 1873 e 1875, in un momento di grande fervore operativo, riflettono sul cammino percorso per definirne il senso e focalizzare l’attenzione dei discepoli sull’identità di un’istituzione orientata alla salvezza dei giovani, pronta ad aprirsi in prospettiva mondiale. Risultano «una storia dell’oratorio più teologica e pedagogica che cronachistica, il documento più lungamente meditato e voluto da Don Bosco». Sono «un manuale di pedagogia e di spiritualità raccontata, in chiara prospettiva oratoriana» (P. Braido).
Questa nuova edizione utilizza il testo nell’edizione critica dell’Istituto Storico Salesiano, ulteriormente confrontata con i manoscritti originali. Un saggio introduttivo illustra l’importanza del documento per la conoscenza del mondo interiore, delle sensibilità e delle visioni del Santo, presenta i processi mentali messi in atto nella ricostruzione autobiografica e le intenzioni che hanno orientato la scrittura. Sono offerte anche chiavi interpretative e piste di lettura per valorizzare le potenzialità di questo eccezionale documento. Il testo è corredato da note storiche, da un’appendice documentaria e una tavola cronologica.
Gli studi riuniti in questo volume riguardano soprattutto i Vangeli sinottici (nn. 1-7), il Quarto Vangelo (nn. 4 e 8), le lettere paoline (nn. 9-12) e la Prima lettera di Pietro (n. 13); ma si estendono all’esegesi patristica (nn. 4, 16, 17, 18), alla teologia biblica (n. 15) e alla metodologia esegetica (n. 19).
Una conoscenza sicura ed un corretto uso degli atti amministrativi sono garanzia per la giusta applicazione delle norme di legge. La certezza nell’applicazione delle leggi è tutela per la giustizia e la verità: di qui l’importanza di approfondire questa materia.
In una Chiesa che è entrata nel terzo millennio lo studio di norme dal carattere tecnico-giuridico s’impone, perché è anche attraverso gli atti amministrativi generali che la Chiesa si rende presente all’uomo d’oggi, nelle situazioni concrete in cui questi si viene a trovare. Nella pratica questi atti servono ad attuare i principi espressi dal Concilio Vaticano II, dal Codice di Diritto Canonico e dalle leggi che sono al presente emanate.
Il presente volume approfondisce l’argomento sui membri associati, una realtà che trova espressione in molti Istituti secolari, sin dalla loro fondazione, oggi regolamentata a norma del can. 725 del CIC.
L’autrice analizza questa norma codiciale partendo dalla sua genesi e nelle sue fonti, arrivando a comporre un lavoro di interpretazione basato sullo studio degli elementi cardine nel canone.
Grazie alle informazioni raccolte attraverso un questionario inviato a 160 Istituti secolari, si sono messe in evidenza le caratteristiche peculiari dei vari Istituti riuscendo a cogliere differenze anche sostanziali. L’analisi dell’applicazione del can. 725 nel diritto proprio di questi Istituti mette in luce una ricca realtà carismatica dai diversi risvolti giuridico-canonici, in cui vengono identificati i differenti modi di associare altri fedeli da parte dei medesimi, analizzandone i diritti e gli obblighi riconosciuti. Infine, vengono individuate alcune peculiarità atte ad affrontare le difficoltà emerse dall’applicazione del canone in talune disposizioni di diritto proprio.
Oggi che l’ex quartiere italiano di North Beach a San Francisco (California) soccombe all’allargarsi della China Town e al proliferare d’attività turistiche, oggi che l’italianità è colà rimasta nel nome e parzialmente nella religione, oggi che il ricordo di essa si sta perdendo inesorabilmente, anche se lentamente, sia all’interno della società statunitense che in quella italiana, presentare una vicenda italo-americana poco conosciuta – come quella dell’azione dei Salesiani della chiesa nazionale italiana dei SS. Pietro e Paolo di San Francisco che ha coinvolto decine di migliaia di connazionali e li ha fatti Italiani dopo che da decenni era stata fatta l’Italia – sembra un dovere di giustizia ed un utile “fare memoria” del nostro passato, oltre che un’acquisizione storica che viene a colmare un vuoto proprio alla vigilia del 150° dell’Unità d’Italia, un’Unità invero ancora da costruire.