In occasione del centenario della morte del Beato Michele Rua (1910-2010), l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice presenta ad un più vasto pubblico le lettere e le circolari che egli indirizzò alle educatrici salesiane.
Intende così rievocare alcuni aspetti del contributo dato dal primo Successore di don Bosco allo sviluppo della Congregazione, in un tempo di cambiamenti sociali e istituzionali.
Si tratta di una documentazione in gran parte inedita che rivela, con tocchi sobri e discreti, l’affetto di un padre, la saggezza di una guida, il realismo di un educatore, la spiritualità di una persona appassionata di Dio e dell’estensione del suo Regno.
L’intento della corrispondenza è quello di favorire la fedeltà allo spirito di don Bosco, rafforzare l’unità dell’Istituto e il senso di appartenenza ad una grande Famiglia, in un tempo in cui era forte la spinta di espansione nelle varie nazioni e continenti. Era dunque necessario potenziare i vincoli di comunione e soprattutto mantenere salda la convergenza sui principi fondamentali che avrebbero garantito l’unità dell’Istituto nella molteplicità delle sue espressioni.
Nei suoi scritti don Rua si mostra tempestivo nelle risposte, concreto e saggio nei riscontri. Suggerisce con discrezione le scelte che gli paiono più opportune, ma in genere si rimette al parere dell’interlocutrice facendo appello alla sua conoscenza delle persone e delle situazioni.
Il tono, sempre improntato a deferenza ed umiltà, anche quando invita a pagare i debiti, crea immediata simpatia e autentica comunicazione interpersonale, tanto più quando la serietà del messaggio è intersecata da battute di vivo colore e di autentico humor.
Fedeli all’indicazione del Vaticano II di rivisitare le proprie origini, nel loro Capitolo speciale del 1971-1972, i Salesiani hanno riscoperto con gioia l’inestimabile dono fatto dallo Spirito Santo alla Chiesa, suscitando don Bosco e dandogli una numerosa discendenza di figli e figlie spirituali, tutti uniti tra loro in un’unica «grande Famiglia». Nel corso del secolo scorso essa si è arricchita di nuovi Gruppi, i quali, favoriti dal rinnovamento postconciliare, hanno ridefinito la propria identità, riconoscendosi come facenti parte di tale Famiglia, grazie al comune carisma e spirito salesiano, lasciato loro in preziosa eredità dai loro fondatori, tutti discepoli di don Bosco.
Ciò ha avviato un pluridecennale comune cammino di progressiva e allargata recezione del proprio essere e operare come Famiglia salesiana, e ha favorito la produzione di apprezzabili ricerche di tipo storico e teologico attinenti l’identità carismatica e spirituale di tale Famiglia e dei suoi Gruppi. Questo libro intende favorire la recezione documentata e ragionata dei risultati raggiunti.
L’identità delle persone e delle loro istituzioni è sempre inculturata e soggetta al fluire della storia e ai cambiamenti della cultura. Negli attuali contesti specialmente europei, postmoderni, multietnici, plurireligiosi e multiculturali, la Famiglia salesiana è coinvolta con la Chiesa nell’impegno diretto a realizzare una convivialità interculturale. Rimane poi tuttora aperta la questione dell’inculturazione dell’identità salesiana specialmente in Africa e in Asia, due vasti mondi in cui il cristianesimo è in crescita e, con esso, la Famiglia fondata da don Bosco. Tale processo sta avvenendo da tempo, per lo più in forma di osmosi spontanea e il cammino da percorrere si presenta a tutt’oggi piuttosto lungo e non scevro di difficoltà. Tra l’altro, esso non potrà non coinvolgere i contesti ecclesiali e salesiani dell’Europa e dell’America. Al riguardo questo studio offre dei generali e sicuri punti di riferimento di tipo storico, biblico, teologico e salesiano.
In occasione del suo 70º genetliaco i professori dell’Istituto di Dogmatica vogliono esprimere la gratitudine, la riconoscenza, il rispetto e la stima per Sua Ecc. mons. Angelo Amato, già Decano della Facoltà di Teologia e Direttore dell’Istituto di Dogmatica, dove il suo apporto è stato decisivo per la ricerca scientifica e per la docenza universitaria nella formazione di tanti giovani teologi, avviati alla riflessione matura sulla fede, all’insegnamento e alla prassi pastorale. L’esperienza diretta del lavoro teologico di mons. Angelo Amato nell’ambito dell’Istituto di Dogmatica della Facoltà di Teologia nell’Università Salesiana, ha offerto ai colleghi e agli studenti la percezione che la passione per Cristo diventa anima del fare Teologia. Nei sei contributi del presente volume emerge l’attenzione al dato positivo, sul quale si applica un lavoro interpretativo che è sollecito nel rispettare la fonte, per esprimere la sua vitalità e il suo senso; si presenta così la relazionalità teologica che evita la chiusura in cerchi troppo ristretti e si preoccupa di trattare le questioni con la maggiore apertura possibile. Gli studi sono realizzati con quella sensibilità pedagogica, che offre percorsi concreti per far teologia, di modo che il lavoro compiuto non sia soltanto un punto di arrivo, ma significhi anche suggestione e proposta per ulteriori contributi.
Nel 1888 don Michele Rua (1837-1910), su richiesta dei suoi confratelli, viene confermato dalla Santa Sede nella carica di Rettor Maggiore. L’eredità è pesante. Il governo delle istituzioni fondate da don Bosco – la Società Salesiana, l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani – non si presenta facile. Nonostante gli entusiasmi suscitati dalla figura carismatica del Fondatore, la situazione appare fragile sotto molti punti di vista. È necessaria un’opera sistematica di consolidamento dei percorsi formativi, di rafforzamento dell’identità propria, di organizzazione del governo e di coordinamento delle attività. È importante gestire i delicati rapporti con i governi nazionali e la società civile, in un tempo di tensioni sociali e di contrapposizioni ideologiche. Inoltre è necessario rispondere alle crescenti attese riposte sulla missione educativa salesiana. Alla morte, nel 1910, don Rua lascerà al successore un organismo dalle dimensioni mondiali, solido e stabilizzato, in piena espansione, che si impone come una tra le più significative istituzioni religiose della modernità.
Francis Desramaut ci presenta l’articolata personalità di don Rua e l’operosissima sua vita con la precisione dello storico informato e l’efficacia di una scrittura vivace e piacevole. Il tono divulgativo non sminuisce il valore dell’opera, che si presenta ben diversa dalle precedenti biografie edificanti. Qui tutto scorre in modo calibrato, sullo sfondo di eventi storici richiamati con sobria efficacia. Al termine della lettura si ha la percezione della grandezza umana e della profondità spirituale di quest’umile discepolo di don Bosco, che non volle mai apparire sulle grandi scene, sempre mettendo in primo piano la figura dell’amato maestro.
In un contesto socioculturale sempre più complesso la domanda di orientamento da parte dei singoli, delle Istituzioni e della stessa politica della formazione e del lavoro, si è notevolmente amplificata ed esige risposte adeguate, soprattutto in termini di formazione degli operatori. L’Europa, da parte sua, stabilisce, a partire dalla Risoluzione di Lisbona 2000, di rendere la Comunità Europea sempre più competitiva e innovativa nell’ambito dell’economia e del mercato del lavoro.
Il volume curato dall’Associazione COSPES (Centri di Orientamento, Scolastico, Professionale e Sociale), vuole offrire una risposta qualificata a tale istanza. Risultato di un lungo lavoro di ripensamento, il testo costituisce un vero e proprio manuale aggiornato e completo sull’orientamento,uno strumento-guida che, mentre presenta un quadro teorico chiaro ed ampio sulla problematica, offre a coloro che si occupano dell’orientamento alle scelte delle indicazioni metodologiche e pratiche per avviare un serio processo di orientamento e di auto-orientamento.
Si rivolge principalmente agli operatori di orientamento (insegnanti, psicologi, educatori professionali, genitori, ecc.) e costituisce uno strumento per istituzioni, esperti e specialisti del settore che intendono avere un quadro completo della complessa problematica dell’orientamento, nell’attuale congiuntura storica attraversata da incertezza e rapidità di cambiamenti.
«È una proposta organica e coerente con gli attuali sviluppi culturali e sociali e deriva da una consolidata esperienza sul campo dei Centri COSPES (Centri di Orientamento Scolastico, Professionale e Sociale), dislocati in tutto il Paese. Come già avvenuto nella precedente pubblicazione del 2005, essa affianca ad una prima parte in cui viene chiaramente delineato il quadro teorico di riferimento, la proposta metodologica del COSPES ed un utile approfondimento legislativo, una seconda parte ricca di proposte operative e di spunti interessanti per l’organizzazione del lavoro nello specifico contesto in cui ci si ritrova ad operare. Il tutto sviluppato, pagina dopo pagina, con estrema cura e chiarezza comunicativa. Ci auguriamo, perciò, che possa diventare strumento per accompagnare l’attività quotidiana educativa/professionale di ogni operatore di orientamento» (dalla Presentazione al volume di Speranzina Ferraro, dirigente MIUR).
Capire Paolo non è facile. Paolo e il «paolinismo», quel modo suo personalissimo di pensare e di formulare il cristianesimo, non sono stati mai ben compresi, né dai suoi coetanei, collaboratori o avversari, né dalle Chiese cristiane che emersero in seguito.
Laprima parte del libro è dedicata a far capire questa difficile inserzione di Paolo nel cristianesimo, coevo o attuale: una personalità complessa e appassionata, la radicale novità del suo pensiero teologico, e il suo precoce e non facile inserimento nel movimento cristiano degli anni trenta.
La seconda parte offre un abbozzo biografico dell’apostolo, nella convinzione che la vita di Paolo è condizione sine qua non per capire la sua opera missionaria e soprattutto le sue lettere; la biografia paolina viene presentata come contesto storico della corrispondenza paolina e la sua imprescindibile chiave di lettura.
Nella terza parte si offre una visione globale del periodo immediatamente posteriore a Paolo, quello dei suoi eredi; in esso trovano posto e spiegazione le lettere cosiddette postpaoline, lettere a lui attribuite pseudoepigraficamente; questa opinione di base, che è maggioritaria, influisce profondamente sul modo di capire Paolo, fino alla forma di definire la sua vita e il suo autentico pensiero.
La quarta parte delinea gli elementi fondamentali del pensiero paolino, focalizzandone il centro nell’esperienza pasquale di Paolo. Prima di essere annuncio proclamato, il vangelo è stato per Paolo esperienza vissuta; partendo da essa, e avendo presenti le esperienze delle sue comunità, il missionario è diventato pensatore e l’apostolo un teologo. Incontro personale con il Signore Risorto («vocazione» personale) e cura pastorale delle comunità (responsabilità apostolica) vengono presentate come le ragioni basilari del suo ragionare teologico, tanto ermetico quanto fecondo e stimolante.
Nato dalla docenza, questo libro è sorto pure dal crescente appassionarsi a Paolo di chi, come l’autore, lo ha studiato senza posa negli ultimi 25 anni.
n occasione del trentesimo anniversario della "Società Internazionale Tommaso d’Aquino", la S.I.T.A. e la Facoltà di Filosofia dell’Università Pontificia Salesiana offrono – attraverso il lavoro editoriale dei due curatori, rispettivamente Direttrice Generale della S.I.T.A. e Docente di Storia della filosofia medievale presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma – questo volume il cui nucleo principale è costituito dagli Atti del Convegno San Tommaso d’Aquino nel XXX anniversario della S.I.T.A., svoltosi il 28 e il 29 novembre 2008 a Roma e a Fossanova.
Questa pubblicazione raccoglie i seguenti contributi: I trent’anni della S.I.T.A. Fondazione, fondatori e attività (A. Lobato); Trentesimo anniversario della S.I.T.A. (V. Benetollo); San Tommaso nella teologia morale contemporanea (J.-L. Bruguès); La metafisica di Tommaso di fronte alla critica di Heidegger all’ontoteologia (L. Romera); L’argomento della causalità nell’ateismo contemporaneo (C. Morerod); Orientamenti di ricerca sulla legge naturale negli ultimi trent’anni (A. Vendemiati); La creazione in Tommaso, verità razionale o dato di fede? (R. Pascual); "L’amor che move il sole e l’altre stelle". È ancora proponibile la via aristotelico-tomista del movimento? (M. Pangallo); Attualità della nozione tommasiana di praeambula fidei (A. Livi); San Tommaso d’Aquino apostolo della verità (V. Benetollo); La Pascendi di san Pio X e la teologia di oggi (G. Cavalcoli); La via remotionis nella Summa contra Gentiles (M. Pérez de Laborda); La felicità perfetta nell’Etica Nicomachea di Aristotele (K.L. Flannery); Riconoscimento, dignità dell’uomo e pluralismo. Il contributo decisivo dell’Aquinate (U. Galeazzi); Lex nova, grazia e giustificazione nell’orizzonte speculativo tomista (W. Giertych); La grazia nella Summa Theologiaedi san Tommaso (T. Kennedy); Dio e la differenza in Tommaso d’Aquino. Spunti di ricerca (M. Mantovani); Verità e bene: l’articolazione di intelligenza e volontà (J.R. Méndez); Dialogo possibile tra religioni e culture diverse. L’insegnamento di san Tommaso d’Aquino (A. Monachese); Giustificazione ed ecumenismo. Riflessioni sul ruolo della ‘grazia creata’ tommasiana (P. O’Callaghan); Forza e debolezza della ragione. L’attualità del pensiero tomista in bioetica (L. Palazzani); Bellezza ed arte alla luce di san Tommaso (R. Papa); La bellezza, "epifania" dell’amore di Dio (M.A.C. Van Eijck).
Pur nella loro varietà, i contributi proposti si fondano su una comune convinzione metodologica, ovvero che lo studio diretto del pensiero del Dottore Angelico possa rappresentare una via privilegiata di ricerca filosofica e teologica, in grado di individuare risposte adeguate anche a molte delle emergenze sollevate dalla riflessione contemporanea.