Quando Dio chiama stabilisce un rapporto personale in vista di una missione specifica. Il chiamato è attirato dal Signore come Abramo, “l’amico di Dio”, o come Paolo di Tarso che si sente «afferrato da Cristo» (Fil 3,12). Gesù si manifesterà ai discepoli in un clima di grande amicizia: «Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici» (Gv 15,15). Questo rapporto di amicizia produce una trasformazione permanente della vita e della missione.
La novità del volume sta nell’attenzione ai diversi livelli della vocazione biblica. Infatti, un asse verticale (la chiamata di Dio) si snoda in un asse orizzontale (i messaggi per il popolo, nelle varie circostanze) e percorre un asse esistenziale (la vocazione prende tutta l’esistenza del chiamato). Il volume presenta degli spunti sul lungo itinerario d’inculturazione della Parola in Israele e nella comunità cristiana; non offre, dunque, dei “sussidi” pronti per l’uso pastorale, ma piuttosto uno strumento per approfondire e aggiornare la “formazione permanente” nel campo biblico, attraverso questa grande finestra vocazionale. Alcune pagine richiederanno una lettura più attenta, “a piccoli sorsi”, necessaria per assimilare aspetti nuovi.
Attraverso l’ascolto, la meditazione e la pratica della Scrittura, nell’armonia corale della Tradizione, sono fiorite in Israele e nella Chiesa le più diverse vocazioni e missioni, dando frutti straordinari in ogni secolo, per il bene di tante persone. Il dono dello Spirito agisce efficacemente e, con l’adesione personale, conduce a una profonda trasformazione del cuore in un rinnovato itinerario personale.
Rafael Vicent è nato a Burriana (Castellón – Spagna). Dopo la Licenza in Teologia a Salamanca, ha insegnato nel Centro Teologico Salesiano “Martí-Codolar” (Barcellona). Ha conseguito il Dottorato in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma nel 1992. Attualmente è docente di Antico Testamento e Lingua Ebraica nella Facoltà di Teologia e cura il settore biblico dell’Istituto di Teologia Spirituale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma.
Gesù «cresceva». Questa espressione, che il terzo evangelista ripete due volte (Lc 2,40.52), attira la nostra attenzione. Dietro l'annotazione biografica non si nasconde forse qualcosa di più profondo? Che cosa significa oggi per noi il fatto che Gesù è stato "adolescente"? Muovendo dai testi biblici, attraverso i commenti dei Padri della Chiesa, le opere dei teologi medievali e dei secoli seguenti, fino agli studiosi più recenti, il presente lavoro guida alla riscoperta del "mistero" dell'adolescenza di Gesù, modello di ogni adolescente.
L’archeologia cristiana è quel settore della scienza che studia le testimonianze dei primi tempi del cristianesimo, concentrandosi sul patrimonio storico determinato dall’evento della fede in Cristo: edifici di culto, monasteri, catacombe, fonti letterarie e quanto contribuisce a conoscere la vita di una communitas che ha vissuto all’insegna del cristianesimo. L’intreccio tra queste testimonianze permette di cogliere una sinergia i cui risvolti denotano orizzonti ampi in ordine alla cultura e a quanto concerne una più attenta conoscenza del passato. Inoltre, la conoscenza di quei dati permette di cogliere elementi specifici che testimoniano una presenza, un pensiero e, spesso, un adattamento di elementi di fede allo specifico contesto locale, evidenziando d’altronde la continuità di linguaggi che certificano modalità di manifestazioni della fede.
Il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis ha patrocinato la presente opera nella collana Flumina ex Fontibus: il flumen della cultura classica e cristiana è costituito dalla conoscenza della storia e dei documenti che la certificano; sono queste le fontes cui è doveroso attingere perché l’orizzonte in cui si sviluppa e cresce il patrimonio culturale dell’umanità non dimentichi ciò che sta all’origine o che costituisce l’asse portante di una continuità che talora si interrompe.
Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore è il titolo del Messaggio di Papa Francesco in occasione della XLIX Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (2015). Il Messaggio ci ricorda che l’autentica comunicazione è scoperta e costruzione di prossimità e la famiglia è il luogo privilegiato per vivere e raccontare questa scoperta. È nella famiglia, afferma il Papa, che si apprende «la capacità di abbracciarsi, sostenersi, accompagnarsi, decifrare gli sguardi e i silenzi, ridere e piangere insieme, tra persone che non si sono scelte e tuttavia sono così importanti l’una per l’altra». Gli autori del volume, ciascuno secondo la propria specifica competenza, si sono lasciati interpellare da questa e da altre provocazioni presenti nel Messaggio offrendo contributi originali e tra loro complementari per la comprensione di un tema indubbiamente “strategico” e di grande attualità.
Interventi di: Simonetta Blasi, Enrico Cassanelli, Chiara Giaccardi, Roberta Gisotti, Mauro Magatti, Mauro Mantovani, Gianfranco Noferi, Orie­le Orlando, Fabio Pasqualetti, Maria Paola Piccini, Tiziano Salvaterra, Paola Springhetti, Carlo Tagliabue.
Paola Springhetti, giornalista, si occupa in particolare di terzo settore. Insegna Giornalismo presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana. Tra le sue ultime pubblicazioni: Corso base di Giornalismo (con Pietro Saccò), Las, Roma 2014; Donna fuori dallo spot. Il diritto di essere se stesse, Ave, Roma 2014.
Enrico Cassanelli, salesiano, è docente di Teoria e Tecnica del linguaggio televisivo presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana. Si è formato in regia cinematografica e in sceneggiatura presso la Scuola di cinema “Anna Magnani” di Prato, la NUCT e lo IED in Roma, e la Scuola di Cinema ESCAC di Barcellona (Spagna).
Liber, quem auctor in usura discipulorum conscripsit, singulis narrationibus collocutores inducit qui, curo linguam Latinam adhibeant perpolitam, vivam, fluentem, non modo tirones grammatica facile erudiunt, sed eos quoque, qui iato validas adepti sint sermonis cognitiones, ad altiores provehunt dicendi gradus, duna multa sermocinando proferunt de potioribus monumentis per saecula asservatis, quae Romae sunt, una curo viis quibus Quirites, eximii ipsarum exstructores, utebantur ad imperii regiones et provincias petendas. Agilis rerum descriptarum sfilus, qui sermo Latinus vere hodiemus dici potest, una cum docto ipsarum contextu, alumnis, in iisdem legendis, partim vero suadet maiorem ingenii communionem, ut ita dicam, inter peculiarem Urbis naturam, qua vivunt
quaque litterarum studiis dant operam, partim autem per archaeologicorum ruderum vestigia, hic descripta, eos aptis notitiis comitatur ad inquirenda aedificia, sacras aedes, loca memoratu digna, quae ad hominum vitam sive privatam, sive publicam, aut ad cultum humanitatis olim spectarunt et, quadam ex parte, hodie quoque spectant, minime, praeterea, neglectis exquisitioribus artium operibus, aut rebus notae alicuius, quae praeclaram Romae historiam informant ab eius ortu usque ad nostram aetatem.
Hoc modo, aduilescentes vel diligentem linguae subtilitatem discunt, vel argumenta varium genus, vel technicas ipsas definitiones quae, e. g., ad architecturam pertinent necnon ad lexicon sculptorum et pictorum, quorum fabriles rerum appellationes raro leguntur rariusque explicantur in operibus ab antiquis scriptoribus exaratis. His omnibus additur accurata scribendi facilitas qua singulae sententiae effictae sunt una cum frequentibus verborum quorundam interpretationibus, Italico sermone propositis, quas auctor inter sententiarum membra opportune inseruit, id est, post voces singulas, aut peculiares ab eo electas locutiones intellectu difficiliores, accentibus quoque adiunctis, quibus non pauca vocabula muniuntur, quotienscumque eorum pronuntiatus magis arduus legentibus videri potest.
Ideo, haec scriptorum collectanea, cum antiquis tum recentioribus fontibus innixa, sibi proponunt ut non modo Lyceorum alumni, sed etiam Athenaeorum auditores, funditus percipiant quanti momenti sit praeterita novisse, ad praesentia, quae vivendo experiuntur, subtilius interpretanda, siquidem litterarum Latinarum hereditatem, cum Romanorurn historia coniunctam, ad ipsorum necessitates traducere etiamnunc haud exigui lucri sit.
M.P.
Il volume contribuisce al dibattito sull’aggiornamento del progetto educativo-pastorale che è stato uno dei temi centrali del ripensamento postconciliare dell’educazione dei Salesiani di don Bosco. Dopo un periodo di entusiasmo sull’efficacia della progettazione si è arrivati all’attuale momento di disincanto. Tra i sintomi di questo scenario si nota l’arduo passaggio dalla carta alla vita, la moltiplicazione esagerata dei progetti interconnessi, la formalizzazione dell’educazione intesa come esecuzione del progetto, la percezione prevalentemente tecnica della progettazione, i tempi di attuazione troppo brevi e la mancata mentalità progettuale degli educatori. Vari indizi mostrano che le difficoltà nei riguardi della progettazione derivano dal modello antropologico e dal paradigma progettuale sottostante alle teorie che ispiravano la metodologia nel periodo postconciliare.
Valorizzando modelli progettuali più integrali e più consoni con l’educazione salesiana, il presente studio affronta la questione in tre momenti che costituiscono le tre parti del volume: 1. Descrivere l’evoluzione della progettazione educativo-pastorale salesiana dal Concilio Vaticano II ad oggi. 2. Analizzare le fonti teoriche d’ispirazione metodologica e studiare gli ultimi sviluppi nell’ambito delle scienze organizzativo-pedagogiche. 3. Proporre un quadro teorico e una metodologia più integrale della progettazione educativo-pastorale.
Michal Vojtas è un Salesiano di don Bosco, docente di Pedagogia Salesiana e del Sistema Preventivo all’Università Pontificia Salesiana di Roma. È il direttore del Centro Studi don Bosco della stessa Università, fa parte del gruppo di coordinamento del Forum Salesiano e collabora con le riviste Orientamenti Pedagogici e Salesianum. La sua area di ricerca si concentra attorno alla storia, all’attualizzazione, e agli aspetti organizzativo-formativi dell’educazione salesiana.
Il presente saggio, frutto della Dissertatio doctoralis di Félicien Mbonigaba, elaborata con diligenza e lodevole acribia, verte su uno dei più significativi Sermones di Quodvultdeus: il Contra Iudaeos Paganos et Arrianos. In esso il vescovo commenta l’abrenuntiatio battesimale e gli articoli del Simbolo in una prospettiva di polemica antigiudaica, antipagana e antiariana. L’Autore, tanto scrupoloso quanto equilibrato nella discussione delle fonti antiche e nell’utilizzazione della doviziosa bibliografia sull’argomento, affronta la questione della paternità di uno dei sermoni pseudo-agostiniani rivendicati al nostro vescovo. E non trascura nessuno degli aspetti problematici del sermone, da quelli storici a quelli letterari, da quelli teologici a quelli linguistici e retorico-formali, pervenendo a un’apprezzabile risistemazione dell’ampia tematica e offrendo nel contempo spunti originali degni di approfondimento.
Il libro si segnala non tanto per la fine analisi della struttura retorica del Sermone quanto piuttosto per la sensibilità e la competenza mostrate dall’autore nei riguardi della Kunstprosa del Contra Iudaeos Paganos et Arrianos, caratterizzata in genere da periodi sticometrici scanditi da clausole metriche e da cursus. Nella individuazione delle clausole quantitative e dei cursus Mbonigaba dimostra un’apprezzabile competenza in un settore di indagine particolarmente difficile e sdrucciolevole.
Il saggio si conclude con un’appendice, contenente il testo stabilito da R. Braun (CChL 60, 1976), accompagnato dalla prima versione in lingua italiana, che si lascia apprezzare per la fedeltà all’originale latino e per la godibile correttezza e fluidità del dettato. Il saggio di Félicien Mbonigaba, reca un contributo non insignificante allo sviluppo della ricerca quod-vultdeusiana. All’inizio del secolo i barbari invadono l’Impero Romano da tutte le parti. Cartagine è in procinto di cadere nelle mani dei Vandali. La Chiesa vive i suoi peggiori momenti di sofferenza. Quodvultdeus è costretto a lasciare la città e a fuggire a Napoli dove morirà verso il 454. Questo periodo segna una svolta assai significativa non soltanto per l’Impero Romano ma anche per la Chiesa cattolica. Inoltre, il quarto secolo, a Cartagine, aveva visto fiorire una varietà di eresie (soprattutto Ariani) e di gruppi scismatici (come i Donatisti) che rendono durissima la missione pastorale della Chiesa. Quodvultdeus è tra le fonti più autorevoli per una maggiore comprensione della drammaticità di questo momento e per una valutazione dell’operato della Chiesa. Purtroppo, è anche tra gli autori finora poco studiati, nonostante una discreta produzione letteraria.
Quando si interviene nei processi di crescita di un bambino o di un adolescente, contano non solo le buone intenzioni, ma anche le conoscenze e le competenze professionali. Nell’individuazione degli strumenti e delle strategie da applicare e interpretare nell’ambito dell’intervento psico-educativo, una delle figure ritenute meglio preparate nel campo dell’età dello sviluppo sembra essere lo psicologo dell’educazione e lo psicologo scolastico.
Il libro vuole fornire una lettura dell’intervento psico-educativo in una prospettiva sia psicologica che pedagogica con riferimento ad alcuni elementi dell’approccio cognitivo-comportamentale.
Il primo capitolo, di carattere introduttivo, analizza l’impostazione teorica del lavoro e tre parole-concetti: la psicologia, l’educazione e l’intervento. Nel secondo si fa riferimento alla teoria ecologica di Urie Bronfenbrenner, nella quale la persona viene accolta nella sua dimensione intra e interpsichica. Il terzo capitolo studia il concetto di comportamento problematico e presenta alcune procedure di intervento. Il quarto è focalizzato sulla progettazione dell’intervento psico-educativo sempre inteso come un invito a collaborare tra i diversi contesti sia nella fase progettuale che nella sua realizzazione. Infine, sono proposte alcune linee guida per un intervento ecologico e individualizzato (il caso del ragazzo timido) e per un intervento di sfondo sociale (il caso del bullismo).
Il Test del Disegno della Figura Umana, nei suoi tre livelli (grafico, di strutture formali e di contenuto), si rivela un prezioso strumento diagnostico per la conoscenza non solo dei bambini ma anche degli adolescenti e degli adulti.
Oltre che sui risultati di specifiche e numerose ricerche, il presente manuale poggia sull’esperienza clinica derivante sia dall’attività professionale che dalla conduzione del Corso di Tecniche d’indagine della personalità e del Tirocinio di tecniche proiettive che l’Autore svolge nell’ambito del Corso di laurea in Psicologia.
Il volume è destinato agli studenti di psicologia e a tutti coloro che già operano nel campo della psicodiagnosi.
"Comunicazione al servizio di un'autentica cultura dell'incontro" è il titolo del primo messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali (la XLVIII, celebratasi il primo giugno 2014). Alcuni docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana di Roma, secondo le proprie specifiche competenze, ne hanno approfondito le tematiche, sottolineando particolarmente il richiamo del papa al mondo dei media ad "aver cura" dell'umanità.