
“Lo Spirito Santo, la Chiesa e l’Uomo. Studi di ecclesiologia e di ecumenismo” è il titolo di questo libro. Esso indica una scelta di vita dell’Autore Don Donato Valentini, una scelta di quella che è stata ed è la sua identità personale e professionale, il suo “mestiere”, nel senso di un coinvolgimento non solo della testa, ma anche del cuore e delle mani, una vocazione e missione.
I presenti studi teologici illustrano al meglio le linee ecclesiologiche di fondo e i temi maggiori sviluppati dall’Autore nella sua lunga carriera accademica. Da essi emerge chiaramente come la Chiesa, quale soggetto, oggetto e luogo della fede, non sia mai una questione “autonoma” e “autoreferenziale”, ma sempre si riferisca a Dio e all’uomo. Per così dire, questa doppia prospettiva teo-logica e antropo-logica entra di diritto nella configurazione delle componenti essenziali della Chiesa, ossia l’origine trinitaria, la natura teandrica, la struttura gerarchica e la missione salvifica della Chiesa. Le tre parti che compongono questi studi offrono una chiara dimostrazione dei principi appena enunciati. In effetti, mentre la prima parte tratteggia il rapporto tra “Lo Spirito Santo, la Chiesa e il mondo”, la seconda viene dedicata a “Il mistero e la struttura della Chiesa”. La terza ed ultima parte invece mostra come “La Chiesa in dialogo” compie la sua missione nella storia, in quanto sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano.
Già da quest’ultima parafrasi della definizione conciliare (cf. LG 1), si può evincere che la ispirazione di questi studi rimanda al rinnovamento ecclesiale ed ecclesiologico voluto dal Concilio Vaticano II, di cui l’Autore fa un’ampia rivisitazione e una suggestiva interpretazione. La trattazione non viene però sospesa ai problemi teorici, perché in essa la teologia risulta declinata nelle categorie della vita e della missione della Chiesa. Senz’altro, il lettore troverà in questi studi non solo molta materia di riflessione, ma anche un ulteriore stimolo per amare e servire la Chiesa quale, come la B.V. Maria, tempio dello Spirito e madre dei credenti.
«L’anima mia è tutta sconvolta, ma tu Signore fino a quando? Volgiti, Signore, a liberarmi, salvami per la Tua misericordia» (Salmo 6).
È una delle tante accorate implorazioni dei Salmi biblici che bene riassumono l’esperienza esistenziale dell’uomo tra peccato e pentimento, tra punizione e misericordia. Nell’Anno Santo appena trascorso, definito “il Giubileo Straordinario della Misericordia”, abbiamo ascoltato e meditato gli appelli di Papa Francesco, l’insegnamento biblico e patristico, il magistero dei Papi, e abbiamo percepito ancora una volta in dottrina e nei fatti che la misericordia è come «l’architrave che sorregge la vita della Chiesa» (Bolla di indizione del Giubileo Straordinario Misericordiae Vultus, 10).
Il volume che viene pubblicato a cura della FDC dell’UPS “Beati misericordes. Questioni pastorali e giuridiche sulla misericordia” ha tuttavia una sua originalità, soprattutto per il taglio interdisciplinare e la felice convergenza di saperi e di competenze pastorali offerte con aperta confidenza e volontà di condivisione.
I singoli contributi attingono ispirazione dalle lettere e dagli interventi di Papa Francesco, applicando poi i principi e gli stimoli ai diversi contesti e compiti, direi, “da svolgere a casa”, nella Chiesa e nella società civile. Così, partendo dalla iniziazione cristiana e dalla relativa catechesi, si transita negli ambiti educativi, famiglia, scuole di formazione, vita consacrata e missione pastorale, tra professionalità e stile evangelico di azione.
(dalla Prefazione di Sua Em. Card. Tarcisio Bertone, SDB, Segretario di Stato emerito di Sua Santità).
Il volume è una compilazione di alcune sezioni tematiche (demografia, nazionalità, istruzione, scuola, università, forze lavoro, Neet, famiglia, disagio giovanile, devianza, benessere, salute, cultura, partecipazione, volontariato...) che offrono un approccio statistico-descrittivo su minori adolescenti e giovani italiani soprattutto dell’ultimo decennio (2005-2015).
Il fine è fornire il lettore di statistiche (serie storiche) e stime, a partire innanzitutto da fonti attendibili e ufficiali, per tracciare profili, evidenziare andamenti, confrontare percentuali e conoscere ad un primo approccio di base talvolta approfondito e approfondibile la realtà giovanile che dopo i primi anni del millennio si è venuta a originare. In particolare sono indicati i giovani in Italia, mettendoli il più possibile a confronto, in alcuni ambiti di osservazione con altri paesi europei ed extraeuropei. L’autore si serve dei dati pubblicati da enti e organismi di studio e ricerca indiscussi come Eurostat, Eurobarometro, Unesco, Ocse, Istat e altre fonti di prestigio e rilevanza per la tradizione di indagini campionarie condotte e in corso come Censis, Iard, Istituto Toniolo, Save the children, Eurispes, Caritas, Ismu alle quali si aggiungono produzioni di rapporti di ricerca periodici di istituti nazionali e ministeri.
Scito die VIII mensis Aprilis anno MMXVI magistros discipulosque Facultatis Litterarum Christianarum et Classicarum (cui alterum est nomen Pontificium Institutum Altioris Latinitatis) in Pontificiam Studiorum Universitatem Salesianam in Urbe una cum nonnullis sodalibus societatis c.n. Centrum Latinitatis Europae sedulo convenisse ubi conventus habitus est, inter quem eruditi et viri et mulieres luculentissimas habentes orationes de hominibus Graecis et Romanis itinera multas propter causas agentibus disputarunt. Ideoque Acta collecta illius conventus laetissime referimus utpote cum argumentum tractatum nec levis nec mediocris ponderis esse videatur (Roberto Spataro, curatore del volume).
Il volume parla di vari aspetti di migrazione. Anche noi siamo “migrantes” e “pellegrini”. Essere “in migratione” è un impegno verso noi stessi e verso il prossimo, per arrivare alla fine a una “tranquillitas” che già gli antichi hanno visto come una particolare qualità della vita (Rainer Weissengruber, Presidente del Centrum Latinitatis Europae).
Dopo aver affrontato il tema della mistica, della contemplazione e della misericordia, l’Istituto di Spiritualità dell’Università Pontificia Salesiana propone in questo volume uno studio sulla vita cristiana considerata come preludio dell’eternità: “Morte e vita dalla prospettiva della teologia spirituale”.
Sebbene siano numerosi gli studi storici, sociologici, filosofici, psicologici e di letteratura sulla morte, non è un tema tanto considerato oggi nella teologia e tanto meno nella teologia spirituale. Si direbbe che la nostra cultura, già disinteressata della morte e, quindi del morire, pretenda anche di rimuovere la vita eterna.
La riflessione di una quindicina di autori che collaborano nella presente ricerca privilegia non tanto la dottrina biblico-cristiana sulla fede nella vita eterna o la sua articolazione sistematica e conseguente teorizzazione a favore di una tesi prefissata, ma il vissuto cristiano in quanto oggetto di studio specifico della teologia spirituale. In concreto, la riflessione sulla morte non può evitare di considerare l’esperienza del morire vissuta dal morente. Anzi, è opportuno partire metodologicamente dal morire concreto, recuperando così la priorità della vita eterna ed evitare speculazioni inverificabili.
In coerenza col metodo teologico-esperienziale della teologia spirituale, che si propone come strumento di lavoro, si inizia dall’analisi fenomenologica del vissuto, per poi interpretarlo teologicamente, e concludere con delle considerazioni pedagogiche ricavate dall’esperienza riflessa.
L’Autore ha voluto intitolare quest’opera Don Bosco, storia e spirito. “Storia”, perché la vita e l’opera di don Bosco si sono svolte in un contesto di eventi da cui è scaturita una nuova realtà socio-culturale e religiosa, locale e mondiale, che ha influenzato il suo pensiero e le sue scelte. “Spirito”, perché attraverso un processo interiore di docilità agli impulsi della grazia, di discernimento e attiva cooperazione egli ha saputo cogliere la novità emergente e rispondere nel dono incondizionato di sé. L’opera è nata, per così dire, in classe. Il contenuto è il prodotto di letture e di materiali elaborati per le lezioni, ma lo spirito che l’anima è frutto di una riflessione critica scaturita dall’interazione tra insegnante e allievi. Per questa edizione italiana i materiali sono stati completamente rivisitati, allo scopo di una maggiore chiarezza espositiva, e distribuiti in tre volumi:
Vol. 1. Dai Becchi alla Casa dell’Oratorio (1815-1858)
Vol. 2. La Famiglia Salesiana (1859-1876)
Vol. 3. Ampliamento di orizzonti (1875-1888)
Questo primo volume presenta la vita e l’opera di san Giovanni Bosco fino al 1858. Si sofferma sulla sua formazione, sulle prime esperienze pastorali, sulla fondazione e il consolidamento dell’Oratorio, sull’attività editoriale e sugli elementi spirituali e pedagogici del suo modello formativo. Particolare attenzione è stata riservata al contesto storico del secolo XIX e alle fonti archivistiche e letterarie della vita del Santo.
Per educare in famiglia a scuola si richiede intelligenza del cuore, che non sta solo nei manuali, ma nella capacità di aprirsi all'altro dell'educatore, cioè nel suo volere amare l'altro in quanto soggetto e non in quanto oggetto della sua azione educativa. Si pone al servizio di un soggetto dotato di libertà e quindi di un progetto. Rivoluzione copernicana che ogni educatore sa di dover affrontare e senza la quale riceverà solo frustrazioni dal suo ruolo, perché tenderà al controllo, che è il contrario dell'amore: chiude, addestra, invece di aprirsi e servire. Gli oggetti si controllano, i soggetti si amano. La fede cristiana e la visione dell'uomo che essa comporta non esalta un tempo della vita a scapito di un altro, ma vede in ogni stagione la possibilità di essere quell'uomo che è inscritto nella mia carne e di usare quelle potenzialità che sono mie e che sono chiamato a sviluppare in modi divezzi.
Ciò che in quest'opera viene preso in esame, nonostante le difficoltà tematiche dei testi raccolti, costituisce un oggetto unico considerato da punti di vista diversi.

