
Da sempre gli uomini hanno camminato con i piedi a terra e la testa per aria, nella nostalgia di altre terre. L'Utopia non scomparirà prima che scompaia l'uomo. La sfida di prevedere il futuro, anche attraverso le Utopie e gli immaginari, continua ad appassionarci, come testimoniano la letteratura, il cinema, l'arte. I toni variano dai «paradisi terrestri», alle cupe distopie, alle visioni di paleofuturo, fino agli Stati di polizia, tutti irrealizzabili ma che non scompariranno mai. Il pensiero utopico ha iniziato con la storia dell'uomo e, senza di esso, l'uomo vivrebbe ancora nelle caverne. Affrontare il tema dell'Utopia significa quindi ripercorrere la storia dei sogni e dei successi anche dell'uomo moderno, oltre che delle sue illusioni e dei suoi fallimenti nell'immaginare il cambiamento dell'esistente e nel raggiungere nuovi mondi.
Il Padre nostro è la via della preghiera: non è una formula, ha un contenuto sapienziale, è l'incarnazione di ogni catechesi sulla preghiera. Contiene tutto: il modo, la forma, l'atteggiamento verso Dio, verso noi stessi e gli altri. Per questo motivo non è da recitare, ma da meditare prima e contemplare dopo e, quindi, da vivere. Il Padre nostro ci fa diventare chi veramente siamo, figli, che portano in sé le sembianze e la nobiltà del Padre da cui derivano. Decidiamoci, e mettiamo il Padre nostro più al centro della nostra vita. Ne vedremo i frutti, molto belli, molto profumati, perché dello Spirito Santo.
I salmi sono preghiere, opera di uomini, in cui la presenza e l'ispirazione di Dio continuano: il «Tu» che parla in essi è veramente Dio, dal quale riceviamo una risposta, una luce, una guida, una consolazione all'interno della storia della comunità e di ciascuno di noi. I salmi sono un dialogo con il Signore sulla storia e sulle situazioni dell'esistenza umana. In essi c'è la voce dello Spirito, e Gesù Cristo li ha pienamente attualizzati, oltre che averli ampiamente pregati. Così anche noi, pregandoli, ci apriamo alla presenza e alla risposta di Dio.
Una breve, intensa riflessione sulla morte scritta senza retorica. Una lettura spirituale che suscita domande senza imporre soluzioni, adatta perciò a chi crede e a chi non crede, a chi sta vivendo un lutto e a chi si interroga sul senso della vita. Già, la vita. Perché la morte ne è solo l'epilogo. Perché è possibile prepararsi alla morte solo vivendo in pienezza ogni istante, dando il giusto peso alle cose e agli avvenimenti. La morte delle persone care può diventare occasione per un colloquio che non avrà più termine. Scopriamo che la morte non chiude la nostra comunicazione. Ci apre ad un nuovo mondo. I nostri giorni diventano abitati dalla presenza di molti - e noi c'intratteniamo con loro. Poiché ora sappiamo che cosa dire - e che cosa ascoltare. Prefazione di Luigi Bettazzi.
Ispirato all'icona della Vergine del Silenzio, che papa Francesco ha benedetto e collocato in Vaticano, l'agile libretto contiene la novena alla Vergine del Silenzio e il Rosario del Silenzio di Gesù e di Maria completato dalle Litanie della Speranza.
«Sorpreso sempre dalla presenza di Dio e sfidato costantemente dal dubbio sulla sua esistenza, la sua Parola è lampada per i miei passi, come dice il Salmo 118. Con questa luce guardo la realtà che mi circonda, ripenso ai giorni passati, vado incontro ai giorni futuri. La persona umana con le sue fatiche e le sue gioie, un po’ schiacciata da un tempo moderno che toglie il respiro e anche molto stimolata da orizzonti nuovi che si aprono con una velocità sconosciuta nel passato, mi colpisce, mi commuove, mi stimola. Guardo e ascolto, e mi lascio stupire da ciò che entra in me e anche da ciò che ne esce, quasi frutto di un seme che è entrato nel profondo della mia terra».
Antonio Spalatro nasce a Vieste, in provincia di Foggia, il 2 febbraio 1926. Nel 1937, appena terminate le elementari, entra nel Seminario arcivescovile di Manfredonia. Ordinato sacerdote nel 1949, inizia il ministero pastorale nella nascente parrocchia del SS. Sacramento di Vieste. «Vorrei diventare un piccolo Curato d'Ars in miniatura», scrive nel suo Diario. Così, pur nel ritmo frenetico delle sue attività, non abbandona mai l'impegno ascetico e la parrocchia diventa subito un punto di riferimento per tutti: bambini, giovani, adulti, poveri. Ma i sintomi della malattia incominciano a tormentarlo e benché continui, nonostante le sofferenze del male incurabile, a guidare e sostenere la comunità, Antonio chiude la sua breve ma feconda stagione terrena il 27 agosto 1954. I suoi funerali vedono la partecipazione imponente di tutta la città in lacrime. Nel mese di febbraio 2004 viene introdotta la causa di canonizzazione super famam sanctitatis e nel 2005 è avviata la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione.
Cosa devo fare nella vita? Che via posso percorrere? Dove vado? Con chi vado? Come sarà il futuro? Quante domande ci pone la nostra esistenza, che vogliamo vivere nella pienezza e nell'amore. Amare è scegliere, perché se non scegliamo prima o poi saranno la vita, il tempo e le circostanze a scegliere per noi. Chi ama fa delle scelte concrete quotidiane e di vita. Chi ama discerne. Il discernimento è un'arte per tutti gli uomini e per tutti i cristiani. Compito di questo libro è dare ad ognuno di noi, che è come un «piccolo guerriero della Luce», gli strumenti per discernere nella quotidianità. La speranza è che il lettore possa utilizzarlo come «bussola» per navigare nella vita e nelle scelte piccole e grandi da fare ogni giorno.
«Il sogno di una Chiesa», come quella qui delineata sulla scia del Vaticano II e di due grandi testimoni come Rosmini e papa Francesco, deve continuare perché sia realizzato ogni giorno e diventi un sogno contagioso, trasmesso a donne e uomini che possano contribuire a edificare una Chiesa di pietre vive. Un sogno che faccia ardere il cuore e diventi profezia per il futuro, attraverso la riscoperta della perenne freschezza della linfa evangelica. Collegando i fili che uniscono la riflessione rosminiana e il magistero quotidiano dell'attuale papa, emerge infatti la trama comune di una tela che ci offre l'immagine affascinante di una Chiesa profondamente evangelica e, per questo, attrattiva per la sua stessa bellezza.
Luca si distingue dagli altri evangelisti sotto diversi aspetti, e queste pagine invitano a cogliere dal vivo alcune caratteristiche dell'opera lucana e farne tesoro per la nostra vita spirituale. Attraverso venti «perle», segno della singolarità della testimonianza che egli ha voluto rendere a Gesù di Nazaret, emerge un ritratto del terzo evangelista molto vicino alla realtà, in cui traspaiono diversi risvolti del suo animo e molte sfaccettature della sua «teologia». Quello di Luca è un messaggio capace di trasformare la vita e che mantiene ancor oggi la sua validità: grazie ad esso possiamo fare tutti una meravigliosa esperienza di fraternità.