
Nella prima parte del volume vengono presi in esame Autori mariani che sono vissuti tra il 1054 - data della scissione definitiva tra Oriente e Occidente - e il 1453 - data della conquista di Costantinopoli da parte dei turchi -. Si tratta di un periodo fecondissimo per la devozione e la letteratura mariane: omelie, inni, composizioni poetiche, narrazioni di eventi storici, preghiere, elegie e canti. In questo variegato e ricchissimo corpus si distinguono gli eleganti scritti di tre Autori del XIV secolo: Teodoro Irtaceno, Giovanni Gabras, Demetrio Cri-soloras. Dal 1453 la vita della Chiesa ortodossa è contrassegnata da uno stato di avvilimento e di servitù, situazione che si fa tragica nel secolo XX per le Chiese asservite al comunismo ateo imperante nell'URSS. Nonostante ciò l'attività intellettuale è stata intensa. Tra gli Autori si segnalano per la loro opera teologica e mariana due grandi teologi ortodossi viventi del Patriarcato di Costantinopoli: il laico francese Olivier Clément e il vescovo inglese Timothee Ware.
In questo Dizionario si intendono offrire al mondo carmelitano, e non, le voci principali che costituiscono il lessico comunemente recepito nella storia della famiglia religiosa e spirituale del Carmelo, nei suoi due rami (quello dei Carmelitani e quello dei Carmelitani Scalzi o Teresiani). L'opera si articola attraverso un riferimento a quattro aspetti fondamentali della vita del Carmelo: Stato giuridico e Istituzioni; Storia e Biografie; Teologia, Spiritualità, Pastorale, Liturgia; Temi vari. Ogni voce offre anche informazioni sull'origine ed evoluzione dell'ente, struttura e figura giuridica trattata. Una serie di voci riguarda poi i testi legislativi fondamentali. Le voci totali che compongono il Dizionario sono 323; gli Autori, tutti specialisti e di diverse nazionalità, sono 121. Completano l'opera una proposta di lettura sistematica, l'indice analitico e una bibliografia selezionata. Tale opera riempie un vuoto nella letteratura carmelitana: aiuta a prendere coscienza delle origini; ad avere una visione della sua evoluzione storica; a percepire le sfide che si presentano nella Chiesa e nel mondo di oggi e alle quali rispondere partendo da una spiritualità sviluppa
La Lettera agli Ebrei, che presenta nell'ambito del Nuovo Testamento caratteristiche peculiari nella forma, nel contenuto e nello stile - costituisce un testo fondamentale per il suo profondo messaggio cristologico e offre un contributo notevole alla comprensione di Gesù come sommo sacerdote. I Curatori hanno scelto di fondare questo volume sul Commento alla Lettera agli Ebrei composto da Giovanni Crisostomo (347-407). Si tratta del primo commentario esaustivo sulla Lettera, che ha esercitato una profonda influenza sull'interpretazione successiva del testo sia in Oriente che in Occidente, e la cui eloquenza retorica è stata a lungo e ampiamente riconosciuta. Il volume offre quindi una selezione di commenti estremamente varia per generi letterari, tempi e contesti culturali, spaziando dal primo al nono secolo e dalla tradizione orientale a quella occidentale. Un tesoro di antica sapienza per la Chiesa di oggi.
Ampiamente letto e variamente interpretato fin dalle origini della storia della Chiesa, il Libro dell'Apocalisse è stato oggetto di diversi approcci interpretativi: dal millenarismo di Vittorino di Petovio al simbolismo di Ticonio, che lesse il Libro come immagine del tempo universale e unitario della Chiesa. Quest'ultimo in particolare, molto ammirato da Agostino, ha influenzato profondamente l'esegesi medievale del testo biblico. Il volume attinge principalmente per l'esegesi orientale dell'Apocalisse ai due commentari greci di Ecumenio e di Andrea di Cesarea, mentre si concentra su sei commentari - quelli di Vittorino di Petovio, Ticonio, Primario, Cesare di Arles, Aprigio di Beja e Beda il Venerabile - per l'interpretazione occidentale. Nell'edizione del volume si è dato particolare cura al contesto degli scritti affinché i lettori di oggi possano comprendere l'uso creativo della Scrittura, l'interesse teologico, l'intento pastorale.
Attribuito per lungo tempo a Gregorio Magno, questo Commento al Primo Libro dei Re è in realtà opera di un monaco del XII secolo, Pietro Divinacellus, che nell'esegesi del testo biblico si sarebbe ispirato agli scritti di Gregorio Magno. Si tratta di un'acquisizione recente, degli anni Novanta. Del testo la prima traduzione in lingua moderna è quella curata da A. De Vogué per le Sources Chrétiennes e terminata nel 2004. La presente, prima traduzione italiana, è dunque la seconda in assoluto e si riferisce ai sei libri che coprono un commento ai primi sedici capitoli circa del Primo Libro dei Re che vengono identificati con il Primo Libro di Samuele. Consapevole della polisemia del testo biblico, Pietro Divinacellus, partendo dalla comprensione del senso letterale, accede al senso tipico - con il quale fatti e personaggi dell'Antico Testamento vengono letti come profezie e prefigurazioni del Nuovo - che diventa a sua volta fondamento del senso morale.
Di fronte ad una società disgregata, afflitta da calamità e da sventure e con l'incubo di essere travolta dai barbari, quale era quella del VI secolo in cui viveva, Gregorio Magno sentiva che la missione della Chiesa doveva essere quella di recare aiuto e porre riparo ai mali che devastavano le strutture e la vita dei singoli. È questa la condizione spirituale da cui nasce la Regola pastorale. In essa l'Autore delinea la figura ideale del sacerdote offrendo un quadro ampio e ricco dei compiti connessi con la cura animarum; dando consigli preziosi e illuminanti riguardo ai criteri di comportamento; indicando le virtù indispensabili da vivere. Definita dagli studiosi sia un codice di santità sacerdotale sia un trattato di teologia pastorale, l'opera ha conosciuto nel Medioevo grandissima diffusione e continua a costituire un testo di riferimento imprescindibile per i sacerdoti di oggi.
L'indice analitico generale è uno strumento utile, anzi necessario per chi voglia rintracciare le linee del pensiero e della vita intellettuale e spirituale di Agostino, un Autore singolare di ingegno superiore, grande per la scienza e la vastità degli scritti. Il presente indice riprende tutti gli indici particolari di cui sono dotati i singoli volumi dell'Opera Omnia di sant'Agostino. Tale materiale è stato raccolto tramite informatizzazione, archiviato, rielaborato, controllato e ordinato. Complessivamente, le voci, o lemmi, in stretto ordine alfabetico, sono oltre 5.500, esclusi i nomi propri e le sottovoci. L'intento è quello di dare la maggiore facilità di trovare informazioni alle molte categorie dei lettori di Agostino, a chi lo ama, a chi lo studia, a chi ne parla, a chi lo commenta, anche a chi lo discute.
La composizione del Commentario a Matteo si colloca nel periodo compreso tra il 244 e il 249, nell'ultima stagione della vita che Origene trascorse nella città di Cesarea di Palestina. Eusebio parla di venticinque tomi origeniani sul Vangelo di Matteo; di questi, la tradizione testuale ne ha trasmessi soltanto otto in versione greca comprendenti il commento da Mt 13, 36 a 22, 33. Opera della maturità, di grande originalità, ricchezza e complessità, portata a compimento al termine di una vita spesa nella riflessione, nel commento e nell'insegnamento della Parola, si colloca nell'ambito dell'attività didattica origeniana. È essenzialmente organizzata sulla sequenza del dettato evangelico, attraverso la scomposizione continuata del testo in unità abbastanza brevi, i lemmi, a cui fa seguito l'interpretazione; interpretazione retorico-grammaticale e storico-scientifica. Il presente tomo è il primo di 4 volumi.
Nove gioiose canzoni, tese all'ideale del mondo unito e al segreto per realizzarlo: l'amore che dà la felicità, che provoca la presenza viva di Gesù, che fa rivivere Maria in noi, che fa scoprire la bellezza del "dare" e dell'amicizia. Per aiutare i b
Illustrazioni e strumenti da utilizzare liberamente come valido sussidio alle lezioni di catechismo.