
Intellettuale celebre per la causticità e l'originalità dei suoi giudizi, Hannah Arendt disegna un ritratto di Giovanni XXIII privo di remore o timori reverenziali. Non sono le doti intellettuali del pontefice ad attirare la sua attenzione, ma l'autenticità della sua religiosità e, ancor più, i suoi risvolti profondamente umani. Il breve saggio, un piccolo gioiello apparso la prima volta nel 1965 sulle pagine della New York Review of Books, è anzitutto il resoconto di una individualità esemplare. Di Papa Roncalli, l'autrice di Vita activa coglie innanzitutto l'umiltà e la capacità di non cedere al culto moderno per la soggettività. Una qualità umana che non va confusa con la modestia, ma che è condizione indispensabile per il dispiegarsi di una personalità autenticamente indipendente. Un amore per il mondo tutt'altro che ostinato e possessivo e una religiosità che si manifesta anzitutto come forma di gratitudine per l'esistente consentono a Hannah Arendt di ripetere con Papa Giovanni: «Ogni giorno è buono per nascere, ogni giorno è buono per morire».
Sommario
Introduzione del curatore. Angelo Giuseppe Roncalli: un cristiano sul trono di san Pietro dal 1958 al 1963.
Note sull'autrice
Hannah Arendt (1906-1975), ebrea tedesca, intellettuale tra le più originali della seconda metà del Novecento, è fuggita dalla Germania dopo la presa del potere da parte di Hitler. Tra le sue opere più importanti, dedicate alla natura del potere e alla politica, Le origini del totalitarismo (1951), Vita Activa. La condizione umana (1958) e La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme (1963).
Questo libro raccoglie i contributi del Convegno di Studio tenutosi a Milano presso il Centro culturale Angelicum il 31 agosto 2012. Attraverso contributi originali i quattro relatori, uomini e donne provenienti da realtà esistenziali e da esperienze accademiche diverse, hanno sapientemente guidato il numeroso pubblico ad una comprensione approfondita della scelta di vita di Chiara, tanto nelle sue origini quanto nei suoi sviluppi storici.
Santa Brigida si presenta come una testimone significativa dello spazio che può avere nella Chiesa il carisma vissuto in piena conformità alle esigenze della comunione ecclesiale.
L'esperienza umana e religiosa di frate Francesco, nella concretezza della società civile ed ecclesiastica e delle vicende degli inizi del secolo XIII, quali si possono ricavare innanzitutto dai suoi "scritti" e da fonti e documenti che le trasmettono in modo attendibile: queste pagine ci offrono un ritratto semplice e insieme estremamente puntuale e documentato, quale solo poteva venire da uno dei maggiori studiosi di Francesco e del francescanesimo. Non mancano riferimenti alle sorprendenti strumentalizzazioni politico-ideologiche che intorno alla figura di san Francesco d'Assisi si sono consumate, ieri come oggi.
È la storia di un incontro, questo libro intimo e provocatorio: tra una grande scrittrice che ha fatto della parola il proprio strumento per raccontare la realtà e una donna intelligente e volitiva a cui la parola è stata negata. Non potrebbero essere più diverse, Dacia Maraini e Chiara di Assisi, la santa che nella grande Storia scritta dagli uomini ha sempre vissuto all’ombra di Francesco. Eppure sono indissolubilmente legate dal bisogno di esprimere sempre la propria voce. Chiara ha dodici anni appena quando vede “il matto” di Assisi spogliarsi davanti al vescovo e alla città. È bella, nobile e destinata a un ottimo matrimonio, ma quel giorno la sua vita si accende del fuoco della chiamata: seguirà lo scandaloso trentenne dalle orecchie a sventola e si ritirerà dal mondo per abbracciare, nella solitudine di un’esistenza quasi carceraria, la povertà e la libertà di non possedere. Sta tutta qui la disobbedienza di Chiara, in questo strappo creativo alle convenzioni di un’epoca declinata al maschile. Perché, ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee. In questo racconto, che a volte si fa scontro appassionato, segnato da sogni e continue domande, Dacia Maraini traccia per noi il ritratto vivido di una Chiara che prima è donna, poi santa dal corpo tormentato ma felice: una creatura che ha saputo dare vita a un linguaggio rivoluzionario e superare le regole del suo tempo per seguirne una, la sua.
Dacia Maraini è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie, narrazioni autobiografiche e saggi, editi da Rizzoli e tradotti in venti paesi. Nel 1990 ha vinto il premio Campiello con La lunga vita di Marianna Ucrìa, nel 1999 il premio Strega con Buio, nel 2012 il premio Campiello alla carriera. Tra i suoi libri, disponibili nel catalogo BUR, ricordiamo La seduzione dell’altrove e La grande festa.
Il "Liber vitae meritorum" è, con lo "Scivias" e il "Liber divinorum operum", uno dei tre testi principali di teologia mistica di Ildegarda di Bingen. Più che un'etica cristiana medievale, è una narrazione visionaria di forte intensità morale, ancora oggi di estrema attualità. Affrontando il tema del rapporto tra macrocosmo e microcosmo, il testo giunge a definire con profondità la relazione che esiste tra l'uomo e un Dio che ha voluto farsi uomo egli stesso. Dal conflitto tra vizi e virtù (i cosiddetti "meriti di vita") scaturisce l'osservazione della meravigliosa armonia tra progetto divino e libera volontà umana. Ildegarda, - che dà di sé la definizione di "creatura semplice" - riferisce la propria personale esperienza mistica che si traduce in una grandiosa visione cosmica al centro della quale sta, appunto, l'Uomo. Innanzi a lui si svolge il confronto tra vizi e virtù, tra i quali è necessaria ogni giorno una scelta: se questa sarà eticamente errata e sarà improntata al vizio, nell'aldilà purgatoriale l'anima incorrerà in una serie di punizioni. L'autrice si sofferma anche su questo aspetto, sottolineando come l'uomo debba in vita cercare di allontanarsi dal vizio ed emendarsi dei propri peccati, per accedere così, dopo la morte, alla vita "tutta di gioia" con la descrizione della quale il testo si conclude. Prefazione di Claudio Bonvecchio.
In occasione della santificazione di Giovanni Paolo II, un libro ne raccoglie i pensieri più belli e commoventi.
Giovanni Paolo II è stato dal 1978 al 2005 un faro per la Chiesa e per il mondo. Lo è stato non solo attraverso la sua straordinaria testimonianza di vita e la sua instancabile attività apostolica, ma anche mediante un gran numero di scritti, che ne documentano la lucidità e profondità di visione, al tempo stesso teologica e filosofica, antropologica ed esistenziale. Di questo suo ricco magistero i testi qui riuniti, ordinati tematicamente, propongono l’essenziale, non solo in relazione ai vari aspetti della dottrina e della vita della Chiesa (per esempio, il rapporto tra scienza, fede e ragione, lo sforzo ecumenico e di evangelizzazione, il primato di Pietro, il celibato del clero, il sacerdozio femminile), ma anche a numerosi altri argomenti di carattere etico e sociale, dall’aborto e l’eutanasia alla fecondazione artificiale, all’omosessualità e al divorzio. Una raccolta che ci permette di apprezzare nella sua interezza l’eredità spirituale e pastorale di questo amatissimo Papa.
Karol Wojtyla (1920-2005) è stato ordinato sacerdote nel 1946, vescovo ausiliare di Cracovia nel 1958 e arcivescovo nel 1963. Il 16 ottobre 1978 è stato eletto Papa, assumendo il nome di Giovanni Paolo II. Fra i suoi libri, bestseller in tutto il mondo, ricordiamo: Varcare la soglia della Speranza, Dono e mistero, Trittico romano e Alzatevi, andiamo!
Un uomo ricco ma inappagato, un uomo "in cerca". Della realizzazione di sé, del senso della vita, di una strada da condividere. I piaceri, le gioie, il mondo non bastano. Saranno la rinuncia, il cammino, l'ascolto a condurlo verso la meta. Come Siddharta nell'India antica, così nell'Italia medievale Francesco, il giullare di Dio: protagonista di questa biografia scritta da un giovane Hesse, quasi una fiaba piena di poesia, ispirazione, e dello spirito più puro del poverello di Assisi.
"Ti amo", dice ogni innamorato alla sua amata. "Tu sei amore", dice san Francesco al suo Signore nei giorni in cui sul monte della Verna riceve il sigillo delle stimmate. Questo libro parla dell'amore, in particolare di quello tra l'uomo e la donna, che è l'archetipo di ogni altro amore umano. L'autore, partendo dalla prospettiva antropologica e biblica, tenta di analizzare l'amore dall'angolazione specifica della spiritualità francescana. San Francesco è stato definito "l'araldo dell'amore". Si è innamorato, si è appassionato alla vita, ha sognato e ha sofferto pene d'amore, ha parlato d'amore. Al centro del suo "discorso amoroso" tuttavia c'è più la vita che le parole. La sua regola è il Vangelo che si riassume nella legge dell'amore: per questo ancora oggi ci affascina.
La storia di Francesco d'Assisi rappresenta uno dei punti chiave dell'intera vicenda bimillenaria del cristianesimo. Né quel punto di forza si esaurisce nella sua vicenda biografica, giacché il suo straordinario percorso di vita si salda profondamente con la vicenda storica dell'ordine da lui fondato. Non poche questioni si pongono se si analizzano le caratteristiche e le prospettive reali dell'esperienza religiosa di Francesco e dei suoi primi compagni mettendole a confronto coi termini in cui furono variamente tradotte e tramandate nella pratica e nella memoria storica della Chiesa nei secoli successivi. Non è un caso che la figura di Francesco, canonizzato a pochi anni dalla sua morte, sia divenuta riferimento per una straordinaria varietà di movimenti e prospettive, spesso in aperta contraddizione con quanto i suoi scritti autentici propongono e suggeriscono. Sta in questo intrico di problemi l'aspetto centrale di quella lunga e ancora attualissima "questione francescana" che è resa ancora più intrigante dalla recente scelta del cardinale Bergoglio di adottare, come vescovo di Roma, per la prima volta il nome di Francesco: perché al Francesco storico, largamente conoscibile nei suoi aspetti di fondo, si sommano e si aggiungono i tanti Francesco che la tradizione ha costruito, e che continuano a proporre molteplici, differenti modelli di esperienza religiosa.
Una vita straordinaria quella di Camillo de Lellis, illuminata e accesa da un carisma fuori dal comune di un uomo ribelle per amore di Dio. Una vita originalissima, per le radici e per le conseguenze che avrà, una vita appassionata vissuta da una figura tanto complessa e irripetibile quanto irriducibile a semplificazioni meramente celebrative. In questa biografia, alla vigilia del quarto centenario della morte del santo (1614), Giorgio Cosmacini prescinde dalla decretazione di Camillo alla gloria degli altari e dalla proclamazione, da parte del Papa Leone XIII nel 1886, del santo quale "patrono di tutti gli ospedali e malati del mondo" ed esplora la vita movimentata dell'uomo e il ruolo da lui svolto nella dinamica promozionale dell'assistenza caritativa, curativa e sanitaria ai malati, in un periodo storico irto di contraddizioni, tra Riforma e Controriforma, opulenza e miseria, catastrofi naturali (carestie ed epidemie) e drammi sociali (eventi bellici e conflitti politici).