
Nel corso dei secoli a Roma sono vissuti molti santi che hanno incarnato il Vangelo della misericordia. Di questo passaggio o della venerazione nei loro confronti restano tracce in chiese, tombe, musei, stanze da scoprire o riscoprire. Il volume suggerisce percorsi alternativi ai pellegrini nella Città eterna e dintorni, arricchiti da foto e spunti di meditazione sulla spiritualità di san Francesco d'Assisi e sant'Ignazio di Loyola, santa Faustina Kowalska e la venerabile Antonietta Meo, san Filippo Neri e san Camillo de Lellis, san Giuseppe santa Brigida, sant'Agostino e sant'Alfonso Maria de' Liguori, i martiri Lorenzo, Agnese, Cecilia, Cristina e molti altri... I diritti d'autore di Laura Badaracchi saranno devoluti alle case alloggio per migranti della Caritas di Roma, al Centro Astalli (Servizio dei gesuiti per i rifugiati), al Progetto Ripa e alle missioni di san Camillo De Lellis.
Biografia documentata che tratta dell'uomo, del frate e del sacerdote Pio nella sua realtà terrena, visto e studiato "dentro" e "fuori", prima come uomo e religioso poi come santo. Vi sono poi, oltre agli aspetti prodigiosi, carichi di simbolismi anche questioni particolari mai prese in considerazione prima, come la dimensione affettiva e il voto di castità, il passaparola sulla dispensa dal voto di povertà nell'ambito dell'artificiosa sistemazione giuridica dell'ospedale e altro ancora, il tutto in convivenza con il suo essere frate cappuccino a tutto campo nella semplicità della vita fraterna dove lo straordinario si sminuzzava nell'ordinario.
Sapientiam dedit illi è il titolo di uno dei più noti canti dedicati a don Bosco e l’incipit dell’antifona d’ingresso della Messa in onore del santo: “Il Signore gli ha donato sapienza e prudenza e un cuore grande come la sabbia che è sulla spiaggia del mare”. Don Bosco non si è “procurato” da solo la sapienza della vita, anche se si è industriato in ogni modo per mettere a frutto i suoi talenti. La sapienza che ha irradiato intorno a sé, di cui il Sistema Preventivo è l’espressione più eloquente, gli è stata donata da Dio. Essa porta dunque in sé una qualità teologale, che è importante accogliere come un dono e approfondire come originale espressione del Logos cristiano. In occasione del Bicentenario della nascita i docenti della Sezione di Torino della Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana, familiarmente nota come “la Crocetta”, hanno voluto onorare il Padre e Fondatore con una serie di saggi che, attraverso gli strumenti della teologia, contribuisse a onorare tale compito. Ora li presentano ai confratelli, alle sorelle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai membri della Famiglia Salesiana e a tutti coloro che guardano a don Bosco, desiderosi di lasciarsi guidare nella vita dalla sua saggezza di padre e di educatore.
Il libro racconta la vita del Poverello d'Assisi attraverso un racconto fluido ed essenziale, che privilegia i passi salienti della sua breve esistenza e alcuni episodi riportati dai Fioretti. Leggendo le pagine del libro emerge la profonda umiltà di Francesco; un servo umile che si è lasciato completamente trasformare dalla grazia del Signore ricevendo i doni più grandi come il dono della santa stigmate, il dono della profezia, di compiere miracoli e guarigioni, di parlare con gli animali ed altri ancora. Il libro è corredato di dieci disegni realizzati da Luana Piovaccari e al termine di ogni capitolo emerge un messaggio educativo e un insegnamento. Il testo si offre come sussidio ai catechisti ed educatori, si rivolge ai bambini, ragazzi, e alle famiglie. Età di lettura: da 9 anni.
Fin dall'inizio del Concilio Vaticano II si parlò spesso dell'istituzione di un Consiglio, composto da rappresentanti di tutto l'episcopato, che fosse di aiuto al Papa nel governo della Chiesa universale. Lo stesso Paolo VI manifestò il suo pensiero sull'argomento poco dopo la sua elezione; anzi intervenne alla Congregazione generale del 15 settembre 1965 e vi promulgò il Motu proprio "Apostolica sollicitudo", con il quale si istituiva il Sinodo dei Vescovi. Lo scopo del Sinodo è chiaro: offrire all'episcopato cattolico lo strumento per prestare al Papa "una più efficace collaborazione" nel governo della Chiesa universale. Oggi - ed è questa la novità fondamentale voluta da Palo VI nell'istituzione del Sinodo - l'aiuto che l'episcopato dà al Papa non è più un fatto occasionale, perché vi provvede un organismo stabile. Nel cinquantesimo anniversario dell'istituzione del Sinodo dei Vescovi, è sembrato opportuno riproporre il magistero di Paolo VI su questo nuovo organismo che Papa Montini riteneva "pieno di speranza".
Questa raccolta di pensieri e di preghiere accompagna tutto l'anno in compagnia di san Giuseppe. Bisogna considerare che si tratta non di un santo qualunque, ma di chi è stato scelto da Dio come "Padre e Custode" del Redentore, di colui che la Chiesa ha proclamato suo Patrono universale. Non molti però fanno il passo successivo. Il Padre terreno di Cristo Gesù e il Custode sponsale di Maria Vergine è anche il mio Padre e Custode. Sono anch'io suo figlio, un po' come lo è stato il Signore. Sono anch'io custodito da lui, similmente alla sua santissima Sposa. Se questo santo straordinario mi cura, mi protegge e mi custodisce come un padre, è mio compito lasciarmi guidare da lui nel mio cammino di fede e di vita nella Chiesa e in questo mondo, per tutti i 365 giorni dell'anno.
Perché per un cinquantennio le pareti della Basilica superiore rimasero bianche nonostante Francesco riposasse, in quella inferiore, dal 1230? Occorreva lodare il fondatore ma nello stesso tempo raccordare i suoi ideali di povertà assoluta agli stridenti cambiamenti avvenuti nel frattempo: i frati rifiutavano ormai il lavoro manuale, studiavano e volevano essere mantenuti dai fedeli. Secondo l'autrice, gli affreschi, legati l'uno all'altro, dipendono da un unico e coerente programma; fu realizzato però in tempi diversi, da Cimabue in poi, fino al ciclo dedicato al santo, dipinto sotto Nicola IV (1288-92), il primo papa francescano, ciclo che si basa sulla "Legenda maior" di Bonaventura. Ma un'altra sua opera è da tenere presente: le "Collationes in Hexaëmeron", Accettando in modo prudente ma deciso le previsioni di Gioacchino da Fiore e dello pseudo-Gioachino, si attua il raccordo fra posizioni inconciliabili. Francesco ha anticipato, come un prototipo, l'Ordine perfetto dei contemplativi che si concretizzerà solo in futuro, Ordine che non è ancora quello di Bonaventura. I suoi frati, preparandosi attraverso lo studio e la dotta predicazione, concorrono perciò attivamente a realizzare il progetto divino. In un volume illustrato, Chiara Frugoni, studiosa di Francesco e di iconologia francescana, offre un'inedita chiave interpretativa dell'intera Basilica superiore.
Le lettere di Giorgio La Pira ai papi sono, quasi, un "diario di bordo" della complessa navigazione di questo personaggio, per ben venticinque anni, attraverso la cronaca politica, gli orizzonti della storia, i segni dei tempi, gli eventi quotidiani e i sommovimenti del mondo. Tuttavia, le lettere a Paolo VI, rispetto a quelle a Pio XII e a Giovanni XXIII, hanno un carattere particolare. Sono le lettere a un amico, divenuto papa. Manifestano le sue visioni e i suoi sentimenti negli ultimi quattordici anni di vita. Ricapitolano il suo pensiero e il suo metodo "storico". Anche negli ultimi anni La Pira tiene lo sguardo diretto al futuro, seppure il mondo di domani non sarebbe stato più il suo. Non è facile che una persona anziana non si ripieghi sul presente o sul passato. Ma il professore cercava sempre di leggere la "storia del futuro" cogliendo i segni dei tempi, per usare un'espressione divenuta popolare con il Concilio Vaticano II. Era un vero "scrutatore" dei segni dei tempi. Era quella che lui stesso chiamava, con un'espressione felice, la storiografia del profondo. L'epistolario inedito tra Paolo VI e La Pira, curato da Andrea Riccardi.
Ricco di date, nomi, luoghi e persone, ma soprattutto di una filigrana ininterrotta di eventi straordinari, il volume di Antonio Furioli mette in rilievo la persona di Giustino de Jacobis quale strumento salutare ed efficace di grazia nelle mani di Dio per la rinascita della Chiesa cattolica in Abissinia. Il suo straordinario itinerario missionario, iniziato a fine ottobre 1839, era culminato nell'agosto 1855 con il martirio di abba Gabra Mikael, prova inconfutabile dell'elevato grado di maturità umana e cristiana raggiunta dalla piccola comunità ecclesiale abissina coagulatasi attorno alla persona e al carisma fuori del comune di Giustino de Jacobis. Come Paolo di Tarso, Giustino de Jacobis ha testimoniato che la sofferenza non è stata una realtà cupa e ingrata del suo tenace impegno missionario in Abissinia, ma segno di una straordinaria fecondità apostolica, che ha caratterizzato una delle stagioni più geniali e feconde nella storia dell'evangelizzazione di questo antichissimo e nobile popolo africano.
Perché santa Rita, donna di un piccolo paese umbro nascosto tra i monti, vissuta all'ombra del marito e poi di un convento nella prima metà del Quattrocento, è diventata così famosa? Lucetta Scaraffia risponde a questa domanda ricostruendo la storia della "santa degli impossibili" (come i devoti la chiamano per la grande potenza miracolosa) e soprattutto seguendo le tracce della sua strana ed eccezionale fortuna, a partire dal 1457, anno in cui compaiono le prime prove della devozione al suo corpo miracoloso, fino agli ultimi due secoli, quando Rita da Cascia, proclamata santa all'inizio del Novecento, diventa la protettrice delle donne delle città industriali. Nel condurre l'indagine, l'autrice intreccia i dati più strettamente religiosi con quelli sociali e culturali, come i conflitti tra città capoluogo e castelli del contado, le relazioni tra Cascia e lo Stato pontificio, l'intreccio tra i modelli cristiani di santità e la religiosità legata alla terra e ai culti femminili primitivi. Ne esce un ritratto inedito non solo della santa, ma di un modo di vivere il rapporto con il sacro. La grandissima e imprevista fortuna di santa Rita presso i devoti è legata, ci dice Lucetta Scaraffia, proprio agli elementi di ambiguità di questa peculiare figura: moglie obbediente e che sa soffrire in silenzio, Rita possiede anche una specie di onnipotenza magica, solo superficialmente cristianizzata e profondamente connessa all'atmosfera stregata dei suoi monti rocciosi.
In occasione dell'apertura del giubileo straordinario sulla misericordia la confezione presenta una serie completa di strumenti da utilizzare per vivere appieno il giubileo in tutte le sue possibilità. La valigetta contiene: il libro cartaceo del diario di suor Faustina, il cofanetto - audiolibro con 3 CD, la scatola della medicina della divina misericordia con le preghiere e la coroncina del rosario; il libretto che spiega le ragioni del giubileo indetto da papa Francesco e tutte le modalità per parteciparvi; infine anche un piccolo calendario con alcuni pensieri per ogni mese dell'Anno Santo della misericordia.
Un'originale biografia di Massimiliano Kolbe a partire dai luoghi che lo hanno visto protagonista di scelte decisive.