
Di fronte a una nuova edizione di questo "povero libretto", come lo battezzò sul nascere il suo grande autore Francesco di Sales, ci pare più che giustificata la domanda che si fa Andrè Ravier, insigne studioso del santo dottore: "Le edizioni continuano... dal 1608. Cosa c'è dunque in questo libro che affascina i nostri cuori e i nostri spiriti, pur in una società così diversa da quella del XVII secolo?".
Il segreto di questa piccola opera: condurre alla perfezione dell'amore con amore, camminando a passo d'uomo, nella concretezza, nella realtà quotidiana, con la logica stessa di un cammino.
Lo stile colloquiale mette il lettore a proprio agio, quasi stesse in ascolto di un suadente direttore spirituale che legge nelle pieghe più nascoste dell'anima e ne evoca i richiami dello Spirito. L'intuizione del maestro lo sollecita a uscire dalla solitudine, dal dubbio, e ad avviarsi con naturalezza, senza traumi, verso orizzonti soprannaturali.
La Chiesa cattolica celebra Francesca Cabrini come santa patrona dei migranti. La sua avventurosa vicenda, che questo libro ripercorre a un secolo dalla morte, resta fonte di ispirazione e di ammirato stupore. Maestra lombarda, alla fine dell'Ottocento Francesca scelse per sé il destino della missionaria, dedicandosi all'assistenza degli emigranti italiani negli Stati Uniti e raggiungendo risultati sorprendenti. Affrontando saldamente le difficoltà di chi attraversava l'oceano, seppe unire - scrive Papa Francesco nella prefazione a questo volume - «una grande carità con uno spirito profetico che le ha fatto comprendere la modernità nei suoi aspetti meno positivi, quelli che coinvolgevano i miserabili della terra e che intellettuali e politici non volevano vedere». Dolcissima e animata da un inesauribile amore per il prossimo, Francesca, obbediente alla Chiesa e ai suoi superiori, fu al tempo stesso donna creativa e indipendente. Non parlò di emancipazione, ma lanciò uno dei programmi più rivoluzionari in questo senso, creando un modello di vita religiosa femminile nuovo e autonomo. Postfazione di Liliana Cavani.
Le riflessioni di Carlo Carretto hanno accompagnato il cammino spirituale di intere generazioni. Io, Francesco, opera della maturità, occupa un posto particolarmente rilevante. Alla scuola di Francesco d’Assisi, Carretto ci conduce attraverso una narrazione intensa e autentica oltre l’esteriorità delle gesta eroiche, verso l’esperienza più profonda che anima la vita cristiana: l’incontro con Gesù e la scoperta della vita povera. Il libro diventa così un invito radicale alla sobrietà e all’essenzialità, capace di orientare lo sguardo alla fraternità universale, alla cura del creato e all’amore autentico per il prossimo. In un’epoca di incertezza e omologazione, il messaggio di Francesco risuona più attuale che mai. Quest’opera è un viaggio dentro la verità cristiana, una guida per chi prova a vivere pienamente tutte le dimensioni della vita, un dono che può ispirare e orientare il cammino di chi cerca.
Perché santa Rita, donna di un piccolo paese umbro nascosto tra i monti, vissuta all'ombra del marito e poi di un convento nella prima metà del Quattrocento, è diventata così famosa? Lucetta Scaraffia risponde a questa domanda ricostruendo la storia della 'santa degli impossibili' (come i devoti la chiamano per la grande potenza miracolosa) e soprattutto seguendo le tracce della sua strana ed eccezionale fortuna, a partire dal 1457, anno in cui compaiono le prime prove della devozione al suo corpo miracoloso, fino agli ultimi due secoli, quando Rita da Cascia, proclamata santa all'inizio del Novecento, diventa la protettrice delle donne delle città industriali. Nel condurre l'indagine, l'autrice intreccia i dati più strettamente religiosi con quelli sociali e culturali, come i conflitti tra città capoluogo e castelli del contado, le relazioni tra Cascia e lo Stato pontificio, l'intreccio tra i modelli cristiani di santità e la religiosità legata alla terra e ai culti femminili primitivi. Ne esce un ritratto inedito e appassionante non solo della santa, ma di un modo di vivere il rapporto con il sacro. La grandissima e imprevista fortuna di santa Rita presso i devoti è legata, ci dice Lucetta Scaraffia, proprio agli elementi di ambiguità di questa peculiare figura: moglie obbediente e che sa soffrire in silenzio, Rita possiede anche una specie di onnipotenza magica, solo superficialmente cristianizzata e profondamente connessa all'atmosfera stregata dei suoi monti rocciosi.
Perché santa Rita, donna di un piccolo paese umbro nascosto tra i monti, vissuta all'ombra del marito e poi di un convento nella prima metà del Quattrocento, è diventata così famosa? Lucetta Scaraffia risponde a questa domanda ricostruendo la storia della "santa degli impossibili" (come i devoti la chiamano per la grande potenza miracolosa) e soprattutto seguendo le tracce della sua strana ed eccezionale fortuna, a partire dal 1457, anno in cui compaiono le prime prove della devozione al suo corpo miracoloso, fino agli ultimi due secoli, quando Rita da Cascia, proclamata santa all'inizio del Novecento, diventa la protettrice delle donne delle città industriali. Nel condurre l'indagine, l'autrice intreccia i dati più strettamente religiosi con quelli sociali e culturali, come i conflitti tra città capoluogo e castelli del contado, le relazioni tra Cascia e lo Stato pontificio, l'intreccio tra i modelli cristiani di santità e la religiosità legata alla terra e ai culti femminili primitivi. Ne esce un ritratto inedito non solo della santa, ma di un modo di vivere il rapporto con il sacro. La grandissima e imprevista fortuna di santa Rita presso i devoti è legata, ci dice Lucetta Scaraffia, proprio agli elementi di ambiguità di questa peculiare figura: moglie obbediente e che sa soffrire in silenzio, Rita possiede anche una specie di onnipotenza magica, solo superficialmente cristianizzata e profondamente connessa all'atmosfera stregata dei suoi monti rocciosi.
La biografia della più importante e imponente opera teologica della cristianità medievale: la 'Summa theologiae' di Tommaso d'Aquino.
Le testimonianze "bresciane" sulla santità di Paolo VI, qui per la prima volta raccolte e annotate da Massimo Tedeschi, sono tratte dalla Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, conservata negli archivi della Congregazione delle Cause dei Santi. Documenti che riportano - ai fini del processo di canonizzazione - i detti su Montini riferiti da coloro che lo hanno conosciuto: queste parole, radunate al di fuori dei faldoni ufficiali, sembrano ridare corpo e vita alle virtù di Montini che si manifestano fin da ragazzo e seminarista, e poi da sacerdote, vescovo e Papa. Una polifonia di voci che converge nel mostrare la straordinaria levatura spirituale e umana di Montini, per un ritratto seppure parziale ma poco convenzionale. Come quello, familiare, che si trae dal ricordo di Chiara Montini Matricardi e dall'album di famiglia, dove si coglie la levità dello zio don Battista e non solo la solennità del vescovo e del Papa.
«Il Compendio dell'Orazione mentale cavato dalle opere di Santa Teresa dal Venerabile Padre Fra Tommaso di Gesù Carmelitano Scalzo apparve a Verona nel 1749. Il testo scritto originariamente in lingua spagnola fu pubblicato per la prima volta a Roma nel 1610 quando i lavori per la beatificazione della Santa erano in pieno fervore e fu accolto tanto favorevolmente, che nel giro di pochi anni ne apparvero subito diverse edizioni. Nel Prologo Padre Tommaso scrive che l'orazione mentale si può dividere in due specie: l'orazione acquisita e l'orazione infusa. L'orazione acquisita sale a Dio con passo lento, si ottiene con mezzi umani e mediante l'uso della ragione tuttavia sorretta dalla grazia divina. L'orazione infusa viene direttamente dalla grazia e dalla ispirazione divina, assecondata per altro dalla nostra cooperazione. Si procede poi nel distinguere l'"orazione di raccoglimento", di "quiete", di "unione" e di "rapimento", fino al culmine dell'ascesi spirituale, il "matrimonio spirituale". Dal raccoglimento interiore nasce nell'anima una quiete e una pace per cui le sembra che non le manchi nulla. Questa orazione dona una grande soddisfazione alla volontà ed è una piccola scintilla che Dio accende nell'anima; in essa l'anima comprende che è vicina a Dio e può trasformarsi in Lui. Nel matrimonio spirituale, poi, oltre al grande diletto che si sente, l'anima o meglio il suo spirito è diventato una sola cosa con Dio, che anch'egli è spirito e volendo mostrare l'amore, che porta alle sue creature, ha voluto unirsi a lei e non vuole più separarsi da lei, come avviene nel matrimonio tra gli sposi, che non possono più separarsi. Un percorso spirituale e mistico valido anche per l'uomo contemporaneo». Dall'Introduzione di Elisabetta Zambruno.
È una delle figure più interessanti del movimento cattolico che, tra Otto e Novecento, a Bergamo come nel resto d'Italia, offre la prima risposta sistematica alle sfide dalla società contemporanea. Il suo profilo biografico si snoda in varie tappe: l'ambiente familiare e parrocchiale, la formazione culturale, l'impegno associativo, la docenza nelle scuole di Bergamo e della provincia, la fondazione e la direzione delle Piccole Apostole della Scuola Cristiana. Abito laicale, apostolato a tempo pieno nella scuola pubblica, vita comune, ritmi di preghiera snelli e vita religiosa dallo stile "secolare" sono i tratti caratteristici del nuovo Istituto, chiamato a operare «come lievito, senza chiasso», per dare anima e «linfa rigeneratrice» alla società. Personalità affascinante, riesce a trasmettere una spiritualità ricca e semplice al tempo stesso. Al centro c'è l'esperienza di Gesù, «l'unico affetto dominante» dal quale si lascia condurre e con il quale desidera «fare casa», a imitazione del "sì" obbediente della Vergine Maria e di Teresa di Lisieux, la sua santa prediletta. La sua vita è intrecciata con quella di laici come Nicolò Rezzara, vescovi come Radini Tedeschi e Bernareggi, sacerdoti come Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII. Intelligente, sensibile, dotata di capacità organizzative e di governo non comuni, Maria Elisabetta Mazza ha molto da dire anche oggi.
A cento anni dalla morte, nel 2025, Pier Giorgio Frassati sarà canonizzato. Figlio di Alfredo, direttore e proprietario de «la Stampa», in una famiglia da un lato legata all'alta borghesia liberale e dall'altro a una devozione religiosa da parte materna autentica, ha dedicato la sua breve e intensa vita a dio e all'umanità. Le sue virtù cristiane sono conosciute, così come la sua freschezza ed esuberanza giovanile. in questo saggio si esamina un ambito, già indagato in passato, ma che merita un approfondimento e una ripresa di riflessione: quello politico. Pier Giorgio Frassati nella sua poliedrica e ampia azione spirituale, sociale e culturale ha attraversato la politica come militante convinto e operoso negli anni caldi del primo dopoguerra in Italia e nella sua Torino: dalle organizzazioni e associazioni cattoliche all'adesione al Partito Popolare di don luigi Sturzo. Riportare Frassati nel suo contesto storico, oltre il mito e la dimensione spirituale che ne caratterizza l'intera esistenza, è un modo per rendere il giovane santo ancora più attuale e modello per le generazioni di oggi e del futuro.
Dicevano i Padri del deserto che, se si sapesse quanto difficile è la vita nel convento, nessuno ci entrerebbe, ma se si conoscesse il premio che attende dopo la morte, tutti ci andrebbero. I santi di questo libro, di epoche e contesti diversi, appartengono tutti a Ordini religiosi. La loro scelta fu mossa dalla convinzione che la vita consacrata permette, nonostante le sue difficoltà, e forse grazie ad esse, di captare Dio 'in flagrante'. Nelle loro 50 storie contrassegnate da sacrificio e difficoltà e sospinte dall'amore per il prossimo si coglie che "il cielo deve esistere": essi si rendono faro dell'umanità (Astri del deserto), disegnando valori spirituali, come penitenza, misericordia, semplicità, carità, che le collette della liturgia mettono in chiara evidenza. Il loro modello, pensato come stimolo per l'Anno della Vita consacrata 2014-2016, si presenta in un'agile intelaiatura in cui l'autore affianca le varie biografie a vivaci spunti di attualizzazione.

